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Cavaso del Tomba
Treviso
oratorio
periferico
S. Antonio di Padova
Parrocchia della Visitazione di Santa Maria a Santa Elisabetta
Pianta; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Interni; Facciata
nessuno
1802 - 1805(erezione della chiesa intero bene); 1864 - 1874(restauro intero bene); 1915 - 1931(demolizione parziale facciata); 1965 - 1965(abbandono carattere generale)
Oratorio di Sant'Antonio di Padova
Tipologia e qualificazione oratorio periferico
Denominazione Oratorio di Sant'Antonio di Padova <Cavaso del Tomba>
Altre denominazioni Oratorio di Sant'Antonio da Padova
S. Antonio di Padova
Ambito culturale (ruolo)
maestranze venete (costruzione)
Notizie Storiche

1802 - 1805 (erezione della chiesa intero bene)

A Sud dell'Oratorio di San Martino, lungo la strada che porta a Castelli, è stato eretto a partire dal 1802 l'Oratorio di San Antonio di Padova. La costruzione è stata fatta dalla nobile famiglia del Sig. Bartolomeo Bevilacqua di Asolo, proprietaria dell'adiacente villa, con l'aiuto della popolazione di Castelcies frazione di Cavaso e di qualche famiglia dei vicini Castelli di Monfumo. Un documento del parroco Baldini riporta: "Attesto che per le mie indisposizioni non essendomi potuto personalmente portare a benedir la prima pietra del sacro pubblico Oratorio che in onore di S. Antonio di Padova vuol erigersi dalla nobile famiglia Bevilacqua di Asolo, colla permissione dovuta ho delegato il Rev. Signor don Antonio Costa attuale cappellano di questa chiesa il quale giusta le formule del Rituale Romano in oggi eseguì la commissione data da codesta Curia sotto il dì 8 corrente. In fede. Dalla Parr.le di S. Maria Elisabetta di Cavaso 14 giugno 1805. Antonio Baldini arciprete."

1864 - 1874 (restauro intero bene)

In occasione della Visita Pastorale del 1864 il Vescovo, viste le condizioni in cui versava l’Oratorio, invitò a restaurarlo. Il completo restauro viene quindi condotto a cura e spese della famiglia Bevilacqua in conformità alle prescrizioni emanate dal Vescovo. Nel 1874, alla conclusione dei lavori, la famiglia Bevilacqua chiese al Vescovo, per intervento del parroco don Antonio Zanandrea, la riapertura dell’Oratorio, così lo stesso anno la chiesetta venne riaperta ai fedeli per la celebrazione delle Messe.

1915 - 1931 (demolizione parziale facciata)

Nel corso del '900 inizia il declino dell'Oratorio. Nel 1915 mons. Mariano Fantuzzo di Possagno, convisitatore nella Visita Pastorale, lo trova mancante della croce sul timpano mentre nel 1928 l'Oratorio risulta senza lastre e quasi in abbandono.

1965  (abbandono carattere generale)

Il declino dell'Oratorio diventa definitivo nel 1965. Fino ad allora l’Oratorio di Sant’Antonio di Padova era stato una delle tappe durante le processioni delle Rogazioni del martedì che precedeva l’Ascensione di Gesù Cristo.
Descrizione

La costruzione dell’Oratorio di Sant’Antonio di Padova del colmello di Castelcies a Cavaso del Tomba risale al 1802 ma già dall’inizio del secolo scorso era sostanzialmente in stato di abbandono. Fino a metà degli anni ’60 l’Oratorio è stato una tappa delle rogazioni, poi non è più stato utilizzato vista anche la presenza dell’Oratorio di San Martino a poca distanza. L’edificio presenta pianta rettangolare con dimensioni pari a circa 5,20 x 8,60 mt e altezza al colmo di circa 5,70 mt e sorge in adiacenza al sedime di una villa oggi completamente crollata. L’ingresso è rivolto ad ovest e l’altare ad est. Attualmente la chiesetta è in stato di abbandono: della copertura a due falde con struttura in legno e manto in coppi restano solo alcune tracce mentre all’interno, la struttura è invasa dalla vegetazione e le murature d’ambito sono in rovina e fortemente lesionate.
Pianta
L’Oratorio è un edificio a pianta rettangolare con dimensioni pari a circa 5,20 x 8,60 mt e altezza al colmo di circa 5,70 mt. Sorge in adiacenza al sedime di una villa oggi completamente crollata. L’ingresso è rivolto ad ovest e l’altare ad est. Attualmente la chiesetta si presenta in condizioni fatiscenti. La struttura è invasa dalla vegetazione, l’edera ha quasi completamente ricoperto le murature.
Coperture
La copertura era a due falde con struttura in legno e manto in coppi. allo stato attuale il tetto è crollato ad eccezione di una limitata porzione in corrispondenza della facciata principale, le murature d’ambito sono in rovina e fortemente lesionate.
Pavimenti e pavimentazioni
Il pavimento non è visibile perché coperto dalle macerie.
Interni
Considerata la pericolosità del sito non è possibile avvicinarsi per maggiori dettagli. Nella documentazione storica non viene citata la presenza di soluzioni architettoniche di pregio o particolari decorazioni. Tuttavia sul muro in corrispondenza dell’altare è ancora visibile una porzione di intonaco con decorazioni floreali dipinte.
Facciata
La facciata, ora coperta dalla vegetazione, era molto sobria. Presentava un timpano triangolare e una finestre oculare tra questo e la porta d'ingresso principale. I cornicioni del timpano e gli stipiti e l'architrave della porta sono in pietra bianca mentre il resto della muratura era in ciottoli e mattoni intonacati.
Adeguamento liturgico

nessuno
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