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Introduzione

1.1. Generalità

Il progetto di censimento dei beni culturali immobili di pertinenza ecclesiale è basato sulla normativa in materia di catalogazione dei beni immobili stabilita dall'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione di Roma.

In particolare, il tracciato A-CEI proposto si rifà alle norme di "strutturazione dei dati", integrato da nuovi ambiti informativi peculiari del patrimonio culturale ecclesiale. Il tracciato CEI, supportato da data-entry per la creazione della banca dati del censimento, ha avuto approvazione dall'ICCD in data 14 maggio 2003.

1.1.1.Il sistema informativo e gli obiettivi

Il censimento dei luoghi di culto è un nuovo passo nel progetto di inventariazione dei beni culturali promosso dall'Ufficio nazionale beni culturali e dal Servizio Informatico della CEI. L'attività che supporta tale progetto richiede la consapevolezza e la condivisione della natura e degli obiettivi perseguiti da coloro i quali sono coinvolti, a diverso titolo e con diversa qualifica, nell'iniziativa.

Oltre agli obblighi derivanti dal diritto canonico e dalla normativa dello Stato, l'inventario dei beni culturali della Chiesa riveste carattere di urgente necessità, in quanto premessa per efficaci azioni di tutela, conservazione e valorizzazione di significati e ruoli simbolici, sociali e culturali rivolte a un patrimonio legato da secoli alle comunità ma spesso soggetto a condizionamenti e ad azioni che ne compromettono la sua stessa identità.

Il sistema informativo ecclesiastico non risponde quindi a meri significati documentali ma, valorizzando l'attività compilativa, ne prevede poi scenari di complessa integrazione e fruizione culturale che risponde alle indicazioni pastorali e culturali emerse in più occasioni nelle indicazioni della Conferenza Episcopale Italiana.

1.1.2. Attività collettiva

L'iniziativa coordinata dalla CEI e avviata dalle diocesi italiane si presenta come frutto di concertazione di competenze, conoscenze, fonti e contributi. Le liturgie, il culto e le tradizioni locali, insieme alla connotazione spiccatamente geografica del patrimonio architettonico italiano, sono elementi tali non solo da giustificare ma da richiedere il coinvolgimento di risorse e conoscenze capillarmente diffuse in tutto il territorio e viventi in storica simbiosi col patrimonio stesso: conoscenze e significati potranno essere reperiti e resi espliciti solo nei luoghi dove gli edifici hanno le loro fondamenta e radici storiche e mantengono un rapporto ancora vivo e significativo. D'altro lato, per potenziare gli aspetti di informazione e comunicazione, è indispensabile il coordinamento generale che ne garantisce la omogeneità e ne controlla la oggettività.

Il coordinamento centrale, pertanto, gestisce un flusso di comunicazione reciproca fra strutture centrali e realtà territoriali, semplificato dalle tecnologie dell'informazione ma fondato sul riconoscimento di soggetti e funzioni.

1.1.3. Sistema e strumenti componenti

Lo strumento (data-entry) per il censimento informatizzato delle chiese messo a disposizione delle diocesi italiane risponde nelle sue caratteristiche tecniche a tali obiettivi. Esso è elemento o modulo di un più complesso sistema che, nel rispetto dell'autonomia operativa del singolo ente schedatore, è in grado di gestire e ridistribuire al livello più generale i valori e i significati di ogni singola esperienza. La condivisione di un comune sapere, come la distribuzione dell'immane sforzo necessario alla riuscita dell'iniziativa, sono al tempo stesso presupposti e fattori indispensabili ed imprescindibili.

In questa prospettiva sono stati sviluppati strumenti complementari quali il Forum, quelli per la gestione della banca dati centrale presso l'Ufficio Nazionale, servizi di e-learning per gli operatori, oltre alla pubblicazione in rete nel già noto sito BeweB del censimento in progress, in attesa del futuro portale dei beni culturali ecclesiastici, che ne garantirà la visibilità pubblica.

