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Pietrasanta
Pisa
chiesa
parrocchiale
S. Martino
Parrocchia di San Martino
Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Facciata; Elementi decorativi; Pulpito; Navate laterali; Transetto; Cappelle presbiteriali; Presbiterio; Ciclo pittorico; Campanile
presbiterio - aggiunta arredo (1996-2000)
1260 - 1260(preesistenze intero bene); 1330 - 1369(consacrazione intero bene); 1387 - 1387(citazione intero bene); 1387 - 1786(trasferimento fonte battesimale); 1429 - 1433(restauro intero bene); 1433 - 1453(costruzione cupola del transetto); 1497 - 1522(completamento arredi sacri); XVII - XVII(resatauro intero bene); 1665 - 1774(ristrutturazione pavimento); 1781 - 1781(cantoria controfacciata); 1789 - 1789(citazione intero bene); XIX - XIX(restauro intero bene); 1881 - 1881(costruzione scalinata); 1914 - 1914(consolidamento e restauro intero bene); 2000 - 2000(consolidamento e restauro intero bene); 2005 - 2005(restauro campanile); 2006 - 2006(sostituzione abside
finestre)
Chiesa di San Martino
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Martino <Pietrasanta>
Altre denominazioni S. Martino
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

1260  (preesistenze intero bene)

Risale al 1260 la prima attestazione documentaria dell'esistenza della chiesa di San Martino a Pietrasanta, dipendente dalla pieve di Santa Felicita di Valdicastello. Resti della primitiva chiesa, affacciata in origine su un'area utilizzata come campo santo, sopravvivono nella porzione muraria del fianco sinistro dell'attuale edificio sacro. Fin dal XIII secolo, è ricordato legato alla chiesa anche un ospedale dedicato a San Paolo.

1330 - 1369 (consacrazione intero bene)

L'attuale chiesa di San Martino fu fondata nel 1330 e consacrata il 17 maggio 1369.

1387  (citazione intero bene)

Nel 1387, San Martino venne eretta in colleggiata e prepositura dal vescovo di Lucca Giovanni Salvuzzi.

1387 - 1786 (trasferimento fonte battesimale)

Il 12 novembre del 1387 la chiesa ottenne il fonte battesimale, che fu scolpito alla fine del XIV secolo da Bonuccio Pardini. Nel 1786, il fonte fu trasferito nel vicino oratorio di San Giacinto, che da quel momento fu chiamato Battistero.

1429 - 1433 (restauro intero bene)

Nel 1429 furono finanziati grandi restauri e commissionate importanti opere d'arte. A seguito dei cambiamenti effettuati, la chiesa venne inaugurata nel 1433.

1433 - 1453 (costruzione cupola del transetto)

Presso l'incrocio dei bracci del transetto, al posto dell'attuale, si innalzava una cupola ottagonale: la struttura fu costruita a partire dal 1433 e terminata nel 1453.

1497 - 1522 (completamento arredi sacri)

Tra il 1497 e il 1522, la compagnia del Santissimo Sacramento commissionò per la chiesa importanti arredi marmorei, la maggior parte dei quali realizzati da Lorenzo Stagi.

XVII  (resatauro intero bene)

Nel 1621, a seguito dei cedimenti dei pilastri e della cupola, la chiesa fu chiusa al culto. Il restauro strutturale fu affidato all'ingegnere Peltinini e durò dal 1626 al 1630. L'intervento riguardò principalmente il rifacimento delle coperture e un radicale rinnovamento degli arredi fissi all'interno della chiesa caldeggiato dalla Granduchessa Maria Cristina di Lorena: le originarie colonne furono sostituite da quelle in breccia medicea e sei altari laterali furono eretti lungo le navate in sostituzione dei precedenti in legno.

1665 - 1774 (ristrutturazione pavimento)

Nel 1665 il pavimento della navata centrale fu rifatto su progetto di Giovan Battista Stagi, mentre nel 1774 fu rifatta anche la pavimentazione delle due navate laterali.

1781  (cantoria controfacciata)

Nel 1781 fu realizzata la cantoria in marmo e breccia medicea su progetto dell'architetto fiorentino Zanobi del Rosso, in sostituzione della vecchia in legno, spostata nel transetto sinistro.

