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28/4/2024 Diocesi di Ferrara - Comacchio - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di San Guido Abate e Maria Assunta in Cielo di Pomposa <Codigoro>
Data ultima modifica: 04/03/2019, Data creazione: 14/7/2009


Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale


Denominazione Chiesa di San Guido Abate e Maria Assunta in Cielo di Pomposa


Altre denominazioni Chiesa di Maria Assunta in Cielo


Ambito culturale (ruolo)  maestranze ferraresi (costruzione)



Notizie storiche  751 - IX (costruzione intero bene)
Le prime notizie riguardanti la chiesa abbaziale benedettina di Santa Maria di Pomposa risalgono al VII secolo o, secondo altre fonti, al 751. La conformazione del territorio era diversa dall’attuale: l’abbazia fu costruita su un’isola del delta padano delimitata dal Po di Volano e dal Po di Goro. Viene menzionata nella documentazione ufficiale a partire dall’anno 874, quando è citata in una lettera di papa Giovanni VIII. Fin dalle fasi iniziali di costruzione vennero utilizzati materiali di spoglio e muratura di recupero ove possibile; nella disposizione dei capitelli si nota in particolare una attenzione per la simmetria e la crescente complessità dell’ornamentazione nelle campate più prossime al presbiterio.
970 - 980 (costruzione nartece)
Fra il 970 e il 980 fu aggiunto alla chiesa un nartece con finestra a doppia bifora.
980 - 1026 (ampliamento intero bene)
Fra il 980 e il 1010 il nartece fu assorbito dalla costruzione di due nuove campate in aggiunta alle sette iniziali; la chiesa era già allora suddivisa in tre navate di cui la centrale terminava con un’abside poligonale all’esterno e semicircolare all’interno. Questa fase di lavori di ampliamento della chiesa, conclusi sotto il priorato di Guido degli Strambiati (1008-1049), terminarono con la costruzione dell’atrio avvenuta nel 1026 sotto la direzione del magister Mazulo. Gli elementi decorativi in cotto che ancora oggi caratterizzano l’atrio furono inseriti durante le fasi di completamento della costruzione.
1063 - 1063 (completamento campanile)
Nel 1063 fu completata la costruzione del campanile.
1150 - 1150 (costruzione absidi)
Nel 1150 furono costruite l’abside centrale e le due absidiole laterali.
XIV - XV (ristrutturazione atrio)
L’irregolarità della muratura dell’atrio e la difformità fra la porzione inferiore, realizzata con materiale di recupero, e la porzione superiore realizzata con muratura a filari regolari è dovuta con ogni probabilità ad un crollo parziale dell’atrio avvenuto fra XIV e XV secolo e dovuto al peso del campanile. A questo stesso motivo sono dovuti altri danni alla struttura dell’aula. L’aspetto attuale dell’atrio, nel quale furono mutati gli orientamenti delle formelle decorative e nel quale, in origine, non erano presenti le ghiere di mattoni che bordano gli archi, è probabilmente dovuto alla ricostruzione frettolosa attuata in occasione di questo crollo parziale. L’abbazia fu trasformata in commenda nel XV secolo, affidata ai Benedettini di Ferrara nel secolo successivo fino alla soppressione del 1663.
1736 - 1802 (ristrutturazione intero bene)
Fra il 1736 e il 1802 furono costruiti i muri, evidentemente non coerenti, che oggi scandiscono le navate laterali ridisegnando una pianta a cappelle passanti. Queste strutture si resero necessarie per l’azione di scompenso della struttura muraria attuata dalla massa del campanile. Nello stesso anno fu venduta mediante asta pubblica.
1920 - 1931 (restauri intero bene)
L’abbazia di Pomposa ha beneficiato delle bonifiche del territorio codigorese attuate a più riprese fra Ottocento e Novecento (interventi del 1875, 1911 e 1956) che hanno reso di nuovo salubre il terreno e permesso il ripristino dell’abbazia. Dal 1920-21, con l’esproprio da parte dello Stato che dichiarò il complesso pomposiano monumento nazionale, ebbe inizio una sistematica campagna di lavori volti alla conservazione e al recupero delle parti crollate del convento e il restauro della chiesa. Fra il 1925 e il 1931 l’atrio fu ricomposto, ricostruita la cripta, risarcita la porzione di pavimento presso l’atrio e restaurati gli affreschi.
1956 - 1960 (restauro decorazione pittorica)
Nel 1956 furono scoperti, nelle prime due campate della basilica, gli affreschi appartenenti all’atrio del IX-X secolo. Questo riaccese l’attenzione verso il complesso; furono eseguiti strappi degli affreschi dell’abside deteriorati dall’umidità e ricollocati su pannelli.
1965 - 1965 (ristrutturazione coperto)
Nel 1965 furono rinnovate completamente le strutture lignee della copertura.
1976 - 1977 (restauro pavimento)
La necessità di compiere opere di consolidamento del sottofondo della chiesa portò al distacco di parte del pavimento a tarsia permettendo, fra le altre scoperte, anche il rinvenimento delle fondazioni dell’abside di destra e di un frammento dell’originale pavimentazione in cocciopesto delle navate laterali.
2010 - 2012 (restauro decorazione pittorica)
Fra il 2010 e il 2012 è stato concluso il restauro dell’intero ciclo di affreschi che aveva visto interventi nella navata centrale negli anni Ottanta del Novecento e che è stato completato con il restauro delle decorazioni pittoriche delle navate laterali. L’intervento è stato eseguito dalla Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna.



