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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
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adeguamento liturgico
Vinci
Firenze
oratorio
sussidiario
Madonna dell'Erta
Parrocchia di Santa Maria a Spicchio
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - intervento strutturale (1990 (?))
XVIII - XVIII(origini carattere generale); 1820 ante - 1820(cenni storici costruzione dell'oratorio); 1820 - 1829(cenni storici consacrazione dell'oratorio); 1864 - 1865(cenni storici carattere generale); 1879 - 1879(cenni storici carattere generale); 1910 - 1929(cenni storici carattere generale); 1955 - 1955(cenni storici carattere generale)
Oratorio della Madonna dell'Erta
Tipologia e qualificazione oratorio sussidiario
Denominazione Oratorio della Madonna dell'Erta <Vinci>
Altre denominazioni Oratorio della Madonna dell'Erta
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

XVIII  (origini carattere generale)

In origine vi esiste un tabernacolo. Un documento della seconda metà del Settecento, conservato nell’Archivio Parrocchiale di S. Maria a Spicchio ci testimonia che “esisteva in detto luogo fin dai tempi più remoti l’Immagine [= statua] di detta Vergine delle Grazie, detta comunemente dell’Erta in un tabernacolo, alla quale era prestata dai popoli circonvicini una grande venerazione”. Il tabernacolo, in località l’Erta, sorge presso un bivio tra le vie per Collegonzi (in salita, “erta” quindi) e per Piccaratico e quella per Spicchio. Secondo la tradizione, l’immagine era stata ritrovata miracolosamente da un contadino che arava ed i buoi si sarebbero fermati ed inginocchiati nel luogo dove, sottoterra e vicino all’Arno, era la statua della Madonna. La devozione è testimoniata anche dalla stampa dell’Immagine della Madonna fatta dall’incisore fiorentino Francesco Allegrini (Firenze, 1729-post 1785) e dedicata al nipote di papa Clemente XII (1652-1740), il principe Lorenzo Corsini.

1820 ante - 1820 (cenni storici costruzione dell'oratorio)

Attorno al tabernacolo si svolgono feste solenni e con grande partecipazione, anche dei popoli vicini come Vitolini, Collegonzi, Sovigliana, ma in generale da tutto il Montalbano orientale. Prima del 1820 il tabernacolo, divenuto oramai meta di devozione e pellegrinaggi popolari, viene trasformato in oratorio dai fratelli Giuseppe Leopoldo e Francesco Bargellini della Tinaia.

1820 - 1829 (cenni storici consacrazione dell'oratorio)

Nel 1820 l’oratorio viene ceduto dai fratelli Bargellini al parroco di Spicchio, monsignor Ranieri Bardini. Il 9 agosto 1820, infatti, i fratelli Bargellini stipulano l’atto di donazione dell’oratorio, “eretto con elemosine”, ed il parroco, don Bardini, lo benedice “per delegazione di Monsignore Pier Francesco Morali [1758-1826] Arcivescovo di Firenze […] nel dì 19 Agosto 1820”. Come il tabernacolo non era mai stato nominato nelle visite pastorali del Settecento e dei primi dell’Ottocento, così nemmeno l’oratorio è citato nella visita del vescovo del 1829. L’immagine è oggetto sempre più di grande devozione popolare, come testimoniano le solenni feste quinquennali e la ricca dote di ex voto ora custoditi nella sagrestia. L’oratorio dipende dalla parrocchia di S. Maria a Spicchio.

1864 - 1865 (cenni storici carattere generale)

Tra gli ex voto dei presunti miracolati ve ne sono tre (del 1864 e del 1865) raffiguranti con pittura popolare l’avvenimento

1879  (cenni storici carattere generale)

’oratorio della SS. Vergine delle Grazie viene citato per la prima volta soltanto dal Santoni nel 1847, quando risulta essere di patronato del ‘popolo’. nella visita pastorale del 1879, in cui è così descritto: “L’Oratorio è grandicello posto in luogo isolato, è molto grazioso, ha palco a volterrana, un altare sotto una cupoletta; sul presbiterio due colonne che reggono l’arco; ha una porta con due finestre basse ai lati ed è illuminato da due lunette in ciascuno dei suoi lati”. All’interno è venerata la scultura lapidea recante l’”Immagine della Vergine col Bambino posta su di un altare con pietra sacra”. Allora esiste la Congregazione della Madonna dell’Erta, nata dopo la costruzione dell’oratorio

