chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Terrinca Stazzema Pisa chiesa parrocchiale SS. Clemente e Colombano Parrocchia dei Santi Clemente e Colombano Struttura; Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi altare - aggiunta arredo (1970-1975) VIII - IX(citazione intero bene); IX - IX(citazione intero bene); IX - XVI(citazione intero bene); 1295 - 1298(citazione intero bene); XVI - XVI(citazione intero bene); 1599 - 1599(ingrandimento intero bene); XVII - XVII(completamento intero bene); 1612 - 1612(costruzione campanile); XVIII - XVIII(completamento intero bene); XVIII - XIX(citazione intero bene); 1787 - 1787(citazione intero bene); 1798 - 1798(citazione intero bene); 1882 - 1882(ricostruzione intero bene); 1897 - 1897(consacrazione intero bene)
Chiesa dei Santi Clemente e Colombano
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa dei Santi Clemente e Colombano <Terrinca, Stazzema>
Altre denominazioni
SS. Clemente e Colombano
Ambito culturale (ruolo)
maestranze apuo-versiliesi (costruzione)
Notizie Storiche
VIII - IX (citazione intero bene)
Il paese di Terrinca viene citato per la prima volta in un documento dell'VIII secolo, conservato presso l'Archivio arcivescovile di Lucca: si tratta del testamento del nobile longobardo Tassilone figlio del fu Aurichisio, scritto il 19 febbraio del 766.
IX (citazione intero bene)
La chiesa originaria fu edificata intorno al IX secolo dai monaci colombaniani di Bobbio, devoti al santo missionario irlandese San Colombano.
IX - XVI (citazione intero bene)
Dal IX al XVI secolo, la chiesa di Terrinca comprendeva anche la cura d'anime degli abitanti di Levigliani. Tra il 1539 e il 1578, questi ultimi chiesero ed ottennero dal vescovo di Luni-Sarzana il permesso di costruire la propria chiesa parrocchiale.
1295 - 1298 (citazione intero bene)
La chiesa di Terrinca, attestata nell'elenco delle Decime del 1295-1298, dipendeva dalla Pieve di Vallecchia e apparteneva alla Diocesi di Luni-Sarzana.
XVI (citazione intero bene)
Dopo la metà del XVI secolo, la chiesa dei Santi Clemente e Colombano fu eretta in parrocchia.
1599 (ingrandimento intero bene)
Verso la fine del XVI secolo, gli abitanti di Terrinca decisero di trasformare e di ingrandire la loro chiesa. La consacrazione del nuovo edificio avvenne il 29 aprile 1599 dal Vescovo di Luni-Sarzana Mons. G. B. Salvago.
XVII (completamento intero bene)
La nuova chiesa seicentesca si presentava a tre navate, piuttosto basse e sacrificate, scandite da una doppia fila di archeggiature poggianti su sei colonne marmoree. Fu completata nei primi anni del XVII secolo con l'aggiunta dell'Altare maggiore, della balaustra, degli altari laterali, del pulpito e dei confessionali.
1612 (costruzione campanile)
Il campanile fu costruito nel 1612.
XVIII (completamento intero bene)
Nei primi anni del Settecento, la chiesa fu sottoposta a sostanziali cambiamenti che la arricchirono di importanti arredi marmorei, tra cui l'altare della cappella sinistra.
XVIII - XIX (citazione intero bene)
Tra l'ultimo quarto del XVIII e la prima metà del XIX secolo, il rettore Ginese Antonio Vanni dotò la chiesa di una serie di suppellettile d'argento, realizzata dalla bottega di Luigi Razzuoli.
1787 (citazione intero bene)
Il 4 luglio 1787, la chiesa di Terrinca passò dalla Diocesi di Luni-Sarzana a quella di Pontremoli.
1798 (citazione intero bene)
Il 18 settembre 1798, la chiesa passò dalla Diocesi di Pontremoli a quella di Pisa.
1882 (ricostruzione intero bene)
Nel 1882 la chiesa seicentesca fu diroccata e, sullo stesso terreno, fu costruito il nuovo edificio, corrispondente all'attuale, su progetto dell'architetto Enrico Andreotti.
1897 (consacrazione intero bene)
La nuova chiesa ottocentesca fu inaugurata nel settembre 1897 e consacrata in quello stesso periodo dal vescovo di Massa-Carrara Mons. Emilio Maria Miniati.
