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edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Ravello
Amalfi - Cava De' Tirreni
chiesa
parrocchiale
S. Maria Assunta e S. Pantaleone
Parrocchia Santa Maria Assunta
Pianta; Facciata; Coperture; Cappelle laterali; Ambone momunentale; Cripta; Campanile; Impianto strutturale; Sagrato
presbiterio - aggiunta arredo (1991); altare - aggiunta arredo (1999); presidenza - aggiunta arredo (1999)
XI - XIX(diocesi di Ravello carattere generale); 1086 - XI(fondazione intero bene); 1094 - 1150(costruzione primo ambone monumentale); XII - XIII(costruzione campanile); 1179 - 1179(costruzione porte bronzee); XIII - XVII(costruzione altari laterali); 1272 - 1272(costruzione secondo ambone munumentale); 1279 - 1279(costruzione ciborio); XIV - XIV(costruzione cappella laterale); XIV - XIV(costruzione cappella laterale); XVII - XVIII(costruzione antica sacrestia); 1617 - 1633(costruzione cappella di San Pantaleone); 1667 - 1694(rifacimento transetto); 1704 - 1708(costruzione organo monumentale ala centrale); 1707 - 1707(rifacimento coperture); 1750 - 1767(rifacimento intero bene); 1760 - XVIII(rifacimento cappella di San Pantaleone); 1773 - 1773(demolizione totale ciborio); 1774 - 1776(ampliamento sacrestia); 1786 - 1786(demolizione totale portico); 1790 - XIX(lavori vari campanile); 1901 - XX(restauri campanile); 1901 - 1901(costuzione pavimento); 1927 - 1928(costruzione casa canonica); 1931 - 1931(restauro facciata); 1941 - 1941(Monumento Nazionale intero bene); 1973 - 1999(restauro intero bene); 2004 - 2010(costruzione organo ala centrale); 2014 - 2015(restauro canonica)
Duomo di Santa Maria Assunta e San Pantaleone
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Duomo di Santa Maria Assunta e San Pantaleone <Ravello>
Altre denominazioni Basilica di S. Maria Assunta e S. Pantaleone
Chiesa di S. Maria Assunta
Chiesa di S. Pantaleone
Chiesa di Santa Maria Assunta
Duomo di Ravello
Duomo di S. Maria Assunta
S. Maria Assunta e S. Pantaleone
Autore (ruolo)
Valentino, Francesco (cappella di san Pantaleone)
Della Monica, Pietro Antonio (cappella di san Pantaleone)
Chierici, Gino (restauri 1931)
Barisano da Trani (porte bronzee)
Matteo da Narni (ciborio)
Avena, Adolfo (restauro campanile inizi XX secolo)
Nicola di Bartolomeo da Foggia (secondo ambone monumentale)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze campane (costruzione)
romanico meridionale (impianto originario)
moresco (completamento intero bene)
bizantino (esecuzione primo ambone monumentale)
moresco (esecuzione primo ambone monumentale)
moresco (costruzione campanile)
bizantino (esecuzione porte bronzee)
moresco (esecuzione secondo ambone monumentale)
barocco (costruzione cappella di san Pantaleone)
barocco (rifacimento settecentesco intero bene)
barocco (ampliamento sacrestia)
neomoresco (restauro campanile)
neomedievale (restauro facciata)
neobarocco (restauro facciata)
neoromanico (restauro navata)
barocco napoletano (programma decorativo transetto)
gotico italiano (completamento campanile)
romanico meridionale (esecuzione porte bronzee)
classicismo (esecuzione secondo ambone monumentale)
Notizie Storiche

XI - XIX (diocesi di Ravello carattere generale)

Nel 1086 Ravello, ad opera di papa Vittore III e per forte volontà del principe normanno Ruggero Borsa (figlio di Roberto il Guiscardo), venne elevata a sede episcopale, soggetta immediatamente alla Santa Sede. Il monaco Orso Papice fu il primo vescovo. La diocesi fu dotata di ampie rendite provenienti da Giovinazzo, Bitonto e Barletta. Nel 1090 e nel 1188 fu confermata la sua diretta dipendenza da Roma. La diocesi divenne negli anni molto florida e vantò ottimi vescovi. Nel 1603 fu unita alla diocesi di Scala "in persona episcopi". Decadde a partire dal XVII secolo fino alla soppressione e annessione all'Arcidiocesi di Amalfi nel 1818.

