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Brozzi
Firenze
Firenze
oratorio
sussidiario
Beata Maria Vergine al Pozzo
Parrocchia di San Martino a Brozzi
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - intervento strutturale (1990 (?))
XV - XV(origini carattere generale); 1584 - 1584(cenni storici carattere generale); 1593 - 1609(cenni storici carattere generale); 1612 - 1630(cenni storici costruzione della cappella); 1637 - 1638(cenni storici altare e dipinto su tela); 1809 - XIX(cenni storici carattere generale); 1847 - XIX(cenni storici carattere generale); 1921 - 1921(cenni storici carattere generale); 1961 - 1969(cenni storici carattere generale); 2009 - 2009(cenni storici Giubileo Mariano)
Oratorio della Beata Maria Vergine al Pozzo
Tipologia e qualificazione oratorio sussidiario
Denominazione Oratorio della Beata Maria Vergine al Pozzo <Brozzi, Firenze>
Altre denominazioni Oratorio della Madonna del Pozzo
Ambito culturale (ruolo)
barocco (impianto)
Notizie Storiche

XV  (origini carattere generale)

Nel Quattrocento, vicino ad un pozzo ad uso pubblico esistente nel borgo di Brozzi vicino alla casa di Bernardo Paoli, lungo la strada maestra proveniente da Firenze, si trovava un tabernacolo con la raffigurazione ad affresco di una “Madonna con il Bambino”. Secondo la leggenda, tramandataci da un pievano di S. Martino a Brozzi, in epoca imprecisata, durante un gioco con sassi circolari detti "murielle", uno di questi sarebbe caduto nel pozzo, dalla cui profondità si sarebbe levato come un lamento; incuriositi, gli abitanti del borgo, asciugato il pozzo, vi avrebbero rinvenuto un frammento di muro affrescato raffigurante l'immagine della Madonna con il Bambino che, dopo un difficile recupero, avrebbe subito goduto di particolare venerazione, venendo posta in un tabernacolo appositamente costruito presso il pozzo. Secondo il Carocci è possibile che nei suoi pressi vi fosse lo spedale di S. Lucia, dei Cavalcanti.

1584  (cenni storici carattere generale)

Dalla cronaca dell'evento, redatta da Domenico Ghisi, pievano di Brozzi negli anni 1623-1651, sappiamo che l’immagine è storicamente venerata almeno dal 1584, quando il 15 agosto si sarebbe rivelata per la prima volta miracolosa (“l’anno 1584 del mese di Agosto, il giorno stesso dell’Assunzione, si scoperse miracolosa”). Diffusasi la voce nel contado circostante, inizia un intenso pellegrinaggio all’immagine, che frutta in elemosine 800 scudi, sufficienti ad erigere un oratorio a protezione del tabernacolo, ma che al momento non viene realizzato. La Madonna diviene la patrona di Brozzi.

1593 - 1609 (cenni storici carattere generale)

Il problema della costruzione di una cappella si ripresenta negli anni 1593-1609, quando al pievano Girolamo Incontri subentra suo nipote Guglielmo Mannini, che fa erigere, a protezione del tabernacolo, una primitiva cappella o loggetta assai modesta, che occupava la sede stradale, sporgendo braccia 3 (circa m 1,75) per una larghezza di 6 braccia (circa m 3,50). Poiché sia il pozzo sia il tabernacolo sono a filo stradale, non consentono di realizzare un vero e proprio oratorio.

1612 - 1630 (cenni storici costruzione della cappella)

Nel 1612 diviene pievano di Brozzi Pier Lorenzo Zaffini, il quale trova la piccola cappella in completa rovina, tanto che ne decide la ricostruzione. Tale riedificazione si conclude solo nel 1630, al tempo del rammentato pievano Ghisi. La nuova cappella viene eretta di lato al pozzo, al posto di una casa a schiera del borgo, di proprietà di Elena Bonsi, appartenente alla famiglia d’Oltrarno che possiede vari immobili lungo la via di Brozzi fin dal Quattrocento e una cui villa si trova a Quaracchi; l’oratorio costituisce quasi una sua proprietà privata.