Lo strumento per l'inventariazione informatizzata mira al censimento delle chiese di proprietà ecclesiastica, cioè all'intero patrimonio architettonico per il culto di proprietà ecclesiastica. Questa iniziativa affianca l'inventario dei beni mobili ecclesiastici già avviato nel 1997 e avvalora e dà nuovo impulso agli interventi di salvaguardia e tutela, che l'Ufficio Nazionale ha comunque varato anche attraverso i contributi finanziari CEI.

La necessità dell'immediata efficacia dell'azione intrapresa ha comportato la scelta di realizzare il censimento limitandolo ai soli luoghi di culto e con un livello di compilazione che si limita ai campi obbligatori indicati nello standard ICCD, e che detto Istituto ha valicato quale livello standard Ufficiale CEI.

1.1.4. Scopi e obiettivi informativi perseguiti

Gli obiettivi informativi perseguiti dal sistema sono riconducibili ai tre seguenti aspetti.

a. Individuazione dell'entità patrimoniale globale: da intendersi anzitutto come individuazione elencativa e quantitativa che renda una visione d'insieme (o di sottoinsiemi significativi quali quelli macroregionali, regionali, diocesani, parrocchiali, o quelli tipologici per natura o funzione dei beni, ...) tale da permettere la corretta programmazione di qualsiasi iniziativa volta alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio.

Il modello di scheda si limita all'aspetto descrittivo dei beni lasciando ad altri strumenti (Winsidi, Winsipa ecc.) le informazioni e i dati sugli aspetti amministrativo gestionali del patrimonio. Tale separazione delle informazioni non esclude però la possibilità di gestire sinotticamente gli strumenti e di consentire lo scambio o la visualizzazione d'insieme dei dati, che per la loro natura diversa richiedono competenze differenti in sede di compilazione e aggiornamento.

Primo elemento essenziale di confronto fra le diverse banche dati è la Denominazione principale delle chiese, che viene stabilita al momento della creazione dell'AF chiese all'inizio della attività di schedatura di ogni singolo edificio. La Denominazione principale (si veda al capitolo 6) è di fondamentale importanza perchè consentirà di creare un nome che identifica univocamente i singoli luoghi di culto e permetterà di gestire al tempo stesso le altre denominazioni dello stesso oltre alle diverse varianti, sia nel nome che nella forma con cui esso è riportato all'interno delle differenti banche dati. Inoltre consentirà di legare ai records delle diverse banche dati le coordinate georeferenziate presenti nella scheda di Censimento, consentendo di operare ricerche di tipo territoriale e geografico anche sulle altre banche dati.

b. Disponibilità dei dati minimi indispensabili per una corretta azione di tutela, conservazione e restauro: nella scheda censimento uno spazio è dedicato a informazioni sugli interventi di adeguamento liturgico, natura e stato degli impianti, lo stato di conservazione e la storia degli interventi di restauro; le aree riservate alla titolarità del bene, alla sua inequivocabile individuazione fisica (supportata anche da dati catastali, dalla documentazione in immagini e dalla georeferenziazione) completano un insieme di solidi elementi sui quali basare ogni necessaria azione di diritto.

c. Inoltre, e non ultimo, l'obiettivo di costituire una base di conoscenza sulla quale fondare una istruita e completa opera di divulgazione, rivolta al mondo della ricerca, dello studio, della cultura e del turismo. Il patrimonio architettonico delle chiese costituisce inoltre la sede naturale in cui le opere d'arte nate per la liturgia e il culto trovano la loro collocazione originale e primaria e pertanto il legame alla banca dati dei beni artistici mobili sarà uno degli aspetti che più verrà favorito da questo censimento, soprattutto al fine di ricreare i contesti originari delle opere e la storia della devozione e della fede. In questo contesto le chiese e le comunità locali, così come i turisti o i pellegrini potranno avere uno strumento in più a stimolo e sostegno della promozione di attività diocesane a carattere pastorale o più generalmente culturale.

1.2. Carattere delle funzioni e delle procedure generali

Dal punto di vista dell'utente le funzionalità dello strumento per il censimento sono analoghe a quelle per l'inventario OA e sono state specificamente sviluppate in modo da agevolare il più possibile il raggiungimento degli obiettivi generali del progetto, secondo il modello organizzativo del lavoro di inventariazione delineato nel documento Il progetto diocesano, emanato dall'Ufficio Nazionale.

