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Cattedrale di Santa Maria Assunta <Bari>
Data ultima modifica: 13/12/2017, Data creazione: 20/10/2010


Tipologia e qualificazione chiesa cattedrale


Denominazione Cattedrale di Santa Maria Assunta


Altre denominazioni Cattedrale di San Sabino


Ambito culturale (ruolo)  maestranze pugliesi (costruzione)



Notizie storiche  V - V (carattere generale intero bene)
fondazione della chiesa paleocristiana
VII - XI (restauro intero bene)
interventi sulle murature perimetrali e sui mosaici del tempio paleocristiano.
1034 - 1034 (costruzione intero bene)
iniziano i lavori di demolizione del vecchio complesso episcopale per permettere la costruzione della grande basilica per volere del Vescovo Bisanzio.
1090 - 1090 (citazione intero bene)
il Vescovo Elia fece scolpire un'epigrafe che ricordava la traslazione delle ossa di san Sabino da Canosa a Bari per volere del Vescovo Angelario tra l'872 e 876. Le ossa furono conservate nella parte anteriore dell'altare della cripta.
1098 - 1098 (carattere generale intero bene)
consacrazione da parte di papa Urbano II per volere del Vescovo Elia.
XII - XII (restauro succorpo)
restauro del succorpo per volere del Vescovo Giovanni V.
1156/02/09 - 1156/02/09 (carattere generale cripta)
consacrazione della cripta con il nuovo altare maggiore dedicato a San Sabino ed altri due altari laterali per volontà del Vescovo Giovanni V.
1171 - 1171 (restauro intero bene)
in seguito alle distruzioni perpetuate da Guglielmo il Malo nel 1156, che interessarono in parte la cattedrale, hanno inizio i lavori di restauro dell’edificio per volontà del Vescovo Rainaldo: le opere consistono nell’ ammodernamento generale, realizzazione di finti matronei, prime realizzazioni dell’imposta della cupola, sistemazione absidale con transetto, due absidi minori e i campanili. Il succorpo diviene inaccessibile in seguito alla chiusura di tutte le vie di comunicazione con l’aula liturgica ed, infine, il tempio paleocristiano diviene sepolcreto.
1178 - 1178 (ampliamento intero bene)
ampliamento determinato dalla costruzione dei due campanili non inglobati all’interno del già esistente corpo di fabbrica.
XIII - XIII (accorpamento intero bene)
per volontà del Vescovo Romoaldo la cosiddetta Trulla è annessa alla nuova fabbrica in corrispondenza di alcune arcate: i due ambienti sono messi in comunicazione attraverso l’apertura di una piccola porta.
1205 - 1205 (completamento intero bene)
ultimazione delle torri absidali e della cupola per volere del Vescovo Doferio.
1214 - 1225 (collocazione intero bene)
collocazione dell’ambone per volere del Vescovo Andrea III. E’ plausibile che l’autore sia stato lo scultore Anseramo di Trani.
1228 - 1233 (collocazione presbiterio)
realizzazione e collocazione del ciborio ad opera di Alfano da Termoli per volere del Vescovo Marino Filangieri: il ciborio verrà manomesso e asportato in seguito alle dispute tra i papi e Federico II che coinvolsero anche il Vescovo di Bari, devoto al papa.
1231/02/06 - 1231/02/06 (carattere generale altare)
consacrazione dell’altare da parte dell’Arcivescovo di Palermo Bernardo Costa, per delegazione del vescovo di Bari Marino Filangieri, alla presenza dell’imperatore Federico II. A ricordo fu posta una lapide: ‘ANNO DOMINI MCCXXXI SEXTO DIE FEBRUARIJ VI INDIC. SEDENTE DOMINO GREGORIO PAPA IX, ET DOMINO FEDERICO II, IMPERANTE, ET REGNANT E DEI GRATIA ROMANORUM IMPERATORE SEMPER AUGUSTO, IERUSALEM, ET SICILIAE REGE, DOMINUS BERARDUS DEI GRATIA PANORMITANUS ARCHIEPISCOPUS ET QUONDAM BARENSIS ARCHIEPISCOPUS DOMINI IMPERATORIS FAMILIARIS PRAESENTE DOMINO MARINO BARENSE ARCHIBPISCOPO, ET VOLENTE, ET BONOCONSILIO EPISCOPO BITECTENSE, CONSECRAVIT PRAESENS ALTARE AD HONOREM BEATAE VIRGINIS JUXTA ICONAM IPSIUS ET DOTAVIT ALTARE IPSUM POSSESIONIBUS, ET UNA DOMO, QUAE IDEM DOMINUS PANORMITANUS PRO REMISSIONE PECCATORUM SUORUM CONTULIT BA: RENSE CAPITULO, ET PRAEFATUM CAPITULUM SPONTE PROMISERUNT, ET OBLIGAVERUNT SE, ET SUOS SUCCESSORES AD CELEBRANDUM MISSAS QUATTUOR QUALIBET HEBDOMADA IN PERPETUUM S
1240 - 1240 (collocazione fonte battesimale)
con l’invito a cessare l’amministrazione del battesimo con il rito greco da parte di Gregorio IX, il Vescovo Marino fa collocare il nuovo fonte all'interno della cattedrale.