1637 - 1638 (cenni storici altare e dipinto su tela)

Nel 1637, dopo le ripetute richieste dei parrocchiani, Francesco Bonsi consente l’accesso del popolo all'oratorio. Egli, a proprie spese e tramite l’Opera che si era costituita, realizza quindi (attorno al 1638) l'altare in pietra che attualmente racchiude la Madonna, collocata al centro di un dipinto giovanile di Alfonso Boschi (1615-post 1656), nipote del più noto Fabrizio Boschi e di Matteo Rosselli (da parte della madre) e allievo di quest’ultimo, raffigurante “San Martino e San Carlo Borromeo e al di sopra Angeli”, che ricorda lo stile di Orazio Fidani e del coetaneo Mario Balassi (1604-1667), un allievo del Ligozzi e poi anch’egli del Rosselli e del Passignano, che era rientrato in Toscana nel 1637. Ai Bonsi della Ruota si deve pure la realizzazione del portale sormontato dal loro stemma gentilizio (“d'azzurro, alla ruota di molino d'oro”). L'oratorio resta a lungo sotto il patronato di questa famiglia. La sacra immagine si festeggerà ogni 25 anni con un “Giubileo”.

1809 - XIX (cenni storici carattere generale)

In un documento del 20 gennaio 1809, redatto dal pievano Giuseppe Beni, si legge: "mi portai al nuovo palazzo della Comune di Brozzi situato in luogo detto in faccia alla Madonna del Pozzo". Il pozzo, situato sulla destra della facciata dell'oratorio, è inglobato nella casa confinante e allora si può ancora attingere l'acqua mediante un'apertura

1847 - XIX (cenni storici carattere generale)

Nel 1847 il patronato risulta oramai da tempo passato dal cavalier Lorenzo Bonsi al conte Mori Ubaldini, dopo che il ramo toscano della famiglia Bonsi si era estinto nel 1823 con Lelio di Ugolino, omonimo del suo antenato cinquecentesco che era stato provveditore dell’Accademia fiorentina. Allora l’immagine sacra è sempre “in gran venerazione del popolo, la di cui festa cade per la Concezione e Assunzione, preceduta da Novena” (Luigi Santoni). Si tramanda come nelle solenni ricorrenze il tratto di strada prospiciente l'oratorio della Madonna del Pozzo venisse coperto con un grande telo.

1921  (cenni storici carattere generale)

Un’immagine votiva della Madonna del Pozzo è stampata nel 1921 entro un libriccino di 32 pagine a Lei dedicato (“La Pieve di Brozzi alla sua celeste Patrona la Madonna del Pozzo. Notizie e omaggio di gratitudine profonda e di perenne devozione”). L’immagine riproduce l’affresco quattrocentesco, allora fortemente ridipinto nel corso del tempo: il fondale geometrico della nicchia a specchiature marmoree risulta allora totalmente ridipinto mediante un fondo uniforme; i volti della Madonna e di Gesù sono assai modificati soprattutto negli occhi, come pure risulta rifatta la mano destra della Vergine; le sacre immagini recano affisse corone metalliche (forse in argento) e collane al collo e il Bambino ha nella mano destra un amuleto di corallo. L’altre presenta le colonne marmorizzate, con un elaborato grado Barocco (forse ligneo) sopra la mensa. L’aula è coperta da una controsoffittatura dipinta a botte ribassata. Nella facciata, a sinistra, è collocato un grande Crocifisso.

