chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Borgo San Lorenzo Firenze santuario sussidiario Madonna dei tre fiumi Parrocchia di San Michele a Ronta Pianta; Facciata e portico; Campanile; Interno; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture presbiterio - aggiunta arredo (2016) XIV - XV(origini carattere generale); 1460 - XVI(cenni storici carattere generale); 1578 - 1579(costruzione intero bene); 1633 - 1634(ampliamento intero bene); 1684 - XVII(costruzione ospizio per i pellegrini); 1705 - 1705(altari laterali e ristrutturazione intero bene); 1774 - 1780(riduzione loggiato); 1845 - 1847( cenni storici carattere generale); 1903 post - 1930 circa(rifacimento facciata e coperture); 1932 - 1932(rifacimento portali lignei); 1950 circa - 1970 circa(realizzazione vetrate policrome)
Santuario della Madonna dei tre fiumi
Tipologia e qualificazione
santuario sussidiario
Denominazione
Santuario della Madonna dei tre fiumi <Borgo San Lorenzo>
Altre denominazioni
Oratorio della Madonna dei Tre fiumi
Ambito culturale (ruolo)
rinascimentale (impianto)
tardo barocco (rifacimento)
Notizie Storiche
XIV - XV (origini carattere generale)
La località di Tre Fiumi alle falde del monte Castellina prende il nome dai "fossi di Farforaja [Farfereta, da "farfarus", pianta dai fiori gialli], che è dalla parte del Nord, e di Razzolo, dal Sud [...], [i quali] riuniti formano il terzo corso d'acqua detto l'Elsa" (Giuseppe Giuli). La zona è ricca di sorgenti di acque minerali "acidule, sulfuree e saline": "una scaturisce sulla destra del Fosso della Farforaja e le altre tre sulla sinistra" (ibidem). Il luogo, alla convergenza dei tre corsi d'acqua, altamente simbolico, riceve un'immagine della Madonna, presso un ponte ligneo che scavalca l'Ensa, ritenuta miracolosa, come avveniva spesso per santuari mariani sorti presso sorgenti, corsi d'acqua e ponti (l'idronimo Ensa deriva dall'etrusco Helzunia e meno probabilmente dal germanico Emizio). Non sappiamo se il luogo fosse sacro già in età etrusco-romana. Presso la vicina località Il Pozzo di Ronta e la sua sorgente esiste un'altra cappella e vi sono stati ritrovati reperti etruschi.
1460 - XVI (cenni storici carattere generale)
Già nell'854 è documentato nella zona un cenobio femminile dedicato a Maria. È solo però nella seconda metà del Quattrocento che nel primo tabernacolo viene dipinta a fresco da un ignoto artista fiorentino una "Maestà" del ponte, lungo la strada che sale verso la montagna. Già agli inizi del Cinquecento esiste una piccola cappella, al cui interno, secondo talune fonti, si sarebbe conservata un'immagine della "Madonna con il Bambino fra i Santi Francesco, Sebastiano, Donato e Rocco".
1578 - 1579 (costruzione intero bene)
L'immagine quattrocentesca della Vergine è ritenuta miracolosa: apparsa piangente ad alcune fedeli il giorno dell’Ascensione del 1578, ma, secondo un'altra leggenda, veduta in una piccola grotta ai piedi della Castellina come una Signora bellissima avvolta di luce, apparsa a due pastorelli piangenti e affamati, che avrebbe consolato ed esortato a tornare a casa, dove avrebbero trovato gran quantità di pane. In seguito anche al altri prodigi, nell'estate del 1579, con l'assenso della curia fiorentina, viene iniziata la costruzione dell'oratorio ad unica navatella, con il concorso del 'popolo' di Ronta.
1633 - 1634 (ampliamento intero bene)
Grazie all'afflusso di pellegrini e al loro obolo, nel 1633 è possibile ampliare l’oratorio, dotandolo delle due navatelle laterali, del loggiato sulla facciata e di un piccolo refettorio contiguo (la data è riportata nelle mostre delle finestre laterali). Secondo talune fonti l'affresco della "Madonna con il Bambino" è attribuito a Jacopo Chimenti detto l'Empoli (1551-1640), ma questo è falso in quanto l'affresco risale evidentemente al Quattrocento. L'Empoli invece esegue alcuni affreschi attorno ad esso e nel 1634 una pala su commissione degli Operai della Madonna dei Tre Fiumi, ma forse, almeno secondo alcuni studiosi, destinata fin dall'inizio alla prioria di S. Michele a Ronta. Antonio Niccolini, arcivescovo fiorentino dal 1632 al 1651, fa apporre un'iscrizione sulla colonna di sinistra che sorregge l'arco centrale del loggiato, nella quale sono riportate le norme imposte per la visita del santuario, con l’ammenda di dieci monete d’oro per chi le contravvenisse.