1282 - 1282 (collocazione presbiterio)
collocazione di altari nelle absidi laterali per volere del Vescovo Romoaldo II Grisone: l’altare presente nell’abside di destra fu dedicato alla Vergine Gloriosa, mentre l’altare opposto al precedente fu intitolato a San Giovanni Evangelista. Autore delle opere fu Anseramo.
1282 - 1309 (ricostruzione coperture)
in seguito ai danni del terremoto 1267 viene ricostruito il tetto e riparate le parti danneggiate per volere del Vescovo Romoaldo.
1282 - 1309 (completamento prospetti)
per volere del vescovo Romoaldo si interviene sui prospetti esterni: in corrispondenza dei muri laterali sono inseriti contrafforti, mentre nella parte orientale si crea una vera e propria facciata, attraverso la costruzione di un muro ad unione tra i due campanili.
1292/10/04 - 1292/10/04 (carattere generale intero bene)
riconsacrazione del duomo per volontà del Vescovo Landolfo. Il tempio mantenne la dedicazione alla Vergine Assunta come attestava l’epigrafe interna, poi murata in sacrestia nel 1695: ‘HOC. TIBI. SACRAVIT TEMPLUM. REGINA. POLORUM/INSIGNIS. TITULIS. PRESUL. ROMUALDUS. AVORUM/ QUI. PATRIE. PATER. EFFECT US. QUI. CORDE. PUDICUS./PRODIT. IURA SUO. DE. PECIORE. IURIS. AMICUS/ QUI. BONAQUEQ. PROBANS. REPROBAT. MALA. PACIS. AMATOR/PAUPERIBUS. VIDUIS. LARGUS. PIUS. AUXJLIATOR. ANNUS. ERAT. VERO. QUO FULSIT. LUMINB. MUNDUS/MILLE. DUCENTENUS. NONAGESIMUSQUE. SECUNDUS/ OCTOBRISQUE. DIES. QUARTUS. MERITO. MEMORANDUS/ QUO. PRELATORU. CETUS. FUIT. HIC. VENERANDUS./QUARTUS. PAPA. TUAM. NICOLAUS. HABENS. PETRE. SEDEM/OMNIBUS. INDULSIT. HANC. INGREDIENTIBUS. AEDEM/ILLUSTRI. REGE. CAROLO. REGNANTE. SECUNDO/AUREA. QUI REGNANS.RENOVABIT. SECULA. M(UNDO)’.
1310 - 1333 (ricostruzione campanile)
in seguito al crollo dovuto al terremoto del 1267 viene ricostruito il campanile di sinistra per volere del Vescovo Landolfo.
1310 - 1333 (completamento aula liturgica)
lastricazione del pavimento delle navate in finissimi marmi per volontà del Vescovo Landolfo.
1340 - 1340 (restauro intero bene)
lavori di restauro dell’intero bene commissionati dal Vescovo Ruggero Sanseverino e consistenti in ricostruzione del tetto della navata, muratura di alcune finestre della cupola e rivestimento plumbeo della stessa.
1428 - 1428 (carattere generale altare)
consacrazione dell’altare maggiore fatto erigere dagli eredi del nobile Griso Giovanni Effrem per compimento del testamento datato 1365 di quest’ultimo.
1472 - 1493 (collocazione altare)
costruzione dell’altare con ciborio per volontà del Vescovo Antonio d’Ayello. La distruzione dell’elemento è attribuita al crollo del campanile nel 1613 o ai lavori di imbarocchimento del duomo.
XVII - XVII (riparazione Trulla)
la Trulla è adibita a sacrestia e a sede della Confraternita del Santissimo Sacramento: a tal fine furono avviati i lavori sull’antico basamento, aperte le grandi finestre rettangolari e furono realizzati elementi decorativi in carparo, furono dati strati di stucco a forma decagonale formando nella copertura facce di volta a schifo a undici fusi. L’opera di trasformazione fu finanziata dal lascito testamentario del can. Giangiacomo Tolosenda, per volontà del Vescovo Ascanio Gesualdo.
1607 - 1607 (collocazione presbiterio)
apertura del coro e demolizione dell’iconostasi nella parte prospiciente la navata centrale: i lavori furono eseguiti per volontà del Vescovo Decio Caracciolo.
1617 - 1617 (restauro campanile)
restauro del campanile di destra in seguito al crollo a seguito del terremoto del 1613 e restauro del rosone di Romoaldo.
1638 - 1663 (completamento coperture)
restauro del campanile di destra dopo il crollo a seguito del terremoto del 1613 e restauro del rosone di Romoaldo.
