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adeguamento liturgico
Grazzanise
Capua
chiesa
parrocchiale
San Giovanni Battista
Parrocchia di S. Giovanni Battista
Contesto; Facciata; Interno; Coperture; Volta; Pianta; Struttura; Pavimenti e pavimentazioni; Presbiterio; Elementi decorativi; Campanile
presbiterio - aggiunta arredo (1994)
1173 - 1173(preesistenze intero bene); 1730 - 1730(ricostruzione intero bene); 1737 - 1737(erezione campanile esterno); 1878 - 1878(restauro conservativo intero bene); 1932 - 1932(ricostruzione intero bene); 1934 - 1934(restauro intero bene); 1936 - 1936(consacrazione intero bene); 1950 - 1950(riparazione danni post bellum intero bene); 1966 - 1966(restauro interno); 1984 - 1984(rifacimento esterno); 2004 - 2004(restauro intero bene)
Chiesa di San Giovanni Battista
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giovanni Battista <Grazzanise>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze campane (costruzione)
Notizie Storiche

1173  (preesistenze intero bene)

Michele Monaco nel Sanctuarium Capuanum dà notizia dell’esistenza della chiesa di S. Giovanni Battista facendo riferimento alla bolla di consacrazione diretta all'arcivescovo di Capua, Alfano, nel 1173 da papa Alessandro III.

1730  (ricostruzione intero bene)

Come si legge in una lapide la chiesa fu ricostruita “a fundamentis” nel 1730 mentre erano parroci don Fabrizio Florio e don Alessio Abbate.

1737  (erezione campanile esterno)

In un breve regesto si legge che nel 1737 fu eretto il campanile.

1878  (restauro conservativo intero bene)

La struttura interna ed esterna fu restaurata nel 1878 a spese dell’Amministrazione comunale.

1932  (ricostruzione intero bene)

Dopo i due cicloni del 1903 e 1905 e, soprattutto, dopo il terremoto del 1931 la chiesa era ridotta in condizioni pessime. La tettoia era pericolante, la terrazza a settentrione con le mura sottostanti marcita; in completo sfacelo il soffitto della navata di mezzo, l’intonaco, i capitelli corinzi, i cornicioni, il pavimento, la tribuna dell’organo. Il parroco don Carlo Raimondo, nel principio del novembre 1932, intraprese i lavori affidandoli all’impresa Andrea Ferraro da Casagiove. I lavori furono diretti dal geometra Mattia Petrella.

1934  (restauro intero bene)

Altri lavori di restauro della fabbrica furono messi in atto nel 1934 mentre era parroco don Carlo Raimondo. Il podestà dott. Oreste Lauro, rifece la facciata del tempio col campanile.

1936  (consacrazione intero bene)

La chiesa fu consacrata il 20 agosto 1936 da S.E. mons. Salvatore Baccarini, arcivescovo di Capua, dopo i lavori di restauro commissionati dal parroco don Carlo Raimondo. In quest’occasione nell'altare di san Giovanni furono riposte le reliquie di san Giovanni, san Callisto papa, san Roberto Bellarmino, san Tommaso d’Aquino.

1950  (riparazione danni post bellum intero bene)

Gli eventi bellici distrussero alcuni locali laterali, parte della facciata e il campanile. La ricostruzione avvenne seguendo i motivi e gli spartiti della facciata precedente.

1966  (restauro interno)

Nel 1966 l’interno della chiesa fu interamente ridipinta con gli attuali decori.

1984  (rifacimento esterno)

Nel 1984 fu rifatta la facciata così come appare attualmente.

2004  (restauro intero bene)

Essendo parroco il can. don Giuseppe Lauritano, la chiesa fu riaperta al culto il 22/12/04, dopo importanti lavori di restauro, con una solenne cerimonia presieduta dall'Arcivescovo di Capua S.E. mons. Bruno Schettino.
Descrizione

