In antico ove è attualmente la chiesa del Sacro Cuore erano le case del borgo del Romito, nome derivante da un piccolo oratorio dedicato a S. Lucia vicino al Mugnone, eretto da un romito sotto una delle vecchie arcate dell'acquedotto romano (Le Arcora o Arcovata). Il borgo si trova lungo la via che esce da Porta a Faenza, in direzione di Rifredi. Nella zona esisteva anche lo spedale di S. Giovani fra l'Arcora dei Cavalieri Gerosolimitani, fondato nel 1317 e distrutto nel 1529. Nel 1890 il Comune di Firenze decide di creare qui il nuovo asilo mortuario, con una cappella, che prima e fino dall'ultima età granducale nel 1852 era stato innalzato in via S. Caterina, presso le aree che di lì a poco sarebbero state urbanizzate attorno alla nuova piazza Indipendenza (tale primo asilo mortuario è documentato nelle carte dell'Archivio Storico Comunale di Firenze dal 1852).
1890 - 1891 (cenni storici carattere generale)
Nel marzo, maggio e luglio del 1890 si susseguono tre progetti per il nuovo asilo mortuario presso il Romito, lontano dalle più recenti urbanizzazioni. L'accollo dei lavori per la sua realizzazione è dato dal Comune nel 1891 all'impresa di Giovanni Berni.
1893 - 1894 (cenni storici carattere generale)
L'asilo mortuario, con la sua cappella annessa, è aperto nel 1893, sebbene i lavori proseguano ancora nel 1894. Il Comune lo dà in concessione ai Padri Cappuccini, come lo era già stato quello vecchio in via S. Caterina con l'oratorio di S. Giuseppe. I Cappuccini prestano il loro servizio anche presso il cimitero di Trespiano
1909 - 1911 (cenni storici carattere generale)
Dal 1909 circa è presente presso la cappella del Romito il padre cappuccino Lodovico Zacchini (m. 1965), che rimarrà presso l'oratorio e poi presso la chiesa parrocchiale del Sacro Cuore per 56 anni. Nel 1911 la piazza della Barriera del Romito prende il nome attuale, venendo dedicata alo scrittore e storico Filippo Baldinucci (1624-1696).
1915 - 1924 (cenni storici carattere generale)
Con il nuovo piano regolatore dell'ingegner Giovanni Bellincioni (1875-1956) del 1915-1924 la zona del Romito, al di là del Mugnone, è investita da una massiccia urbanizzazione che esplode soprattutto dopo agli inizi degli Anni Venti. Così, nonostante che l'obitorio sia oggetto di progetti di ristrutturazione anche per accogliere i nuovi carri a motore impiegati dal 1920, al posto del vecchio oratorio dell'obitorio stesso il Comune decide di far erigere una nuova chiesa per la crescente popolazione.
1925 (cenni storici carattere generale)
La nuova chiesa viene progettata nel 1925 dall'ingegner Ezio Zalaffi (1881-1956). Lo Zalaffi, figlio del senese Benedetto (fondatore di una nota ditta di oggetti in ferro battuto nel 1845), era divenuto professore di disegno architettonico nel 1903 all'Accademia di Belle Arti di Firenze e dal 1906 accademico d'onore dell'Accademia delle Arti del Disegno (emerito dal 1938). Nominato architetto straordinario dell'Ufficio Belle Arti e Antichità del Comune di Firenze, ne assumerà la guida a partire dal 1938. L'intellettuale triestino Augusto Hermet (1889-1954), in occasione della posa della prima pietra il 28 giugno 1925, pronuncia un discorso che viene pubblicato in un opuscolo.