1737 - 1749 (restauro intero bene)
lavori di ammodernamento eseguiti per ordine del Vescovo Muzio Gaeta Junior su progetto dell’arch. Domenico Antonio Vaccaro. I lavori di restauro prevedevano la rimozione dell’altare con il sovrastante ciborio, dell’ambone, della sedia vescovile, delle sfere di porfido delle balaustre e dell’iconostasi; l’ampliamento del presbiterio con la costruzione di una nuova scalinata di accesso con conseguente riduzione della navata, il rifacimento del pavimento; creazione di finte volte nelle navate laterali e manutenzione della cupola centrale; chiusura delle trifore del matroneo ed eliminazione del ballatoio pensile. Nella cripta le colonne furono ricoperte con lastre di marmo, le absidi furono chiuse e le volte ornate con stucchi dorati e con pitture realizzate da Nicola Porta di Molfetta.
1737 - 1749 (sostituzione altare)
lavori di ammodernamento eseguiti per ordine del Vescovo Muzio Gaeta Junior su progetto dell’arch. Domenico Antonio Vaccaro. I lavori di restauro prevedevano la rimozione dell’altare con il sovrastante ciborio, dell’ambone, della sedia vescovile, delle sfere di porfido delle balaustre e dell’iconostasi; l’ampliamento del presbiterio con la costruzione di una nuova scalinata di accesso con conseguente riduzione della navata, il rifacimento del pavimento; creazione di finte volte nelle navate laterali e manutenzione della cupola centrale; chiusura delle trifore del matroneo ed eliminazione del ballatoio pensile. Nella cripta le colonne furono ricoperte con lastre di marmo, le absidi furono chiuse e le volte ornate con stucchi dorati e con pitture realizzate da Nicola Porta di Molfetta.
1740 - 1793 (completamento Trulla)
lavori di decorazione della Trulla con stucchi ed altri ornamenti eseguiti sotto la guida dell’arch. Domenico Vaccaro: la notizia è riportata in alcuni documenti di Raffaele d’Addosio.
1868/07/07 - 1868/07/07 (restauro Trulla)
lavori di restauro della Trulla inerenti la copertura e la volta: quest’ultima viene eseguita a bubboli su progetto dell’arch. Luigi Revest per mano del maestro Emmanuele Starita.
1894 - 1894 (restauro cripta)
lavori di restauro delle murature nell’angolo nord-est della cripta eseguiti dall’arch. Bernic.
1894 - 1894 (rifacimento aula liturgica)
rifacimento del pavimento delle tre navate per volere del Vescovo Ernesto Mazzarella.
1898 - 1904 (restauro presbiterio)
lavori di restauro eseguiti dall’arch. Adolfo Avena, in seguito al distacco di frammenti dalla cupola del presbiterio.
XX - XX (manutenzione Trulla)
lavori di ammodernamento della Trulla consistenti nella rimozione dei coppi d’argilla che coprivano la cupola e spalmatura di cemento fluido senza ricollocamento delle tegole; sostituzione degli infissi in legno con infissi in metallo con congegno elettrico a distanza; manutenzione dei servizi igienici e ritinteggiatura delle pareti.
1910 - 1910 (restauro presbiterio)
lavori di restauro dell’abside sinistra e del transetto eseguito dal Sovraintendente Cremona; al finanziamento per le opere contribuì l’imperatore di Germania Guglielmo II.
1916 - 1916 (riparazione presbiterio)
rimozione degli stucchi dalle volte del braccio sinistro del transetto, distaccatisi in seguito ad una violenta tromba d’aria: i lavori furono affidati all’arch. Pietro Guidi.
1918 - 1919 (riparazione presbiterio)
sgombero dell’abside destra da intonachi e stucchi: i lavori, diretti dall’arch. Gaetano Nave, rivelarono alcuni affreschi trecenteschi fatti eseguire dal Vescovo Romoaldo Grisone.
1920 - 1920 (restauro intero bene)
lavori di restauro dell’intero bene diretti dall’arch. Carlo Calzecchi: furono liberate le absidi ed il transetto da stucchi ed intonaci, fu restaurato il finestrone absidale e ripristinato l’esaforato esterno.
1926 - 1934 (restauro intero bene)
sotto la direzione dell’arch. Quintino Quagliati sono completate le opere di restauro del presbiterio, consistenti in: demolizione della volta incannucciata della navata centrale con ripristino delle capriate; rimozione della cantoria; consolidamento delle basi delle colonne; rifacimento dei capitelli in stucco su modello dell’unico parzialmente conservato; ricostruzione del rosone della facciata principale sulla sagoma del tappeto circolare pavimentale della navata maggiore; eliminazione delle cappelle ricavate nelle navate laterali; apertura dei matronei; demolizione della scalinata marmorea del presbiterio e ridimensionamento dello stesso.
1934 - 1934 (manutenzione Trulla)
lavori di manutenzione della Trulla consistenti in realizzazione di muratura ed arcate in carparo o in conci di pietra calcarea per la chiusura del contrafforte a sinistra dell’ingresso, realizzazione di un nuovo massetto e posa del pavimento in cemento nel vano di accesso della settima arcata e nell’intercapedine, demolizione di superfetazioni addossate al perimetro.