La principale chiesa di Grazzanise è la cosiddetta Chiesa Madre, costruita in onore di S. Giovanni Battista, patrono del paese. Sull'anno di costruzione non si hanno notizie certe, ma è ricordata espressamente, come attesta Michele Monaco nel Sanctuarium Capuanum, in una bolla diretta all'arcivescovo di Capua, Alfano, nel 1173 da Alessandro III. Un cultore di storia locale, don Carlo Raimondo, azzarda che, con tutta probabilità, essa sia stata edificata tra il 6° e il 9° secolo. Di certo fu ricostruita dalle fondamenta nel 1730. Fu chiesa ricettizia dai tempi di Carlo III di Borbone cioè dal 1741 fino alla soppressione avvenuta nel 1867 e compiuta alla morte dell’ultimo beneficiato nel 1904. Fu consacrata il 20 agosto 1933 da S.E. mons. Baccarini dopo i lavori di restauro voluti dal parroco don Carlo Raimondo. Un crollo di alcuni locali laterali, del campanile e parte della facciata è avvenuto a seguito del bombardamento del 1943: la ricostruzione è avvenuta seguendo i motivi e gli spartiti della facciata precedente. La chiesa si presenta ancora maestosa nonostante i numerosi recenti rifacimenti. La facciata è rivestita di travertino che, per grandi linee, ricalca lo spartito originario che è arrivato fino a noi grazie ad una foto scattata negli anni trenta. L’interno, in stile barocco-neoclassico, ha un impianto abbastanza armonico e regolare a tre navate con cappelle laterali. Il campanile misura 80 palmi di altezza ed ospita tre campane.
Contesto
Situata nella parte ovest del paese, la parrocchia confina a nord con il fiume Volturno e con le parrocchie di Borgo Appio e Brezza; a est con la parrocchia della SS. Annunziata, a sud con i Regi Lagni e ad ovest col comune di Cancello Arnone. “Asilo delle Grazie”: questo è il nome dato dagli antichi romani a Grazzanise, l’odierno maggior centro abitato del Mazzone. La fertilità dei terreni, la vicinanza con l’agro aversano, capuano, volturniano ed aurunco lo rendono un centro con buone potenzialità agricole ed industriali che attendono migliori sfruttamenti.
Facciata
Essendo stata ricostruita dalle fondamenta nel1730 la chiesa ha lo stile di quell’epoca di transizione, barocco-neoclassico. Essa si presenta ancora maestosa nonostante i numerosi recenti rifacimenti che ne hanno modificato lo spartito di facciata che è rivestita di travertino secondo lo stile originario. L’ampio corpo centrale è segmentato da otto paraste scanalate che poggiano su un alto basamento e sono dotate di capitelli corinzi. Quattro portali si aprono sul prospetto: tre hanno la stessa struttura architettonica e sono in corrispondenza delle navate interne; successivamente è stato aggiunto un quarto ingresso in seguito all’ampliamento della fabbrica. La porta d’ingresso, quella centrale, di più ampie proporzioni, è in bronzo a due battenti; sulle sue porte sono incise le stazioni della Via Crucis. Lo sovrasta l’affresco, raffigurante il battesimo di Gesù al Giordano, posizionato entro una nicchia semicircolare sopra l'architrave. A coronamento della facciata c’è il cornicione che contiene la scritta: “Inter natos mulierum, non surrexit maior Johanne Baptista”. A di sopra c’è un piccolo timpano triangolare affrescato su cui svetta una cornice in ferro dalla forma stilizzata.
Interno
Di stile barocco-neoclassico l’attuale chiesa è a tre navate scandite da due file di tre colonne ciascuna; le colonne, con capitelli corinzi, a loro volta sostengono archi a tutto sesto sulle quali corre, in alto, un’unica trabeazione caratterizzata da una successione di architrave e cornice preceduta da una consistente sottocornice a dentelli, elementi molto aggettanti. Nella fascia superiore alla trabeazione sono collocate le finestre rettangolari con telaio in metallo che illuminano l'interno caratterizzato da una composta alternanza del colore bianco degli elementi architettonici in rilievo e il giallo della parete. Addossato direttamente ad una colonna c’è il pulpito, di forma quadrata, in legno modanato, verniciato, datato 1890. Ha baldacchino a tettoia decorato con bordo frastagliato. La navata centrale ha ampiezza doppia rispetto a quelle laterali, sulle quali si affacciano le cappelle, in tutto sei. Il catino dell'abside è decorato da un grande un polittico su legno del 1525 di fattura finissima che rappresenta la Madonna della Consolazione con san Giovanni Battista e san Biagio ai lati e sopra il Redentore. Una scala in ferro a chiocciola porta alla cantoria su cui c’è un organo a canne in legno modanato e metallo, dei primi del 1900.
Coperture
La copertura della navata centrale è stata realizzata con tegole e con capriate di sostegno. Sugli elementi lignei è stato posto un tavolato con della guaina ardesiata e successivamente tegole alla napoletana. Le discese pluviali sono state recentemente rifatte.
Volta