1086 - XI (fondazione intero bene)

L'edificio venne edificato a patire dal 1086, anno di fondazione della diocesi di Ravello, di cui divenne la cattedrale, originariamente dedicata a Santa Maria Assunta. Essa nacque in stile romanico, sul modello di Montecassino ma con forti influssi arabonormanni (stile moresco); a tre navate separate da sedici colonne e copertura a capriate. La muratura fu realizzata in pietrame e malta di calce e successivamente (sec. XIV) venne affrescata. Nella costruzione della chiesa furono largamente impiegati materiali di spoglio provenienti da templi ed edifici preesistenti.

1094 - 1150 (costruzione primo ambone monumentale)

Nel 1094, su commissione di Costantino Rogadeo, secondo vescovo della diocesi, la basilica si arricchì del monumentale ambone dell'Epistola, nei pressi del quale il prelato sarebbe stato poi sepolto. L'ambone, collocato a sinistra nella navata centrale, è noto per il famoso mosaico che raffigura Giona e il Pistrice.

XII - XIII (costruzione campanile)

Nel corso dei secoli XII-XIII, a destra del complesso monumentale, fu innalzato il campanile, elegante opera di gusto moresco.

1179  (costruzione porte bronzee)

Le porte bronzee del portale principale, opera dell'artista Barisano da Trani del 1179, furono eseguite su commissione di Sergio Muscettola e collocate entro cornici scultoree di provenienza romana. Esse sono composte da due valve ricoperte da 54 formelle a rilievo incorniciate da fasce arabescate.

XIII - XVII (costruzione altari laterali)

Nel corso degli anni, il duomo si arricchì di numerosissime cappelle laterali (si parla di 29 cappelle), fatte erigere dalla nobiltà mercantile della città (famiglie D'Afflitto, Rufolo, Confalone, Bove, Coppola, Frezza ...). Esse adornavano tutta la chiesa, navate, absidi, atrio e cripta. Spesso modificate, abbellite e ristrutturate, nel corso dei restauri del secolo XX furono in gran parte abolite.

1272  (costruzione secondo ambone munumentale)

Nel 1272 Nicola Rufolo, unitamente alla moglie, Sigilgaida Della Marra, e ai quattro figli, donò alla chiesa cattedrale l'ambone del Vangelo, opera di Nicola di Bartolomeo da Foggia che si era formato presso i cantieri federiciani della Puglia.

1279  (costruzione ciborio)

Nel 1279, su commissione di Matteo Rufolo, in corrispondenza dell'altare maggiore, costruito ai tempi di Costantino Rogadeo, fu elevato il pregevole ciborio, opera di Matteo di Narni. Il tempietto era costituito da quattro colonne che reggevano quattro architravi marmorei sormontati agli angoli da sculture raffiguranti gli evangelisti. Al di sopra di essi si ergeva una doppia fila di colonnine terminanti in sommità con un tondo dell'Agnus Dei.

XIV  (costruzione cappella laterale)

Nel corso del XIV secolo, a sinistra della cattedrale, fu edificata una cappella con abside poligonale, concessa nel corso del secolo XV alla Confraternita del SS. Nome di Gesù. La via, che in origine separava i due organismi, gradualmente venne coperta da una successione di volte a crociera che raccordano muri ornati a tratti da elementi decorativi in tufo.

XIV  (costruzione cappella laterale)

A metà del secolo XIV fu elevata la cappella laterale in cui ancora oggi è possibile osservare lo stemma del vescovo Francesco Castaldo.

XVII - XVIII (costruzione antica sacrestia)

Nei secoli XVII-XVIII, sui ruderi della precedente Curia, fu edificata l'antica sacrestia che successivamente fu trasformata in cappella del SS. Sacramento.

