CEI - Conferenza Episcopale Italiana - Servizio Informatico - Ufficio Nazionale per i Beni culturali Ecclesiastici e l'edilizia di culto
13/3/2025
Diocesi di Milano - Inventario dei beni culturali immobili
Chiesa di San Martino Vescovo <Ispra>
Data ultima modifica: 20/05/2018, Data creazione: 14/7/2011
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Martino Vescovo
Altre denominazioni S. Martino V.
Ambito culturale (ruolo)
maestranze lombarde (costruzione e decorazione)
Notizie storiche
1712 - 1718 (costruzione intero bene)
La chiesa fu costruita dal 1712 a levante della precedente parrocchiale e a discapito dell'ultima campata e dell'abside di quest'ultima che, nel frattempo, mutava dedicazione in Addolorata per via di una venerata immagine qui conservata. Terza chiesa sorta nei luoghi sotto la protezione di san Martino (l'Addolorata era frutto, a sua volta, di una ricostruzione della sede parrocchiale medievale), il nuovo tempio sorse secondo un progetto unitario che fu completato entro il 1718, anno della benedizione.
1718 - 1742 (completamento intero bene)
Il “terzo” S. Martino di Ispra fu definitivamente completato entro il 1742. Nel 1748 la chiesa fu visitata dal card. Giuseppe Pozzobonelli che diede la prima descrizione completa dell'originaria disposizione degli altari: della Beata Vergine del rosaio e di san Giovanni Battista (nelle due cappelle maggiori, affrontate al centro del transetto, rispettivamente a sinistra e a destra); di sant’Antonio da Padova, prima cappella a sinistra, e dei santi Francesco, Antonio abate e Sebastiano in quella fronteggiante. Il nuovo tempio fu consacrato il 13 giugno 1749 da don Casimiro Reina Bubens, vescovo di Capsa e delegato arcivescovile, che concesse in perpetuo cento giorni di indulgenza a quanti si recassero in chiesa ogni anno in occasione della ricorrenza del giorno di consacrazione.
1759 - 1759 (ricostruzione altare maggiore)
Nel 1759 la comunità di Ispra inoltrò alle autorità ecclesiastiche la richiesta di costruzione dell'altare maggiore in marmi policromi e di demolizione di quello antico "assai sdrucito e malconcio". Alla pratica fu allegato un bel disegno, ancora reperibile negli archivi diocesani, sicuramente opera, purtroppo anonima, di un bottega viggiutese.
1808 - 1808 (spostamento e cambio di intitolazione altari laterali)
Nel 1808 l'altare della Beata Vergine fu traslato al posto di quello dedicato a san Giovanni Evangelista, al centro della cappella opposta a quella originaria. Il nuovo altare, "ornato di marmi costruito in bronzo", fu donato per la "pietà dei fratelli" Beltramoli, come si legge sul cartiglio che accompagnò la nuova opera. Rimase in loco il medaglione con un san Giovanni, mentre attorno al vecchio altare della B.V., col tempo dedicato al Crocifisso, non furono rimosse le telette con i Misteri del rosario che ancora oggi si ammirano.
1886 - 1909 (decorazione interno)
Il parroco Giovanni Besozzi, in carica dal 1884 al 1914, promosse un'opera di decorazione generale del tempio conclusa nel 1909. Rimane ignoto l'autore delle scene figurative, racchiuse negli elaborati cartigli delle volte, che presentano i quattro evangelisti nei pennacchi della cupola, i santi Pietro e Paolo (sopra l’altare maggiore), una ‘Apoteosi di Gesù-Eucarestia fra angeli e santi' e il 'Trionfo della Croce'. Sulle pareti laterali, tra motivi floreali e geometrici, furono dipinti i santi Francesco, Chiara, Antonio da Padova e i ritratti di papa Pio X (1835-1914) e del card. Andrea Ferrari (1850-1921). Nel coro, infine, furono raffigurati la fede (le altre virtù teologali campeggiano sopra i due altari principali laterali), l''Orto degli ulivi’ e il ‘Buon pastore’.
1892 - 1904 (cambio di intitolazione e restauri altari laterali)
Nel 1892 l'altare del Crocifisso, che a sua volta sostituiva quello della Beata Vergine, fu dedicato a san Giuseppe con la posa di un nuovo simulacro. Entro il 1904, l'altare di S. Antonio da Padova fu mutato in altare del Sacro Cuore. Rimase al suo posto, ma profondamente riformato, l'altare fronteggiate dei santi Francesco, Sebastiano e Antonio abate con l'ornamento delle tre statue in terracotta forse da riferire al primitivo impianto settecentesco.
1938 - 1938 (sistemazione sagrato)
Il sagrato della chiesa fu sistemato nel 1938 secondo il progetto (due disegni e relativi incartamenti) conservato nell'Archivio Diocesano di Milano, fondo Arte Sacra. Le opere comportarono la definitiva scomparsa delle antiche vestigia del cimitero che, dal XVIII sec. inoltrato, era stato creato davanti alla nuova parrocchiale, delimitato da colonnine in pietra e ornato anche di una cappella ossario.
1997 - 1997 (restauro conservativo intero bene)
Nel 1997 fu promossa una campagna di restauro della chiesa che portò anche alla posa di un nuovo pavimento e alla riforma dell'area presbiteriale secondo le nuove norme conciliari. Nella primavera di quell'anno fu così possibile ispezionare le fondamenta dei due precedenti edifici dedicati a san Martino le cui absidi furono individuate sotto l'attuale, ma con orientamento canonico a est. La campagna di scavo fu condotta sotto la direzione di Maria Adelaide Binaghi Leva.