La volta della chiesa è riccamente decorata. Sotto la volta della navata centrale sono tre pitture di valore: La cena di Emmaus e S. Giovanni che predica sulle rive del Giordano ad opera del figurista Raffaele Iodice da Giugliano (1932). Il terzo affresco (datato 1940) raffigura S. Carlo Borromeo che guarisce un appestato il cui autore è Lanna Giuseppe.
Pianta
La pianta, di impostazione longitudinale con presbiterio rettangolare, è scandita all'interno da lesene, unite dall'unica trabeazione in alto, rifinite con eleganti modanature.
Struttura
Mattoni in tufo: questo è il materiale con cui fu costruito l’edificio.
Pavimenti e pavimentazioni
L’attuale pavimento, messo in opera nel dopoguerra, costituito da graniglie bianche e nere a scacchi, sembra essere posato su quello originario, costituito da maioliche smaltate di cui sono presenti solo alcuni frammenti nelle cappelle laterali. In più cappelle il preesistente pavimento in monocottura è stato sostituito con del cotto napoletano.
Presbiterio
Il presbiterio, rialzato di due gradini rispetto all’aula liturgica, accoglie l'altare più antico in marmo policromo sormontato da un tempietto in cui trova posto un polittico su legno del 1525 che rappresenta la Madonna della Consolazione con san Giovanni Battista e san Biagio ai lati e sopra il Redentore. La trabeazione s’interrompe per accogliere un oculo decorato con l’immagine di S. Giovanni Battista. In posizione avanzata c’è l’altare postconciliare: sei colonne in marmo grigio sorreggono la mensa eucaristica. In legno massiccio, finemente scolpito, è l’ambone; nello stesso stile è la sede per il celebrante e gli scanni per i ministri o concelebranti. Il pavimento che ricopre l’intera area è in graniglie bianche e nere messe in posa a scacchiera; i bordi dei gradini sono in marmo.
Elementi decorativi
Tra le tante opere pregevoli la chiesa ha nell’abside dell’altare maggiore un polittico a tempera su tavola di legno del 1525 di fattura finissima che rappresenta la Madonna della Consolazione con san Giovanni Battista e san Biagio ai lati e sopra il Redentore. Fu fatto eseguire da un rettore della chiesa di quel tempo, Guglielmo Milioli da Capua. È sovrastato da una coppia di angeli in stucco modellato e dipito del 1750. Sotto la volta della navata centrale sono tre pitture di valore: La cena di Emmaus e S. Giovanni che predica sulle rive del Giordano ad opera del figurista Raffaele Iodice da Giugliano (1932); S. Carlo Borromeo che guarisce un appestato, invece, è stato realizzato da Lanna Giuseppe. La coppia di acquasantiere del 1800, poste all’ingresso, fatte di pregiato marmo bianco, hanno il basamento incassato nell’attuale pavimentazione. Caratteristico è il particolare di un frammento della più antica muratura della chiesa conservato, quale memoria storica, sul muro di destra entrando. Pregevole è l’altare di S. Giovanni Battista, tutto in marmo policromo, intarsiato e scolpito, datato 1791. Per quanto riguarda più specificatamente il sacro vi sono 19 statue devozionali, alcune sono in cartapesta modellata, altre in legno scolpito. In chiesa, inoltre, sono custodite tre reliquie, appartenenti a S. Giovanni B., S. Giuseppe e S. Massimiliana. Degno di nota è anche il portale d’ingresso in bronzo sulle cui porte a due battenti sono incise le stazioni della Via Crucis. Sul sagrato antistante la chiesa è possibile ammirare la statua a grandezza naturale di San Giovanni Paolo II che venne in visita pastorale a Capua, il 24 maggio 1992, per celebrare il XVI centenario del Concilio Plenario Capuano del 392, che ebbe come oggetto peculiare dei suoi dibattiti la verginità perpetua della madre di Cristo.
Campanile
La facciata della chiesa ingloba a sinistra la snella torre campanaria che si sviluppa in due livelli segnati da cornici marcapiano leggermente aggettanti e traforati da monofore ad arco a tutto sesto. La torre reca sul fronte principale un orologio; essa è a terminazione piana e si conclude con una semplice struttura in ferro in cui alloggia un’antica campana. altre due campane sono alloggiate nella fabbrica.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1994)
Eliminata la balaustra che delimitava l’area, è stato modificato l’assetto del presbiterio con l’aggiunta di arredi liturgici. Si è preferito conservare l’altare antico in marmo commesso ed aggiungere il nuovo altare coram populo in marmo. A destra della mensa eucaristica è stato posizionato l’ambone in legno; a sinistra, la sede del presidente e le sedute per i ministranti sempre in legno chiaro. Lungo la navata laterale sinistra è stato collocato il confessionale in legno. La vasca battesimale in marmo è sistemata nella zona di ingresso, lato sinistro, della navata centrale. In una cappella laterale sono conservate le specie eucaristiche.
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