1617 - 1633 (costruzione cappella di San Pantaleone)

La scelta di edificare una cappella dedicata al santo patrono, con lo scopo di custodire la reliquia del suo sangue, maturò nel 1617, col vescovo Michele Bonsio. Il 9 dicembre 1632 il notaio Andrea Battimelli redasse il contratto tra le autorità religiose, rappresentate dal vicario della cattedrale con alcuni capitolari, e i maestri marmorari, il fiorentino Francesco Valentino e il cavese Pietro Antonio Della Monica, attivi a Napoli. I lavori si ultimarono entro il mese di giugno dell'anno successivo.

1667 - 1694 (rifacimento transetto)

Durante l'episcopato di mons. Giuseppe Saggese (1667-1694), la cattedrale fu oggetto di un rifacimento, soprattutto nell'area del transetto. La precedente cupola, che sorgeva su un alto tiburio al centro del transetto, fu demolita e sostituita da una cupola più bassa non visibile all'estradosso.

1704 - 1708 (costruzione organo monumentale ala centrale)

Agli inizi del Settecento la cattedrale fu dotata di un organo monumentale, commissionato dal primicerio della cattedrale, Francesco Vito, all'organaro Stefano Menna di Napoli. In origine esso doveva essere collocato tra il pilastro destro dell'arco trionfale e l'ambone monumentale. Nel corso dei successivi lavori di rifacimento, l'organo fu traslato al di sopra del portale centrale per poi essere nuovamente collocato nel luogo originario a metà del XIX secolo. Nel corso dei lavori di restauro iniziati nel 1973 il grande organo fu smontato. Oggi si trova presso la chiesa di San Giovanni del Toro.

1707  (rifacimento coperture)

Agli inizi del Settecento le capriate della navata centrale furono interessate da un intervento di rifacimento finanziato con una somma che l'Università di Ravello aveva ricavato dalla vendita di una cospicua quantità di legname proveniente dai boschi demaniali.

1750 - 1767 (rifacimento intero bene)

Nel XVIII secolo l’edificio, in uno stato di forte degrado, venne radicalmente ristrutturato e assunse una candida veste barocca, che ne modellò le superfici con membrature e volute in stucco, accordando il sacro tempio ai gusti del tempo. Anche la facciata fu accordata a questo stile. In un documento, inviato al re Carlo di Borbone il 28 luglio 1750, il Capitolo fece presente la necessità di un “forte riparo” della chiesa, che minacciava “da lungo tempo rovina”. I lavori, finanziati con un contributo proveniente dalla vendita al sovrano di due colonne in verde antico, iniziarono durante l'episcopato di mons. Chiarelli (1742-1765) per terminare nel 1767. La navata centrale fu coperta da volta a botte (in sostituzione delle capriate) e la struttura del duomo fu irrobustita da contrafforti eretti all'esterno. Anche le navate laterali furono voltate in muratura, mentre alcune colonne della chiesa furono inglobate nei nuovi pilastri. L'ambone del XIII secolo fu parzialmente ridimensionato.

1760 - XVIII (rifacimento cappella di San Pantaleone)

In occasione del rifacimento settecentesco della chiesa, il vescovo Biagio Chiarelli fece restaurare ed ornare anche la cappella di San Pantaleone. In questa occasione furono realizzate le opere di consolidamento delle murature e la copertura a cupola. Nel 1782 fu inserito il paliotto in marmo policromo fiorentino nell'altare.

1773  (demolizione totale ciborio)

Nel 1773 il ciborio fu smontato su indicazione del vescovo Michele Tafuri, dopo aver consultato il Capitolo della Cattedrale e i sedili dei nobili e del popolo della città, con l'idea di ricomporlo nuovamente dopo i restauri, ma esso non venne più ripristinato. Gli architravi vennero utilizzati come gradini della cattedra vescovile mentre il bue e il leone, simboli degli evangelisti, vennero collocati sulla fontana della piazza, dove sono rimasti fino al 1974, anno in cui i reperti sono stati trafugati. L'aquila fu invece collocata in corrispondenza dell'archivolto del portale centrale. Attualmente le parti del ciborio, comprensive di colonnine e dell'Agnus Dei, sono custodite nel Museo del Duomo.