1942 - 1943 (restauro Trulla)
lavori di restauro della Trulla consistenti nel rifacimento del pavimento in marmi policromi su progetto dell’ing. Signorile Bianchi e per mano di Guido Prayer; tinteggiatura delle pareti interne con pitture a smalto per coprire le macchie di tannino dovute alle infiltrazioni d’acqua; collocazione degli stemmi di dodici arcivescovi e vescovi della diocesi nelle lunette sovrastanti le edicole coi dodici apostoli, dipinti a tempera dall’artista Francesco Turchiano.
1948 - 1948 (restauro intero bene)
in seguito all’esplosione del 9 aprile 1945 della nave alleata “Charles Henderson”, ormeggiata nel porto. Furono realizzate opere di restauro consistenti in tompagnatura di sei finestre a ritmo alterno; restauro da parte di Umberto Colonna dei dipinti murali raffiguranti gli apostoli e costruzione di finte finestre a “trompe l’oil” sui tompagni interni.
1949 - 1954 (collocazione presbiterio)
ripristino dell’arredo liturgico originario affidato al Sovrintendente Franco Schettini; rimozione dell’altare barocco, ricostruzione del ciborio di Alfano, dell’ambone di Andrea III e del coro marmoreo con la sedia vescovile.
1949 - 1954 (ricostruzione campanile)
ricostruzione del campanile.
1954/11/04 - 1954/11/04 (carattere generale intero bene)
erezione della Cattedrale a Basilica Minore con breve pontificio di Pio XII, su iniziativa del Vescovo Enrico Nicodemo; a memoria fu posta l’epigrafe interna: ‘METROPOLITANA PRIMATIALIS ECCLESIA HAEC/DEO IN HONOREM BEATAE VIRGINIS/SIDERIBUS RECEPTAE CONSECRATA/OPERE NOBILISSIMO REFECTA/AC RELIGIOSO CULTUI APTIOR REDDITA/OCCASIONE PRIMI/EX ARCHIDIOCESI CONVENTUS MARIANI/ARCHIEPISCOPI HENRICI NICODEMO OPERA/POPULO TOTIUS ARCHIDIOCESEOS EXULTANTE/PRIDIE NONAS NOVEMBRES ANNI MDCCCCLIV/BEATAE SEMPER VIRGINI SACRI/AD HONOREM AC DIGNITATEM/BASILICAE MINORI EVECTA EST’.
1954/11/11 - 1954/11/11 (carattere generale consacrazione)
consacrazione del ciborio da parte del card. Marcello Mimmi. L’evento è ricordato dall’epigrafe: ‘BARENSIS MATRIS ECCLESIAE SAECULO XVIII IN DETERIOREM FORMAM CONVERSAE AB ANNO DOMINI MCMIV USQUE AD ANNUM MCMXXXIV AD PRISTINAM FORMAM RESTITUTAE NOVISSIME. ANNO BEATAE MARIAE VIRGINIS RECURRENTE HENRICO NICODEMO BARENSI ARCHIEPISCOPO CURANTE FRANCISCUS SCHETIINI RE GIONIS MONUMENTORUM TUTELAE PRAEPOSITUS REFECIT CATHE DRAM CHORUM ICONOSTATEM PULPITUM ET ALTARE HOC MAIUS QUOD UNDECIMO DIE NOVEMBRIS A.D. MCMLIV MARCELLUS S.R.E. PRAESBYTER CARDINALIS MIMMI ARCHIEPISCOPUS NEAPOLITANUS QUONDAM BARENSIS ARCHIEPISCOPUS SOLLEMNITER CONSECRAVIT’.
1967 - 1967 (manutenzione intero bene)
sostituzione degli infissi in legno con altri in legno e vetro, poi sostituito con materiali plastici, rifacimento del manto di copertura in coppi dei tetti, intervento sui materiali lapidei. I lavori furono eseguiti dall’ing. Angelo Baldassarre.
1970 - 1971 (manutenzione sepolcreto)
consolidamento delle fondazioni del sepolcreto. I lavori di svuotamento del sepolcreto hanno portato alla luce un ambiente a tre navate divise da pilastri quadrati, collegati da archi di sostegno alle volte a crociera, disposti asimmetricamente; un pavimento musivo di sue strati sotto il quale sono state rinvenute delle murature di fondazione ed, infine, un altare di pietra orientato.
1984 - 1991 (manutenzione coperture)
rifacimento dei manti di copertura delle tre navate, del transetto e degli esaforati, pulitura e restauro del finestrone absidale su progetto dell’ing. G. De Tommasi e dell’arch. E. Pellegrino.
1988 - 1988 (restauro Trulla)
lavori di restauro della Trulla causati da una lesione verticale, nel settore frontale rispetto all’ingresso. Gli interventi erano orientati al restauro conservativo del plafone e delle travi di sostegno ed alla realizzazione di una nuova struttura non spingente, al di sopra della preesistente, per sostenere l’incannucciata; restauro della vecchia orditura; pulizia e saturazione di tutte le superfici lignee; chiusura con malta di tutte le lesioni presenti; ricostruzione della muratura in tufo con tecnica cuci-scuci; ripristino del tegumento in coppi del la cupola; rimozione delle finte finestre, restauro dei vani e dotazione di nuovi infissi alle aperture; restauro dell’apparato decorativo. Con la rimozione delle basole della pavimentazione stradale è stata scoperta una cisterna a pianta rettangolare con volta a botte in tufo.
