chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Bari Bari - Bitonto palazzo vescovile Palazzo Arcivescovile Parrocchia Cattedrale Pianta; Impianto strutturale; Coperture; Prospetti; Pavimenti e pavimentazioni; Interni; nessuno 1034 - 1034(costruzione intero bene); 1610 - 1612(carattere generale intero bene); 1638 - 1665(ricostruzione intero bene); 1735 - 1735(ristrutturazione intero bene); 1931 - 1931(ristrutturazione intero bene); 1950 - 1961(ristrutturazione intero bene)
Palazzo Arcivescovile
Tipologia e qualificazione
palazzo vescovile
Denominazione
Palazzo Arcivescovile <Bari>
Autore (ruolo)
Vaccaro, Domenico Antonio (restauro)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze pugliesi (costruzione)
Notizie Storiche
1034 (costruzione intero bene)
iniziano i lavori di demolizione del vecchio complesso episcopale per permettere la costruzione della nuova basilica con il suo episcopio per volere del vescovo Bisanzio
1610 - 1612 (carattere generale intero bene)
un'ala del palazzo viene destinata ad ospitare il seminario arcivescovile per volere dell'arcivescovo Decio Caracciolo
1638 - 1665 (ricostruzione intero bene)
ricostruzione consistente di parte del palazzo voluta dall’Arcivescovo Diego Sersale
1735 (ristrutturazione intero bene)
ristrutturazione in stile barocco ad opera dell’architetto Domenico Antonio Vaccaro, per volere dell’Arcivescovo Muzio Gaeta Iuniore
1931 (ristrutturazione intero bene)
primi interventi di ristrutturazione globale del complesso, interrotti dallo scoppio del secondo conflitto mondiale
1950 - 1961 (ristrutturazione intero bene)
restauri post bellici mirati alla ricostruzione di buona parte del manufatto con telaio in c.a. e realizzazione di solai piani latero cementizi
Descrizione
Impianto planimetrico generato dall’aggregazione di tre corpi principali della fabbrica assimilabile ad una V, che abbraccia il cortile interno compreso tra il palazzo arcivescovile e la cattedrale. I prospetti portano i segni di una evoluzione nel gusto, che emerge negli ammodernamenti richiesti. L’edificio doveva svilupparsi su due livelli (corrispondenti all’attuale terrazza e ai locali al piano inferiore della Curia); il piano terra si apriva con grandi arcate verso il portico, mentre al piano superiore trovava alloggio una serie di arcatelle minori che permettevano l’illuminazione degli ambienti di rappresentanza, coperti da solai lignei. Degli interventi settecenteschi permangono lo scalone monumentale, il prospetto del cortile interno, con le eleganti cornici in stucco e gli avancorpi laterali, e la grande balaustrata con i busti di C. Tucci. Di ispirazione medievale risultano gli elementi murari ascrivibili al progetto di ricostruzione degli anni ’60, a seguito degli eventi bellici che danneggiarono gravemente la città vecchia.
Oggi pertanto il palazzo è connotato da una coabitazione di diversi stili architettonici, medievali, settecenteschi e moderni. È evidente a piano terra l’originaria muratura secolare, diversa dalle altre per la regolare e massiva tessitura dei conci in pietra, mentre per i successivi piani fuori terra trovano collocazione le decorazioni barocche e neoclassiche delle aperture finestrate. Di totale invenzione risulta la porzione con le finestrature a fornici a tutto sesto, come nei prospetti della prospiciente scuola Corridoni.
Pianta
Impianto planimetrico generato dall’aggregazione di tre corpi principali della fabbrica assimilabile ad una V, che abbraccia il cortile interno compreso tra il palazzo arcivescovile e la cattedrale. I diversi livelli di cui si compone assumono differenti destinazioni d’uso.
Al secondo piano si colloca l'abitazione del Vescovo.
