CEI - Conferenza Episcopale Italiana - Servizio Informatico - Ufficio Nazionale per i Beni culturali Ecclesiastici e l'edilizia di culto
16/6/2025
Diocesi di Cremona - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di Santa Maria della Scala <Castelvisconti>
Data ultima modifica: 09/03/2021, Data creazione: 28/7/2010
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria della Scala
Altre denominazioni Chiesa parrocchiale di Santa Maria della Scala;S. Maria della Scala
Ambito culturale (ruolo)
maestranze cremonesi (realizzazione chiesa)
Notizie storiche
XIV - XVIII (colleggiata notizia generale)
La chiesa di Santa Maria della Scala di Castelvisconti fu voluta dai Canonici della Collegiata omonima milanese, fondata da Regina della Scala moglie di Bernabò Visconti, il quale, alla morte della moglie la eresse in collegiata, riservandosene il patronato. La chiesa milanese sorgeva dove oggi esiste il Teatro alla Scala. Con atto del 15 gennaio 1391 Gian Galeazzo Visconti decise di donare alla Collegiata milanese i beni di Castelvisconti per pagare le 20 prebende dei canonici. Francesco Sforza si adoperò affinchè Papa Clemente VII conferisse al prevosto insegne episcopali e a due canonici la dignità di arciprete e arcidiacono. Nel 1662 Filippo IV di Spagna le conferì il titolo di Real Cappella: ai canonici spettava il titolo di Clero di Corte, espressamente incaricato della preghiera e della celebrazione per le anime dei Signori viventi e defunti. In seguito all’abbattimento della chiesa milanese nel 1776 per far posto all’omonimo teatro del Piermarini, una parte degli arredi venne t
1744 - 1744 (committenza intero bene)
Nel 1744 si decise di costruire una nuova chiesa a Castelvisconti in quanto l’antica chiesa si era dimostrata fatiscente e soggetta alle inondazioni del fiume Oglio. Il referendario di Cremona G.P. Negri fu incaricato dai canonici milanesi di individuare un luogo idoneo sopraelevato e centrale rispetto all’espansione del paese.
1747 - 1747 (inizio lavori intero bene)
I lavori per la costruzione ebbero inizio nel 1747. La costruzione era prevista in mattoni in cotto prodotti da una apposita fornace posta al campo “Costioni”. Nel progetto iniziale era previsto un rivestimento della facciata e del campanile in marmo bianco.
1767 - 1767 (notizie storiche intero bene)
Nel 1767 i canonici milanesi richiesero un taglio sulle spese superflue, ossia cornici, cornicioni, coretti e marmi, al fine di ridurre le spese. Questi ultimi erano stati commissionati al marmorino Giuseppe Giudice di Cremona. Solo le due volute in facciata furono rivestite in marmo.
1772/11/22 - 1772/11/22 (benedizione intero bene)
Il 22 novembre 1772 con messa presieduta da Francesco Maria Jacini alla presenza del delegato del Capitolo di Santa Maria della Scala di Milano, Monsignor Gianbattista Confalonieri e Mons. Giovanni Sola, la chiesa viene benedetta.
1779 - 1779 (installazione organo)
Venne installato l’organo di Giuseppe Bossi e fratelli di Bergamo a 24 registri.
1787 - 1787 (ultimazione campanile)
Viene terminato il campanile dal muratore di Casalmorano Alessandro Stanga su incarico degli ufficiali parrocchiali Antonio Maria Asti e Andrea Calonghi.
Il 31 luglio 1798 fu ufficialmente soppresso il Capitolo con notifica del Ministro dell’Interno Guicciardi (le prime soppressioni di conventi hanno inizio circa 30 anni prima). I beni della Collegiata passarono al Demanio e vennero successivamente venduti. La chiesa di Castelvisconti, non ancora terminata nella parte ornamentale, passò alla Diocesi.
1832 - 1832 (realizzazione sagrato)
Fu creata la nuova piazza antistante la chiesa pavimentata in sassi, protetta da una recinzione sostenuta da pilastri in mierolo (forma dialettale per il granito bianco).
