chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Laveno-Mombello
Milano
chiesa
sussidiaria
S. Ambrogio
Parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo
Impianto strutturale; Opere d'arte; Opere d'arte
presbiterio - intervento strutturale (1970)
1933 - 1940(costruzione intero bene); 1940 - 1940(costruzione altare maggiore); 1961 - 1962(decorazione interno); 1970 - 1970(adeguamento altare maggiore); 2011 - 2011(rifacimento e restauro copertura e cupola)
Chiesa di Sant'Ambrogio
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Sant'Ambrogio <LAVENO MOMBELLO>
Altre denominazioni S. Ambrogio
Autore (ruolo)
Mezzanotte, Paolo (progetto chiesa e altare maggiore)
Ambito culturale (ruolo)
architettura moderna (costruzione)
Notizie Storiche

1933 - 1940 (costruzione intero bene)

La chiesa di S. Ambrogio, o "chiesa nuova", sorse per caparbia volontà di don Alessandro Rossi. Vari i motivi, tra cui, principale, l'incremento continuo della popolazione per crescenti opifici di ceramica. Queste le fasi salienti. 1933: donazione del terreno alla parrocchia, acquisito nel 1931 grazie a fondi di privati (e del parroco); approvazione del progetto dell'arch. Mezzanotte (9.IX); inizio dei lavori (2.X). 1934: visita del card. Schuster sul cantiere. 1937: ultimazione al rustico dell'edificio. 5/6.VI.1940: consacrazione. 1942: posa pavimento. Don Rossi non riuscì a vedere completata l'opera, che fu portata avanti, anche grazie a un'estenuante raccolta fondi (un comitato "pro chiesa" era attivo, addirittura, dal 1927), dal suo successore, don Roberto Alliata.

1940  (costruzione altare maggiore)

Per la consacrazione della chiesa, nel giugno 1940, non era ancora stato ultimato il monumentale altare maggiore secondo il progetto dell'architetto Mezzanotte (n. 2 disegni in: Archivio Storico Diocesi di Milano, fondo Arte Sacra, 15/1940). Questo fu messo in opera, senza derogare al disegno, solo nel 1961, quando, il 16 maggio di quell'anno, fu consacrato da mons. Giuseppe Schiavini.

1961 - 1962 (decorazione interno)

Una campagna di interventi, portata avanti tra il 1961 e il 1962, riguardò l'altare maggiore, che fu riconfigurato nell'assetto mantenuto sostanzialmente ancora oggi (ad eccezione dell'adeguamento dell'area ai canoni post-conciliari), e il tetto, dove fu posato un manto di copertura in pietre provenienti dalla Valmalenco. I lavori furono completati con l'ingaggio di Innocente Salvini ed Egidio Casarotti per la decorazione pittorica interna e per la decorazione plastica esterna.

1970  (adeguamento altare maggiore)

L'intervento di adeguamento dell'altare maggiore ai canoni post-conciliari fu completato nel 1970. Il 10 maggio di quell'anno fu consacrata la nuova mensa.

2011  (rifacimento e restauro copertura e cupola)

Nel 2011 un piano di lavori portò al rifacimento copertura, quale è oggi, alla sostituzione delle lattonerie e al restauro delle superfici in laterizio esterne del tamburo della cupola.
Descrizione