L’ingresso, cui si accede dallo scalone monumentale, si presenta non solamente come un ambiente di distribuzione, ma consente già di accogliere un elevato numero di persone. Da esso si accede, attraverso due ingressi laterali simmetrici, alla cappella, che occupa il centro dell’edificio.
Sempre dall’ingresso, per mezzo di un corridoio che fiancheggiando la cappella si affaccia sulla corte interna, si accede all’Ufficio dell’Arcivescovo. Proseguendo per il corridoio si ha quindi accesso agli appartamenti privati dell’Arcivescovo e del Segretario.
Impianto strutturale
L’edificio si presenta con strutture portanti di tipo misto. Alle puntuali strutture originarie superstiti in pietra e tufo, di epoca medievale e barocca, sono affiancate strutture realizzate negli anni ’60 in c.a. e solai piani.
Coperture
Lastrico solare continuo, realizzato in sostituzione della originaria copertura a falde durante la ricostruzione degli anni '60.
Prospetti
Il piccolo prospetto a nord, affacciato su Piazza Odegitria, è costituito nella parte basamentale da blocchi in pietra calcarea e decorato da due lesene con capitelli che inquadrano l’attuale portone di ingresso alla segreteria della Parrocchia.
Il prospetto su Strada dei Dottula è il frutto delle ricostruzioni degli anni ’60, se si esclude il lacerto di muratura a scarpa per i primi due livelli fuori terra del XIII secolo. La parte basamentale è costituita da un rivestimento con effetto bugnato aggettante e conci di pietra disposti su filari isodomi e giunti di malta sfalsati. Gli altri piani risultano intonacati e privi di decorazioni plastiche, con aperture regolari, seguendo la regolarità del telaio in c.a. celato dall’intonaco cementizio.
Il prospetto sud, affacciato su via Ronchi, è caratterizzato da un portale di riuso, in stile barocco, con colonne orientate a 45 gradi rispetto all’asse dell’ingresso che sorreggono l’esile balcone al piano primo; esso costituisce l'accesso alle sale del museo diocesano. Presenta parziale continuità tipologica con quello anni ’60 di via dei Dottula. Il piano secondo è caratterizzato da aperture a fornice finestrate, come avviene anche su parte del fronte est.
Il prospetto est, su Largo San Sabino, è sopravvissuto alle demolizioni del dopoguerra per la sola parte basamentale in bugnato e l’elevazione del primo piano, attualmente intonacata e con aperture con cornici a sagome semplici.
I prospetti interni del cortile conservano la maggior parte delle originarie porzioni disegnate dal Vaccaro. Spiccano gli elementi decorativi, le cornici e le volute a stucco in risalto sull’intonaco, articolati con ritmo e plasticità barocca. Il corpo ovest presenta altresì un arretramento dal piano primo che crea un’ampia terrazza tra le due ali laterali sporgenti, in una delle quali è allocato l’ingresso principale con lo scalone monumentale, anch’esso databile al 1700. Il prospetto interno dell’ala est, più basso, risulta molto più semplificato nei motivi decorativi e con i piani sfalsati rispetto al corpo principale di circa 120 cm, frutto dei rifacimenti degli orizzontamenti da un lato e dalla necessità di mantenere le proporzioni con le aperture dall’altro.
Pavimenti e pavimentazioni
Le pavimentazioni sono prevalentemente in marmo e pietra di trani per le zone di rappresentanza. I servizi igienici sono rivestiti con materiali ceramici.
Interni
Le superfici interne sono completamente lisce ed intonacate, con controsoffittature in cui è integrato il sistema di illuminazione, che permette la realizzazione di diversi scenari lumonosi a seconda delle esigenze. Le nuove tramezzature in cartongesso hanno intonaco civile a base calce, con caratteristiche di traspirabilità, e finiture con materiali ecologici e naturali.
Gli infissi esterni sono in parte sostituiti con elementi tecnologici in legno di foggia tradizionale, in grado di fornire migliori prestazioni in termini di comfort energetico degli attuai in opera.