chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Riottoli Empoli Firenze cappella sussidiaria S. Mamante Parrocchia di Santa Maria a Ripa Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture presbiterio - aggiunta arredo (1998) VI - VI(origini carattere generale); XI - 1192(cenni storici carattere generale); 1230 - 1258(cenni storici rifacimento della chiesa); 1276 - 1303(cenni storici carattere generale); 1390 ca - 1396 ante(cenni storici dipinto su tavola ); 1442 - 1491(cenni storici carattere generale); 1580 ca - XVI(cenni storici carattere generale); 1631 - XVII(cenni storici carattere generale); 1758 - 1758(cenni storici carattere generale); 1764 - XVIII(cenni storici restauro ed ampliamento dell’oratorio ); 1820 - 1850(cenni storici carattere generale); XX - 1970(cenni storici carattere generale); 1995 - 1997(vicende conservative intero bene)
Cappella di San Mamante
Tipologia e qualificazione
cappella sussidiaria
Denominazione
Cappella di San Mamante <Riottoli, Empoli>
Altre denominazioni
Chiesa di San Mamante S. Mamante
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
tardo barocco (rifacimenti)
Notizie Storiche
VI (origini carattere generale)
Mamas, martire di Cesarea in Cappadocia nel III secolo, era stato molto venerato dai Bizantini e la chiesetta a lui dedicata potrebbe anche risalire ad una loro fondazione. Il culto per Mamante doveva forse essere giunto attraverso mercanti mediorientali provenienti da Porto Pisano e arrivati al porto empolese, per poi diffondersi, attraverso le vie di pellegrinaggio, dalla Toscana all’Emilia Romagna alla Lombardia, fino al Canton Ticino ed alla Francia. Come attestano il Lami e poi il Lazzeri, le origini della chiesetta di S. Mamma o S. Mamante dovrebbero risalire al VI secolo: “per haec fortassis tempora [anno 584] ecclesia Sancti Mamantis martyris ad Empulum, prope Arnum, erecta fuit” (“forse circa in quei tempi fu innalzata vicino all’Arno la chiesa di S. Mamante”). La chiesa bizantina è forse in una sorta di antitesi rispetto a quella longobarda e probabilmente in origine ariana di S. Michele ad Empoli Vecchio, dopo l’abbandono sostanziale della città romana d’In-portu (Empoli).
XI - 1192 (cenni storici carattere generale)
A metà dell’XI secolo tra le chiese suffraganee della Collegiata di S. Andrea ad Empoli vi è sicuramente quella di S. Mamante. Nel 1119 e poi nel 1192 ad Empoli Vecchio è citata, oltre a quella di S. Michele, l’esistenza della chiesa di S. Mamante, il cui ‘popolo’ nel 1119 si deve inurbare ad Empoli per volontà dei conti Guidi. È murato “in un angolo […] della facciata […], [dove] si osserva anche in oggi [1873] un piccolo marmo bianco, molto ben lavorato con geroglifici di una testa di becco”, forse proveniente, secondo il Lazzeri, da un preesistente edificio romano, “giacché non è molto, che di simili marmi ne sono stati dissotterrati anche altri frammenti”. Si trattava di un frammento di un’urna cineraria, oggi non più esistente perché trafugato.
1230 - 1258 (cenni storici rifacimento della chiesa)
Nel 1232 la chiesa viene restaurata dal suo rettore, prete Amadio (Amedeo), “come si legge in un cartello di marmo posto nella facciata della medesima” (Luigi Lazzeri). Infatti, al di sopra del portale in cotto, zigrinato a lisca di pesce, è inserita l’iscrizione “PR[ES]B[ITER] [A]MADIUS FECIT O. [S., ora non più leggibile] / A. D. MCCXXXII”. Tra il 1230 e il 1247 i conti Guido Guerra e Ruggero, figli di Marcovaldo, detengono in patronato la chiesa di S. Mamante, che cedono al Comune di Firenze nel 1255. Nel 1258 la chiesetta è confermata quale suffraganea della pieve di Empoli.
