chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Reggiolo Reggio Emilia - Guastalla chiesa sussidiaria Madonna di Lourdes Parrocchia di Santa Maria Assunta Impianto strutturale; Pianta; Interno; Prospetto Principale; Coperture; Pavimentazioni presbiterio - aggiunta arredo (1965-75) XV - XV(preesistenze intero bene); 1579 - 1579(ricostruzione intero bene); 1666 - 1666(altare maggiore presbiterio ); 1760 - 1760(ristrutturazione intero bene); XIX sec. - XX inizio(dedicazione carattere generale); 1922 - 1923(costruzione ''grotta'' di Lourdes presbiterio); 1992 - 1993(restauro e consolidamento strutturale intero bene); 2013 - 2014(riparazione danni e miglioramento sismico intero bene)
Chiesa della Madonna di Lourdes
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa della Madonna di Lourdes <Reggiolo>
Altre denominazioni
B.V. di Lourdes Madonna del Carmine S. Antonio San Rocco
Ambito culturale (ruolo)
maestranze emiliane (preesistenze)
maestranze emiliane (ricostruzione chiesa)
maestranze emiliane (rifacimento chiesa)
maestranze emiliane (costruzione grotta della Madonna di Lourdes)
maestranze emiliane (restauro e consolidamento strutturale)
maestranze emiliane (miglioramento sismico)
Notizie Storiche
XV (preesistenze intero bene)
Nonostante l’assenza di documenti si ritiene che una primitiva costruzione in forma di oratorio esistesse già nel XV secolo. Si trattava della prima chiesa costruita fuori del castrum novum, nell’area dove successivamente verrà indirizzato lo sviluppo urbanistico di Reggiolo.
1579 (ricostruzione intero bene)
L’oratorio viene ricostruito verso la fine del XVI secolo. Se ne ha notizia da un’iscrizione (ormai scomparsa ma trascritta in documenti d’archivio), che era collocata nella facciata interna. L’iscrizione, recante la data del marzo 1579, specificava che l’oratorio precedente era vetusto e la costruzione di quello nuovo era stata possibile grazie al contributo della Confraternita del SS. Sacramento e alla grande raccolta di offerte quale ex-voto per la preservazione del popolo di Reggiolo dalla peste. Nell’iscrizione era altresì riportato che l’oratorio si trovava sotto il titolo della Vergine Maria e dei santi Rocco e Antonio Abate.
1666 (altare maggiore presbiterio )
Intorno alla metà del XVII secolo viene realizzato il paliotto in scagliola bianco e nero, oggi parte integrante dell’altare maggiore. Entro l’ovale centrale vi è raffigurato Sant’Antonio da Padova genuflesso in atto di adorare il Bambino Gesù, mentre gli angioletti circondano la scena. Fino agli anni Trenta dell’Ottocento la chiesa risultava intitolata alla Madonna e a Sant’Antonio da Padova, ma non è certo se il paliotto sia stato realizzato appositamente per la chiesa o sia pervenuto da altra collocazione. L’identità dell’autore è riportata nel paliotto stesso. Autorevoli fonti bibliografiche sono concordi nel ritenere che si tratti di Giovanni Gavignani, scagliolista allievo di Guido Fassi e poi di Annibale Griffoni. Il paliotto, datato 1666, è una ripetizione del dossale eseguito alcuni anni prima dallo stesso Gavignani per la chiesa di San Nicolò di Carpi.
1760 (ristrutturazione intero bene)
Nel 1760 la chiesa viene interessata da un intervento radicale di trasformazione secondo il gusto del tempo. Viene solennemente benedetta il 25 gennaio 1761.
XIX sec. - XX inizio (dedicazione carattere generale)
Dagli anni Trenta dell’Ottocento fino ai primi decenni del Novecento la chiesa resterà sotto il titolo di San Rocco (di Montpellier).
1922 - 1923 (costruzione "grotta" di Lourdes presbiterio)
Sotto la spinta della forte devozione verso la Madonna di Lourdes, all’inizio del XX secolo si comincia a pensare alla realizzazione nell’abside della chiesa di una imitazione della grotta delle apparizioni. Il progetto, inizialmente accantonato a causa degli imminenti eventi bellici, viene portato a compimento nel 1922-23. Conseguentemente, la chiesa assumerà la dedicazione alla Madonna di Lourdes.