2001 - 2004 (restauro intero bene)
lavori di restauro dell’intero bene consistenti in pulitura di tutte le superfici lapidee esterne e revisione delle coperture. I lavori, eseguiti su progetto dell’arch. Fernando Russo, hanno riguardato anche la pavimentazione ed il relativo sottostante impianto termico radiante.
2004 - 2005 (manutenzione aula liturgica)
lavori di manutenzione straordinaria dell’intero bene consistenti in pulitura di tutte le superfici lapidee interne. I lavori sono stati eseguiti con fondi del Ministero dei Beni Culturali, grazie all’intervento della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle Province di Bari e Foggia e sotto la direzione dell’arch. Emilia Pellegrino.
2009 - 2009 (restauro succorpo)
lavori di restauro e musealizzazione del succorpo della Cattedrale. I lavori sono stati eseguiti con il contributo di fondazioni bancarie, grazie all’intervento della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio delle Province di Bari e Foggia e sotto la direzione dell’arch. Emilia Pellegrino.
2013/01/31 - 2013/01/31 (collocazione candelabro)
in corrispondenza di un'arcata tra navata maggiore e navata laterale destra prende posto un candelabro monumentale raffigurante le scene della storia della salvezza. L'opera in marmo di Trani è stata realizzata dall'artista Albano Poli.



Descrizione  Schema planimetrico del tipo basilicale suddiviso in tre navate, scandite da colonne di riuso, concluso da un transetto, coincidente con l’area presbiterale, con tre absidi semicircolari; l’accesso principale e quotidiano all’edificio avviene attraverso uno dei portali presenti sul prospetto occidentale, tramite una bussola in legno e vetro. Al di sotto dell’attuale quota del piano di calpestio della cattedrale, è presente una cripta, coperta da volte a crociera, sostenute da 24 colonne. La navata centrale è divisa dalle laterali attraverso sedici colonne di riuso, sormontate da capitelli, su cui poggiano grandi archi sui quali si affacciano finti matronei; sugli archi sorretti da quattro robusti pilastri che delimitano il presbiterio poggia un tamburo a sedici facce con pennacchi sferici su cui è impostata una cupola emisferica con cornice decorata ed archetti pensili. La facciata principale si presenta tripartita da lesene a tutta altezza, riportando all’esterno la suddivisione strutturale visibile all’interno; l’intera facciata è realizzata con conci in pietra squadrati e disposti a corsi regolari, bucata da alcune aperture presenti all’interno della superficie lapidea che determinano tre ordini orizzontali. Quello inferiore contiene tre portali, di cui il principale è impreziosito dalle sculture di San Nicola, San Sabino ed al centro,dell’Assunta; i due portali laterali sono più piccoli e modesti, architravati; al di sopra del portale principale, si apre un grandioso rosone a diciotto bracci, coronato da archivolto aggettante e delimitato da quattro monofore ed un oculo circolare. La facciata a Nord corrisponde al fianco del monumento ed è divisa in due porzioni dalla massiccia struttura della Trulla: la parte sinistra coincide con il transetto, quella destra, invece, si sviluppa per tutta la lunghezza della navata ed è composta, così come il prospetto meridionale, da profondi arconi ciechi, dall’esaforato che li sovrasta e dalle monofore dell'ordine superiore. La facciata orientale, posta alle spalle del presbiterio, è caratterizzata da grande plasticità muraria ed aperta al centro dallo splendido finestrone absidale; il prospetto è delimitato da due campanili: uno risulta essere mozzato, l’altro si eleva con tre ordini di bifore, uno di trifore ed uno di quadrifore; l’elemento terminale è una piramide a base quadrata. L’interno dell’edificio è completamente lasciato con la pietra faccia a vista, sia nelle navate dello spazio assembleare sia nel transetto, ovvero nell’area presbiterale. L’integrità delle superfici verticali interne è interrotta da due portali laterali e da altri due varchi che conducono a sinistra alla cosiddetta Trulla, spazio circolare dell’antico Battistero, attualmente utilizzato come sacrestia, e a destra da un vano quadrangolare in cui è conservato il monumentale fonte battesimale in pietra.

Preesistenze
Al di sotto della Cattedrale si sviluppa lo spazio del succorpo, che custodisce i resti dell'edificio paleocristiano, risparmiato dalla costruzione della nuova basilica. L'impianto corrisponde a quello del tempio superiore ed include evidenze archeologiche di epoca romana.
Cripta
Al di sotto dell’attuale quota del piano di calpestio della cattedrale, è presente una cripta, coperta da volte a crociera, sostenute da 24 colonne disposte su tre file e rivestite con pannelli marmorei baroccheggianti. All’interno della cripta sono presenti due absidi su cui restano visibili lacerti d’affreschi risalenti al XIV-XV secolo e tre altari di cui quello maggiore, delimitato da una balaustra in legno, è dedicato a San Sabino.