Descrizione
La chiesa dei Santi Clemente e Colombano sorge sul margine meridionale dell'abitato di Terrinca, frazione di Stazzema adagiata ai piedi del monte Corchia, ad Ovest della Pania della Croce. Il grande edificio ottocentesco, in posizione dominante sulla vallata sottostante, si erge su una spianata sostenuta da muri a retta (sottoposti ad un intervento di consolidamento con palificata nel 1996), ricavata su un terreno che degrada verso Sud ed Est. Si raggiunge percorrendo una strada pavimentata in lastre di pietra irregolari, che discende dalla viabilità principale fino al sagrato. Quest'ultimo, delimitato da un basso muretto in pietra con ringhiera metallica, si apre sulla vista panoramica delle cime apuane ed inquadra la sottostante vallata con il vicino cimitero. La facciata principale a salienti è realizzata in muratura di pietra mista a laterizio, priva di intonaco. La parte centrale, corrispondente alla navata maggiore, è delimitata da due grandi paraste laterali che sostengono il frontone fortemente aggettante. Al centro un ampio arco a tutto sesto incornicia il portale d'ingresso principale con timpano triangolare, profilato da cornice in marmo bianco e sormontato da profondo oculo cieco. Le porzioni laterali, con portali identici ma di dimensioni ridotte rispetto al precedente, sono anch'esse delimitate da paraste angolari e concluse da un mezzo frontone impostato sul marcapiano che funge da imposta dell'arco centrale. Tutta la composizione riceve grande slancio dai quattro gradoni frontali che sollevano il piano della struttura rispetto al sagrato antistante. La parte tergale della chiesa, costruita in aderenza alla casa canonica, ospita sul lato destro il campanile seicentesco: la tozza torre, conclusa da una copertura piana, è caratterizzata da una cella campanaria dotata di bifore e da una mostra dell'orologio rivolta verso Nord, aggiunta nel 1796. La struttura di base è realizzata in blocchi regolari di pietra detta di San Michele, mentre nella parte superiore sono presenti elementi di pezzatura ridotta con pietre d'angolo in marmo bianco. L'interno è a pianta basilicale a tre navate con abside semicircolare. Dall'abside due aperture conducono, a destra, alla sacrestia e, a sinistra, ad un locale magazzino.
Struttura
Muratura perimetrale in pietra con ricorsi in laterizio intonacata sia internamente che esternamente, ad eccezione della facciata principale e del campanile che risultano completamente privi di intonaco.
Pianta
Pianta basilicale a tre navate con abside semicircolare introdotto da arco trionfale. Le navate sono suddivise da una doppia fila di quattro arcate a tutto sesto, poggianti su colonne monolitiche di marmo versiliese. In testa alle navate laterali due cappelle laterali affiancano l'area presbiteriale. Sulla parete sinistra dell'abside si apre una porta che conduce in sacrestia e da qui alla canonica, mentre dal lato opposto si accede ad un locale magazzino.
Coperture
La navata centrale è coperta da una volta a botte lunettata nelle cui lunette si aprono altrettante finestre. Le campate delle navate laterali presentano ciascuna una volta a crociera. Il catino absidale è coperto da una calotta semicircolare intonacata e tinteggiata. Le cappelle adiacenti al presbiterio sono coperte da volte a vela con al centro un oculo per l'illuminazione naturale zenitale. Una volta a botte copre la campata soprastante la cantoria con l'organo. Tutte le superfici risultano intonacate e tinteggiate.
Pavimenti e pavimentazioni
La navata maggiore e quelle laterali presentano una pavimentazione costituita da piastrelle quadrate in marmo bianco e bardiglio, disposte a losanga e separate da larghe fasce grigie. Il presbiterio e tutta la parte antistante, che oggi ospita la mensa postconciliare, è caratterizzata da piastrelle esagonali in marmo bianco e bardiglio posate a nido d'ape. Lo stesso tipo di materiale e di disposizione si presenta nella cappella laterale destra. Il pavimento della cappella sinistra è dotata di mattonelle bianche a forma di ottagoni irregolari, alternate a piccoli elementi romboidali in bardiglio. Pavimentazione in piastrelle quadrate di marmo bianco e bardiglio disposte a losanga anche per la sacrestia. Gettata di calcestruzzo per il magazzino.