1992 - 1993 (restauro e consolidamento strutturale intero bene)
Nei primi anni ’90 del Novecento viene attuato un importante intervento di restauro e consolidamento strutturale dell’edificio nel suo complesso, compreso il campanile. I lavori hanno riguardato principalmente la struttura del tetto (il cui peso è stato reso indipendente dalla cupola sulla quale poggiava per essere indirizzato verso i muri d’ambito) e la cupola che è stata risarcita con la tecnica del cuci-scuci e consolidata con una cappa armata. Anche la lanterna è stata resa indipendente dalla cupola. Sono state risanate le murature dall’umidità di risalita e si è proceduto alla ritinteggiatura interna, alla sistemazione del pavimento, alla pulitura della grotta e al restauro delle opere d’arte. E’ stato altresì rifatto l’impianto elettrico. Il progetto è stato redatto dall’arch. A. Spallanzani di Reggio Emilia con la consulenza strutturale dell’ing. A. Raffagli di Bologna.
2013 - 2014 (riparazione danni e miglioramento sismico intero bene)
In seguito al grave evento sismico verificatosi il 20 e 29 maggio 2012 in territorio emiliano, la chiesa viene dichiarata inagibile. Dopo i primi interventi di messa in sicurezza la chiesa viene sottoposta ad un più esteso intervento di consolidamento delle strutture e miglioramento sismico. I danneggiamenti più gravi hanno riguardato le volte e gli archi dell’aula e la cella campanaria, quest’ultima interessata da una rotazione dei pilastri. In particolare, gli interventi che sono stati attuati sono stati tesi al consolidamento delle volte con fasciature in fibra d’acciaio, al riposizionamento della lanterna (rimossa in fase di somma urgenza), al consolidamento del fusto della torre campanaria con incatenature della cella. Sono state altresì effettuati degli interventi di scuci-cuci nelle strutture murarie e risarcite le lesioni intradossali degli archi e delle volte. Il progetto reca la firma dell’ing. Luca Speroncini e dell’arch. Luca Ghiaroni.
Descrizione
La chiesa della Madonna di Lourdes è parte integrante dell’aggregato urbano. Sui lati maggiori è contigua ad altri edifici, mentre la facciata, rivolta a nord, prospetta su una delle principali vie del paese. Le forme attuali della chiesa si devono ad un intervento di radicale rifacimento, attuato nel 1760, di un precedente oratorio risalente probabilmente al XV secolo, già pesantemente ristrutturato alla fine del Cinquecento. Diverse sono state le intitolazioni che si sono succedute nei secoli. Un’antica iscrizione, rimossa nel 1579 e ormai perduta, riportava la dedica alla Vergine Maria e ai santi Rocco e Antonio Abate. In seguito venne citata con il titolo di S. Croce (1593) e poi alla Madonna e a S. Antonio Abate fino agli anni Trenta del XIX secolo; infine a San Rocco fino agli inizi del XX secolo quando assunse la titolazione attuale.
L’impianto planimetrico è impostato su una sequenza di spazi che evidenziano marcatamente l’asse longitudinale. Il profondo vestibolo d’ingresso immette nell’aula di forma pressoché quadrata con quattro colonne libere e quattro addossate alle pareti laterali. La soprastante cupola termina con una lanterna. Il presbiterio è leggermente rialzato. Sulla parete di fondo, entro colonne composite, è collocata la “grotta” della Madonna di Lourdes fatta realizzare negli anni Venti del Novecento. L’altare maggiore reca un paliotto realizzato intorno alla metà del XVII secolo da un maestro della scagliola carpigiana che, nell’ovale centrale, vi ha raffigurato Sant’Antonio da Padova in adorazione del Bambino Gesù.
La facciata è definita da paraste doriche su alto basamento ed è conclusa da un frontone triangolare ad andamento curvilineo. Due ristrette ali con lesene serrano la facciata sui due lati. Il portone di ingresso è sormontato da una nicchia vuota poco profonda che invade la trabeazione.
Sul lato est della chiesa è situato il campanile, accessibile dal vestibolo di ingresso della chiesa. Ha una pianta quadrata ed è alto circa 16 metri. La cella è a monofore e la copertura piramidale.
Impianto strutturale
La struttura portante della chiesa è in laterizio di mattoni pieni. Dalla Relazione storico-architettonica del danno sismico (2013) si apprende che lo spessore della muratura varia da 53 a 80 cm. La cupola è in mattoni, realizzata a doppio guscio. Le volte hanno i mattoni disposti in foglio.
