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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Luzzara
Reggio Emilia - Guastalla
chiesa
parrocchiale
S. Giorgio M.
Parrocchia di San Giorgio Martire
Impianto strutturale; Pianta; Interno; Illuminazione; Soffitto; Coperture; Pavimentazioni
presbiterio - aggiunta arredo (1965-75)
VIII sec. - XI sec.(preesistenze intero bene ); 1521 - XVI fine(preesistenze intero bene); XVII metà - XVII metà(preesistenze intero bene); 1657 - 1678(ricostruzione intero bene); 1726 - 1794(ristrutturazione chiesa intero bene); 1822 - 1829(mutamento giurisdizione ecclesiastica carattere generale); 1837 - 1837(restauri intero bene); 1909 - 1911(costruzione campanile); 1911 - 1912(completamento e restauro facciata); 1916 - 1925(restauri interno); XX metà - XX metà(demolizione costruzioni intorno all’abside esterno); 1969 - 1971(consolidamento e restauro intero bene); 1982 - 1998(rinvenimento cripta intero bene); 2000 - 2000(restauro scientifico dell’abside e della cripta parteabsidale); 2002 - 2002(consolidamento strutturale intero bene); 2012 - 2015(in corso di progettazione intero bene)
Chiesa di San Giorgio Martire
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di San Giorgio Martire <Luzzara>
Altre denominazioni S. Giorgio M.
Ambito culturale (ruolo)
maestranze emiliane (preesistenze)
maestranze emiliane (preesistenze)
maestranze emiliane (ricostruzione chiesa)
maestranze emiliane (ristrutturazione chiesa)
maestranze emiliane (restauri)
maestranze emiliane (consolidamento e restauro)
maestranze emiliane (restauro scientifico)
maestranze emiliane (consolidamento strutturale)
Notizie Storiche

VIII sec. - XI sec. (preesistenze intero bene )

La chiesa di San Giorgio compare per la prima volta in un diploma redatto a Pavia l’8 giugno 781, ma molti studiosi lo ritengono un falso. Più verosimile appare la citazione della cappella di San Giorgio in una carta dell’anno 891. Più tardi, un documento del 980 la qualifica col titolo di Pieve. E nel 1070 risulta elencata nelle chiese cedute in enfiteusi dal vescovo di Reggio a Bonifacio di Canossa. Alla fine del XI secolo viene attuata una poderosa campagna di ristrutturazione della chiesa. A quell’intervento viene fatta risalire la costruzione dell’abside e del coro, che costituiscono la parte più antica della chiesa attuale.

1521 - XVI fine (preesistenze intero bene)

Una lapide posta a sinistra dell’altare maggiore nella terza cappella della navata destra, testimonia un intervento eseguito nel 1521 per volere del vescovo di Nizza il quale “munì di pilastri e colonne” il tempio “quasi rozzo” che era. Sul finire del XVI secolo la chiesa era provvista di otto altari: l’altare maggiore, l’altare della B.V. del Rosario, l’altare di San Sebastiano, l’altare di S. Giovanni Battista, l’altare di S. Antonio, l’altare della Santa Croce, l’altare della B.V. della Neve, l’altare di S. Prospero. Una planimetria della chiesa datata al 29 gennaio 1599 è conservata presso l’Archivio di Stato di Mantova.

XVII metà  (preesistenze intero bene)

Documenti del 1652 descrivono la chiesa suddivisa in tre navate, in cui le minori apparivano già trasformate per la presenza di coperture voltate, mentre la maggiore conservava ancora un soffitto piano ligneo. Le pareti laterali erano state perforate da cappelle e la facciata era incorso di restauro. La sagrestia era dietro al coro e la canonica era unita al coro (aveva anche la cantina, la stalla, l’orto il pozzo e il forno). Le misure della chiesa erano: lunghezza dieci pertiche e larghezza sei. Vi era un organo fabbricato nel 1637 dal bresciano Ercole Valvassore. Il Battistero aveva un vaso di marmo rosso. Il cimitero, ubicato a sud-est, confinava con le mura del palazzo del duca di Guastalla e con la cappella del Rosario. Al 14 agosto 1657, giorno in cui l’organo viene trasferito nell’abside, risale una planimetria schematica della chiesa redatta dall’arciprete Bassi (oggi conservata presso l’Archivio Parrocchiale).