1789  (citazione intero bene)

Il 18 luglio 1789, la chiesa di San Martino passò alla diocesi di Pisa.

XIX  (restauro intero bene)

Nella prima metà del XIX secolo, la cupola fu abbattuta e nuovamente ricostruita su progetto dell'ingegnere Lazzarini di Lucca. Nel 1821, venne costruita la cappella dedicata alla Madonna del Sole ed eretto un nuovo altare maggiore di gusto neo-quattrocentesco. Le volte e le pareti delle navate e del transetto furono decorate con l'imponente ciclo di affreschi opera di Luigi Ademollo (1820-1823). L'edificio così completato fu inaugurato il 17 maggio 1823.

1881  (costruzione scalinata)

La gradinata marmorea che introduce al sagrato era già presente nel progetto cinquecentesco redatto da Donato Benti. L'attuale scalinata però fu rifatta nel 1881 ad opera di Amadeo Barsanti e Lorenzo Maffei, come riporta la targa inserita nel paramento murario del fianco sinistro della chiesa.

1914  (consolidamento e restauro intero bene)

A causa del terremoto avvenuto nel 1914, furono eseguiti interventi di consolidamento: in quell'occasione, fu restaurato il rosone e rimossa la tamponatura interna, al posto della quale è stata inserita la vetrata policroma raffigurante San Martino.

2000  (consolidamento e restauro intero bene)

Nel 2000, la chiesa ha subito importanti restauri relativi alla copertura e al consolidamento della volta della navata centrale, degli archi che sorreggono la cupola e di una delle pareti laterali.

2005  (restauro campanile)

Nel 2005, sono stati realizzati il restauro e il risanamento conservativo del rivestimento in marmo del basamento del campanile e della fascia di coronamento sovrastante in mattoni.

2006  (sostituzione abside, finestre)

Nel 2006, è stata eseguita la sostituzione delle finestre dell'abside.
Descrizione