1925 - 1927 (cenni storici carattere generale)
L'edificio, come possiamo evincere dai documenti custoditi presso l'Archivio Storico Comunale di Firenze, è ad aula absidata, con due altari laterali e una copertura a capriate; la facciata a capanna presenta un frontone triangolare, bozze risaltate in corrispondenza delle angolate, un oculo ed un portale frontonato; nei prospetti laterali si aprono su ciascun fronte tre ampie monofore centinate. Il campanile in origine è previsto a vela, sul retro. Allo Zalaffi nel 1932 dovremo il monumento a George Washington alle Cascine, il restauro di Palazzo Gerini in Piazza de' Ciompi (ridisegnando in forme neorinascimentale il prospetto orientale) e nel 1938 il restauro di Porta Romana, isolando la porta medievale da alcune costruzione che vi erano addossate e apprendo nuove arcate nelle mura. I lavori al Romito proseguono nel 1926 e nel 1927.
1928 (cenni storici cantoria e campanile )
La nuova chiesa del Romito, per la quale lo Zalaffi progetta pure la cantoria, prevede in seguito un campanile posto sul retro, a tre livelli oltre la cella (con lesene tuscaniche), con monofore, un orologio e una copertura a cuspide finale. Nel giugno del 1928 sono cedute alla nuova chiesa le campane fuse da Giovanni Maria Cenni per la SS. Annunziata, risalenti al 1670, 1675 e al 1682, rimosse nel 1872 e già depositate nel chiostro di S. Domenico a S. Marco dal 1914.
1929 (cenni storici carattere generale)
Nel 1929 la chiesa diviene parrocchiale. Ottenuto il nullaosta dalla Sacra Congregazione dei Riti l'8 aprile di quell'anno, reso esecutorio dal Ministro Generale il 24 aprile seguente, la parrocchia del S. Cuore al Romito è istituita con decreto arcivescovile di Alfonso Maria Mistrangelo (1852-1930) l'8 settembre e viene concessa ai Cappuccini che già curavano l'asilo mortuario.
1935 - 1937 (cenni storici carattere generale)
Il 15 luglio 1935 il Comune concede alla parrocchia del terreno contiguo, già dell'asilo mortuario, il quale continua ad essere gestito dai Cappuccini in base ad una nuova convenzione che verrà rinnovata dal Comune il 20 maggio 1937.
1944 (cenni storici carattere generale)
La chiesa viene danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale, in occasione dei bombardamenti alleati alla vicina linea ferroviaria dell'1 e 2 maggio 1944.
1946 - 1947 (cenni storici carattere generale)
Con decreto luogotenenziale dell'8 febbraio 1946 sono riconosciuti agli effetti civili i decreti arcivescovili del 3 agosto 1929 e 7 febbraio 1943 relativi all'erezione della parrocchia del Sacro Cuore. Nel 1947 la chiesa è ristrutturata ed ampliata dall'ingegner Pio Galliano Boldrini (1896-1991), che vi aggiunge le due navate laterali. Il Boldrini, nato a Cerreto Guidi, si era laureato in ingegneria civile a Pisa nel 1922. Iscritto all’Albo degli Ingegneri di Firenze dal 1926, era stato un progettista e costruttore assai attivo a Firenze durante gli Anni Trenta, essendo anche direttore di un’impresa di costruzioni dal 1932. Libero professionista, sarà anche presidente dell’Opera del Duomo e nel 1982 il Collegio Ingegneri della Toscana gli conferirà la medaglia per i sessant’anni di laurea e nel 1988 per i sessantacinque anni. I disegni del progetto d'ampliamento del Sacro Cuore sono conservati presso l'Archivio Storico Comunale di Firenze.
1948 (cenni storici carattere generale)
Dal 1948 diviene parroco il padre cappuccino fra' Filippo da Tavola (Delfo Ciabatti, 1903-1985), autore di numerosi studi su beati, santi e uomini della chiesa, tra i quali Vico Necchi, terziario francescano (1876-1930) nel 1937, Benedetto XV nel 1942 e padre Giosuè Borsi (1888-1915) nel 1945. Attorno a quell'anno viene costruito il nuovo organo, forse da Giovanni di Pasquale Bai da Cantello (Varese), che negli Anni Settanta interverrà anche sugli organi della SS. Annunziata.