1657 - 1678 (ricostruzione intero bene)

Dal 1657 viene avviata una poderosa campagna di ristrutturazione della chiesa che prevedeva parziali demolizioni e parziali ricostruzioni. Alcune fonti bibliografiche riferiscono che il progetto di ricostruzione sia dell’architetto Rostoni, mentre documenti dell’archivio vescovile di Guastalla menzionano il nome dell’architetto Vasconi. Nella visita pastorale del vescovo Marliani (1663) la ristrutturazione in corso nella chiesa di Luzzara viene criticata perché “si avranno parti vecchie unite con parti nuove e da una simile aggregazione assai raramente si ottengono buoni risultati”. Le parti moderne sono le cappelle laterali, di ampiezza disuguale, sporgenti dalle navate, e le pareti trasversali erette per escludere dal vano della chiesa le absidi minori, trasformate in sagrestie. Altre aggiunte sono la sagrestia addossata all’abside centrale e le cappelle del transetto (Mussini, nota 543 a pag. 387). Il 13 settembre 1678 la chiesa viene solennemente benedetta dal vescovo di Reggio.

1726 - 1794 (ristrutturazione chiesa intero bene)

Nel corso del Settecento vengono portati a compimento importanti lavori alla chiesa sia di carattere strutturale che di finitura. Nel 1726 i pilastri della navata, da cruciformi vengono sostituiti con altri circolari. Inoltre viene realizzata la volta della navata e viene rifatto l’altare maggiore e il 15 agosto 1726 la chiesa viene nuovamente consacrata da parte del vescovo Forni. Nel 1730, in luogo dell’antica abside romanica della navata nord, viene edificata la cappella della Vergine dei Sette Dolori o dell’Addolorata. E nel 1732, nell’abside sud, viene realizzata la cappella di S. Francesco di Paola. Altre opere vengono condotte nel corso del Settecento: lo spostamento della Pala di San Giorgio nel coro (1756), un nuovo organo eseguito da Antonio Negri Poncini di Parma (tra il 1771 e il 1787), la realizzazione della cappella dell’Addolorata su disegno dell'arch. Bettoli (1794), la costruzione dell’altare maggiore e della balaustra del presbiterio entrambi in marmo (1794).

1822 - 1829 (mutamento giurisdizione ecclesiastica carattere generale)

Nel 1822 la chiesa passa sotto la diocesi di Parma. Dopo l’11 aprile 1829 viene assegnata alla diocesi di Guastalla.

1837  (restauri intero bene)

Nel 1837, probabilmente in seguito ad un evento sismico, vengono effettuati lavori di restauro alle coperture del coro, della cupola e delle cappelle dell’Addolorata e di S. Francesco di Paola.

1909 - 1911 (costruzione campanile)

Nel 1909 il vecchio campanile viene atterrato e poco distante ne viene costruito uno nuovo su disegno dell’ing. Francesco Magnanini. I lavori durano fino al 1911.

1911 - 1912 (completamento e restauro facciata)

Tra il 1911 e il 1912 la facciata viene consolidata con tiranti in ferro e viene realizzato l’attico. Nello stesso periodo viene applicato il rilievo di San Giorgio (opera del maestro Antonelli) e collocate tre nuove porte. Per l’inaugurazione della facciata e del campanile si tenne una festa che durò dal 25 al 27 agosto 1912.

1916 - 1925 (restauri interno)

Nel 1916 la Cappella del Rosario viene restaurata e viene realizzata la decorazione a cassettoni nella volta ad opera di Rosolino Panzani di Gonzaga. Viene anche rifatto il pavimento della chiesa. Al 1925 datano altri importanti lavori di restauro e consolidamento: - rifacimento di porzioni di volte pericolanti - realizzazione degli sproni nel muro lato sud; - nuovo tinteggio generale; - sostituzione vetrate. Per detti restauri vengono spese circa 40.000 lire. I lavori di muratura sono stati eseguiti dal capomastro locale Guglielmo Nodolini.