1843 - 1843 (restauro organo)
L'organo viene restaurato nel 1843 dal Bossi di Cremona.
1847 - 1847 (realizzazione bussola)
Costruzione della bussola in legno di larice dal falegname Caffi Giuseppe e dal Mastro falegname e progettista Giovanni Rinoldi con le offerte dei parrocchiani.
1847 - 1847 (decorazione altari laterali)
Costruzione delle cornici delle nicchie degli altari laterali dorate con relativi cristalli da Liborio Castelvedere.
1853 - 1853 (commisione croce sommitale)
Fu commissionata la croce sopra la chiesa a Giuseppe Rati e Francesco Costantini di Cremona, eseguita dal fabbro ferraio Benedetti Lorenzo di Cremona.
1867 - 1867 (realizzazione coro ligneo)
Viene realizzato il coro ligneo progettato dall’ebanista Giuseppe Roccatagliata di Soncino.
1942 - 1942 (installazione altare)
Avviene il trasferimento dell’altare e della pala d’altare dalla soppressa chiesa cremonese di S. Sebastiano.
1950 - 1960 (decorazione superfici )
Durante gli anni '50 avviene la decorazione delle lunette della Chiesa e affreschi agli altari laterali.
1968 - 1968 (modifiche sagrato)
Viene tolto l’acciottolato sul sagrato antistante la chiesa e posti i cubetti di porfido.
1971 - 1971 (restauro copertura)
Nel 1971 avviene il restauro del tetto e dei cornicioni da parte della ditta Brambilla di Cremona.
1972 - 1972 (modifiche presbiterio)
In occasione dei 200 anni della chiesa, fu tolta la balaustra del presbiterio. Con i pilastri della stessa viene costruita la mensa in marmo bronzetto e l’ambone. Si costruì la predella, in marmo di nembro rosato, per collocare il nuovo altare. Le colonnette avanzate vennero utilizzate per costruire portafiori e candelabri. Per sostegni della mensa e dell’ambone furono utilizzati i pilastri della balaustra smantellata. I lavori di sistemazione del presbiterio vennero effettuati dal prof. Ferraroni Pietro.
1986 - 1986 (restauro cappelle laterali)
Avviene il restauro delle quattro cappelle laterali rovinate a causa di infiltrazioni di umidità.
1999 - 1999 (restauro Via Crucis)
Vengono restaurate le Via Crucis da parte di Giorgio Pastorelli di Cremona.
2000 - 2000 (modifiche presbiterio)
In occasione della posa del riscaldamento a pavimento nel presbiterio, fu sostituita la vecchia pavimentazione in cementine esagonali con cotto venato. Inaugurazione della nuova mensa, ambone e cattedra.
Descrizione
All’esterno la chiesa si presenta con una facciata discretamente vibrante di membrature severe ed eleganti che accentuano la verticalità, con due ordini, conclusa da un timpano. Risulta divisa da un cornicione sporgente e da due volute di raccordo che ne definiscono la ripartizione. L’ordine inferiore è ritmato da lesene con capitelli tuscanici poste sopra uno zoccolo che scorre lungo tutto il fronte, anch’esso in mattoni. Il portale si presenta con pilastri aggetto abbinati a libro. Sopra il portale, un incasso ad arco, verosimilmente destinato ad accogliere un rilievo, mai portato a termine. Ogni lesena poggia sul proprio zoccolo in laterizio, con capitelli in cotto a ricciolo. Al centro una finestra rettangolare, munita da archivolto aggetto, al posto del rosone. Ai lati, le volute in marmo che creano l’unico contrasto cromatico. Le fiancate ripropongono la suddivisione interna delle campate, con una alternanza di quadrature e lesene. Superiormente, i massicci contrafforti alternati a grandi finestre rettangolari accrescono il contrasto chiaro-scurale. All’interno la decorazione risulta essenziale e ricalca l’esterno dove le paraste e i cornicioni rappresentano gli unici elementi che conferiscono plasticità. Quadrature severe, raffigurazioni simboliche monocromatiche, assenza di stucchi barocchi e prospettive illusionistiche rimangono presenze discrete, dovute alla mancanza di fondi della Collegiata milanese a causa della soppressione della stessa che ha coinciso con la realizzazione della decorazione interna.