Pianta
Schema planimetrico del tipo basilicale suddiviso in tre navate, scandite da colonne di riuso, concluso da un transetto con tre absidi semicircolari, di cui quella in corrispondenza della navata centrale di dimensioni maggiori. L’area presbiterale, rialzata di sette gradini rispetto al piano di calpestio dell’aula liturgica, coincide con la parte centrale del transetto. Seppur la scansione degli elementi strutturali lascerebbe immaginare una suddivisione delle navate laterali in campate quadrangolari, le due navate minori, invece, consistono in grandi spazi aperti a tutta altezza, a conclusione dei quali sono presenti due scalinate, protette da balaustre in pietra traforata, che conducono al piano inferiore. L’accesso principale e quotidiano all’edificio avviene attraverso uno dei portali presenti sul prospetto occidentale, tramite una bussola in legno e vetro; un’ulteriore ingresso è presente a metà della navata laterale destra, che conduce direttamente all’interno del cortile dell’Arcivescovado.
Impianto strutturale
Muratura portante in conci di pietra locale di natura calcarea; la navata centrale è divisa dalle laterali attraverso due semicolonne e sedici colonne di riuso, otto per lato, sormontate da capitelli, su cui poggiano grandi archi al di sopra dei quali si affacciano finti matronei, inglobati in ampie arcate cieche, su entrambi i lati aperti da trifore. Sugli archi sorretti da quattro robusti pilastri con semicolonne addossate, presenti ai vertici dalla porzione centrale del transetto, coincidente con l’area presbiterale, poggia un tamburo a sedici facce, raccordato alla parte inferiore tramite pennacchi sferici e scandito da nicchie ed aperture, su cui è impostata una cupola emisferica con cornice decorata ed archetti pensili.
Coperture
Tetto a due falde nel transetto e sulla navata centrale, a falda unica inclinata su quelle laterali e sull’esaforato con manto di finitura in tegole e coppi; il sistema di coperture al di sopra dell’area presbiterale, invece, è piano e rifinto con lastre di pietra di Corigliano; la grande cupola all’intersezione tra navata e transetto e la calotta che sormonta la cosiddetta Trulla, infine, hanno differente composizione del sistema delle coperture che si allinea alle sottostanti e particolari sagome curvilinee con strato di finitura rispettivamente corrispondente a guaina impermeabilizzante la prima e tegole e coppi la seconda. La struttura portante è composta da capriate lignee ordite secondo lo sviluppo longitudinale della navata principale ed, ortogonalmente, al transetto. L’inclinazione delle falde è tale da favorire il deflusso delle acque meteoriche, che vengono convogliate all’interno dei pluviali che discendono sui prospetti laterali.
Prospetti
La facciata principale, preceduta da un ampio sagrato poligonale, si presenta tripartita da lesene a tutta altezza, riportando all’esterno la suddivisione strutturale visibile all’interno; l’intera facciata è realizzata con conci in pietra squadrati e disposti a corsi regolari, bucata da alcune aperture presenti all’interno della superficie lapidea che determinano tre ordini orizzontali. Quello inferiore contiene tre portali, di cui il principale è inquadrato da colonne in marmo con capitelli che sorreggono un cornicione dentellato su cui sono collocate le statue di San Nicola, di san Sabino ed al centro, in una nicchia absidata, la scultura dell’Assunta; i due portali laterali sono più piccoli e modesti, architravati ed inquadrati da colonnine, poggianti su plinti, sui cui capitelli è posta una trabeazione con timpano ad arco spezzato. Sui portali sono presenti due monofore disposte simmetricamente negli scomparti laterali ed, al centro, una bifora con cornice decorata e colonnina tortile in asse. Al di sopra, si apre un grandioso rosone a diciotto bracci, coronato da archivolto aggettante e delimitato da quattro monofore con cornice, tra cui le superiori sono contenute all’interno di un doppio fregio scolpito, riconoscibile in più parti dei prospetti esterni. Il registro superiore della facciata, concluso da archetti pensili disposti secondo gli spioventi e poggianti su mensole decorate con motivi vegetali o zoomorfi, è bucato da un piccolo oculo circolare. La facciata a Nord corrisponde al fianco del monumento ed è divisa in due porzioni dalla massiccia struttura della Trulla: la parte sinistra coincide con il transetto, quella destra, invece, si sviluppa per tutta la lunghezza della navata. La prima appare come un corpo architettonico autonomo, delimitato da una torre campanaria: su una base composta da tre arcate cieche con coppie di archi con piccole bucature quadrangolari, si aprono su due ordini quattro bifore e, più in alto, un rosone con cornice decorata con grani di rosario, sormontato da un oculo circolare. La parte destra ha il basamento diviso in sei campate da archi che definiscono un portico esterno caratterizzato da fondali in parte ciechi, corrispondenti alle murature perimetrali della chiesa: due arcate presentano monofore che garantiscono luce naturale all’interno della navata laterale, mentre solo nella seconda è collocato un portale d’accesso laterale. Al di sopra del portico corre una splendida galleria di esaforati e tra la falda della navata laterale e quella più alta della navata maggiore sono visibili otto monofore, concluse da una fascia a girali vegetali. Anche nella parte inferiore della facciata orientale, alle spalle del presbiterio, è evidente la plasticità muraria tramite arconi ciechi al di sopra dei quali si può ammirare lo splendido finestrone absidale: decorato con cornici a girali, è impreziosito da due mensole con elefanti che reggono colonnine ottagonali; sui capitelli si apprezzano un grifone ed una sfinge sui dorsi dei quali è originato un arco aggettante finemente scolpito nell’intradosso. Nel prospetto si aprono cinque bifore su due livelli, di cui una al centro è in asse con il finestrone absidale. La facciata è delimitata ai fianchi da due campanili: uno risulta essere mozzato, l’altro si eleva con tre ordini di bifore, uno di trifore ed uno di quadrifore; l’elemento terminale è una piramide a base quadrata. Il prospetto meridionale è del tutto simile a quello settentrionale, con i profondi arconi ciechi, l’esaforato superiore ed il fianco del transetto sul quale sono degne di nota quattro mensole zoomorfe aggettanti ai lati delle bifore dell’ordine inferiore.