Il Duomo di Pietrasanta, ovvero la collegiata di San Martino, domina l'omonima piazza, circondata da un ampio sagrato pavimentato con grandi lastre di marmo bianco di forma rettangolare, cui si accede attraverso una gradinata marmorea perimetrale. Quest'ultima, già presente nel progetto di Donato Benti del XVI secolo, fu ricostruita alla fine del XIX secolo ad opera di Amadeo Barsanti e Lorenzo Maffei, come ricorda la lapide inserita sul fianco sinistro della chiesa. L'attuale edificio, sorto in luogo della precedente chiesa duecentesca di più piccole dimensioni, fu costruito a partire dagli anni Trenta del XIV secolo e non ancora ultimato nel corso del secolo successivo. Inoltre, le modifiche e i rimaneggiamenti che interessarono la chiesa anche nel corso del Seicento e dell'Ottocento concorsero a modificarne totalmente l'assetto originario. La facciata principale, tripartita da paraste e pilastri angolari, è rivestita da bozze di marmo locale ben squadrate ed è caratterizzata da un profilo a salienti, sottolineato da un motivo ad archetti pensili. Nella parte inferiore si aprono tre portali d'ingresso sormontati da lunetta, contenenti bassorilievi marmorei. Nella parte superiore del corpo centrale si inserisce l'elegante rosone, databile alla seconda metà del Quattrocento e attribuito ad uno scultore della famiglia Riccomanni. I fianchi della chiesa risultano liberi, affacciati, a destra, su via Giuseppe Garibaldi e, a sinistra, sulla piazzetta San Martino (dove sorge l'alta torre del campanile) e, poco oltre, sull'adiacente via XX Settembre: il lato destro, rivestito in marmo in continuazione col prospetto principale, è caratterizzato da un paramento murario compatto, aperto solo in corrispondenza di due alte finestre rettangolari; il rispettivo transetto presenta un ingresso secondario, costituito da un portale gotico con lunetta ogivale e bassorilievo scolpito all'interno raffigurante San Giovanni Battista, opera tardo trecentesca di Bonuccio Pardini. Il lato opposto presenta una parete in conci di pietra irregolari, priva di rivestimento marmoreo (probabilmente corrispondente alla parte più antica dell'edificio), dotata di strette monofore e di un portale laterale rettangolare, oggi tamponati. Il transetto sinistro, costruito in aderenza con la canonica, si presenta in parte intonacato e in parte lasciato a pietra faccia-vista, provvisto di un piccolo portale con cornice in marmo, sormontato da un'apertura ad oculo. Il prospetto tergale risulta invece totalmente inglobato nel tessuto urbano della città. Internamente la chiesa presenta una pianta a croce latina, dotata di transetto e abside semicircolare e suddivisa in tre navate da due file di archi a tutto sesto poggianti su colonne in breccia medicea. All'incrocio tra la navata centrale e il transetto si innalza la cupola impostata su tamburo. L'area presbiteriale, rialzata di tre gradini rispetto al resto dell'aula, è affiancata da due cappelle laterali dedicate al Santissimo Sacramento e alla Madonna del Sole. In controfacciata si inserisce la cantoria in marmo, sostenuta da pilastri e colonne marmoree.
Struttura
Muratura portante a sacco, costituita da conci in pietra e da materiale sciolto lapideo e laterizio. Prospetti rivestiti da conci in marmo.
Pianta
La chiesa, completa di transetto e di abside semicircolare, si presenta suddivisa in tre navate da due file di archeggiature a tutto sesto poggianti su colonne marmoree. All'incrocio tra la navata centrale e il transetto si innalzano il volume del tamburo, impostato su quattro pilastri e decorato da una serie di aperture ad oculo, e la cupola sferica con lanterna apicale. L'area presbiteriale, cinta da balaustre marmoree e rialzata di tre gradini rispetto al resto dell'aula, è conclusa dall'abside illuminata da due ampie finestre rettangolari e coperta da una calotta affrescata. Ai lati del presbiterio si aprono due cappelle laterali: a sinistra, quella dedicata al Santissimo Sacramento, dotata di matroneo accessibile dalla casa canonica e, a destra, quella intitolata alla Madonna del Sole. Il braccio sinistro del transetto collega la chiesa alla sacrestia e ad un vano ad uso ripostiglio, mentre quello destro è in comunicazione ad un volume aggiunto, posto in aderenza alla cappella ed utilizzato come ripostiglio. In controfacciata si inserisce la cantoria, costituita da una balconata con balaustra in marmo poggiante su pilastri e coppie di colonne marmoree.
Coperture