Pianta
Longitudinale ad unica navata coperta da un’ampia volta a botte che termina con abside semicircolare. Sopra ognuna delle quattro cappelle maggiori è posto un finestrone rettangolare, uno in facciata e tre sono collocati nell’abside, 2 nel transetto, a conferire un forte impatto spaziale dato dalla accentuata luminosità. Il transetto risulta in linea col perimetro della struttura.
Struttura
All’esterno la chiesa si mostra in tutta la sua magnificenza con maestose forme compatte. La struttura è realizzata in mattoni di cotto di produzione locale e di calce proveniente dalla sponda bresciana. La copertura è in coppi, sempre di produzione locale.
Pavimenti e pavimentazioni
La navata è in marmette quadrate (dette anche cementine, molto in voga tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento) alternate color cotto e bianche, posate a rombo per accentuare la lunghezza. Probabilmente la pavimentazione originale era in cotto, ma non esiste documentazione che lo attesti. Nel presbiterio e nel coro, le vecchie mattonelle esagonali sono state sostituite negli anni ’90 del XX secolo, in occasione della posa del riscaldamento a pavimento con mattoni venati. Si è mantenuta la scalinata di rialzo del presbiterio nel marmo rosso originale. Le quattro cappelle laterali sono rialzate da un gradino in granito e chiuse da un cancello in ferro. Ogni cappella è pavimentata con le marmette di colori differenti e con forme diverse.
Coperture
La navata è coperta da volta a botte. L’abside si presenta semicircolare e forma 3 spicchi in cui sono posti i 3 finestroni. Anche le cappelle sono coperte da volte a botte, come i matronei che le intervallano, mentre le cappelle minori hanno una copertura a crociera ribassata.
Elementi decorativi
La decorazione dell’interno risulta essenziale e ricalca l’esterno Gli unici dipinti murali furono eseguiti negli anni Cinquanta da pittori attivi nel nostro territorio: Cesare Secchi, Misani e l’ornatista Stromboli. Tra gli arredi di maggior pregio troviamo l’altare ligneo, rivestito in foglia d’oro qui trasferito nel 1942 da San Sebastiano di Cremona, dove era giunto 50 anni prima dalla soppressa chiesa di San Lorenzo. La pala d’altare nella cui nicchia trova posto la statua in legno policromo della Assunta, proveniente dalla soppressa collegiata milanese.
Entrando, ci accolgono due acquasantiere in marmo, poste al centro della navata. A sinistra, un vano in cui è collocato un antico confessionale, verosimilmente uno dei due donati dalla collegiata scaligera in seguito alla soppressione della stessa. Una lesena separa il vano dalla cappella che ospita la statua policroma di San Giuseppe (citata nell’inventario del 1853). La lunetta sopra l’ancona illustra uno degli episodi di vita domestica di Gesù con Maria e San Giuseppe, eseguito dal Misani. Il secondo vano resta chiuso da un muro e vi si accede tramite l’apertura di un varco interno alla cappella successiva. In questa posizione si trova il fonte battesimale in marmo bianco che risale al XVII secolo. La copertura lignea originale è stata sostituita recentemente da vetro colorato.
La cappella adiacente è dedicata al Santissimo Rosario con la statua policroma della Madonna del Rosario con Gesù bambino in braccio. Sotto la mensa, l’altare custodisce la statua del cristo morto. I dipinti parietali sono del Secchi e del Possetti con la lunetta superiore che rappresenta l’Annunciazione (1953) e le due laterali monocromatiche con rappresentazioni della vita di Maria (La presentazione al tempio e la visitazione a Santa Elisabetta).