Descrizione
La chiesa di S. Martino Vescovo a Ispra sorge nel centro del paese, affiancata dalla corona di verde dei parchi delle grandi ville (Brivio, a destra, e Ranci, a sinistra) che scendono lungo il fianco della collina verso la riva del lago Maggiore. La chiesa, in realtà, è parte di un complesso che comprende l'antica parrocchiale (che si sviluppa alle spalle dell'abside) e il campanile, un'interessante costruzione tardo seicentesca (1680) dalla singolare cuspide la cui artificiosità fu già rimarcata dal card. Giuseppe Pozzobonelli, in visita nei luoghi alla metà del XVIII sec. L’edificio sacro è frutto di una ricostruzione avviata nel 1712 e conclusa entro il 1749, anno della consacrazione. La semplice facciata a capanna, con timpano spezzato retto da due lesene giganti angolari con capitello composito centrato da una conchiglia, prelude a un interno ampio, arioso e articolato. L'aula unica, infatti, si apre con due cappelle affrontate per parte collocate nella campata che precede l'altare maggiore. L'innesto delle due cappelle, elevate sino all'imposta della navata, è sottolineato da una cupola assai ribassata, sorretta da pennacchi ornati di stucchi decorativi. La navata è suddivisa in tre campate asimmetriche; quelle centrali ospitano altre due cappelle laterali, minori delle precedenti; la campata d'ingresso, a sinistra, ospita il battistero; la campata intermedia, verso l'incontro con le due cappelle laterali, ospita, invece, due ingressi laterali e, sopra, due matronei. Il coro termina in curva. Altrettanto vario il gioco delle coperture. La navata è coperta da tre volte a vela 'unghiate'; il falso transetto, come detto, da una cupola ribassata; il presbiterio da una volta a vela e il catino absidale è percorso da nervature che si raccordano alla sommità. L’effetto è gradevolmente sottolineato dagli stucchi, che esaltano le nervature delle volte e inquadrano arabescati cartigli ornamentali, e dall’apparato decorativo e figurativo, completato entro il 1909. Nel complesso, un “tipico tentativo del primo Settecento di tradurre in arte un vivo senso spaziale e una gradita leggerezza di forme che si contrappone al predominio della massa. Ne consegue un aspetto festoso. Dall’insieme decorativo si sente la passione per l’ornamento spinto all’eccesso nella ricerca di ritmi leggeri e di effetti pittorici, preziosi e aerei” (Marietti). A sinistra della chiesa, in una raccolta piazzetta, un monumento ricorda la figura di padre Ignazio da Ispra (1880-1935), eroica figura di frate francescano che sacrificò la vita nelle attività missionarie in Brasile.
Struttura
Pareti portanti in pietra e materiale di recupero legato da giunti di malta. Tutte i prospetti esterni sono oggi intonacati.
Coperture
Copertura a due falde sulla navata maggiore; a padiglione sulle cappelle laterali. Manto di copertura in tegole marsigliesi.
Opere d'arte
A parte il ricco repertorio figurativo introdotto nel 1909, la chiesa presenta ancora qualche riquadro riferibile all'impianto decorativo settecentesco: il medaglione con san Giovanni sopra l'altare della B.V. (qui trasferito nel 1808); le telette con i Misteri del Rosario attorno all'altare di san Giuseppe, che occupa dalla fine del XIX sec. quello che era stato della B.V.; un ritratto di san Carlo, a destra di quest'altare e sopra la porta della sagrestia; un ritratto di sant'Ambrogio, a sinistra dell'attuale altare della B.V.; le scene con l'adorazione dei Magi e san Martino che dona il suo mantello che campeggiano sulle pareti del presbiterio.
Altare maggiore
L'altare maggiore è un trionfo di marmi e di tecnica artigianale. Vicino, per derivazione, all'altare di S. Vittore a Varese o del S. Alessandro di Besozzi (Mainetti), presenta, al centro del paliotto, un altorilievo con san Martino in atto di donare il mantello. Il medaglione, racchiuso entro un elaborata cornice, rappresenta un vero e proprio saggio di abilità esecutiva, esito della secolare esperienza artigianale delle botteghe varesine.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1997)
L'area presbiteriale fu adeguata alle norme conciliari in occasione dei lavori di restauro della chiesa promossi nel 1997. In realtà, l'intervento fu rispettoso del complesso andamento conferito al settore durante i lavori di posa dell'altare maggiore, nel 1759, e di quelli, si pensa contestuali, di chiusura del coro verso l'aula fedeli con un'elaborata balaustra. Il nuovo intervento, a parte il rifacimento del pavimento, comportò la posa di una mensa d'altare fissa sorretta da due balaustri di marmo.
Collocazione geografico - ecclesiastica
Regione Ecclesiastica Lombardia Diocesi di Milano 2 Zona Pastorale II - Varese - Decanato di Sesto Calende Parrocchia di San Martino Vescovo
Piazza S.Martino Vescovo - Ispra (VA)
Edifici censiti nel territorio dell'Ente Ecclesiastico
Altre immagini
Tutti i dati sono riservati. Non e' consentita la riproduzione, il trasferimento, la distribuzione o la memorizzazione di una parte o di tutto il contenuto delle singole schede in qualsiasi forma. Sono consentiti lo scorrimento delle pagine e la stampa delle stesse solo ed esclusivamente per uso personale e non ai fini di una ridistribuzione.