La navata centrale è coperta da una volte a botte lunettata e finestrata, mentre le navate laterali sono caratterizzate ciascuna da una sequenza di cinque volte a crociera. All'incrocio tra navata e transetto, si innalzano i volumi del tamburo e della cupola, impostati su quattro pilastri. I bracci del transetto presentano volte a botte lunettata e le cappelle laterali, adiacenti al presbiterio, volte a botte con cupola centrale e oculo apicale. Il presbiterio è dotato di una volta a botte e l’abside presenta un catino semisferico. Tutte le volte descritte risultano completamente intonacate e in parte affrescate. La sacrestia, suddivisa in due stanze, presenta una copertura piana in laterocemento nella prima e una volta a botte intonacata nella seconda. Manto di copertura in cotto su tutte le falde di copertura dell’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell'aula è caratterizzata da quadroni in marmo bianco e bardiglio disposti a losanga. Il corridoio centrale della navata maggiore presenta una fascia longitudinale in marmo bianco e grigio ornato da motivi geometrici. All'altezza del tiburio si inserisce un grande rosone in marmi policromi. I bracci del transetto presentano la stessa pavimentazione, costituita da piastrelle in marmo bianco intercalate (in corrispondenza delle congiunzioni) da piccoli elementi romboidali in marmo grigio. Le cappelle e il presbiterio sono pavimentati con quadroni in marmo, mentre l'abside è coperto da un pavimento in lastre di marmo bianco di varie pezzature. La sacrestia presenta una pavimentazione in marmo per quanto riguarda la prima stanza e un tavolato di legno per la seconda.
Facciata
La facciata a salienti, rivestita in conci di marmo locale, è tripartita da due paraste centrali e due pilastri angolari. Nella parte inferiore del prospetto si aprono tre portali d'ingresso architravati e archivoltati, ornati da altrettanti bassorilievi in marmo quattrocenteschi,probabilmente di scuola pisana: la lunetta del portale principale accoglie la scultura della Crocifissione, quella del portone destro la Deposizione e quella del sinistro la Resurrezione. Sopra il portale principale si inserisce lo stemma di Papa Leone X - opera di Donato Benti (1514)-, che decretò nel 1513 il passaggio di Pietrasanta dal dominio lucchese a quello fiorentino. A destra dell'ingresso sono inseriti tre piccole formelle marmoree, rappresentanti lo stemma della città di Pietrasanta, quello della Repubblica di Genova e la figura intera del San Giovanni, protettore della città di Firenze. Sul lato opposto, si inserisce una lapide incisa con la bolla di papa Bonifacio IX risalente al 1392. Nella parte superiore del corpo centrale, si apre l’elegante rosone tardogotico, attribuito alla bottega pietrasantina dei Riccomanni.
Elementi decorativi
La chiesa a croce latina, completa di transetto e abside semicircolare, è suddivisa in tre navate da due file di cinque archi ciascuna, impostati su colonne in breccia. Le pareti laterali sono intonacate e tinteggiate (talvolta a finto marmo), mentre le volte sono decorate da un ampio ciclo di pittorico, eseguito dal milanese Luigi Ademollo nella prima metà del XIX secolo. In controfacciata, si inserisce la cantoria in marmo bianco e breccia medicea, realizzata su disegno dell'architetto del Rosso Zanobi nel 1780-1781. La struttura occupa la larghezza della navata centrale, sorretta da pilastri e coppie di colonne e caratterizzata da balaustra con profilo mistilineo. Al di sopra, domina la grande vetrata policroma che tampona il rosone, raffigurante San Martino e il povero, eseguita dalla ditta De Matteis di Firenze nel 1916. Sopra le bussole d'ingresso dei portali laterali, sono esposti due ovali dipinti da Giovan Battista Tempesti nel 1797, dedicati alla Madonna del Sole. Addossate alle prime colonne della navata centrale, si trovano due acquasantiere a colonna in marmo di Carrara, eseguite da Stagio Stagi nel 1521. Nella navata sinistra, in corrispondenza della quinta campata, è collocata la statua in marmo di San Giovanni Battista, tradizionalmente attribuita allo stesso artista.
Pulpito
Il pulpito in marmo, collocato sotto la quarta arcata di destra della navata centrale, è il risultato di un'arbitraria ricostruzione seicentesca, che ha combinato insieme elementi scultorei eterogenei, eseguiti da mani e in epoche diverse. Il piedistallo, opera di Lorenzo Stagi del 1504, nasce come basamento di un tabernacolo a tempietto, oggi collocato nella chiesa di Farnocchia e reimpiegato come fonte battesimale. La tazza del pulpito di forma esagonale, attribuita a Donato Benti ed ascrivibile ai primi anni del XVI secolo, è decorata da quattro altorilievi marmorei raffiguranti i quattro Evangelisti e raccordata alla scala da due formelle scolpite seicentesche con le figure di San Martino Vescovo e di San Martino e il povero. La scala, eseguita in un unico blocco di marmo, fu aggiunta alla fine del XVII secolo da Andrea Baratta (1696).