Pianta
La composizione planimetrica ha uno sviluppo marcatamente longitudinale. Il vestibolo di ingresso a forma pressoché quadrata introduce all’aula, anch’essa quadrata con colonne libere agli angoli e semincassate alle pareti, tutte poggianti su basi ottagonali e capitello composito. Il presbiterio a terminazione rettilinea è leggermente rialzato rispetto al piano dell’aula. Ha un’abside rettilinea, nella quale, entro colonne libere, è stata costruita agli inizi del Novecento una “grotta” ad imitazione del celebre luogo delle apparizioni della Madonna di Lourdes. Dietro il presbiterio è stato ricavato un piccolo ripostiglio.
Dal vestibolo di ingresso si accede al campanile situato sul lato est della chiesa.
Dimensioni interne: lunghezza totale (compreso parte retrostante l'altare) ca. 21,20 mt.; larghezza aula 7,40 mt.; larghezza vestibolo 4,80 mt.
Interno
L’interno è articolato in una sequenza ben definita di spazi. Dal profondo vestibolo di ingresso alla più ampia aula definita da quattro colonne libere abbinate a quattro semicolonne addossate alle pareti laterali, tutte di ordine composito, su basi ottagonali e decorate ad imitazione del marmo.
Sopra la trabeazione si imposta la cupola in mattoni con lanterna centrale dalla quale penetra la luce naturale. L’atrio è sormontato dalla cantoria con organo a canne del 1929, ed è coperto da una volta a botte con unghie. Le colonne libere sono presenti anche nel presbiterio che risulta rialzato di due gradini rispetto all’aula. E’ coperto da una volta a crociera. La chiesa ha un solo altare, il maggiore, il quale conserva un paliotto bianco su nero in scagliola carpigiana raffigurante Sant’Antonio da Padova con il Bambino Gesù, eseguito a metà del XVII secolo dal maestro Giovanni Gavignani, già autore di un paliotto quasi identico per la chiesa di San Nicolò di Carpi. Nelle pareti laterali dell’aula, entro altari dipinti, sono collocate due opere. Ad ovest (lato destro) è rappresentata la Madonna del Carmine con il Bambino Gesù e i santi Antonio Abate e Rocco di Montpellier accompagnati rispettivamente dal maialino e dal cagnolino col pezzo di pane in bocca. Tra i due animali compare un’immagine del castello di Reggiolo. Autore ignoto del XVII secolo. Nella parete opposta è collocata la pala d’altare realizzata nel 1751 per la chiesa di S. Maria Assunta e qui trasferita almeno dal 1823. Attribuita a Giovan Battista Pozzi. L’Assunta è ritratta insieme a S. Venerio, che mostra le insegne vescovili, e S. Luigi Gonzaga con in mano il giglio. Se si eccettuano i due altari dipinti, le pareti della chiesa risultano prive di decorazioni. Tutto l’apparato illustrativo si concentra nelle volte, specialmente nella cupola dove sono presenti raffigurazioni e iscrizioni mariane realizzate probabilmente nello stesso periodo di costruzione della grotta”, nei primi decenni del Novecento. Nella crociera del presbiterio, entro palmizi dorati, è collocata la Colomba.
Prospetto Principale
La facciata è integrata nella cortina edilizia dell’aggregato urbano. E’ rivolta a nord. La sua composizione è definita dall’impiego di paraste doriche su alto basamento dalle quali si staccano due ristrette ali laterali con lesene che serrano la facciata sui due lati. Sopra la trabeazione è impostato il frontone triangolare ad andamento curvilineo. L’ingresso è sottolineato dal portone incorniciato sormontato da una nicchia vuota che si sviluppa poco in profondità ma invade la trabeazione con la parte superiore arcuata.
Sul lato est della chiesa è situato il campanile, accessibile dal vestibolo di ingresso della chiesa. Ha una pianta quadrata di 2,50 mt. per lato ed è alto circa 16 metri. La cella a monofore dispone di quattro finestre con archetti a tutto sesto. Sopra la cella si trova la cuspide di copertura piramidale, realizzata con struttura lignea e impermeabilizzata con un manto in metallo sagomato.
Coperture
Il tetto della chiesa è costituito da un’orditura lignea primaria e secondaria e il manto di copertura è realizzato in coppi su tavelle in cotto o assito di legno.
Pavimentazioni
La pavimentazione dell’aula e del vestibolo d’ingresso è realizzata in mattonelle di graniglia di marmo; quella del presbiterio è stata realizzata negli anni ’90 del secolo scorso con la tecnica del seminato alla veneziana.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1965-75)
Collocazione mensa in legno per le celebrazione rivolta verso i fedeli.