1276 - 1303 (cenni storici carattere generale)
Nel 1276-1277 la chiesa risulta sottoposta alle decime vaticane (quando paga 2 libbre e 14 soldi) e nel 1286 il suo rettore, prete Acconcio, è citato nell’elenco dei sacerdoti che assistono al sinodo diocesano fiorentino. L’edificio sacro è ulteriormente nominato nelle decime del 1290 (pagando la medesima cifra) ed in quelle del 1302-1303, quando deve solo 1 libbra e 7 soldi, a testimoniare una sua diminuzione di entrate economiche agli inizi del nuovo secolo.
1390 ca - 1396 ante (cenni storici dipinto su tavola )
Nella prima metà dell’ultimo decennio del Trecento Agnolo Gaddi (circa 1350-1396) e la sua bottega di eseguono per la chiesetta di S. Mamante un trittico raffigurante la Madonna con il Bambino e i Santi Antonio Abate, Caterina d’Alessandria, Giovanni Battista e Girolamo (ora conservato nel Museo della Collegiata). Ciò dimostra una ripresa economica, forse dovuta a qualche patrono.
1442 - 1491 (cenni storici carattere generale)
La chiesa è incorporata alla cura di S. Michele ad Empoli Vecchio nel 1442 con per breve d’Eugenio IV del 9 aprile, quando oramai il suo ‘popolo’ è esiguo. Prima del 1467 è rettore di S. Mamante Giovanni di Andrea Giachini, che diverrà poi pievano di S. Andrea. Egli appartiene ad una famiglia che è legata alla pieve empolese e vicina ai Medici. Nel 1491 l’edificio sacro risulta appartenere al Capitolo della Collegiata di Empoli, cui spetta il patronato, precedentemente del ‘popolo’.
1580 ca - XVI (cenni storici carattere generale)
A fine Cinquecento la chiesetta compare in alcune piante dei Capitani di Parte Guelfa; la facciata che vi è disegnata presenta un oculo, tornato alla luce con i restauri del 1996. Il 6 luglio 1596 è sepolto a S. Mamante ser Donnino di Maso Aringhieri, prete empolese, deceduto in conseguenza della peste.
1631 - XVII (cenni storici carattere generale)
Durante la famosa peste del 1631 la chiesetta, oramai ridotta ad oratorio, viene impiegata dai canonici della Collegiata d’Empoli come loro luogo di sepoltura (iscrizione in loco). In facciata, in luogo dell’oculo, viene apposto lo stemma del Capitolo della Collegiata d’Empoli (poi trafugato nel 1996).
1758 (cenni storici carattere generale)
Nel 1758 la chiesa è citata da Giovanni Lami, che la ricorda così: “Ecclesia S. Mamantis Empuli Veteris, cuius Paroecia Ecclesiae S. Michaelis eiusdem loci attributa fuit” (cioè conferma che la chiesetta dipende sempre da quella di S. Michele).
1764 - XVIII (cenni storici restauro ed ampliamento dell’oratorio )
Nel 1764 il canonico d’Empoli Pasquale Bardini fa restaurare l’oratorio, vi addiziona la nuova area presbiteriale, vi fa erigere l’altare, nel cui dossale fa affrescare al fiorentino Giuseppe di Marco Romei (1710-1785), un allievo di Antonio Puglieschi poi attivo in Ognissanti ed al Carmine a Firenze (ma anche precedentemente nella pieve di S. Pancrazio a S. Casciano Val di Pesa), i “Santi Giuseppe e Mamante in adorazione”, ma in realtà si tratta dei “Santi Mamante e forse Basilio di Cesarea in adorazione della Madonna, con Cherubini e la Colomba dello Spirito Santo”. Al centro è apposto il quadro con la “Madonna del Buonconsiglio”. Il canonico sarà sepolto nell’oratorio medesimo, al centro dell’aula, nell’avello familiare.
1820 - 1850 (cenni storici carattere generale)
La chiesetta compare correttamente rappresentata nella mappa del Catasto Generale Toscano risalente al 1820. Luigi Santoni ricorda l’oratorio nel 1847 come dipendente sempre dal Capitolo di Empoli ed entro il ‘popolo’ di S. Maria a Ripa. Nel 1850 il campaniletto a vela è dotato di una nuova campana
XX - 1970 (cenni storici carattere generale)
Nel Novecento il Capitolo di Empoli cede l’oratorio a Corrado e Attilia Fontana e viene sconsacrato. Per tale motivo non è citato dal Calzolai nel 1970.