1774 - 1776 (ampliamento sacrestia)

Nel 1774 la sacrestia, in cui era solito riunirsi il Reverendo Capitolo della Chiesa Cattedrale, fu ampliata, come risulta da un contratto stipulato tra don Alessio Mansi, procuratore del Capitolo ed il maestro fabbricatore Gaetano Mansi di Cricco. I lavori prevedevano la demolizione di una vecchia casa adiacente all'attuale cappella di San Michele e la costruzione di nuovo ambiente che consentì anche di aprire un accesso laterale alla cattedrale.

1786  (demolizione totale portico)

Alla fine del secolo XVIII il portico, probabilmente coperto da tre cupole che si elevavano in corrispondenza delle porte, fu demolito a causa delle pessime condizioni in cui versava. Ad esso si accedeva mediante due gradinate laterali simmetriche rimosse nel secolo successivo per far posto ad una maestosa scalea centrale (attualmente esistente).

1790 - XIX (lavori vari campanile)

Alla fine del Settecento la torre campanaria fu dotata di un orologio, poi eliminato intorno alla metà del secolo successivo, quando il Municipio installò una nuova “macchina” nella chiesa di San Trifone. Nel corso dell’Ottocento le bifore del primo ordine vennero tamponate.

1901 - XX (restauri campanile)

Nel 1901 il campanile fu interessato da interventi di consolidamento statico, diretti da Adolfo Avena, tesi a rendere solidale la massa muraria con un sistema di catene in ferro. In questa occasione furono ripristinate le monofore a primo livello. Il progetto mirava anche ad un recupero dei motivi decorativi, in totale abbandono, con l’integrazione degli archetti e delle colonnine. Gli interventi successivi hanno riguardato gli intonaci e la galleria di archetti intrecciati presente alla sommità dell'edificio.

1901  (costuzione pavimento)

Nel 1901 fu messo in opera nelle navate un pavimento in quadroni marmorei bianchi e grigi, sostituito negli anni '70 con quello attuale.

1927 - 1928 (costruzione casa canonica)

Negli anni Venti del Novecento il canonico Antonio Mansi edificò gli ambienti dell'attuale casa canonica.

1931  (restauro facciata)

La facciata fu restaurata nel 1931 ad opera della Soprintendenza ai Monumenti di Napoli, sotto la direzione di Gino Chierici, che introdusse al suo centro una bifora sormontata da tre oculi, conferendole l'aspetto che ancora conserva, caratterizzato da una commistione di elementi barocchi e neoromanici. In tale circostanza fu allargata la scalea centrale.

1941  (Monumento Nazionale intero bene)

Con Decreto Reale del 03 gennaio 1941, il duomo di Ravello viene dichiarato Monumento Nazionale.

1973 - 1999 (restauro intero bene)

Nel 1973 sono iniziati i lavori di restauro che hanno restituito le linee romaniche alle navate lasciando, però, intatta la veste settecentesca del transetto. E' stata demolita la volta botte, ripristinando le capriate di copertura della navata centrale; sono state liberate le colonne inglobate nei pilastri e ripristinate le monofore e le scale di accesso alla cripta. Dopo una prima fase conclusa alla metà degli anni Ottanta, una nuova campagna di restauri ha avuto inizio nel 1996 che ha completato la restituzione dell'originaria veste architettonica. Anche gli amboni monumentali, in questa fase (1998), sono stati restaurati.

2004 - 2010 (costruzione organo ala centrale)

La cattedrale è stata dotata di un nuovo grande organo collocato in corrispondenza del portale centrale realizzato dalla bottega d'arte organara "Ponziano Bevilacqua" di Torre de' Nolfi (Aq).

