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Brezza
Grazzanise
Capua
chiesa
parrocchiale
San Martino Vescovo
Parrocchia di S. Martino Vescovo
Contesto; Facciata; Interno; soffitto; Coperture; Pianta; Pavimenti e pavimentazioni; Presbiterio; Impianto strutturale; Elementi decorativi
presbiterio - aggiunta arredo (1997)
XII - XII(preesistenza intero bene); XVII - XVII(erezione parrocchiale intero bene); 1789 - 1789(edificazione intero bene); 1870 - 1870(donazione interno); 1955 - 1955(restauro interno); 1983 - 1983(sistemazione intero bene); 1998 - 1998(decorazione esterno); 2000 - 2000(consacrazione intero bene); 2001 - 2001(elettrificazione campane esterno); 2004 - 2004(restauro interno); 2008 - 2008(restauro intero bene); 2013 - 2013(decorazione interno); 2017 - 2017(restauro interno)
Chiesa di San Martino Vescovo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Martino Vescovo <Brezza, Grazzanise>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze campane (costruzione)
Notizie Storiche

XII  (preesistenza intero bene)

L’antica Chiesa, situata alla periferia sud della frazione Brezza, era una Cappellina del XII secolo dedicata a San Martino Vescovo.

XVII  (erezione parrocchiale intero bene)

La Chiesa divenne parrocchiale nei primi anni del XVII secolo.

1789  (edificazione intero bene)

Nel 1798, abbattuta la Cappellina, fu costruita l’odierna Chiesa, dedicata a San Martino Vescovo, a cura del Comune di Grazzanise.

1870  (donazione interno)

La pala d’altare raffigurante San Martino fu donata alla Chiesa da una famiglia del luogo.

1955  (restauro interno)

Nel 1955 la famiglia Gravante Antonio commissionò ad un artigiano locale il ripristino dei dipinti murali.

1983  (sistemazione intero bene)

In seguito al terremoto del 1980 la struttura richiese uno specifico intervento di consolidamento e di restauro. In particolare fu messa in sicurezza la copertura e consolidata la struttura con siringhe in c.a.

1998  (decorazione esterno)

I cittadini di Brezza, a proprie spese, adornarono la facciata della Chiesa con un mosaico raffigurante San Martino che divide il suo prezioso mantello con un povero. Ne dà testimonianza la targa commemorativa posta a destra dell’opera musiva.

2000  (consacrazione intero bene)

La Chiesa fu consacrata nel 2000 da S.E. mons. Bruno Schettino dopo i lavori di restauro commissionati dal parroco don Pietro Lagnese. Le Croci di consacrazione sono posizionate ai due lati dell’abside.

2001  (elettrificazione campane esterno)

In occasione del Giubileo dell’anno 2000 furono elettrificate le campane da una ditta di Pontecagnano (NA).

2004  (restauro interno)

La pala d’altare raffigurante San Martino fu restaurata nell'anno 2004.

2008  (restauro intero bene)

Sulla lapide marmorea collocata in Chiesa si legge: “Il tempio dedicato a San Martino Vescovo dopo i restauri eseguiti con il contributo della Regione Campania e dei devoti, essendo parroco don Pasquale Buonpane, fu riaperta al culto il 26 aprile 2008 alla presenza dell’arcivescovo della Diocesi di Capua, S.E. mons. Bruno Schettino”.

2013  (decorazione interno)

Dall'allora parroco don Sergio Clemente fu commissionata ad un laboratorio fiorentino la realizzazione di tre vetrate policrome, rappresentanti scene della vita di San Martino. Nel Natale del 2013 le vetrate furono collocate sulle finestre che si aprono nella parete destra dell’aula liturgica.

2017  (restauro interno)

La statua di San Martino a cavallo, donata nel 1993 alla Chiesa da una famiglia del luogo, è stata rifatta nel 2017 dal sig. Lanna Giacomo, un artigiano locale.
Descrizione