1684 - XVII (costruzione ospizio per i pellegrini)
Nel 1684 Domenico Pananti, pievano di S. Giovanni Maggiore ed appartenente ad un'illustre famiglia di Ronta, si adopera perché accanto all’oratorio-santuario si costruisca un ospizio per i pellegrini, che avrebbe assunto il nome di Osteria della Madonna dei Tre Fiumi. Il santuario ha stretti rapporti con quello di S. Maria della Neve a Palazzuolo sul Senio, la cui chiesa, ricostruita anch'essa tra il 1630 ed il 1639 attorno al un'immagine miracolosa di Maria, ha alcune analogie, nella facciata con loggiato, con quella della chiesa della Madonna dei Tre Fiumi.
1705 (altari laterali e ristrutturazione intero bene)
Nel 1705 Cristoforo di Pietro Buini, appartenente ad un'altra eminente famiglia del luogo, promuove la ristrutturazione dell’oratorio, aggiungendovi anche due nuovi altari.
1774 - 1780 (riduzione loggiato)
Nel 1774 il Granduca Pietro Leopoldo si reca al santuario della Madonna dei Tre Fiumi. L’adeguamento del tracciato della via Faentina, avvenuto nel 1780, causa la resezione dell'ultimo arco sulla destra del loggiato, posto proprio nel punto angusto tra l'oratorio stesso e il torrente in cui la strada inizia a salire verso il Passo della Colla.
1845 - 1847 ( cenni storici carattere generale)
Non lontano dal santuario, nel 1845 viene realizzato un mulino ad acqua sul torrente Ensa. Sappiamo dal Santoni che in quegli anni l'Opera è "patrona ed amministratrice dell'Oratorio e rendite di esso".
1903 post - 1930 circa (rifacimento facciata e coperture)
In data imprecisata, ma posteriore al 1903 (per il raffronto con una foto databile a prima di quell'anno) viene rifatto il settore superiore della facciata e sono rifatte anche le coperture della chiesa. La precedente forma a capanna, con falde spezzate, è condotta a salienti, rialzando la copertura in corrispondenza della nave centrale. il finestrone rettangolare, allora tamponato, è riaperto e dotato di una mostra neosecentesca a frontone centinato.
1932 (rifacimento portali lignei)
Nel 1932 sono rifatti i portali lignei del santuario.
1950 circa - 1970 circa (realizzazione vetrate policrome)
Nel Secondo Novecento sulle pareti delle navate laterali e sulla controfacciata vengono realizzate dal siciliano fra’ Alberto Farina (1921-2005) le cinque vetrate policrome per le finestre, riproducenti scene della vita di Maria ("Annunciazione"; "Visitazione"; "Natività con adorazione dei pastori"; "Adorazione dei Re Magi"; "Discesa dello Spirito Santo sulla Madonna e sugli Apostoli").
Descrizione
L'oratorio della Madonna dei Tre Fiumi di si trova a Ronta (410,00 m s.l.m), frazione del Comune di Borgo S. Lorenzo. "Risiede a mezza costa dell'Appennino tra Razzuolo e Casaglia sulla ripa destra del torrente Ensa" (Emanuele Repetti). Il complesso è costituito dalla chiesa e, sul retro, da alcuni locali con la torre campanaria, posta verso destra. I rivestimenti esterni sono ad intonaco tinteggiato in bianco avorio. Nelle pareti laterali le mostre delle finestre sono in arenaria, come il medaglione posto nella parete destra. La facciata è a salienti, preceduta da un portico, la pianta è a tre navatelle.
Pianta
La chiesa ha pianta a tre navatelle alquanto tozze, così da imprimere al santuario un'icnografia 'quadrotta'. Le due porte poste nella parete tergale danno accesso alla sagrestia (a destra) e ai locali sul retro ed a lato del santuario. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 16,70; lunghezza delle navate: m 11,10; larghezza totale: m 15,60; larghezza della navata centrale: m 7,00.
