chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Alba Alba chiesa conventuale San Domenico Parrocchia Cattedrale di San Lorenzo Impianto strutturale presbiterio - intervento strutturale (anni '80 del sec. XX) 1292 - 1292(edificazione intero bene); 1320 ca. - 1320 ca.(decorazione interni); 1321 - 1321(realizzazione altare); 1340 - 1340(edificazione cappella); 1440 - 1440(completamento intero bene); metà XVII - metà XVIII(riplasmazione intero bene); 1801 - 1801(dignità intero bene); 1826 - 1826(giurisdizione intero bene); 1860 - 1862(demolizione convento); 1869 - 1869(descrizione intero bene); 1903 - 1903(restauro intero bene); 1977 - 1990(restauro intero bene)
Chiesa di San Domenico
Tipologia e qualificazione
chiesa conventuale
Denominazione
Chiesa di San Domenico <Alba>
Ambito culturale (ruolo)
gotico (edificazione)
maestranze piemontesi (riplasmazione)
Notizie Storiche
1292 (edificazione intero bene)
Il nobile Pietro de Brayda dispone una donazione per l'avvio della fabbrica della chiesa conventuale di San Domenico.
1320 ca. (decorazione interni)
Nel momento in cui il cantiere raggiunge una fase di avanzamento significativa, prende avvio la prima campagna decorativa, basata su modelli astratti e geometrici.
1321 (realizzazione altare)
E' menzionato l'altare collocato presso la cappella sepolcrale della famiglia Mollo.
1340 (edificazione cappella)
I frati predicatori ricevono una donazione per completare la costruzione di una cappella sussidiaria.
1440 (completamento intero bene)
Papa Eugenio IV concede un'indulgenza per la raccolta di fondi destinati al completamento e aggiornamento della fabbrica.
metà XVII - metà XVIII (riplasmazione intero bene)
Prende avvio una fase di completo rinnovamento degli apparati decorativi e di aggiornamento delle strutture delle cappelle gentilizie.
1801 (dignità intero bene)
Il governo napoleonico insediatosi in Piemonte procede alla soppressione del convento.
1826 (giurisdizione intero bene)
Carlo Felice di Savoia, venuto in possesso del convento, lo dono al capitolo della cattedrale di Alba, che vi insedia la confraternita del Sacro Cuore.
1860 - 1862 (demolizione convento)
Su progetto di Giorgio Busca, si procede alla demolizione del complesso conventuale adiacente alla chiesa e alla costruzione, sul sito reso disponibile, del collegio-convitto.
1869 (descrizione intero bene)
S. Domenico è menzionata, come sede della confraternita del Sacro Cuore di Gesù, nell'indagine sulle chiese non parrocchiali della diocesi di Alba.
1903 (restauro intero bene)
Si procede a un'ampio intervento di restauro finalizzato a restituire, integrandola, l'immagine tardomedievale dell'edificio.
1977 - 1990 (restauro intero bene)
Si procede al consolidamento delle volte con l'inserimento di catene e tiranti metallici. Negli anni successivi prende avvio un'ampia campagna di restauro, che farà assumere all'edificio l'aspetto odierno.
Descrizione
Complesso trecentesco di grande interesse, presenta un'immagine architettonica di grande coerenza sebbene frutto di un cantiere scalato nel tempo per oltre un secolo. Ha impianto longitudinale, a tre navate, con cappelle laterali ricavate in spessore di muro, frutto perlopiù di interventi di riplasmazione di età moderna. La navata maggiore, coperta da volte realizzate nel corso del sec. XIV e sostenute da pilastri cilindrici decorati a scacchiera, è conclusa da un profondo presbiterio con abside poligonale caratterizzata dalla presenza di altre monofore archiacute. Le navate laterali, anch'esse coperte da volte a crociera che impostano alla stessa quota di quelle della nave centrale, definendo così l'edificio come un esempio di grande interesse di hallenkirche, si concludono invece con due cappelle a terminazione piana. Da notare che la campata di fondo della cappella di sinistra funge da base per il campanile, realizzato probabilmente nel secondo Trecento.
La facciata, a capanna tripartita da contrafforti cuspidati, anticipa lo sviluppo dello spazio interno ed è caratterizzata dalla presenza un portale principale fortemente strombato e dalla ricca bicromia. Esso è inserito in un protiro sviluppato su due livelli: il primo ospita il portale stesso, sormontato da un arco trilobato, ed è concluso da un fregio ad archetti, anch'essi trilobati, al pari di quelli che costituiscono tutte le fasce decorative sommitali dei muri perimetrali; il secondo, concluso da un fregio analogo, ospita invece un rosone. Due slanciate finestre archiacute, poste nelle specchiature laterali della facciata e simili a quelle che si aprono nell'abside, concludono la composizione.
Impianto strutturale
Edificio in muratura portante di mattoni (fatti salvi alcuni inserti in pietra, necessari per la definizione cromatica del portale e delle finestre dell'abside), presenta una struttura marcatamente gotica coerente nelle sue membrature e articolazioni, nonostante la longue durée del cantiere, con soluzione planivolumetrica a hallenkirche.
Lo spazio interno è scandito da pilastri cilindrici conclusi da un capitello semplificato che raccoglie le ricadute degli archi longitudinali e trasversali (a sesto acuto) e dei costoloni torici delle volte a crociera. A questi corrispondono, sulle pareti laterali delle navate, lesene semicilindriche, di pari altezza e analoga funzione, mentre all'esterno, sia in facciata sia sui fianchi, una serie di contrafforti irrobustisce, ritmandole, le murature.
Mutatis mutandis, lo stesso sistema strutturale si riscontra nell'abside poligonale, scandito esternamente da robusti contrafforti prismatici.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (anni '80 del sec. XX)
In occasione dell'ultima campagna di restauro, che ha accompagnato la trasformazione dell'edificio da luogo di culto in spazio polifunzionale per attività culturali (conferenze, mostre e museo, affidato in comodato d'uso all'associazione Famija Albèisa), contestualmente alla riorganizzazione dello spazio presbiteriale, sono stati rimossi i resti dell'altare ottocentesco.