XX metà  (demolizione costruzioni intorno all’abside esterno)

Tra la fine degli anni Cinquanta del Novecento e l’inizio degli anni Sessanta la parte absidale della chiesa viene liberata dalle costruzioni ad essa addossate e viene riportata alla luce l’abside romanica. Dapprima viene demolita la sagrestia e successivamente anche tutte le altre costruzioni di servizio circostanti. All’interno della chiesa viene demolita la cappella di S. Francesco di Paola per costruirvi quella dell’Immacolata.

1969 - 1971 (consolidamento e restauro intero bene)

Il 3 giugno 1969 la chiesa viene chiusa al culto per inagibilità. Vengono compiuti lavori di consolidamento della copertura con la sostituzione dell’orditura lignea con una in cemento armato e tavelloni in laterizio. Nel 1971, in seguito ad un evento sismico, si rende necessario intervenire nelle volte della cappella del Rosario e in quelle della navata. Nel corso degli anni ’80 alla pittrice Franca Moscardini viene affidato il compito di restaurare i dipinti della chiesa, mentre il restauro delle decorazioni e degli stucchi viene compiuto da Alfio Pasotti di Codisotto.

1982 - 1998 (rinvenimento cripta intero bene)

Gli anni ’80 sono contraddistinti anche da un importante intervento di ristrutturazione della chiesa. Nel 1982, durante i lavori di deumidificazione vengono rinvenute tracce dell’antica cripta romanica, le murature vengono risanate e viene ricostruito il tetto dell’abside e ripristinata in legno la copertura della cupola (1983). Nello stesso si procede al restauro della pala e dell'ancona di San Giorgio. Vengono rifatti in cotto i pavimenti delle cappelle laterali. Nel 1985 vengono restaurate le volte delle navate e l’altare della Madonna di Caravaggio. Sempre nel 1985 viene restaurato l’altare maggiore intarsiato con marmi policromi. Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 vengono anche restaurate le cappelle del Crocifisso, della Madonna di Fatima e del Santo Rosario. Nel 1995 l’abside, ormai liberata dalle costruzioni circostanti, viene fatta oggetto di restauro conservativo. Nel 1998 il pavimento del presbiterio viene rifatto con la tecnica del terrazzo alla veneziana.

2000  (restauro scientifico dell’abside e della cripta parteabsidale)

Nell'aprile 2000 è stato effettuato uno scavo archeologico nella parte absidale della chiesa volto ad indagare la cripta romanica. Si è quindi proceduto all’intervento di protezione preventiva delle superfici affrescate. Lo scavo ha permesso di riportare in luce gran parte delle strutture risalenti all’XI-XII secolo. La cripta presenta semicolonnette in cotto addossate alla muratura con capitello decorato a dente di sega. La base appoggia su un sedile in cotto semicircolare in mattoni legati con malta. Il pavimento che è venuto alla luce è costituito interamente da mattoni in cotto di diverse dimensioni e tessiture. Un gradino, anch’esso in mattoni, divide la zona semicircolare dell’abside da quella che era la navata centrale dell’antica chiesa romanica. Durante i lavori di restauro della muratura dell’abside è stata sistemata anche l’area cortiliva circostante ed è stata creata una trincea, profonda circa 2 metri, che permette la piena visibilità del basamento e dell’intero emiciclo.

2002  (consolidamento strutturale intero bene)

In seguito al sisma del 1996 viene attuato un progetto di consolidamento strutturale a firma dell'ing. Giovanni Gualerzi. A fronte delle criticità rilevate (lesioni in alcuni archi della navata laterale destra, lesioni in un arco del tamburo della cupola, lesioni nella muratura esterna in mattoni a faccia vista, innesco di un leggero meccanismo di rotazione dell'abside) vengono proposti i seguenti interventi - intagliolamenti - catene negli archi sottostanti la cupola; - catene nel sottotetto; - catene nell'abside e un doppio livello di cinturazione: - scuci-cuci nella muratura esterna e stuccatura dei giunti; - ripristino del manto di copertura nelle zone più ammalorate.

