chiese italiane
censimento chiese
edifici di culto
edifici sacri
beni immobili
patrimonio ecclesiastico
beni culturali ecclesiastici
beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Dicomano
Firenze
oratorio
sussidiario
S. Onofrio
Parrocchia di Santa Maria a Dicomano
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture; Sacrestia
presbiterio - aggiunta arredo (1990 (?))
XV - XVI(origini carattere generale); XVII - XVII(cenni storici carattere generale); XVIII - XVIII(ricostruzione intero bene); 1825 - 1870(cenni storici patronati); 1835 - 1840(cenni storici carattere generale); 1860 - 1860(cenni storici carattere generale); 1980 - 1995(cenni storici carattere generale)
Oratorio di Sant'Onofrio
Tipologia e qualificazione oratorio sussidiario
Denominazione Oratorio di Sant'Onofrio <Dicomano>
Altre denominazioni S. Onofrio
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (impianto)
neoclassico (ricostruzione)
Notizie Storiche

XV - XVI (origini carattere generale)

Nel XV secolo una piccola cappella intitolata a Sant’Onofrio era situata nei pressi del borgo di Dicomano, vicino ad un ospizio per pellegrini fondato nel 1480 da un gruppo di devoti e poi controllato dal Magistrato del Bigallo. Vi si radunava la Compagnia di Sant’Onofrio i cui capitoli vennero confermati il 13 febbraio 1589. Vigeva l’obbligo di celebrazione della festa del patrono, sancito dal legato di Antonio Gherardi con il suo lascito di terre.

XVII  (cenni storici carattere generale)

La piccola cappella dello spedale conservava la sacra immagine della “Madonna dello Spedale”, molto venerata da tutto il popolo di Dicomano ed ora posta entro una cornice barocca sull’altar maggiore dell’oratorio. L’edificio conserva anche l’“Immacolata concezione” di Lorenzo Lippi, pittore ed anche autore del poema “Il Malmantile”. La tela del XVII secolo, che per molto tempo fu pala d’altare dell’oratorio, era stata in realtà commissionata dalla famiglia Vivai per la vicina cappella della loro villa.

XVIII  (ricostruzione intero bene)

Dopo le soppressioni leopoldine del 1785, nelle quali rientrò anche la Compagnia di Sant’Onofrio, fu deciso di demolire il complesso dello spedale, anche a causa di esigenze strutturali e per permettere l’allargamento della strada forlivese. Solo grazie alle suppliche del facoltoso Pietro Dalle Pozze si ottenne di poter costruire un nuovo oratorio, privato ma fruibile per il culto da tutto il popolo di Dicomano. L’oratorio fu così completamente ricostruito alla fine del XVIII secolo per volere della famiglia Delle Pozze che ne ebbe il patronato. Venne innalzato in forme neoclassiche su disegno dall’architetto Giuseppe Del Rosso e consacrato da Monsignor Antonio Martini, vescovo di Firenze.

1825 - 1870 (cenni storici patronati)

Nel 1825 il patronato della chiesa fu concesso alla famiglia Vivai per poi passare nel 1870 al marchese Pietro Bartolini Salimbeni Vivai.

1835 - 1840 (cenni storici carattere generale)

Fra il 1835 e il 1840 fu portata nel nuovo oratorio l’antica e molto venerata “Madonna dello Spedale”.

1860  (cenni storici carattere generale)

Il 29 novembre 1860 sotto il portico dell’oratorio furono deposte le spoglie del capitano della guardia civica di Dicomano, Antonio Baldini, fucilato a Forlimpopoli come rivoluzionario.

1980 - 1995 (cenni storici carattere generale)

Nel 1980 gli eredi del marchese Pietro Bartolini Salimbeni Vivai donano l’oratorio alla chiesa di Santa Maria a Dicomano e tra il 1989 e il 1995 l'intero complesso è oggetto di restauro.
Descrizione