La Chiesa è situata alla periferia sud della frazione Brezza che è molto estesa in lunghezza e quasi sugli argini del fiume Volturno. Preceduta da un sagrato lastricato molto ben curato si apre la struttura che presenta una facciata articolata architettonicamente da lesene il cui colore, in contrasto con la tinta della muratura, crea un gradevole effetto ottico. Caratteristico è anche il doppio timpano triangolare: dietro al timpano principale è stato riproposto uno finto che sembra quasi nascosto da quello principale. Un terzo timpano triangolare, di dimensioni più ridotte, conclude la torre campanaria. La ripetizione di questa forma triangolare ha il significato simbolico della Trinità. Elemento decorativo della lineare facciata è il mosaico, dai vivaci colori, raffigurante San Martino che i cittadini di Brezza, a proprie spese, donarono alla Chiesa nel 1998 così come si evince dalla targa commemorativa posta in loco. Leggermente arretrato, sulla sinistra si erge il campanile caratterizzato, in alto, solo da due monofore che lasciano intravedere le ottocentesche campane in bronzo fuso a cera persa. All'interno la chiesa è strutturata in una lunga navata le cui pareti sono ritmate dall'alternanza di paraste raccordate, superiormente, da archi a tutto sesto e dalla presenza, sui fianchi, di altari sovrastati da nicchie (in cui sono alloggiate statue devozionali) e lunette affrescate. Il presbiterio ospita l’altare maggiore su cui è posizionata la pala d’altare di fine ottocento, realizzata da R. Iannelli utilizzando la tecnica di olio su tela. Una luce soffusa e suggestiva entra da una serie di spaziose finestre tre delle quali sono decorate con vetrate policrome, rappresentanti scene della vita di San Martino, realizzate in un laboratorio fiorentino. All'interno si conservano alcuni affreschi, l’altare di San Martino in marmo commesso e parecchie statue sia in gesso e sia in cartapesta.
Contesto
Brezza (il cui nome significa “breccia” o “zona lastricata”) si trova sulla strada Brezza-Capua che ricalca il tracciato dell'Appia antica. La frazione, che fa parte del Comune di Grazzanise (CE), è situata nella cosiddetta zona dei “Mazzoni”, definita “la patria dei pascoli”. Infatti dal bastone del pastore che pascolava il gregge è stata coniata la definizione di Mazzone. La frazione ha un’economia preminentemente agricola con numerosi poderi e diversi allevamenti bufalini. La comunità vive uno stato di disagio per la mancanza di un preciso programma di sviluppo. Il sistema socio culturale ed economico della zona è piuttosto eterogeneo; mancano validi momenti di aggregazione culturale e sociale.
Facciata
La facciata della Chiesa ha forma trapezoidale. Una serie di mattoni sui fianchi crea una tessitura geometrica che suggerisce un movimento ascensionale. Sul prospetto risaltano quattro lesene che hanno funzione decorativa essendo aggettanti e colorate in contrasto. Esse, con fusto liscio e capitello dorico, si appoggiano su un alto basamento in muratura. Sulla sommità la facciata si compone di due timpani complanari, sporgenti rispetto all’allineamento generale, con una semplice cornice aggettante: il primo accoglie il classico orologio, il secondo (quello in posizione arretrata) un oculo cieco. Al centro del prospetto, una porta architravata è sovrastata da un timpano triangolare affrescato al di sopra del quale vi è un mosaico raffigurante San Martino che divide il suo prezioso mantello con un povero. L’opera musiva, così come si legge in una targa ricordo, è stata donata dai cittadini di Brezza, in devozione del Santo patrono, nel 1998. Leggermente arretrato, sulla sinistra si innalza il campanile concluso da un piccolo timpano. Dalle uniche due monofore s’intravedono le campane: nella zona anteriore è alloggiata quella del 1840, nella zona posteriore la campana del 1890. Entrambe sono in bronzo fuso a cera persa. Sul vertice della struttura svetta una semplice croce in ferro.
Interno
All'interno la Chiesa presenta una pianta con andamento longitudinale ad unica navata. La navata centrale, coperta con volta a botte costolonata, è contrassegnata da una serie di colonne e pilastri ai quali corrispondono altrettante paraste sulle pareti perimetrali. L'abside è coperto da soffitto a botte. Le coperture sono dipinte in bicromia di bianco e giallo; il pavimento è in lastre di marmo. L'edificio ecclesiale presenta lungo le pareti laterali una serie di nicchie nelle quali trovano posto statue devozionali. Ogni nicchia è sovrastata da una lunetta affrescata. Fulcro della navata è l’area presbiterale: qui è collocato, addossato alla parete di fondo l’altare di San Martino, datato 1850. Esso è in marmo policromo con sportello