1910 - 1929 (cenni storici carattere generale)

Si sono conservati i libri di entrata ed uscita della Congregazione della Madonna dell’Erta tra il 1910 e il 1929, che ci testimoniano acquisti di suppellettili sacre per l’oratorio. Nel 1912 (e non nel 1911, come ricordano le fonti edite) è aggiunta la sagrestia, edificata sul retro dell’edificio, su un terreno di monsignor Augusto Del Vivo, inaugurata il 3 dicembre di quell’anno. Nel 1920, tra il 16 ed il 22 agosto, essendo parroco di Spicchio , don Ferdinando Pulignani, viene solennemente celebrato il primo centenario dall’erezione dell’oratorio, presente l’arcivescovo fiorentino Alfonso maria Mistrangelo (1852-1930), ed è apposta una lapide memoriale marmorea. Nel 1923 viene eretto il piccolo campanile a vela. La festa della domenica dell’Ottava dell’Assunta è celebrata con grande partecipazione di popolo e si manterrà fino ad oggi.

1955  (cenni storici carattere generale)

La Congregazione della Madonna dell’Erta è nominata nella visita pastorale del 1955.
Descrizione

L’oratorio della Madonna dell’Erta si trova nel territorio comunale di Vinci. Sorge isolata, entro un contesto semiagreste. L’edificio consta semplicemente nell’oratorio che, a tergo, reca la sagrestia. I rivestimenti esterni sono ad intonaco tinteggiato in bianco. Sul retro della falda destra di copertura è impostato un piccolo campanile a vela. Emerge in esterno il volume della cupola, con la copertura in tegole a squama di pesce e con una croce metallica su una sfera in arenaria in chiave. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula. Nella parete tergale del presbiterio due accessi laterali conducono alla retrostante sagrestia. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 9,60; lunghezza fino alla serliana: m 5,90; larghezza della navata: m 4,90.
Facciata
La facciata è a capanna; sul colmo è una croce metallica traforata. Tutte le scansioni architettoniche, comprese le cornici del frontone triangolare, sono in muratura tinteggiata in grigio; le due panchine, i davanzali e gli stipiti delle due finestrelle quadrate e munite d’inferriata sono in arenaria. Il portone, all’interno del portale architravato, è ligneo, con specchiature quadrate nelle ante.
Campanile
Il campanile è a vela, provvisto di due campane azionate a corda e sormontato da una croce metallica sul colmo del frontoncino triangolare.
Interno
L’interno è costituito da una piccola e singola aula, a pianta rettangolare, ove, oltre una serliana tuscanica in muratura tinteggiata in grigio, si accede al presbiterio, rialzato di un gradino in arenaria e recante al centro, su una pedana lignea, la mensa eucaristica in legno. Al centro della parete tergale, arricchita da decorazioni murali floreali in stucco bianco, entro una nicchia è conservata le statua policroma della “Vergine delle Grazie con il Bimbo”, cui è intitolato l’oratorio. Tutte le scansioni architettoniche (lesene tuscaniche, cornicioni, archi) sono in muratura tinteggiata in grigio. Presso la controfacciata l’acquasantiera a parete, a sinistra, è in marmo. La chiesa prende luce dalle due finestrelle quadrate aperte in controfacciata e da quattro finestre di tipo termale romano, con vetrate trasparenti, presenti, due per parte, nelle pareti laterali (due ulteriori finestre sono cieche). L'altezza massima della navata è m 5,60, quella della cupola 7,30. In sagrestia è conservata una tela raffigurante la “Crocifissione con Maria, S. Giovanni e la Maddalena”.
Elementi decorativi
Stucchi bianchi floreali ottocenteschi attorno alla nicchia del dossale presente nel presbiterio.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cementine quadrate, nei toni del bianco e del grigio, disposte in diagonale.
Coperture
La copertura dell’aula è costituita da una volta a botte unghiata, il presbiterio è coperto da una cupola. Il manto di copertura è in coppi e tegole piane.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1990 (?))
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare completato nel corso degli anni Novanta (?). La mensa liturgica, lignea, è posta al centro del presbiterio e consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni cm 161 x 70 x 95 (h). Sede lignea, mobile, addossata alla parete tergale sul presbiterio. Leggio mobile, in ferro battuto, attualmente collocato nel presbiterio, sul lato sinistro.
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