La cosiddetta "semplicità di utilizzo dello strumento", al di là del luogo comune dei programmi commercialmente più diffusi, è in questo caso determinata da due aspetti: l'immediata disponibilità dell'intero archivio realizzato e l'immediata disponibilità per ogni utente di strumenti che consentano il dominio diretto dell'informazione raccolta (con le funzioni di ricerca, indicizzazione, stampa, importazione ed esportazione, ...). In particolare questo secondo aspetto, consentendo immediate azioni di comparazione, revisione, duplicazione dell'informazione, ha dirette ripercussioni sulla coerenza e quindi sulla qualità dei dati.

Oltre alle didascalie che appaiono ad esplicazione di ogni icona, gli aiuti all'utilizzo tecnico dello strumento e alla compilazione delle schede sono di vario tipo. All'Help ipertestuale generale (richiamabile cliccando sul punto interrogativo del menù principale) costantemente in linea, che include anche il testo del presente Manuale, si affiancano aiuti sensibili al contesto (richiamabili attraverso il tasto F1), legati ad ogni campo o funzione.

Un particolare tipo di aiuto, avente valore cruciale nel determinare il livello qualitativo dei dati, è costituito dalle liste terminologiche e dalle funzioni gestionali ad esse connesse.

Una lista accoglie l'elenco dei termini, costituiti da singole parole o da locuzioni, specifici di un determinato campo. La lista, secondo la natura del campo al quale è associata, può essere di diverso tipo (o avere diverso profilo). In particolare una lista può essere:

chiusa

non è modificabile: il campo associato può essere compilato esclusivamente con i termini presenti nella lista;

aperta, vincolante

è incrementabile da parte dell'utente che può aggiungere nuovi termini secondo una specifica procedura: il campo associato potrà dunque essere compilato con termini nuovi rispetto a quelli presenti nella lista di base, essi dovranno però essere preliminarmente inseriti nella lista;

aperta, di suggerimento

è incrementabile da parte dell'utente secondo la specifica procedura prevista: il campo associato può essere però compilato con qualsiasi termine, anche non presente nella lista; la compilazione è tuttavia assistita, per i casi più ricorrenti, dalla lista.

Nei primi due casi, in sede di immissione dei dati, il modulo software controlla automaticamente il rispetto delle norme e delle procedure. Si tratta tuttavia di soli controlli logici e formali ben distanti quindi dalla delicata questione scientifica della proprietà e correttezza dei lessici.

Alcune liste possono contenere diverse migliaia di termini: per la loro consultazione, oltre al tradizionale accesso secondo l'ordine alfabetico, è prevista una specifica procedura di ricerca.

Per altri campi (ad es.: ESC Ente schedatore, EPR Ente Proponente), pur esistendo le rispettive liste associate, si è ritenuto opportuno introdurre l'importazione automatica dalle schede OA: si tratta infatti di campi soggetti a compilazione fissa all'interno di ogni diocesi per i quali è possibile, e fortemente consigliato, procedere ricorrendo alle funzionalità di precompilazione.

Per un più ristretto gruppo di campi (quelli relativi alla gestione dei dati di parrocchie e enti, della denominazione degli autori e delle fonti o bibliografia) il controllo terminologico è attuato ricorrendo ad archivi relazionati in grado di gestire, insieme al termine, anche una serie di dati che qualificano il termine stesso e permettono la compilazione automatica di più campi della scheda.

La terminologia adottata per il censimento richiede la preliminare individuazione di un responsabile scientifico che preordini e controlli l'incremento delle liste, utilizzando sempre lo strumento del Forum A per ogni dubbio. Sinonimie, varianti grafiche e omografi costituiscono le insidie principali per la validità delle liste e, conseguentemente, per la qualità dei dati. Si sottolinea che l'adozione di un lessico generico e trascurato potrebbe portare, per una grande quantità di dati, all'inefficienza dell'intero archivio.