2012 - 2015 (in corso di progettazione intero bene)

A seguito del grave evento sismico che ha colpito l'Emilia Romagna nel maggio 2012 la chiesa è stata chiusa al culto per inagibilità. Dai sopralluoghi effettuati è stato riscontrato il seguente quadro fessurativo: 1) importanti lesioni verticali di "scollamento" tra la facciata principale e le murature laterali; perdita di appoggio dei tavelloni di coperto; 2) lesioni in facciata ad andamento sub-verticale nella porzione muraria sopra l'ingresso principale; 3) lesioni ad andamento verticale sugli archi interni, soprattutto paiono molto lesionati gli archi di sostegno del tamburo e della cupola; 4) lesioni ad andamento verticale in corrispondenza dei martelli murari; 5) lesioni orizzontali ad andamento diagonale negli elementi voltati di muratura in foglio (navata centrale e laterali, transetto); in particolare la prima volta della navata e quelle in prossimità del transetto evidenziano un danno grave. E' tuttora in corso la valutazione circa le modalità di intervento.
Descrizione

La chiesa di San Giorgio compare per la prima volta in un diploma redatto a Pavia l’8 giugno 781, ma alcuni studiosi ritengono sia un falso. E' stato ipotizzato che tra il IX e l’XI secolo la chiesa abbia subito un’importante evoluzione architettonica: da cappella a costruzione pievana a tre navate. La parte absidale farebbe in effetti parte di una imponente ristrutturazione avvenuta proprio alla fine del XI secolo. Un’altra importante testimonianza di età romanica è data dalla cripta rinvenuta alla fine degli anni ’90 del Novecento durante una campagna di scavo alla quale ha fatto seguito l’opera di restauro. Le restanti parti della chiesa sono il frutto di interventi di trasformazione attuati soprattutto tra il XVI e il XVIII secolo che hanno portato ad un organismo composito con alcune dissimmetrie. L'impianto planimetrico è a croce latina con una navata centrale e due laterali sulle quali aggettano le cappelle con altari. Le tre campate che suddividono lo spazio delle navate sono individuate da colonne circolari che nel Settecento hanno preso il posto dei pilastri cruciformi. Il transetto ha bracci sporgenti di lunghezza differente. Nel braccio nord è collocata la cappella del Crocifisso e in quello sud la Cappella del Rosario (con volta a botte decorata a cassettoni nel 1916). L'intersezione della navata con il transetto da luogo all'area presbiteriale sovrastata dal tamburo ottagonale sul quale poggia la cupola a calotta cieca. Dietro l’altare maggiore rivestito in marmi policromi, pietre dure e madreperle, si sviluppa il profondo coro absidato contenente la pala di San Giorgio raffigurante la Madonna con il Bambino e San Giorgio a sinistra e San Girolamo a destra, attribuita di recente alla scuola di Giulio Romano (XVI sec.). Sul lato nord del coro, la cappella della Madonna Addolorata, portata compimento nel 1794, si imposta su una delle due absidi minori dell’antica pieve romanica. Il prospetto di facciata, che ha raggiunto l’assetto definitivo soltanto ai primi del Novecento, è articolato su due livelli. La sua struttura architettonica è definita, al primo livello, da lesene doriche con conchiglia e, nel secondo, da lesene corinzie con al centro la Croce. Al 1912 risale il rilievo raffigurante il santo titolare. I gravi eventi sismici del maggio 2012 hanno fortemente interessato le strutture portanti della chiesa che è stata dichiarata inagibile. Attualmente è in fase di approntamento il progetto per la sua riparazione e per il miglioramento sismico strutturale.
Impianto strutturale
Le strutture portanti verticali della chiesa sono eseguite in muratura di mattoni pieni con apparecchiature di varie tipologie (verosimilmente anche a “sacco”). In alcune zone risulta evidente la realizzazione di contrafforti e "scarpe" atti a inibire rotazioni fuori dal piano delle murature.
Pianta