2014 - 2015 (restauro canonica)

negli anni 2014-2015 sono stati effettuati lavori di restauro e consolidamento alla casa canonica.
Descrizione

Il complesso monumentale del duomo di Ravello è tra i più insigni episodi architettonici diocesani. Sorge al centro della città, di cui rappresenta l'emergenza monumentale principale, e prospetta in posizione dominante sulla storica piazza Vescovado, a sua volta aperta verso la sottostate Valle del Dragone. Il complesso, che viene così a trovarsi in un contesto urbanistico e naturalistico di notevole valore, è stato dichiarato Monumento Nazionale. Frutto di moltissimi rimaneggiamenti ed ampliamenti, si presenta oggi con la ritrovata veste originaria romanica all'interno e con una facciata, restaurata in una commistione di gusti neomedievale e neobarocco, tripartita a salienti, con tre portali, una grande bifora centrale e conclusione a timpano. Il campanile, arretrato rispetto all'edificio, invece, conserva l'originario aspetto romanico arabonormanno. La planimetria del sacro edificio è a tipologia longitudinale, con transetto absidato. Le tre navate sono suddivise da slanciati colonnati in marmo con capitelli di spoglio (di vario stile), su cui si ergono archi a tutto sesto e le elevate pareti della navata centrale che terminano in sommità con una teoria di monofore. Sulla parete di controfacciata è alloggiato un recente organo a canne, mentre un imponente arco trionfale segna l'innesto della navata nel transetto. Le coperture della navate sono a capriate (lignea nella centrale, ricostruita in calcestruzzo nelle laterali), mentre il transetto, che conserva la veste barocca settecentesca, ha cupola centrale affiancata da volta a botte. Il piano delle navate presenta una forte pendenza, in salita verso il transetto, che ne risulta molto emergente. Il transetto, a sua volta, è rialzato rispetto alle navate mediante una serie di gradini, per la presenza della sottostante cripta. Del complesso fanno parte il duomo, la chiesa del SS. Nome di Dio, alcune cappelle, la sacrestia, il campanile, la cripta-museo, la canonica e numerosi altri ambienti ed aree esterne.
Pianta
La pianta del duomo si sviluppa secondo una tipologia longitudinale a croce latina, costituita dalla navata centrale, le due navate laterali e il transetto contenuto nel perimetro di base. L'accesso alla chiesa avviene attraverso i tre portali con relativo atrio ligneo (uno per navata), che si aprono sul sagrato antistante. Circa a metà della navata centrale trovano collocazione, a sinistra e a destra, i due amboni monumentali, fronteggiantesi. Le navate laterali presentano una cappella per lato. Il dislivello esistente tra le navate e il transetto è superato da rampe di scale che si sviluppano per l'intera larghezza dell'edificio (in quella centrale è stata recuperata la pavimentazione originaria). Da ciascuna delle navate laterali parte una rampa che conduce alla sottostante cripta. Sul fondo del transetto troviamo due absidi (in corrispondenza delle navate centrale e destra) e l'accesso alla cappella di San Pantaleone (a sinistra). Al centro del transetto sono ubicati l'altare maggiore e l'area presbiteriale. Su entrambi i lati dell'edificio sono presenti altri ambienti (sacrestia, sale, campanile) e accessi.
Facciata
La facciata conserva la struttura a salienti, tipica delle chiese romaniche, il cui profilo segue la diversa altezza delle navate. Essa è aperta da tre portali i cui stipiti ed architravi sono materiale di spoglio di origine romana. Il portale centrale, che reca le porte bronzee, ha una cornice ad arco pieno ed è sormontato da una bifora di gusto neoromanico. I portali laterali sono sormontati da aperture polilobate di gusto neobarocco. Ai salienti laterali sono accostate due coppie di lesene (vestigia dell'antico portico), collegate in sommità da un alto e articolato cornicione, interrotto nella parte centrale (in corrispondenza della bifora). La facciata si chiude, in alto centralmente, con un piccolo timpano a cornici dentallate. La superficie della facciata è trattata ad intonaco civile uniforme in tinta chiara.
Coperture
La copertura della navata centrale presenta capriate in legno, mentre quella delle navate laterali presenta capriate in cemento armato. Il transetto è coperto a cupola e volte laterali. Le falde estradossali, spioventi sui vari corpi di fabbrica, sono completata da manto in cotto (alternanza di embrici e coppi antichi).