Scale
L’accesso all’edificio avviene tramite sei gradini in pietra che, oltre il livello della piazza pubblica, conducono ad un sagrato sopraelevato che occupa tutta la porzione antistante la facciata principale.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento dell’intero edificio è realizzato con lastre di marmo venato di diverse cromie, variabili tra il bianco ed il grigio: il rivestimento dell’area presbiterale è semplice e lineare, mentre quello dello spazio assembleare riporta decorazioni a motivi geometrici. Degna di nota è senza dubbio la rosa mosaicata intarsiata in prossimità del presbiterio che riproduce per forma e proporzioni il rosone presente nell’impaginato della facciata principale: per un affascinante fenomeno determinato dai raggi solari che illuminano il prospetto occidentale nel giorno del solstizio d’estate, i due elementi per pochi attimi combaciano, rendendo l’effetto perfettamente visibile sul pavimento. Pochi metri più avanti è inserito nella pavimentazione lo stemma mosaicato del vescovo Mazzella, realizzato con tessere di marmi policromi.
interni
L’interno dell’edificio è completamente lasciato con la pietra faccia a vista, sia nelle navate dello spazio assembleare sia nel transetto, ovvero nell’area presbiterale. La navata centrale è divisa dalle laterali attraverso sedici colonne di riuso, otto per lato, sormontate da capitelli corinzi in stucco, su cui poggiano grandi archi a doppia ghiera al di sopra dei quali si affacciano finti matronei, inglobati in cinque ampie arcate cieche, su entrambi i lati aperte da trifore in asse con gli archi sottostanti. L’unico elemento di discontinuità compositiva e strutturale si riconosce in prossimità della parete trasversale del transetto, ovvero dove sono presenti due bifore per lato, inglobate all’interno di un semiarco interrotto dalla presenza dei due imponenti pilastri a partire dai quali si sviluppa l’ampia area presbiterale. La parte superiore delle superfici verticali della navata maggiore, conclusa da una serie di archetti pensili su peducci che sostengono le capriate lignee delle coperture, è bucata da otto monofore per lato. Al di sotto delle trifore dei matronei sono visibili le tracce delle mensole che reggevano i camminamenti in quota che probabilmente correvano lungo tutto il perimetro interno della Cattedrale. Andati distrutti per far posto nel XVIII sec. all’apparato barocco, ne rimane traccia solo sulla contro facciata dove una sequenza di archetti pensili collega le due pareti laterali della navata centrale. Malgrado la scansione degli elementi strutturali lasci immaginare una suddivisione delle navate laterali in campate quadrangolari, le due navate minori consistono di grandi spazi aperti a tutta altezza, illuminati naturalmente nella parte intermedia dalle aperture visibili nelle arcate dei prospetti settentrionale e meridionale e, nella porzione superiore, da otto piccole monofore, apprezzabili alle spalle del pregiato esaforato. A conclusione delle due navate minori sono presenti due scalinate, protette da balaustre in pietra traforata, che conducono alla cripta inferiore. La componente muraria del transetto, invece, è in gran parte piana ed uniforme, bucata esclusivamente dalle aperture presenti sui tre diversi prospetti: sono gerarchicamente rilevanti le tre absidi semicircolari, segnate da cornici ed archi a duplice ghiera e concluse da catini absidali corrispondenti ad un quarto di sfera. Sugli archi sorretti da quattro robusti pilastri con semicolonne addossate, presenti ai vertici dalla porzione centrale del transetto, coincidente con l’area presbiterale, poggia un tamburo a sedici facce, raccordato alla parte inferiore tramite pennacchi sferici e scandito da nicchie ed aperture, su cui è impostata una cupola emisferica con cornice decorata ed archetti pensili. L’integrità delle superfici verticali interne è interrotta da due portali laterali dai quali è possibile accedere direttamente all’esterno o al cortile dell’Arcivescovado, e da altri due varchi che conducono a sinistra alla cosiddetta Trulla, spazio circolare dell’antico Battistero ed attualmente utilizzato come sacrestia, e a destra da un vano quadrangolare, posto ad una quota inferiore rispetto all’aula liturgica, in cui è conservato il monumentale fonte battesimale in pietra. Da quest’ultimo locale è possibile raggiungere l’ufficio parrocchiale, un auditorium ed altri locali di servizio; alle spalle delle absidi, invece, due aperture mettono in collegamento l’aula liturgica con due vani tecnici delle torri campanarie.