di tabernacolo del 1900 in metallo dorato. Preziosa è la pala d’altare raffigurante San Martino di Tours che adora la Madonna e il Bambino: risale al 1876 e fu realizzato da R. Iannelli con la tecnica di olio su tela. La tela è chiusa da un'articolata cornice in gesso spezzata in alto per fare posto all'immagine di un calice. Altri affreschi decorano l’intera parete di fondo. Solo sul lato destro della navata le tre ampie finestre sono schermate da vetrate policrome, rappresentanti scene della vita di San Martino, realizzate in un laboratorio fiorentino. Sul lato opposto altre tre finestre hanno conservato la struttura originaria in legno e vetro. La porta d’ingresso è preceduta dall’antiporta, in legno massiccio e vetro opaco, che sostiene la cantoria in muratura.
soffitto
L’ampia navata interna è coperta dalla struttura della sovrastante copertura in latero-cemento intonacata e tinteggiata verso l’intradosso. In più punti il soffitto è affrescato con scene raffiguranti episodi della vita di San Martino.
Coperture
La copertura dell'edificio è esternamente a falde con struttura lignea rivestita da coppi di laterizio.
Pianta
La Chiesa presenta un impianto planimetrico ad unica ampia aula rettangolare ad asse maggiore longitudinale con abside semicircolare.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento dell’aula è ricoperto di mattonelle rettangolari tendenti al giallo, mentre quelle dell’area presbiterale sono in marmo bianco con venature grigiastre.
Presbiterio
L’area presbiterale, rispetto al piano della navata, è rialzata di un solo gradino. il catino absidale è coperto da semicupola. Il pavimento è in marmo bianco. Trovano collocazione in questa zona l’altare più antico in marmo commesso con sportello in metallo in cui sono conservate le specie eucaristiche. In marmo anche l’altare postconciliare e l’ambone. Il leggio, invece, è in plexiglas. Su una pedana è collocata la sedia del Presidente: essa è in legno chiaro, dello stesso materiale di cui sono fatti anche gli scanni per i ministranti. Artistica è la pala d’altare inserita in una serie continua di affreschi.
Impianto strutturale
L’edificio ha muratura continua in tufo. Le strutture portanti sono realizzate con telaio in cemento armato.
Elementi decorativi
Nelle nicchie scavate nelle mura laterali della navata vi sono statue devozionali: alcune - datate 1950 - sono in gesso modellato e dipinto (Santa Teresa d'Avila, Santa Lucia, Madonna del Rosario, Sacro Cuore di Gesù); altre, in cartapesta modellata e dipinta, risalgono al 1850 (Madonna del Carmelo, Immacolata, San Rocco, San Giuseppe e Gesù Bambino, San Vincenzo Ferrer, Sant'Antonio abate). In legno scolpito e dipinto sono, invece le statue di San Clemente, di Sant'Antonio da Padova e il Bambino e di San Martino (datate 1840 – 1860). Degna di nota è l’oggetto di insieme raffigurante Cristo crocifisso e Maria addolorata del sec. XIX in legno scolpito e dipinto, con abiti in tessuto d’epoca. Altrettanto bello è “Gesù Cristo crocifisso” del 1950, in gesso modellato e dipinto. Sulla parete di fondo del presbiterio spicca un affresco, raffigurante "Gesù Cristo in gloria", realizzato con tempera su muro nel 1955 da Giuseppe Lanna. “San Martino di Tours che adora la Madonna e il Bambino” è stato ritratto, in un dipinto ad olio su tela, da R. Iannelli nel 1876. Di fine ottocento è l’altare di San Martino, in marmo policromo, con sportello di tabernacolo in metallo dorato. Sui pilastri della navata sono state sistemate nel 1950 le stazioni della Via Crucis in gesso stampato e dipinto. Una luce soffusa e suggestiva entra dall’alto nell’aula liturgica da sei finestre, tre delle quali sono decorate con vetrate policrome, rappresentanti scene della vita di San Martino, realizzate in un laboratorio fiorentino. Le due campane alloggiate nel campanile sono in bronzo fuso a cera persa: una è datata 1840, l’altra 1890.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1997)
Al centro del presbiterio è stato collocato un nuovo altare, ottemperando alle disposizioni del Concilio Vaticano II in materia di riforma liturgica. Esso è in marmo bianco con inserti colorati sullo stesso stile del più antico altare addossato alla parte di fondo. Sempre in marmo, nello stesso stile geometrico dell'altare, è l’ambone. Le specie eucaristiche sono conservate nel Tabernacolo dell'altare di San Martino. Manca il confessionale. La vasca battesimale è mobile. In legno chiaro con riporti lignei più scuri sono la sede per il Presidente e i due scanni per i ministranti. Il sacramento della Riconciliazione si amministra in sacrestia perché manca il tradizionale confessionale.
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