Navate laterali
Sei altari barocchi, realizzati in marmi policromi e brecce, si distribuiscono lungo le pareti laterali delle navate minori: il primo, opera di Giovan Battista Stagi del 1644-47, accoglie il coevo dipinto della Resurrezione di Gesù di Matteo Rosselli; il secondo altare, attribuito a Bastiano Bitozzi (1620?), ospita una tela della fine del Settecento raffigurante l'Immacolata Concezione, attribuita a Giuseppe Bacchini di Cascina; il terzo, anch'esso realizzato dal Bitozzi nel 1642, è decorato dal dipinto della Circoncisione, opera di Jacopo Vignali (1650). Lungo la navata sinistra, il primo altare è attribuito a Giovan Battista Stagi (1644) e decorato dalla tela del Vignali raffigurante l'Ascensione (1647); il secondo, che sostituì il precedente ligneo dedicato alla santa Croce, è opera cinquecentesca di Giovanni Stagi (1573) e conserva il dipinto col Miracolo di San Biagio (G. Bacchini, fine sec. XVIII); il terzo, realizzato dal Bitozzi nel '42, accoglie la tela di Gesù asciugato dalla Veronica, dipinta da Francesco Boschi intorno al 1650. Tra gli altari laterali si inseriscono quattro confessionali in marmo a tre fornici, sormontati da ampie edicole architettoniche: i primi due, che si fronteggiano dalle rispettive navate, sono caratterizzati da cornici e pilastrini provenienti da arredi cinquecenteschi (attr. a Lorenzo Stagi), smontati e così riutilizzati nel XVII secolo. Gli altri due, pienamente seicenteschi, sono stati eseguiti da Giovan Battista Stagi e Giovanni Fontana. Le edicole marmoree contengono quattro tele raffiguranti i santi Maria Maddalena e Jacopo (A. Cominotti, 1658), i santi Lorenzo e Caterina d'Alessandria (J. Chiavistelli, 1652), i santi Lucia e Nicola (F. Latini, 1651), i santi Biagio e Brigida (G.B. Digerini, 1662).
Transetto
All'ingresso del transetto destro, trova posto la statua in marmo attribuita a Boniccio Pardini e ascrivibile alla fine del XIV secolo. Sulla parete di fondo campeggia il monumentale altare settecentesco in marmi policromi: l'altare, realizzato da G.F. Bergamini (1677), fu eretto per contenere i reliquiari donati nel 1671 da Pier Francesco Lamporecchi e da Giuseppe Campana. A seguito della traslazione in questa sede del corpo di San Costanzo (proveniente da Sarzana), fu commissionato di rimuovere la mensa dell'altare per inserirvi la cassa reliquiario. Tra il 1675 e il 1676 il pisano Giovanni Pichileri intagliò il ricco paliotto in legno dorato che cela la cassa. Sopra la mensa, trova posto un'urna marmorea (Bergamini, 1677), dotata di sportello sagomato in legno intagliato. Al centro del dossale è esposta la grande tela di Pier Dandini raffigurante la Natività (1680). A sinistra dell'altare, inserito in parete, trova posto un monumento commemorativo in memoria di Ranieri del Torto, proposto della colleggiata dal 1818 al 1852, mentre sulla parete opposta, un portale settecentesco in marmo è sormontato da un ovale dipinto da Riccardo Tommasi Ferroni del 1997 con scena di San Martino e il povero. Nel transetto sinistro, addossata alla parete di sinistra, trova posto un'acquasantiera a colonna in marmo di Carrara, costituita da una vasca esagonale scolpita da Donato Benti nel 1508 e da una base più tarda, opera del maestro Girolamo Moisè da Riomagno del 1760. Sulla parete di fondo, l'imponente altare, eretto da Filippo Frugoni alla fine del XVIII secolo, accoglie al centro del dossale la tela di Matteo Rosselli raffigurante la Madonna del Rosario e santi (1649). Sulla parete sinistra, si inserisce un portale in marmo settecentesco sormontato da un ovale dipinto raffigurante San Biagio, opera di Giovanni Tommasi (2000).
Cappelle presbiteriali