1961 - 1969 (cenni storici carattere generale)

Negli Anni Sessanta viene demolito il vicino pozzo. Nel 1966 l’oratorio subisce numerosi danni in occasione dell’alluvione d’Arno del 4 novembre e viene poi restaurato: sono fatte realizzare le tre vetrate policrome a piombo delle finestre dalla ditta di Michele Mellini di Firenze; l’affresco è restaurato, liberandolo dalle ridipinture; l’altare è ricondotto al colore grigio della pietra; in facciata il campanile a vela, che prima e fino almeno al 1921 era ubicato al di sopra della falda sinistra del tetto, e collocato in asse con una finestrella quadrata a sinistra del prospetto a capanna. L’oratorio spetta alla pieve di S. Martino a Brozzi.

2009  (cenni storici Giubileo Mariano)

Nel 2009 si svolge per dieci giorni l’ultimo, fino ad oggi, Giubileo della Madonna del Pozzo.
Descrizione

L’oratorio Madonna del Pozzo si trova a Brozzi, frazione del Comune di Firenze. Sorge lungo la via maestra del vecchio borgo (via di Brozzi, 466), inserito tra case a schiera. A sinistra dell’ampia gronda in aggetto è impostato il piccolo campanile a vela. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula. Lungo la parete sinistra è una porta che immette ad un locale adiacente. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 7,40; larghezza della navata: m 3,70.
Facciata
La facciata è a capanna, intonacata e tinteggiata di bianco, con la gronda in forte aggetto. Al centro del registro superiore è aperta una finestra a centina ribassata. Il portale, in arenaria e tinteggiato in grigio, ha un frontone triangolare sotto al quale è lo stemma dei Bonsi. Sono tinteggiate in grigio anche le mostre delle finestre rettangolari laterali al portale, munite d’infettiate. In asse con il sovrastante campanile a vela, posto sulla sinistra, è una terza finestrella quadrata, anch’essa dotata d’inferriata. I tre gradini antistanti al portale sono in arenaria; il portone è ligneo.
Campanile
Il campanile è a vela, intonacato e tinteggiato di bianco, terminate con un frontoncino triangolare. È provvisto di una campana azionata a corda.
Interno
L’interno è costituito da una piccola aula a pianta rettangolare ove domina il grande dossale in arenaria nella parete tergale, già in passato marmorizzato; al centro è la pittura murale con la raffigurazione della “Madonna con il Bambino”, posta all’interno della pittura su tela del Boschi. Il dossale ha un frontone triangolare spezzato con il simbolo bernardiniano al centro, sorretto da una testa alata di cherubino, e dorature nelle rosette del collare dei capitelli tuscanici delle due semicolonne laterali. Nel fregio della trabeazione reca la scritta "REFUGIUM PECCATORUM"; nel plinto sotto la semicolonna di sinistra è ancora visibile l’iscrizione “OPA”, riferita all’Opera della Madonna del Pozzo che eresse l’altare nel Seicento. La mensa eucaristica è in pietra serena. La vicina e moderna lapide, con l’iscrizione dell’Ave Maria in latino, è in arenaria. In controfacciata la piccola acquasantiera sul lato destro è in marmo. I rivestimenti interni sono ad intonaco tinteggiato in bianco; ancora si nota un lieve dislivello nelle pareti in corrispondenza di dove correva la cornice d’imposta della falsa volta a botte, non più esistente. La chiesa prende luce dalle tre finestre aperte in controfacciata, tutte con moderne vetrate policrome raffiguranti la “Madonna con il Bambino” e scene evangeliche. L'altezza massima della navata è m 6,70, la minima m 6,20.
Elementi decorativi
Dossale dell’altare; lapide in arenaria.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto, con mattoni rettangolari disposti in diagonale.
Coperture
La copertura dell’aula poggia su due capriate lignee, con orditura primaria e secondaria lignee e scempiato in cotto. Il manto del tetto è in coppi e tegole piane.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1990 (?))
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare completato nel corso degli anni 90. La mensa eucaristica, in pietra serena, consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 75 x 140 x 103(h).
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