Un altro piccolo vano collega la chiesa all’attuale sagrestia. Dalla parte opposta, nella cappella invernale è collocato l’antico pulpito che funge da altare, in legno scuro con pannelli chiari scolpiti. Una cassapanca in noce scuro con dipinto lo stemma della collegiata proveniente dalla chiesa milanese con funzione di sede.
Appesi alle pareti due grandi quadri ad olio, datati probabilmente nella prima metà del XVII secolo che necessitano di restauro: uno rappresenta la Natività, l’altro l’angelo che appare in sogno a San Giuseppe. Non esistono riscontri che ci permettano di identificarne l’autore e la provenienza.
Ai lati sono state collocate le due statue lignee Seicentesche, ad altezza naturale, provenienti dalla chiesa milanese: la Veronica e Sant’Anna.
La parte presbiteriale ospita il nuovo altare e leggio in marmo rosa di Portogallo. A destra l’organo del Bossi, rialzato di tre gradini, l’altare maggiore originale in legno intarsiato e dorato del XVIII secolo. Sul paliotto è raffigurata l’ultima cena leonardesca. Dietro l’altare corre tutto attorno il coro ligneo eseguito nel 1863 dal Roccatagliata. Ai lati della Pala d’altare il Secchi ha dipinto i quattro evangelisti in toni monocromatici.
Avanzando in direzione della controfacciata, incontriamo la porta d’accesso alla cappella invernale (originale sagrestia) e quella d’accesso alla torre campanaria.
La cappella del Sacro Cuore ospita la statua del Righetti di Bs (1924) posta nella nicchia sopra l’altare in marmo policromo intarsiato e incorniciata da un’ancona semplice con due colonne in finto marmo e trabeazione. Ai lati, due scene monocromatiche che illustrano persone semplici. Nella lunetta superiore è rappresentato dal Misani (1957) il Cristo che appare ad una santa.
Un confessionale di fattura attuale occupa lo spazio del piccolo vano che separa la Cappella del Sacro Cuore da quella di Sant’Antonio da Padova, rappresentato con Gesù bambino in una grande tela seicentesca ad olio, proveniente dalla vecchia chiesa. Al centro del paliotto dell’altare policromo vi è intarsiata la figura di Santo Stefano e due simboli della resurrezione intarsiati in due specchi tondi laterali: il m
Facciata
La verticalità della facciata evidenziata dai due ordini e poi conclusa da un timpano. Risulta divisa da un cornicione sporgente e da due volute di raccordo che ne definiscono la ripartizione. L’ordine inferiore è ritmato da lesene con capitelli tuscanici poste sopra uno zoccolo che scorre lungo tutto il fronte, anch’esso in mattoni. Il portale si presenta con pilastri aggetto abbinati a libro. Sopra il portale, un incasso ad arco, verosimilmente destinato ad accogliere un rilievo, mai portato a termine. Ogni lesena poggia sul proprio zoccolo in laterizio, con capitelli in cotto a ricciolo. Al centro una finestra rettangolare, munita da archivolto aggetto, al posto del rosone. Ai lati, le volute in marmo che creano l’unico contrasto cromatico.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (2000)
Altare inaugurato in occasione del Giubileo del 2000. Aggiunta d’arredo fisso in marmo rosa del Portogallo dello scultore Rino Celie.
ambone - aggiunta arredo (2000)
Si tratta di un'aggiunta d’arredo fisso in marmo rosa del Portogallo dello scultore Rino Celie. Rappresenta il seminatore con chiaro riferimento alla semina della parola di Dio.
cattedra - aggiunta arredo (2000)
La cattedra è un arredo fisso in marmo rosa del Portogallo dello scultore Rino Celie. Si tratta di un pezzo unico lavorato con forme semplici e morbide.
Collocazione geografico - ecclesiastica
Regione Ecclesiastica Lombardia Diocesi di Cremona Parrocchia di Santa Maria della Scala
Via Chiesa - Castelvisconti (CR)
Edifici censiti nel territorio dell'Ente Ecclesiastico
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