Elementi decorativi
Ricchi sono gli elementi decorativi presenti all’interno dell’edificio: sono collocate, ad esempio, all’interno della chiesa due pregiate icone dell’Odegitria con riza e di San Sabino, copatrono di Bari; inoltre, sul presbiterio sono visibili lacerti di affreschi duecenteschi in corrispondenza dell’abside minore sinistra, mentre sul fianco destro del transetto sono custoditi frammenti del mosaico pavimentale datato all'epoca del vescovo Puteo e scoperto con gli scavi pavimentali effettuati al di sotto della navata centrale. I resti mortali del vescovo Romualdo Arsione e di Santa Colomba di Sens sono altrettanto custoditi in sarcofagi posizionati all’interno dell’ampia area presbiterale. Lungo le pareti laterali dell’edificio prendono, infine, posto le sculture della Via Crucis, realizzate dallo scultore Francesco Nagni.
Arredi
Gran parte degli arredi è collocata nei pressi dell’area presbiterale, divisa dallo spazio assembleare da una scala delimitata in basso da due leoni in pietra e da una balaustra traforata e decorata con motivi vegetali: a sinistra è collocato un piccolo leggio metallico; a destra, invece, è posizionata la sede mobile del celebrante in legno. Al centro del presbiterio è presente un podio composto da tre gradini decorati: il primo di essi ha formelle quadrangolari intagliate a motivi floreali, il secondo intrecci di forme geometriche con l’immagine di un pavone, sul terzo infine è riportato un testo in latino. Sul gradino più alto del podio è collocato l’altare maggiore, corrispondente ad un blocco parallelepipedo impreziosito nella faccia anteriore da un paliotto in bronzo fuso ed inciso, ; sovrasta l’altare un monumentale ciborio, opera di Alfano da Termoli, ricostruito per anastilosi. Esso è formato da quattro colonne sui cui capitelli poggiano gli architravi lineari che, mediante colonnine, sorreggono due livelli di baldacchini a piramidi ottagonali su cui è collocata una croce metallica; sull’architrave posto in direzione dello spazio assembleare è incisa la scritta: “Obtulit hoc munus". Alle spalle dell’altare e del ciborio, nella sagoma semicircolare dell’abside maggiore è presente un coro marmoreo dal quale emerge al centro la cattedrale episcopale con schienale a terminazione cuspidata; il ciborio è stato ricomposto nella seconda metà degli anni ’60 ad opera dell’arch. Franco Schettini, Soprintendente ai Monumenti della Puglia in quel periodo. Mentre il tabernacolo è inserito nel gradino dell’altare laterale in pietra, in una struttura a forma di tempietto sormontata da una cupola simile a quella che sovrasta il presbiterio, in un vano quadrangolare, posto ad una quota inferiore rispetto all’aula liturgica, nei pressi della prima campata della navata destra, è conservato il monumentale fonte battesimale in pietra: è costituito da un una vasca in pietra scolpita ed incisa poggiata su una tozza colonna con toro di base collocata su un gradino circolare; la vasca è sormontata da un elemento terminale conico. In corrispondenza della settima arcata destra della navata centrale è visibile un monumentale ambone: il manufatto, che presenta un’aquila sulla parete anteriore ed altri elementi decorativi degni di nota sulle facce laterali, corrisponde al risultato della ricomposizione per anastilosi di frammenti originari del XI e XII secolo, recuperati in seguito allo smantellamento dello stesso. Poco più avanti prende posto un imponente candelabro, dono dell’Arcivescovo Francesco Cacucci, realizzato per mano dell’artista Albano Poli e raffigurante la storia della Salvezza, realizzata traendo ispirazione dall’Exultet I dell’XI secolo, custodito nel Museo Diocesano di Bari.



Adeguamento liturgico  presbiterio - aggiunta arredo (1965)
affinchè il sacerdote possa celebrare la Santa Messa rivolto verso il popolo, al centro del presbiterio è stato collocato un altare fisso in marmo e bronzo.






Collocazione geografico - ecclesiastica


Regione Ecclesiastica Puglia
Diocesi di Bari - Bitonto
Vicariato I
Parrocchia Cattedrale

Piazza Odegitria - Bari (BA)


Edifici censiti nel territorio
dell'Ente Ecclesiastico

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