A destra dell'area presbiteriale si apre la cappella della Madonna del Sole, realizzata nel 1821 su iniziale progetto dell'architetto Giovanni Lazzarini, poi modificato dal Marchelli. Nuovi abbellimenti furono eseguiti nel 1852 da Vincenzo Santini e Mariano Falcini. Lo spazio sacro è delimitato da un'alta cancellata in ferro battuto eseguita da Giuseppe Pianadei e Pasquale Franci nel 1886. L'altare in marmo ospita la venerata immagine della Madonna, originariamente conservata sul secondo altare della navata sinistra. La tavola medievale, normalmente celata dietro una coperta bronzea (L. Tommasi, 1903-1965), viene esposta al culto tre giorni all'anno. La cupola che sovrasta la cappella è dipinta con episodi tratti dalla Vita della Madonna, opera del fiorentino Nicola Cianfanelli, mentre la lunetta è decorata dal Miracolo della comparsa del sole, eseguito dall'Ademollo (sec. XIX). La cappella dedicata al Santissimo Sacramento, a sinistra del presbiterio, è caratterizzata dall'altare eseguito dallo scultore Francesco Grandi (1649), dotato di un elegante tabernacolo in marmi policromi (Domenico Baratta, 1747) e decorato dal dipinto dell'Ultima Cena di Francesco Curradi (1650). Sulla parete destra e' conservato un crocifisso ligneo trecentesco, che per assonanza con altre opere affini potrebbe essere incluso nel corpus delle opere attribuite al "Mastro del Crocifisso di Camaiore". La cupola è affrescata con episodi biblici (Ademollo, sec. XIX).
Presbiterio
Il presbiterio, cinto da balaustre ottocentesche, ospita la centro l'Altare maggiore realizzato da Domenico Martini e Lorenzo Mazzei nel 1887, come ricorda l'iscrisione incisa nel fianco destro della mensa ("IDEATO / DALL'ARCHITETTO DOMENICO / MARTINI E DA LUI DIRETTA LA ESECUZIONE / AFFIDATA AGLI ARTISTI DI LORENZO / MAZZEI"). Al di sopra si erge maestoso il crocifisso di Ferdinando Tacca del 1649 e, dello stesso autore, gli angeli cerofori in bronzo ai lati della croce. Lungo la parete absidale si sviluppa il coro marmoreo, opera già allogata nel 1502 a Lorenzo Stagi e compiuta nel 1506 da Bernardino Stagi con la collaborazione di Giuliano Mei e di Sebastiano Nelli. Ai lati dell'arco trionfale, trovano posto due candelabri marmorei eseguiti da Orazio Bergamini tra il 1591 e il 1594 e, in alto, due capitelli con putti scolpiti attribuiti a Stagio Stagi (1522).
Ciclo pittorico
Le volte delle navate, del transetto, del presbiterio, la cupola del transetto e il catino absidale sono decorate da pitture murali eseguite dal milanese Luigi Ademollo intorno agli anni Venti dell'Ottocento. Sopra le arcate della navata centrale, si dipanano lunghi fregi condotti a monocromo: a destra, è rappresentata la Via del Calvario, accompaganata dagli episodi delle Nozze di Cana e di Gesù che caccia i mercanti dal Tempio; a sinistra, è dipinta l'Entrata di Gesù a Gerusalemme , affiancata dalle scene della Resurrezione di Lazzaro e del Domine non sum dignus. Al centro della volta della navata centrale campeggia l'ampio riquadro con l'Assunzione della Vergine, ai lati del quale si trovano due medaglioni raffiguranti le Offerte dei Magi e le Offerte dei Pastori. Le volte del transetto sono dipinte con gli affreschi della Trasfigurazione di Gesù (dx) e del Battesimo di Cristo (sx). Sopra i corrispondenti altari, due lunette accolgono gli episodi della Strage degli Innocenti e di Gesù nel tempio tra i Dottori. La cupola all'incrocio dei bracci ospita il Giudizio Universale, con le figure di Mosè, David, Aronne e Giosuè raffigurati nei pennacchi. La volta sopra il presbiterio è decorata con il tondo a monocromo della Pentecoste, mentre le pareti laterali sono dipinte con le scene di San Martino e il povero (dx) e di San Martino che rinuncia alle armi (sx). Nel catino absidale è rappresentato San Martino in gloria e sulle pareti si distribuiscono tre dipinti murali raffiguranti episodi della vita del santo.
Campanile
A sinistra del Duomo, in posizione isolata, si erge il possente campanile, realizzato tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, sotto la direzione di Donato Benti: la torre, alta oltre 36 metri, è vestita in laterizio sia internamente che esternamente, con risalti per accogliere il rivestimento marmoreo mai realizzato. A pianta quadrangolare, la struttura sorge su un alto basamento marmoreo ed è conclusa da una cella campanaria con quattro aperture a monofora per l'alloggiamento delle campane. All’interno si sviluppa l'eccezionale scala in laterizio autoportante di forma elicoidale, accostata dagli studiosi al nome di Michelangelo Buonarroti, che tra il 1516 e il 1519 soggiornò a Pietrasanta per coordinare le operazioni di estrazione del marmo dal Monte Altissimo e completare così la facciata della chiesa di San Lorenzo a Firenze.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1996-2000)
Impostazione preconciliare intatta, con la presenza dell'altare ottocentesco e delle balaustre marmoree: l'adeguamento liturgico ha comportato l'inserimento davanti all'Altare maggiore preconciliare di una mensa in legno per la celebrazione versus populum, caratterizzato da un paliotto con motivi decorativi in argento. Leggio moderno in legno dorato.
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