Descrizione  Il complesso abbaziale di Pomposa insiste su un terreno una volta isolato dalla terraferma dai rami del Po ed è oggi parte di una vasta area bonificata fra Ottocento e Novecento. La chiesa, affiancata al campanile e alle parti rimanenti del monastero, ha pianta basilicale a tre navate. L'ingresso è preceduto da un atrio con accesso a tre fornici, ornamenti in pietra e in cotto e finestre tamponate, affiancato da due vani di servizio. Fianchi e absidi testimoniano le complesse vicende della chiesa: i volumi delle navate laterali, coperti a leggio, e del cleristorio sono interessati da monofore, bifore e arcate non regolari e in parte tamponate. Due absidi concludono la navata sinistra e il presbiterio. L'interno si caratterizza per la pavimentazione in mosaici di marmo e commessi marmorei, la presenza di colonne monolitiche fra le navate, e i cicli di affreschi che rivestono pressoché interamente le pareti delle tre navate e il presbiterio semicircolare.

contesto
L’abbazia di Pomposa era un tempo situata sull’”Insula Pomposiana”, un terreno emergente fra due rami del Po e isolato dall’entroterra. Le rotte e le inondazioni del fiume del XII secolo hanno mutato le caratteristiche del luogo. Le bonifiche che si sono succedute fra la fine del XIX e il XX secolo hanno reso il terreno stabile e salubre, aprendo alla possibilità di ripristino dell’intera abbazia. Oggi chiesa, campanile e monastero sono stati inclusi in un parco di recente risistemato e adattato per la fruizione turistica con parcheggi per pullman e auto, servizi, luoghi di ristoro. La chiesa ha mantenuto la connessione con il cimitero che si apre nelle vicinanze ed è compreso nello stesso parco. L’aula liturgica è orientata.
impianto planivolumetrico
La chiesa è aggregata orizzontalmente al campanile, connesso all’aula mediante un ambiente di raccordo, e al monastero mediante un volume che ospita le scale d’accesso al quale si accede dalla navata destra e che risulta addossato al fianco destro del presbiterio.
esterno
Si accede alla chiesa mediante vialetti sterrati che conducono all’ingresso da nord e da ovest. L’ingresso è preceduto da un atrio porticato al quale si accede per tre fornici a tutto sesto; l’atrio è affiancato da locali e chiuso da un tetto a leggio. Il portico ha un fronte ornato da formelle e rosoni lapidei, inserti in cotto e formelle in ceramica. Nell’atrio si aprono l’accesso alla chiesa e due ingressi ai vani laterali; la copertura è a travi lignee. Sovrastano l’ingresso una bifora e una monofora entrambe tamponate. La porzione superiore della facciata, oltre il tetto dell’atrio, si sviluppa a capanna; due lesene inquadrano due monofore e un oculo centrale tamponato. Conclude la cuspide del tetto un cippo lapideo con croce sommitale. Il fianco sinistro, interamente in laterizio a vista come gli altri prospetti, è indagabile nella porzione non celata dal volume del campanile innestato all’altezza dell’atrio. Il fianco della navata presenta bifore e monofore tamponate e un ingresso laterale, tamponato anch’esso, a distanza e altezze irregolari. All’altezza del cleristorio emergono i contrafforti fra i quali sono evidenti arcate cieche che inquadrano monofore in parte tamponate. La navata laterale e la navata centrale sono concluse da due absidi, semicircolare la minore e poligonale la maggiore, finestrate. All’altezza della navata di destra si innesta il volume che connette la chiesa con il monastero. Il fianco destro dell’aula presenta il paramento della navata laterale ritmato da lesene, con porta laterale tamponata, un secondo accesso arcuato prossimo alla facciata e una serie di monofore; all’altezza del cleristorio emergono anche in questo caso i contrafforti fra i quali si aprono le monofore che danno luce all’aula.