Nel modulo software di censimento, per ogni lista, è stato predefinito un profilo standard. Si raccomanda vivamente il mantenimento di tali profili, salvo casi eccezionali che andranno debitamente segnalati all'Ufficio Nazionale. Si ricorda in proposito che attraverso la funzione Servizi è infatti possibile variare i profili, così come è possibile ottenere una stampa completa dei termini contenuti in ogni lista.

Per l'illustrazione dettagliata di altre funzionalità e delle varie procedure (di ricerca, salvataggio, verifica e modifica automatica, esportazione ed importazione, stampa, gestione utenti, definizione di profili personalizzati) si rinvia alla parte tecnica dell'Help ipertestuale generale integrato al modulo di censimento.

1.3. La normativa dell'ICCD e il censimento CEI

In linea con gli accordi vigenti tra Stato e Chiesa in materia di beni culturali, perfezionati inizialmente attraverso l'Intesa del 13 settembre 1996, rivista e aggiornata il 26 gennaio 2005, e resi attuativi con una serie di circolari emanate dagli istituti e uffici competenti (i documenti sono reperibili nel Forum OA), la scheda di censimento adottata dalla Conferenza Episcopale Italiana stata sviluppata in aderenza agli standard emanati dall'ICCD.

In particolare, per la struttura di base della scheda è stata adottata la versione 3.0 della scheda A ICCD (2003) e la compilazione prevede le stesse obbligatorietà di campi previste dall'Istituto. L'inserzione nella scheda per il censimento CEI di alcuni campi previsti nella sistematica ICCD a livello catalografico si basa invece sul documento Strutturazione dei dati delle schede di catalogo e precatalogo. Beni architettonici e ambientali. Edifici e manufatti. Scheda A, Roma, 1992

Il presente Manuale costituisce un adattamento e integrazione del suddetto testo, dato che riporta alcune correzioni che costituiscono parte integrante della nuova scheda e si arricchisce dei campi di standard ecclesiastico previsti dalla CEI.

Come ampiamente noto agli esperti ed agli operatori del settore, nel corso degli ultimi anni l'ICCD ha costantemente aggiornato e perfezionato gli standard e le normative: la continua collaborazione tra l'ICCD e l'Ufficio Nazionale ha dato luogo ad un'ininterrotta opera di aggiornamento degli strumenti messi a punto dalla CEI, con particolare riguardo per gli standard di trasferimento dei dati.

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1.4. Ambito di applicazione della scheda censimento CEI A

Gli edifici per i quali è stata predisposta la scheda di censimento CEI A sono i luoghi di culto di proprietà degli enti ecclesiastici delle diocesi italiane.

In realtà la scheda può essere utilizzata per qualsiasi edificio architettonico ma l'obiettivo primario del censimento consiste proprio nella quantificazione e descrizione degli edifici di culto d'Italia, disponendo di strumenti funzionali di facile gestione.

A titolo informativo si ricorda che secondo la normativa ICCD i campi inventariati nel censimento con obbligatorietà sono quelli del livello inventariale.

Dal punto di vista della cronologia si sottolinea che il progetto di censimento CEI, differentemente da quanto prescritto dalle norme ministeriali, non è soggetto al vincolo di vetustà dell'oggetto architettonico (50 anni).

Un aspetto particolarmente delicato per la realizzazione del censimento riguarda il rapporto di corrispondenza intercorrente tra il numero delle schede e il numero di edifici.

Regola fondamentale è quella della corrispondenza completa: nell'inventario dovrà quindi esistere una scheda per ogni bene. La normativa ICCD prevede però la possibilità di realizzare più schede per edifici che possono presentarsi come esito della composizione di più elementi a sè stanti: i casi di cappelle o parti di complesso schedati separatamente non sono infrequenti. In questa fase dell'inventario, invitiamo a compilare la scheda del solo contenitore "chiesa" e non del complesso architettonico di appartenenza, e neppure le schede di parti del luogo di culto che costituiscono unità a sè. L'urgenza di una prima inventariazione complessiva, che potrà dare elementi per lo sviluppo del progetto di inventariazione di tutti gli immobili ecclesiastici, ci spinge a preferire questa soluzione.