1995 - 1997 (vicende conservative intero bene)
Nel 1995 l’ex oratorio è ceduto dai signori Allegri di Empoli e dai signori Del Vivo, Del Grande, Fontana, Peranzi, Moroni, Sears, Giomi e Orlando alla chiesa di S. Maria a Ripa, che lo fa restaurare, dopo che nel 1994 (o 1996) era stato trafugato dall’altare il quadro con la “Madonna del Buonconsiglio”; nel 1996 è trafugato anche lo stemma dei Canonici di Empoli presente in facciata. Sempre nel 1996 è fusa una seconda campana di minori dimensioni per il campanile. Tornano alla luce l’oculo ed il portale della facciata duecentesca. Il restauro si conclude nel 1997 e la chiesetta è riaperta il 17 settembre di quell’anno.
Descrizione
La cappella di S. Mamante si trova nel Comune di Empoli. Sorge entro un contesto urbano. Il piccolo edificio è isolato, con i rivestimenti esterni ad intonaco tinteggiato in bianco crema. A tergo è impostato, sopra le coperture, un pregevole campanile a vela. La facciata è a capanna, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha una pianta ad aula. Le due porte di lato all’altare danno accesso alla sagrestia, posta a tergo e sopra la quale insiste un locale. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 10,10; lunghezza fino all'arco presbiteriale: m 7,10; larghezza della navata: m 4,90.
Facciata
La facciata è a capanna, intonacata; sul colmo è una croce metallica raggiata. La finestra circolare è strombata e con una vetrata policroma; subito al di sotto vi è una piccola lapide, che riporta la data del rifacimento del 1232. il piccolo frontone triangolare che sormonta il portale è in arenaria, le mostre sono tinteggiate in grigio; il portone è ligneo, a fasce orizzontali nelle ante.
Campanile
Il campanile settecentesco è a vela con volute laterali, provvisto di due campane. Sul vertice si trova una croce metallica.
Interno
L’interno è costituito da una singola e piccola aula, che culmina nel presbiterio, rialzato di un gradino, dove, oltre la mensa liturgica lignea e mobile ed inquadrato dall’arcone presbiteriale, l’altare originario ha una mensa in arenaria poggiante su due mensole a voluta; il dossale, anch’esso in arenaria, qualificato da due lesene laterali tuscaniche sorreggenti in frontone triangolare spezzato e risaltato con un cartiglio recante l’emblema mariano, contiene la pittura murale del Romei, al centro della quale è un piccolo dipinto, opera di don Vincenzo Mugnaini (1937-2021), parroco di Monterappoli, che viene posto in luogo della “Madonna del Buonconsiglio”, trafugata nel 1994 o nel 1996. I due portali architravati laterali presentano mostre dipinte in grigio. Nella parete destra del presbiterio è un piccolo armadio a muro, chiuso da sportelli lignei, ad uso liturgico, nella parete opposta è la copia del polittico di Agnolo Gaddi, ora nel Museo della Collegiata d’Empoli. Il cornicione marcapiano è un’addizione lignea. In controfacciata l’acquasantiera a parete è in terracotta; sul lato sinistro è il lacerto di un’antica iscrizione che si riferisce alle sepolture effettuate durante la peste del 1631. La chiesa prende luce dalla finestra in controfacciata e da due finestre rettangolari aperte, con mostre dipinte in grigio, nelle pareti laterali (le altre due sono interamente dipinte en-trompe-l’oeil). L'altezza massima della navata è m 5,70, la minima m 4,90.
Elementi decorativi
Lapide memoriale in arenaria duecentesca in facciata; affreschi settecenteschi; altare settecentesco; iscrizione secentesca sull’intonaco della controfacciata.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto, con mattoni rettangolari disposti a spinapesce in diagonale.
Coperture
La copertura poggia su una capriata e sull’arco presbiteriale; l’orditura primaria e secondaria sono ligneee, lo scempiato è in cotto. Il manto di copertura è in coppi e tegole piane.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1998)
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare completato nel 1998 senza il ricorso ad opere di carattere strutturale. La mensa liturgica lignea, mobile, è posta al centro del presbiterio e consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni cm 150 x 60 x 82 (h). Altare in arenaria, con due gradi lignei. Sede lignea, mobile, posta nel presbiterio, presso la parete destra.