Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giuliano Martire <Rimini>  
Altre denominazioni Chiesa di San Giuliano Martire (Borgo)
S. Giuliano Martire
Notizie Storiche

IX  (restauro intero bene)

Una storia complicata quella di San Giuliano, intrecciata con monasteri, chiese e santi che hanno arricchito nei secoli il suo patrimonio artistico e storico. La prima chiesa che incontriamo, agli inizi del IX secolo (810-816),  dedicata a San Pietro, da cui prendeva nome anche la porta occidentale della città che si apriva sul ponte di Tiberio. Potrebbe essere proprio presso questa chiesa che si viene costituendo un monastero di Benedettini di cui però si ha menzione certa solo in una Bolla di papa Nicola II del 25 marzo 1059. Il papa concede o conferma all'abate Giovanni del monastero riminese dei Santi Pietro e Paolo "iuxta pontem marmoreum", tutti i possedimenti del monastero, compresi tre archi del ponte. Nella Bolla il monastero appare già consolidato, il che fa pensare ad una precedente fondazione o addirittura al trasferimento di monaci, monastero e proprietà dall'antica sede del monastero di San Tommaso in città(l'attuale piazza Ferrari), alla nuova sede fuori le mura.
Descrizione L'intero complesso e in particolare la Chiesa, ha origini antichissime, come già descritto nella relazione storica, che risalgono agli inizi dell'anno Mille. Sappiamo pochissimo dei problemi della fondazione del monastero; chi lo ha fondato certamente si proponeva degli scopi spirituali, ma anche culturali, civili e politici. E' nell'XI secolo che il monastero diventa ricco in seguito a donazioni di Benedetto IX, di Niccolò II, di Gregorio VII e di Opizzone vescovo di Rimini. Durante il corso dei secoli si sono succedute trasformazioni anche radicali, delle quali ancor oggi si possono leggere le tracce. L'ultimo evento bellico ha pesantemente inciso sulla porzione di fabbrica dell'ex convento che riguarda in particolare il braccio più lungo della forma quadrilatera del complesso edilizio; esso è stato parzialmente ricostruito verso la metà degli anni sessanta sulla base di un progetto unitario che ne prevedeva l'intera ricostruzione (approvato anche dalla Soprintendenza ai BB.AA.e AA. di Ravenna) interrotta per motivi economici. L'ex complesso conventuale può essere schematizzato in due corpi di fabbrica intercalati da cortili interni e piazzetta esterna. In particolare il primo corpo di fabbrica, assimilabile in pianta ad una L , è delimitato, in corrispondenza del "braccio corto", da via San Giuliano, mentre l'ala lunga è confinata da un cortile interno e dal chiostro con il pozzo centrale, sul quale si affaccia il portico pedonale. Quest'ultima, andata quasi interamente distrutta durante l'ultimo evento bellico, è stata ricostruita, solo in parte, alla fine degli anni sessanta (vedi sopra) ed è destinata in parte a scuola materna, in parte alle attività pastorali e associative e ad abitazione del Parroco. Il secondo corpo di fabbrica è costituito dalla chiesa, confinante con via San Giuliano, con il chiostro e un cortile di altra proprietà, perpendicolarmente all'edificio di culto, in corrispondenza della parte absidale, è addossato un manufatto di forma pressochè rettangolare, destinato a cinema e opere Si possono ipotizzare due momenti di progettazione della chiesa nuova di S.Giuliano. Il primo del 1515 servì per la costruzione del presbiterio, il secondo riguarda il corpo della chiesa il cui disegno fu certamente rimodernato in pieno 500. L'immagine delle due facciate con le bifore, di gusto rinascimentale veneziano, richiama il clima di Venezia e lascia credere ad una progettazione lagunare. La facciata della chiesa evidenzia una griglia proporzionale in cui predomina la scansione verticale delle quattro lesene che si sviluppano a tutta altezza. Questo tipo di prospetto nato dalle teorie architettoniche del Cinquecento (trattati dell'Architettura del Palladio e del Serio) di ricollega all'immagine classica del Tempio greco. In tal modo anche questo prospetto di piccole dimensioni acquista imponenza. Gli altri elementi quali il portale d'ingresso, le finestre laterali e la bifora "centrata" riportano la composizione ad una scala più consueta e vicina a quella umana. Analoghe realizzazioni in area Veneta possono essere state il referente per il progettista o il tracciatore di questa facciata: il Redentore, San Giorgio Maggiore a Venezia sono due esempi in cui A.Palladio ha portato alle estreme conseguenze il concetto di ordine gigante sovrapponendo infatti i due tracciati a "tempio greco" corrispondenti agli spazi delle navate interne. Michelangelo e Raffaello in area Toscana e a Roma adottano le colonne a proporzione gigante per dare imponenza ai palazzi signorili e alle dimore suburbane.
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