1.5. Procedure preliminari

Preliminare ad ogni attivit à deve essere la redazione del progetto diocesano di censimento che deve essere approvata dall'ufficio nazionale beni culturali che autorizza l'inizio della campagna di inventariazione e assegna alla diocesi il contributo iniziale per il progetto.

La documentazione da presentare contestualmente alla redazione del progetto è:

- la scheda per la domanda di contributi per il censimento informatizzato CEI debitamente compilata e firmata dall'Ordinario

- l'elenco degli edifici da inventariare e gli enti ecclesiastici proprietari suddivisi in zone pastorali o vicariati

- il progetto diocesano costituito da:

1. una premessa storica

2. un programma temporale

3. un programma territoriale

4. un programma finanziario (qualora il contributo CEI risulti insufficiente e la diocesi

decida di attingere ad altri contributi o finanziamenti)

5. il nominativo e il ruolo dei collaboratori al progetto (responsabile, coordinatore, schedatori,

fotografi,informatici, ecc.)

1.5.1. L'elenco delle chiese nel territorio diocesano

L'elenco delle chiese del territorio diocesano, che le diocesi dovranno realizzare prima di iniziare l'attività di censimento, mira alla raccolta di informazioni utili alla valutazione della possibile estensione del Censimento anche agli edifici di culto non di proprietà ecclesiastica. A tale scopo l'Ufficio mette a disposizione un data-entry per la realizzazione on-line del suddetto elenco. Tale strumento, per il quale si rimanda al Forum Chiese, facilita la compilazione dei suddetti elenchi, consentendo di indicare le proprietà delle chiese, evidenziando quelle incluse nel censimento e la consistenza numerica di quelle per le quali si ipotizza la valutazione della estensione; una volta identificati tali beni, sarà possibile predisporre un progetto realistico per la seconda fase del censimento delle chiese italiane. Anche il censimento delle chiese di proprietà degli Istituti di vita consacrata e delle Società di vita apostolica di diritto pontificio, per quanto auspicabile, è rimesso all'iniziativa dei soggetti titolari. Quelle di proprietà del Demanio, del Fondo Edifici di Culto, di altri enti pubblici e di privati meritano anch'esse di essere identificate, ma non rientrano nel censimento promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana, necessariamente limitato al patrimonio ecclesiastico.

Richiamiamo i criteri di compilazione dell'elenco:

1. edifici di culto previsti per la prima fase del censimento

- le chiese degli enti ecclesiastici diocesani soggetti al vescovo (ad eccezione delle chiese confraternali);

- le chiese dell'ente diocesi;

- tre edifici di rilevanza diocesana;

2. edifici di culto previsti per la valutazione della seconda fase del censimento

- le chiese dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero;

- i santuari e gli enti-chiesa civilmente riconosciuti non dipendenti

dall'Ordinario diocesano;

- il seminario;

- le chiese di confraternite aventi scopo esclusivo o prevalente di culto;

- i monasteri sui iuris;

- le chiese degli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica di diritto diocesano;

- chiese di eventuali fondazioni di culto e opere diocesane;

- chiese di eventuali associazioni pubbliche di fedeli

- chiese di eventuali altri enti.

Da tale elenco devono in ogni caso essere escluse le chiese di proprietà di:

- Istituti di vita consacrata e Società di vita apostolica di diritto pontificio;

- Fondo edifici di culto

- enti pubblici e privati;

- privati cittadini.

1.5.2. La documentazione esistente

Prima di inizare l'attività si raccomanda di intraprendere, presso l'ufficio diocesano preposto al censimento, un'azione di raccolta e organizzazione di tutti i materiali documentari di vario tipo, formato e livello di approfondimento, relativi al patrimonio architettonico ecclesiastico presente sul territorio diocesano. Andranno inoltre reperiti dati o informazioni di carattere amministrativo (catastali o altro) che potranno essere inserite nel modulo informatico. Il materiale preesistente può essere in forma di repertori, inventari o cataloghi, anche manoscritti o "storici", della diocesi, o le schede prodotte dalle soprintendenze competenti per il territorio, censimenti di beni architettonici eventualmente realizzati (o in corso di realizzazione) da parte di altri enti (regione, provincia, istituti per i beni culturali ...) e i relativi apparati fotografici. A questa documentazione andrà almeno affiancata l'indagine delle principali pubblicazioni a carattere repertoriale o di regesto degli edifici.

