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Chiesa di Sant'Agata al monastero
Tipologia e qualificazione
chiesa rettoria
Denominazione
Chiesa di Sant'Agata al monastero <Catania>
Altre denominazioni
Badia di Sant'Agata Chiesa di Sant'Agata alla Badia Monastero di Sant'Agata Monastero S. Agata
Autore (ruolo)
Vaccarini, Giovanni Battista (progetto)
Palazzotto, Giuseppe Domenico (progetto)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze siciliane (costruzione)
Notizie Storiche
1735 - 1767 (costruzione intero bene)
Fondato nel 1612 per altra regola e passato alle Benedettine nel 1652, l'originario complesso monastico rovinò nel 1693; la ricostruzione in sito si ritiene essere iniziata all'alba del quarto decennio del secolo XVIII. Interamente di Vaccarini è la chiesa, avviata nel 1735 e forse l'opera sua più celebre nel capoluogo etneo, cui lavorò gratuitamente -si dice- per devozione alla Patrona e che controllò fino all'ultimazione (1767), come in molti altri casi avvalendosi tuttavia della collaborazione di Giuseppe Palazzotto (suo procuratore dopo il trasferimento a Milazzo), al quale si devono limitati apporti personali. Fu solennemente consacrata dal vescovo Corrado De Moncada il 20 maggio 1797.
Descrizione
La facciata interamente in calcare bianco su alto zoccolo lavico, simmetrica e ad un unico ordine di alzato è articolata in tre partiti e presenta un andamento ondulato: concavo nel partito centrale, in cui si apre a conclusione di una breve rampa l'unico portale, architravato ed inquadrato agli stipiti da coppia di colonne binate dalla minuta decorazione a calzetta; convesso nei laterali, ove campeggiano finestre timpanate. Tale andamento ondulato oltre la corposa trabeazione, ulteriormente sottolineata dalle gelosie ventrute del cantoria e con frontone spezzato a coronamento del partito centrale, diventa triconcavo nell'alta parete atticale, coronata da una balaustra con statue; questa, quasi occultando ad E la breve ed appartata cella campanaria, rigira sui fronti laterali, intonacati in grigio cupo e su cui si aprono mostre in calcare. Volumetria prismatica a base quadrangolare. Spazio costruito ad impianto centralizzato e sovrastato da cupola costolonata a calotta semisferica su tamburo ottagonale in esterno.
Planimetria
Schema planimetrico ad aula unica di forma quadrangolare con absidiole semicircolari agli angoli e cappelle rettangolari ai lati. L'aula è preceduta da un profondo vestibolo, con sovrastante cantoria che si attesta sul muro di controffacciata, ed è conclusa dal presbiterio rettangolare rialzato con abside semicircolare. A sinistra del vestibolo d'ingresso si attesta la sacrestia.
Coperture
Piana a terrazza sulle aree attorno alla cupola, con esclusione dello spiovente in coppi sulla cella campanaria.
Scale
Due esterne: in facciata una breve rampa di dieci gradini in conci squadrati di pietra lavica dà accesso alla chiesa; due rampe opposte e parallele al fronte O, in pietra lavica e con pianerottolo comune, immettono all'ingresso laterale. Una interna, in muratura rivestita di marmo, da un contiguo ambiente dell'ex convento conduce alla cantoria.
Pavimenti e pavimentazioni
Lastre di marmo bianco e bardiglio in tutto lo spazio liturgico: in unico disegno radiocentrico a volute e fioroni nell'aula, in composizione geometrica nella sacrestia.
Elementi decorativi
Molti elementi marmorei a tutto tondo, fra cui due angeli stanti che reggono le acquasantiere all'ingresso; cinque altari in marmo giallo di Castronovo sormontati da altrettante statue in stucco lucido; un crocifisso ligneo di Ignazio Carnazza (1696).
Impianto strutturale
Muratura in conci di pietra lavica e malta.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (anni '70 del XX secolo)
Una struttura rettangolare con quattro gambe in legno scolpito e dorato sorregge la mensa in marmo giallo.