L’oratorio di Sant’Onofrio sorge a Dicomano, lungo la via che conduce a San Godenzo. Ha forme neoclassiche, con a tergo un edificio abitato in precedenza da coloro che avevano in custodia l’oratorio. La facciata è preceduta da un portico con quattro colonne ioniche che sorreggono il timpano sormontato da tre statue in arenaria. La parete destra è scandita in due registri e reca nel superiore una grande finestra “termale”, semicircolare e tripartita; sotto al cornicione il registro inferiore è scandito da lesene. Sul fianco sinistro è impostato il campanile a vela. Il sacrato è lastricato in arenaria. L’interno è a pianta rettangolare con due spazi semicircolari, a foggia di esedre neoclassiche, presso la controfacciata ed al presbiterio dove al centro è posto l’altare maggiore in marmo dietro il quale è custodita l’antica “Madonna dello Spedale”. Oltre l'aula si apre il vasto ambiente della sacrestia.
Pianta
L’oratorio è a pianta rettangolare, terminante nel presbiterio ed in controfacciata con spazi semicircolari a foggia di esedre neoclassiche; al centro di quella presbiteriale è posto l'altar maggiore. Oltre l'aula si accede al vasto ambiente della sacrestia. La lunghezza totale della chiesa è di metri 22.3 e la larghezza di metri 9.10
Facciata
La facciata dell’oratorio, che culmina con un cornicione orizzontale sorretto da mensole, è preceduta da un pronao rialzato di cinque gradini e sorretto da quattro colonne con capitelli ionici che sostengono un timpano decorato in altorilievo da due angeli reggiscudo. Oltre il frontone si elevano, ai lati, due statue di angeli in arenaria e, al centro, una statua che raffigura l’Immacolata.
Campanile
Il campanile a vela con sommità cuspidata è posto sopra il fianco sinistro dell’oratorio, presso la falda di copertura, ed è provvisto di una campana azionata elettricamente.
Interno
L’oratorio di stile neoclassico, interamente tinteggiato di bianco, ha pianta rettangolare che termina nel presbiterio ed in controfacciata con spazi semicircolari a foggia di esedre neoclassiche. L’aula a navata unica è definita da un impianto a sedici colonne con capitelli corinzi sul quale si imposta la cupola centrale affiancata da due volte semicircolari. Il presbiterio, rialzato di due gradini, reca al centro l’altare maggiore, composto da una mensa in marmo bianco di Carrara con ulteriore elemento curvilineo in muratura che sul fronte è rivestito in marmo. A tergo dell’altare è conservata l’antica immagine devozionale della “Madonna dello Spedale”, con maestosa cornice lignea a raggiera di stile barocco. Sulle pareti laterali vi sono, in posizione speculare, due altari con dossali trabeati e mensa in arenaria sormontati da decorazioni in altorilievo in gesso. Presso l’altare di sinistra è conservata l’“Immacolata concezione” di Lorenzo Lippi. Ai lati dell’altare si aprono due nicchie rettangolari al cui interno sono due sepolture della famiglia Vivai. Sopra l’altare in parete destra è conservata la tavola con il “Miracolo di San Francesco Saverio”. A destra dell’altare è collocato un busto in marmo del marchese Pietro Bartolini Salimbeni Vivai, nella nicchia a sinistra il dipinto a chiaro scuro raffigura la Temperanza. La controfacciata è qualificata da una tribuna con elegante balaustra e da due sottostanti vani laterali preceduti da archi a tutto sesto. All’interno dei vani sono posizionati, agli angoli, due confessionali lignei. Le due acquasantiere sono in marmo. L’oratorio prende luce dalle due finestre termali aperte in alto, al centro delle pareti laterali, e da due finestre aperte in parete destra presso la controfacciata. L’altezza massima dell’aula è di metri 16,8.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell’aula e del presbiterio è a lastre quadrate in marmo bianco e bardiglio, disposte in diagonale. Quella dei due vani posti sotto la tribuna è in cotto, con mattoni rettangolari ed inserti quadrati in marmo.
Coperture
La copertura dell’oratorio è sorretta da dodici colonne corinzie e quattro pilastri. L’aula centrale ha una volta a cupola ribassata con al centro una pittura murale e nei pennacchi dipinti di angeli in chiaro scuro. Verso il fronte e verso la parte tergale si aprono due volte semicircolari decorate a lacunari scolpiti e convergenti verso il centro. Il soffitto del coro è piano e decorato a lacunari.
Sacrestia
Oltre la chiesa, con accesso dal coro, si apre l’ampia sacrestia dove è collocato un altare con la tela “Cristo crocifisso fra santi” di Giuseppe Gaetano Cavallini del XVIII secolo. Dello stesso periodo e di scuola toscana è la tela posta sulla parete di fronte l’altare e raffigurante il Transito di San Giuseppe.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1990 (?))
Adeguamento liturgico alle esigenze della riforma conciliare messo in opera negli anni '90 senza il ricorso ad opere di carattere strutturale. Al centro del presbiterio è stata collocata una mensa liturgica lignea che consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 74 x 158 x 90. Altare maggiore in marmo, con due gradi ove il secondo è curvilineo ed è sormontato da un terzo in muratura rivestita in marmo sul fronte. Tabernacolo in marmo, con sportello ligneo dorato, posto al centro dell’altare maggiore. Sede lignea, mobile, posta sul lato destro del presbiterio, sul opposto è in uso un leggio ligneo, mobile. Due confessionali lignei sono addossati in angolo alla controfacciata, all'interno dei due vani sormontati dal matroneo.
Contatta la diocesi