Facciata e portico
La facciata è a salienti in corrispondenza delle navate all’interno, preceduta da un portico che occupa l’intera fronte, contraddistinto da pilastri in arenaria lavorata a scalpello (in uno di essi è l'epigrafe fatta apporre nel Seicento del vescovo Niccolini), qualificato sulla fronte da due grandi archi a sesto ribassato e da un’altro sestiacuto sulla destra, di minori dimensioni, in conseguenza della riduzione subita nel 1780. Il portico è pavimentato in pietra ed ha una copertura a semipadiglione. I due medaglioni sulla fronte del portico sono in arenaria, così come la cimasa del muretto perimetrale ed i tre portali trabeati, ove quello centrale reca ai lati due finestre con inferriate a losanghe, atte a far vedere l'immagine miracolosa di Maria anche quando il santuario è chiuso. Nella parte inferiore di una finestra è ancora presente la fessura delle “LIMOSINE PER LA FABBRICA”. I tre portoni sono lignei. La cornice d'imposta della copertura è in cotto, con mattoni sagomati disposti per taglio; sul vertice è una croce metallica. La finestra rettangolare mediana è sormontata da un frontone centinato ribassato in arenaria, come la mostra (parzialmente tinteggiata) della finestra medesima.
Campanile
Il campanile è a torre, intonacato, con le angolate risaltate in conci d'arenaria e con l'alto basamento a scarpa in bozze d'arenaria a vista; si eleva su tre livelli, con la cella campanaria a quattro fornici sestiacuti, con altrettante campane azionate a corda, e una copertura cuspidata in arenaria, sul colmo della quale è una croce metallica.
Interno
L’interno è a tre navate, con la centrale che si dilata nelle laterali mediante tre arcate per parte, a tutto sesto, sorrette da colonne tuscaniche in arenaria, come la totalità delle scansioni architettoniche, gli altari con i dossali, i portali, i peducci delle volte nel coro ed il tabernacolo. In posizione e rialzato di un gradino è l’altar maggiore, ove, all’interno dell’ampio dossale con frontone centinato, spezzato e risaltato con un grande cartiglio mediano e sorretto da due colonne corinzie, la pittura murale quattrocentesca è staccata e raffigura "La Vergine con il Bambino", perimetrata da due teste alate di cherubini a bassorilievo in arenaria. Dietro l’altare è il coro, rialzato di due gradini e preceduto da una balaustra in arenaria, come i tozzi pilastri che sorreggono le due arcate. Nelle pareti laterali si aprono specularmente due portali con frontone centinato. Vi si conservano appesi alcuni ex voto raccolti in teche di vetro e altri arredi lignei appartenuti all’oratorio, fra i quali un bel leggio ligneo bifronte con l'iscrizione "AD ONORE DELLA MADONNA SS. DE' TRE FIUMI". Sul lato destro della parete tergale è posto il tabernacolo centinato, recante l'iscrizione "PANIS VITAE" e lo sportello con l'effigie del Calice con l'Ostia argentati su fondo dorato. Sul fondo delle navate laterali sono collocati due altari di pietra primosettecenteschi, con mense su due balaustri e con frontoni triangolari aventi l'emblema bernardiniano nel timpano e con lesene laterali tuscaniche, oggi recanti rispettivamente, a destra, una "Vergine Assunta in cielo tra Cherubini, San Giovanni Evangelista e Maria Maddalena", e a sinistra l’immagine di un "Santo in adorazione alla Madonna tra Angeli". Due confessionali lignei sono inseriti in nicchie delle pareti delle navate laterali, in posizione speculare. Un organo con importante mostra lignea è posto in adiacenza alla parete laterale della navata destra. In controfacciata le due acquasantiere sono in arenaria, le stazioni della Via Crucis, disposte lungo le pareti, sono in cotto. La chiesa prende luce dalle tre finestre in controfacciata, ove la centrale ha una vetrata policroma di fra’ Alberto Farina, così come le altre quattro finestre, di minore dimensione, che sono aperte, due per parte, nelle pareti laterali. L'altezza massima è m 9,40, la minima m 6,60.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto con mattoni disposti a spina diagonale.
Coperture
La copertura della navata centrale poggia su due capriate, con orditura primaria e secondaria lignee che digradano in continuità verso le navate laterali. Il manto di copertura è in coppi e tegole piane. Il coro è volato a vela con unghie angolari.
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (2016)
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare realizzato nel 2016 senza il ricorso ad opere di carattere strutturale. Davanti all’originario altare maggiore è stata collocata una mensa eucaristica lignea che consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative: cm 61 xl 181 x 85 (h).
Il tabernacolo in arenaria, con sportello ligneo dorato ed argentato, è posto nella parete tergale del coro, sul lato destro.
In uso un leggio ligneo, tinteggiato in grigio, posto sul lato sinistro del presbiterio.