pianta
Basilicale a tre navate, con absidi semicircolari.
interni
Si accede alla chiesa mediante una porta a due battenti lignei sormontata da una lapide; in controfacciata si aprono due monofore simmetriche all’asse del portale. La navata centrale è pavimentata pressoché interamente con mosaici in marmo e commessi di marmi non ornati, con profili esterni e corridoio trasversale in cotto. Le navate laterali, più basse di un gradino, sono pavimentate in cotto moderno, a sinistra, e in cotto antico posato a spina di pesce a destra. Il volume dell’aula è scandito in tre navate da colonne marmoree con capitelli ornati e difformi sui quali si impostano gli archi a tutto sesto. Le pareti sono interamente affrescate. Le navate laterali sono state inframmezzate da muri di sostegno in laterizio con passaggi architravati; anche le pareti laterali delle navate sono pressoché interamente affrescate. La navata principale è coperta a capriate lignee, le navate laterali a travi lignee ad eccezione dell’ultima campata voltata in muratura. L’absidiola che conclude la navata sinistra ospita la cappella del Santissimo. Il presbiterio è rialzato rispetto al piano dell’aula ed è raggiungibile mediante due scale che originano al centro, accanto alla monofora strombata che si apre sulla cripta, e si divaricano immettendo all’area presbiteriale mediante due cancellini laterali in ferro. Il presbiterio, a pianta semicircolare, è pavimentato in lastre di marmo, illuminato da tre monofore e concluso da un catino; emiciclo e catino sono interamente affrescati. La navata destra è conclusa da una scala che conduce al convento e da un breve corridoio voltato a crociera irregolare che immette alla sagrestia. All’altezza della seconda campata si apre l’accesso laterale alla chiesa.
impianto strutturale
Struttura portante in laterizio. Orizzontamenti a capriate e travature lignee, manto in coppi.
apparati liturgici
Gli arredi per l’assemblea vengono posizionati nell’aula all’occorrenza; due file di panche sono collocate permanentemente solo di fronte alla cappella del Santissimo, al termine della navata sinistra: nell’abside è presente il solo tabernacolo. Il presbiterio ospita un altare per la celebrazione al popolo, la sede costituita da una poltrona a destra e altre sedie per chierici e concelebranti lungo la parete di fondo, un ambone a leggio a sinistra. Un confessionale ligneo è collocato lungo la navata destra, all’altezza della prima campata, ma il luogo della riconciliazione oggi usato è la sagrestia, essendo la chiesa spesso interessata dall’afflusso dei turisti. Non è presente un fonte battesimale.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1970-1980)
Il presbiterio è stato adattato secondo le norme conciliari con la rimozione dell'altare antico e la posa in opera dell'attuale altare e dell'ambone, entrambi in pietra; la sede è mobile.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Emilia-Romagna
Diocesi di Ferrara - Comacchio
Vicariato San Guido Abate
Parrocchia di Maria Assunta in Cielo

Via Centro, 1 - Codigoro (FE)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico


Altre immagini
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