Cappelle laterali
Tra le cappelle laterali emerge quella dedicata a San Pantaleone, patrono della città, che sorge sul lato sinistro della chiesa ed è accessibile dal transetto, lateralmente all'abside centrale. Di gusto barocco, l'ambiente è costituito da un'ampio vestibolo d'ingresso (coperto a volta a botte decorata) e da un sacello absidato, coperto da cupoletta, al di sotto della quale si erge l'altare della reliquia, con dossale in marmi policromi e paliotto in alabastro e madreperla. All'ingresso della cappella è apposto una grande cancellata in ferro battuto e decorato, che ingloba delle balaustre. Adiacente alla navata destra si erge la cappella delle icone orientali, già sacrestia, costituita dalla successione di tre ambienti quadrangolari, coperti da volte a schifo, ornati da una veste pittorica che delinea partiture geometriche in policromia.
Ambone momunentale
Nella navata centrale del duomo sono presenti due ambone monumentali. Quello più antico, a sinistra, è costituito da una tribuna che si allarga a loggetta verso la navata (al di sopra di un piccolo vano arcuato), accessibile mediante due rampe di scale disposte simmetricamente ai lati. L'opera presenta preziosissimi decori musivi e scultorei, tra cui i famosi mosaici raffiguranti Giona e il pistrice. L'ambone monumentale più recente, a destra, è costituito da un'ampia tribuna elevata al di sopra di sei colonnine tortili rette da sculture zoomorfe; ad essa si affianca, mediante un piccolo passetto, la cassa delle scale (al di sopra di un antico altare). L'opera è interamente rivestita di pregevolissimi mosaici in porfido e serpentino, misti ad opere scultoree in marmo, tra cui l'aquila del leggio.
Cripta
Al di sotto del transetto e della navata destra si sviluppa la cripta, accessibile da entrambe le navate. L'ambiente è attraversato da un colonnato in granito e coperto da volte a crociera. Nella cripta è allestito il Museo del Duomo.
Campanile
Il campanile sorge in prossimità dell'ala destra del transetto. E' a pianta quadrata e tre piani molto slanciati, di cui il primo presenta pareti cieche e i successivi due sono caratterizzati da bifore di accentuata altezza, decorate con elementi in cotto e profili in marmo bianco. La sommità è costituita da un breve piano decorato ad archetti ciechi intrecciati in tufo, su colonnine in marmo bianco. Il manufatto è un elegante esempio di gusto moresco.
Impianto strutturale
La tipologia strutturale è tradizionale, costituita da muratura portante, colonne e orizzontamenti archivoltati e a capriate. Alcuni parti strutturali sono in calcestruzzo armato, in seguito a lavori di consolidamento.
Sagrato
Il sagrato del duomo prende oggi il posto dell'antico atrio crollato, di cui restano le tracce nelle quattro lesene della facciata. Esso emerge sulla grande piazza antistante, da cui è rialzato mediante una elegante scalea centrale, che dà accesso al suo spazio rettangolare esteso per tutta la larghezza della facciata e circondato da parapetti lapidei, a mo' di terrazza belvedere sulla storica e famosa piazza Vescovado.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1991)
L'adeguamento liturgico, realizzato nel 1991 su progetto dell'arch. Donatella Mazzoleni, ha interessato l'intera area presbiteriale con la realizzazione di un nuovo altare rivolto al popolo, edificato sulle scale di accesso all'altare maggiore settecentesco, realizzato con il recupero di alcuni elementi della balaustra barocca demolita nel corso degli interventi di restauro del 1973.
altare - aggiunta arredo (1999)
Nel 1999, in occasione degli interventi diretti dall'arch. Ruggero Martines, in sostituzione del precedente arredo, è stato realizzato un nuovo altare rivolto al popolo, sistemato al centro del presbiterio, che nasce dal recupero di un pregevole sarcofago del sec. XIV a soggetto cristiano, cui sono state aggiunte la base e la mensa, con sostegni in acciaio.
presidenza - aggiunta arredo (1999)
Nel 1999 sono stati aggiunti anche una presidenza movibile in legno, recuperando un’antico arredo in legno, e un piccolo ambone movibile.
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