Elementi decorativi
La facciata a salienti, in pietra mista a laterizio, è tripartita da solide paraste che sostengono il timpano centrale e i mezzi timpani laterali. Il corpo principale ospita un grande arco a tutto sesto con ghiera in cotto entro cui si inseriscono un profondo oculo cieco e il portale d'ingresso, profilato da cornice in marmo modanata e coronato da un timpano triangolare. Le ali laterali presentano due accessi minori, caratterizzati dalla stessa struttura e dallo stesso materiale del maggiore. All'interno la chiesa, completamente intonacata e tinteggiata, presenta un impianto basilicale a tre navate, suddivise da due file di quattro arcate a tutto sesto, poggianti su colonne monolitiche in marmo versiliese. Sulla controfacciata, in corrispondenza della navata centrale, si inserisce la cantoria in muratura, rivestita in marmi policromi e sorretta da colonne in breccia violetta. Ospita al centro il grande organo della Ditta Agati-Tronci di Pistoia, datato 1896 e recentemente restaurato (novembre 2016). Ai lati dell'ingresso trovano posto due acquasantiere a colonna in marmo bianco, riconducibili al XIX secolo. Nella prima campata della navata destra, una nicchia accoglie un fonte battesimale con vasca ottagonale, eseguito in marmo bianco e ornato da una fascia basale in bardiglio. Sul lato opposto, è collocato un fonte a tempietto ascrivibile agli inizi del XVIII secolo, con copertura ottagonale in marmo bianco scolpito e intarsi in breccia e marmo rosso. Lungo le navate laterali si dispongono quattro altari e due confessionali per parte: il primo altare di sinistra è dedicato alla Vergine Immacolata e a Sant'Antonio da Padova ed è datato 1777. Al centro del dossale, caratterizzato da colonne in breccia e frontone ricurvo spezzato, è esposto il dipinto seicentesco dell'Immacolata Concezione con i santi Antonio abate, Francesco d'Assisi e Cecilia. Il secondo altare di sinistra, simile nell'impostazione al precedente sebbene più antico, ospita il dipinto della Madonna addolorata con Gesù Cristo crocifisso tra i santi Apollonia, Agata, Sebastiano e Rocco, opera dell'artista Giuseppe Viner del 1899. Nella navata opposta, il primo altare è datato 1635 e realizzato in marmo bianco e breccia: caratterizzato da un frontone triangolare spezzato con edicola centrale, accoglie la tela ottocentesca di Ranieri Leonetto raffigurante Santa Lucia, San Lorenzo, Santa Monaca, Santa Maria Maddalena e santo apostolo. Segue un altare del 1704, con una tela della Madonna del Rosario di Giuseppe Viner del 1899. Sul lato destro della navata principale, è addossato alla seconda colonna il pulpito marmoreo datato 1709, ornato nella specchiatura centrale dalle figure dei santi patroni. Ai lati dell'area presbiteriale si aprono due cappelle laterali: quella destra è dotata di un altare in breccia che reca al centro l'altorilievo in marmo bianco della Crocifissione, scolpita dal versiliese Gian Giuseppe Mancini nel 1909. La cappella sinistra, dedicata alla Madonna del Carmine, presenta un altare barocco, caratterizzato da un elaborato paliotto intarsiato e da un ricco dossale. Quest'ultimo, delimitato da colonne in marmo rosso di Francia, ospita al centro un bassorilievo marmoreo che funge da coperta alla piccola tavola dipinta della Madonna con Gesù Bambino. Al centro del presbiterio, delimitato da due balaustre in marmo, campeggia il grande Altare maggiore ottocentesco, caratterizzato dal largo uso di marmi policromi e decorato dalle due statue dei santi Clemente e Colombano, poste presso le estremità dei gradini della mensa. Sulla parete absidale si aprono due finestre a monofora dotate di vetrate policrome con le figure dei santi Evaristo papa e di San Carlo Borromeo della metà del XX secolo. Alla fine dell'Ottocento le volte della chiesa erano ricoperte di pitture murali, di cui oggi rimangono solo alcuni esempi nelle lunette della navata destra e presso l'ingresso.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (1970-1975)
L'arredo preconciliare della chiesa è rimasto integro, ad eccezione della balaustra marmorea che è stata spogliata della metà delle colonnine che la costituivano. Davanti all'area presbiteriale, in posizione centrale, è stata collocata una mensa in legno, caratterizzata da una base cilindrica intagliata dallo scultore Alfredo Belluomini. Ancora più avanti, in corrispondenza del pulpito, è sistemato il leggio in legno rivolto verso l'altare.