L'impianto planimetrico è del tipo a croce latina con una navata centrale più ampia e due laterali più strette sulle quali aggettano le cappelle con altari. Lo spazio delle navate è suddiviso in tre campate di analoga ampiezza impostate su colonne libere. Attraverso due gradini si accede al transetto i cui bracci hanno lunghezza differente. Nel braccio nord è collocata la cappella del Crocifisso e in quello sud la più profonda Cappella del Rosario. L'intersezione della navata centrale con il transetto da luogo all'area presbiteriale sovrastata dal tamburo ottagonale sul quale poggia la cupola a calotta cieca. Dietro l’altare maggiore si sviluppa il profondo coro absidato ai lati del quale sono presenti la cappella della Madonna Addolorata (lato nord) e la cappella della Madonna di Fatima, con la sagrestia e locali annessi, sul lato sud. La torre campanaria sorge isolata vicino alla sagrestia. Le dimensioni interne della chiesa sono: larghezza navate + cappelle = 20,50 mt; lunghezza delle navate = 18,70 mt; lunghezza totale = 37,70 mt; lunghezza del transetto = 37,70 mt; altezza della navata = 10,60 mt.
Interno
La spazialità dell’interno è definita dalla presenza di colonne libere con capitelli dorici e alto basamento. L’aula è suddivisa in tre navate, quella centrale più ampia e le due laterali più strette sulle quali si affacciano le cappelle, rialzate di due gradini. Le campate dell’aula sono coperte con volte a crociera. Le cappelle con volte a botte. Ogni cappella è dotata di altare. La prima sul lato sud è la cappella del Battesimo che contiene una vasca in granito recante la data del 1574 sul fusto di sostegno. All’interno dell’altare è collocata un’opera raffigurante il Battesimo di Cristo, di autore ignoto di fine ‘500-inizio ‘600. La seconda cappella è quella di San Sebastiano il cui martirio è stato ritratto dal pittore locale Giacomo Fiamminghi (1840). Nella terza cappella si venera San Giuseppe, qui rappresentato insieme a San Nicola di Bari, Sant’Antonio e la SS. Trinità. Sul lato opposto la prima cappella vicino all’ingresso è dedicata alla Madonna del Carmine ritratta in un dipinto di autore ignoto del XVII secolo insieme a San Francesco e San Nicola da Tolentino. La cappella seguente è quella della Madonna Immacolata qui raffigurata con i Santi Antonio e Giacinto. Nella terza cappella si venera la Madonna di Caravaggio. Si osserva che le cappelle che si fronteggiano hanno gli altari uguali sia nella composizione architettonica che nella decorazione, sempre molto ricca. Nel transetto, il braccio nord ospita la cappella del Crocifisso con volta decorata a finiti cassettoni e ancona in scagliola ad imitazione del marmo contenente la Croce. Nel braccio opposto è stata realizzata la cappella della Madonna del Rosario, già presente nella chiesa seicentesca e poi allungata durante i lavori di ristrutturazione del XVIII secolo. La decorazione della volta a finti cassettoni si deve ad un intervento del 1916 ad opera del pittore Rosolino Panzani di Gonzaga. I dipinti raffiguranti i quattro Evangelisti sono stati restaurati negli anni ’80 del Novecento. L’intersezione del transetto con la navata da luogo al presbiterio sopra il quale si innalza il tamburo ottagonale con cupola a calotta cieca. A tutt’oggi il presbiterio è cinto dalla balaustra in marmo realizzata nel 1794. Allo stesso anno risale anche l’altare maggiore in marmi policromi, pietre dure e madreperla che costituisce uno dei più begli esemplari della provincia. Sempre nel presbiterio, al pilastro nord verso la navata è addossato il pulpito la cui realizzazione risale al 1666. Sul lato nord del coro è situata la cappella della Madonna Addolorata, iniziata nei primi decenni del Settecento e portata compimento nel 1794 con architettura in stile neoclassico su disegno di Cristoforo Bettoli . La cappella si imposta su una delle due absidi minori dell’antica pieve romanica. La corrispondente abside sul lato opposto è stata cancellata da molteplici interventi che hanno visto dapprima la creazione della cappella di San Francesco di Paola (1730) e