Don Alessandro Rossi volle imprimere un forte segno cristiano al borgo di Laveno. Riuscì certamente a imprimere un indelebile segno a scala paesaggistica che fu assorbito a fatica, nella percezione e nella coscienza degli abitanti. La mole della chiesa di S. Ambrogio, ancora oggi popolarmene nota come "chiesa nuova", s'innalza su una piattaforma creata allo scopo sopra la linea dei tetti delle ultime case aggrappate al fianco della collina di Laveno, a dominio del golfo che, sino alla costruzione (1933-1940), era sottolineato dal solo andamento orizzontale del prospetto ottocentesco dell'abitato e dalla svettante cuspide del campanile della "chiesa vecchia", ossia dalla parrocchiale seicentesca dedicata ai santi Filippo e Giacomo. L'architetto Paolo Mezzanotte, del resto, non adottò nessuna forma di mitigazione per la già salda mole rivestita in grosse pietre squadrate, innalzando sopra l’innesto dei bracci una geometrica cupola cilindrica in mattoni. Oggi, a distanza di anni, anche grazie a qualche adeguamento estetico sulle coperture e all’infittirsi della vegetazione, l’edificio è stato in parte riassorbito in un contesto che, nel Secondo Dopoguerra, avrebbe conosciuto ulteriori, scomodi inserti architettonici. La chiesa si sviluppa su una pianta a croce greca orientata e absidata, con ingresso principale da occidente. Tutte le tre testate (i bracci del transetto e l'ingresso) sono ornate di monumentali lunette in terracotta, opera di Egidio Casarotti del 1962. L’interno è . Solenne. Lo spazio culmina nella cupola sorretta da pennacchi. Alle pareti colorate, ampi settori sono affrescati con le vivaci cromie di Innocenzo Salvini.
Impianto strutturale
Edificio innalzato con murature continue a sezione normalizzata (ad eccezione dei pilastri angolari di sostegno per la cupola) senza il ricorso a elementi puntuali isolati. Il corpo centrale della chiesa è dimensionato in quadrato e coperto da una cupola che si sviluppa con un tamburo cilindrico sorretto da quattro pennacchi. La mole è controbilanciata, all’esterno, anche grazie ad ambienti di servizio giustapposti ai lati del quadrato di base e del presbiterio. I quattro bracci della croce sono coperti con volte a botte. L’abside è coperta con una semicupola.
Opere d'arte
La lunetta di Egidio Casarotti sopra l'ingresso illustra episodi della vita di Gesù Cristo e della Passione. Le altre due lunette, opera del medesimo autore, collocate alle testate esterne dei transetti, sono dedicate all'Assunta (sotto la cui protezione è posta la più antica chiesa lavenese, nota come Chiesa di S. Maria in Ca' Deserta) e al Concilio Vaticano II. Della personale interpretazione cromatica del mondo e della storia racchiusa nell'arte di Innocente Salvini rimangono, nella chiesa, tra le migliori testimonianze: ‘Discorso della montagna’ (in controfacciata); i santi Carlo e Ambrogio, una ‘Pesca miracolosa’ e una ‘Moltiplicazione dei pani’ alle pareti; ‘Ultima cena’ e ‘Processo a Gesù’ ai lati dell'altare; i quattro evangelisti nei pennacchi della cupola.
Opere d'arte
Merita una menzione, infine, l'altare dedicato alla Madonna dei calciatori (o Madonna del Verbano). L'idea di consacrare un'effige mariana ai calciatori venne a don Natale Motta. Il prelato, già attivamente impegnato nella Resistenza, aveva adattato una villa di Laveno a centro di assistenza per bambini orfani nei difficili anni dopo la Seconda Guerra Mondiale. Convinto che lo sport, e il calcio in particolare, potessero rappresentare un momento fondativo identitario per i ragazzi, riuscì a invitare la squadra del Torino nella villa, per un'improvvisata partita, grazie alla profonda amicizia con Franco Ossola, che giocava nella squadra nel ruolo di attaccante. Dopo la tragedia di Superga, don Natale volle dedicate a Franco Ossola l’istituto lavenese e prese con forza a propagandare un dipinto raffigurante una Madonna in volo sul Lago Maggiore, circondata dalle bandiere delle principali squadre di allora, che aveva fatto eseguire per la cappellina della dimora, come patrona dei calciatori. Giuse persino al cospetto di Pio XII. La vicenda successivamente perse di importanza sino ad anni recenti, quando il quadro è stato recuperato e collocato in S. Ambrogio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1970)
Nel 1970 fu collocata al centro dell'area presbiteriale l'attuale mensa marmorea, benedetta il 10 maggio di quell'anno da mons. Bernardo Citterio. L'impresa portava a completamento una riforma dell'area presbiteriale avviata nel 1961, quando, in unità con altri lavori nella chiesa, fu rialzato l'altare maggiore, coronato da una ciborio su colonnine, che rispondeva alla primitiva idea dell'architetto Paolo Mezzanotte (1940) mai realizzata.
Contatta la diocesi