Si raccomanda anche la ricerca dei dati catastali verificando se fossero già disponibili presso l'ente parrocchiale o in possesso degli uffici diocesani.

Qualora venisse verificata l'esistenza di basi di dati inventariali, o comunque di repertori sistematici in formato elettronico, si raccomanda di contattare l'Ufficio Nazionale al fine di poterne valutare l'eventuale acquisizione, conversione e assunzione automatica entro il modulo CEI, visto il rispetto dello standard.

I materiali documentari di provenienza esterna andranno comunque attentamente valutati nella loro qualità intrinseca, anche al fine di poter prevedere l'entità dei lavori di integrazione e aggiornamento che andranno sicuramente compiuti. Questo passo permetterà di individuare la via più adatta di acquisizione, sia essa manuale o automatica, nel censimento diocesano.

Gli esiti di questa prima fase istruttoria serviranno per una valutazione dello stato di censimento del patrimonio (e della sua distribuzione territoriale).

1.5.3. Compilazione degli archivi relazionati

In particolare, gli esiti delle precedenti ricerche in campo bibliografico hanno consentito la creazione dell'archivio relazionato Autore per gli architetti maggiormente attivi nel territorio e per gli studi sul patrimonio di maggior importanza. Anche l'Archivio Parrocchie/Enti sarà frutto e delle attività di censimento e dell'acquisizione pregressa, di elenchi e liste d'autorità. Ogni archivio relazionato risponderà ai criteri di obbligatorietà o opzionalità propri.

L'attività degli schedatori, che pur dovranno integrare i dati degli archivi relazionati, sarà notevolmente agevolata sia dalla condivisione di questi repertori informativi di base, sia dalla possibilità di acquisizione automatica delle singole voci di interesse nel corso di compilazione delle schede, aggiornando le informazioni che verranno in seguito certificate a livello nazionale.

Fondamentale nell'attività di censimento è la creazione dell'archivio relazionato delle chiese, che consente il controllo della forma della denominazione degli edifici censiti. La creazione di tale archivio garantisce la normalizzazione e quindi l'identificazione e la gestione dei punti di accesso all'informazione, consentendo anche la possibilità di incrociare le informazioni con diversi tipi di schede inventariali, quali quelle dei beni mobili, contenuti negli stessi edifici, o quelle archivistiche o bibliografiche.

1.5.4. Programmazione della campagna sul territorio

Il censimento deve coprire l'intero patrimonio di proprietà ecclesiastica e deve essere realizzato nei tempi previsti (un anno di attività, prorogabile a massimo tre anni per le diocesi con più edifici di culto) e secondo le modalità indicate. La prima e indispensabile operazione è la compilazione dell'elenco chiese, lasciando l'eventuale recupero e la revisione della documentazione preesistente ad una seconda fase, nel caso che problemi tecnici o amministrativi ne consigliassero il rinvio.

Sarà inoltre cura del responsabile diocesano, o di un suo incaricato, la redazione di essenziali linee guida di intervento (che potrebbero costituire una appendice diocesana) ove siano esplicitati i caratteri del censimento e le eventuali informazioni integrative sull'approfondimento nella compilazione della scheda.

Si raccomanda infine di preordinare l'attività di controllo e coordinamento relativa alle liste terminologiche (di significativo impatto sulla qualità dei dati) e di pianificare attentamente le campagne fotografiche (l'attenta individuazione di strumenti e procedure determinerà in questo caso una sostanziale riduzione dei costi) che potrebbero essere programmate in sede di sopralluogo, qualora non fossero state previste contestualmente alle riprese delle immagini OA.

Per alcune aree è possibile che l'indagine preliminare sulla catalogazione dia esiti particolarmente fortunati. In caso di significative moli di dati inventariali disponibili da varie fonti già esistenti, si suggerisce la costituzione di una banca dati anche cartacea di ogni materiale preesistente che potrà successivamente essere informatizzato.