successivamente quella della Madonna di Fatima e dei retrostanti locali di servizio alla sagrestia (metà sec. XX). Al di sotto del coro, uno scavo di natura archeologica condotto nel 2000, ha permesso il rinvenimento di una cripta di età romanica con pareti affrescate e sedile ad emiciclo con semicolonne addossate alla parete. L’importante scoperta costituisce una preziosa testimonianza della pieve romanica che, alla fine del XI secolo, compare tra i beni confermati dall’imperatore Ottone II alla diocesi reggiana. Secondo lo storico Mussini, la chiesa medievale aveva una planimetria a tre navate, senza transetto e con tre absidi semicircolari allineate. La nave centrale era più elevata delle collaterali ed era illuminata da monofore del tipo conservato sul lato meridionale e si concludeva con un presbiterio sopraelevato, sotto al quale si estendeva una cripta a oratorio (Mussini, op. cit. , p. 358). Nell’abside del coro è collocata la pala raffigurante la Madonna con il Bambino e San Giorgio a sinistra e San Girolamo
Illuminazione
L’apporto luminoso di origine naturale è favorito dalla presenza delle finestre rettangolari della facciata, dalle finestre a lunetta nelle cappelle laterali (tre per lato) dalle finestre del tamburo (quattro) dalle finestre della Cappella del Crocifisso (due rettangolari e una a lunetta) e della cappella del Rosario (quattro rettangolari e una a lunetta) e dalle finestre dell’abside del coro (due). Un’altra finestra è presente nella cappella dell’Addolorata. L’impianto di illuminazione artificiale è assicurato da numerosi proiettori collocati sui capitelli delle colonne delle navate e sui cornicioni. Ulteriori fonti luminose sono presenti nel coro e nella cappelle del transetto. Nella navata centrale è altresì presente un lampadario.
Soffitto
Il prospetto di facciata, che ha raggiunto l’assetto definitivo soltanto ai primi del Novecento, è articolato su due livelli. La sua struttura architettonica è definita, al primo livello, da lesene doriche con conchiglia e, nel secondo, da lesene corinzie con al centro la Croce. Il risalto della facciata si estende per tutta la larghezza delle navate e spicca decisamente dal piano retrostante a capanna che definisce l’ampiezza complessiva dell’edifico comprensivo delle cappelle laterali. L’assetto definitivo si deve ad un intervento effettuato tra il 1911 e il 1912. In quell’occasione la facciata viene consolidata con tiranti in ferro e viene realizzata la parte superiore. Viene anche applicato il rilievo di San Giorgio (opera del maestro Antonelli) e collocate tre nuove porte.
Coperture
Le volte sono generalmente realizzate con mattoni disposti in foglio con archi formati con mattoni di piatto. La copertura è a due falde inclinate con struttura portante costituita da una successione di incavallature in travetti di c.a. prefabbricati a doppio T, posti ad un interasse di un metro, non dotate di catene. Per l'aula esiste anche una struttura di sostegno intermedia costituita da due terzere fatte in travi rettangolari in c.a. 41x57 cm attestate su una successione di sei setti in laterizio, a loro volta poggianti sugli archi longitudinali della navata. Per il transetto il colmo è realizzato in struttura metallica a doppio T attestato su piedritti in muratura spiccanti da travi in c.a. trasversali aventi sezione a T 60x38 cm. Il manto di copertura, in coppi reggiani, è stato riposizionato negli anni ’70.
Pavimentazioni
L’attuale pavimentazione della navata in marmette di graniglia è stata realizzata nel 1912. La precedente pavimentazione del 1848 è stata probabilmente demolita insieme alle sepolture e alle lapidi. Al 1984 risale la pavimentazione in cotto delle cappelle laterali, e nel 1998 è stata rifatta quella del presbiterio con la tecnica del terrazzo alla veneziana.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1965-75)
Nuova mensa in legno per la celebrazione liturgica rivolta verso l'assemblea.
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