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Quercegrossa
Castelnuovo Berardenga
Siena - Colle di Val D'Elsa - Montalcino
chiesa
parrocchiale
Santi Giacomo e Niccolò
Parrocchia dei Santi Giacomo e Niccolò a Quercegrossa
Struttura; Elementi decorativi
altare - aggiunta arredo (1990)
XII sec. - 1318(costruzione intero bene); 1798 - 1802(ricostruzione intero bene); 1909 - 1909(restauro intero bene)
Chiesa dei Santi Giacomo e Niccolò
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Giacomo e Niccolò <Quercegrossa, Castelnuovo Berardenga>
Altre denominazioni Chiesa dei Santi Giacomo e Niccolò a Quercegrossa
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

XII sec. - 1318 (costruzione intero bene)

La chiesa di Quercegrossa, località sede di un castello senese di confine, è documentata fin dal XII secolo ed era collegata ad un ospedale di San Giacomo, ricordato nell'estimo del 1317-1318.

1798 - 1802 (ricostruzione intero bene)

A seguito di gravi danni subiti durante il terremoto del 1798, la chiesa venne riedificata. Promotore dell'iniziativa fu il parroco Francesco Bianciardi il quale provvide anche al rinnovamento degli altari.

1909  (restauro intero bene)

Nel 1909 fu restaurato il campanile.
Descrizione

L'edificio è formato da un'aula rettangolare conclusa da una scarsella quadrata inclusa nel perimetro esterno. Della chiesa originale si conserva il fianco sinistro, costituito da un paramento murario a corsi orizzontali e paralleli di conci di alberese di due diverse tonalità. Vi si apriva uno stretto portale, adesso tamponato. Successivamente l'edificio è stato sopraelevato, rimaneggiato nel fianco destro e nella zona absidale e prolungato dalla parte della facciata con la creazione di un portico: esso è ben riconoscibile per la presenza, in ciascun fianco, di un arco in laterizio tamponato. Nella parte terminale si eleva un campanile ricostruito ai primi del novecento in forme neomedievali. La facciata presenta un portale rettangolare in marmo affiancato, in corrispondenza dell'architrave, da due nicchie ricavate nella muratura, e sormontato da una finestra semicircolare.
Struttura
L'interno è completamente intonacato ed è coperto con volte a vela sorrette da archi nella navata e con una volta a botte nell'abside.
Elementi decorativi
L'interno ospita nella scarsella un capolavoro della scultura quattrocentesca senese: lo splendido gruppo della Pietà in terracotta policromata dovuto a Francesco di Giorgio Martini e ad un suo collaboratore, probabilmente Giacomo Cozzarelli, databile verso la fine degli anni ottanta del XV secolo. L'opera, il cui bozzetto è conservato nel Museo Artistico Industriale di Roma, proviene dal distrutto monastero olivetano di San Benedetto fuori Porta Tufi a Siena.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1990)
A Don Giulio Salusti si deve l'intervento di adeguamento liturgico. In osservanza alle indicazioni del Concilio Vaticano II, secondo il quale il sacerdote celebrante deve essere rivolto al popolo, demolì l'altare alla romana riedificando una semplice mensa sopra un piano elevato di marmo giallo con tre gradini che si estendono per tutta la larghezza della chiesa. La Pietà, tolta dal vecchio altare, venne collocata nel fornice sopra una mensola.
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