1951 - 1954 (cenni storici carattere generale)
Nel 1951 è realizzato anche il portico antistante. La chiesa viene consacrata il 14 giugno del 1954 da monsignor Settimo Peroni (m. 1958), arcivescovo di Viminacio dal 1951 e autore di un testo intitolato "Sulle orme di Santa Rita".
1968 - 1992 (cenni storici carattere generale)
Sul finire degli Anni Sessanta avviene l'adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare. Nel 1970 la parrocchia del Sacro Cuore conta 7.100 anime. La chiesa è di libera collazione. Allora è sempre parroco fra' Filippo da Tavola e vi esiste la casa religiosa die Frati Minori Cappuccini. Nel 1992 diventa parroco padre Luigi Senesi (n.1949) da Collesalvetti (ora presso i Frati Minori Cappuccini di Pisa). Tra il 1991 ed il 2005 è realizzato il restauro e l'ampliamento dell'organo (conducendolo a 33 registri) ad opera di maestranze della parrocchia, coordinate da monsignor Vasco Giuliani, parroco di S. Carlo dei Lombardi.
2011 (vicende conservative intero bene)
Nel 2011 la chiesa è oggetto di un intervento di complessivo restauro.
2015 - 2017 (vicende conservative coperture e pavimentazione)
Nel 2015 e nel 2017 la chiesa del Sacro Cuore è oggetto di due interventi di restauro che, grazie al Comune di Firenze e alla generosità dei parrocchiani, consentono il rifacimento del tetto della sagrestia e quello del pavimento di chiesa, oltre alla sistemazione dell’impianto di riscaldamento.
Alla fine 2018 viene approvato dal Comune di Firenze il progetto per la risistemazione della piazza antistante, che prevede per il 2019 un più qualificato parcheggio con la piantumazione di nuovi alberi. L'intervento è attualmente in corso.
Descrizione
La chiesa del Sacro Cuore si trova al Romito, nel Comune di Firenze. Sorge in piazza Filippo Baldinucci 6, entro un contesto urbano. Il complesso è costituito dalla chiesa e dai locali parrocchiali che vi sono costruiti a tergo, dove si trova anche un teatro, con sviluppo verso sinistra. Il fianco sinistro della chiesa prospetta su un’area a giardino. La torre campanaria è impostata sul retro, in posizione centrale. La facciata è a salienti, la pianta basilicale a tre navate.
Pianta
La pianta della chiesa è a tre navate. La porta ubicata nella testata della navata sinistra dà accesso alla sacrestia, quello nella navata destra ai locali parrocchiali. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 29,40; lunghezza fino all'arco presbiteriale: m 20,20; larghezza totale: m 17,20; larghezza della navata centrale: m 9,60.
Facciata
La facciata è a salienti, intonacata e tinteggiata di color crema-ocra, e reca sul colmo una croce in pietra artificiale. Al centro del registro superiore è aperta una finestra circolare, al cui interno è disposta una croce greca. La fronte è preceduta da un portico con cinque arcate che poggiano su pilastri a pianta quadrata in arenaria tinteggiata in grigio. Tre sono i portali architravati in arenaria, con il centrale di maggiori dimensioni, sopra il quale, a parete, è un medaglione in ceramica policroma con una ghirlanda perimetrale neorobbiana e con cartigli ai due lati, recante il simbolo francescano con la Croce e le due braccia disposte a croce di S. Andrea di Cristo e di S. Francesco con le stimmate. Il portone è ligneo, a semplici specchiature rettangolari.
Campanile
Il campanile, intonacato, è ha pianta quadrata, con la cella a quattro fornici (ed altrettante campane azionate elettricamente) e qualificata da lesene tuscaniche in corrispondenza delle angolate. La copertura è cuspidata, rivestita in cotto e con le costole in pietra artificiale; sul colmo si trova una croce poggiante su una sfera, plausibilmente in rame.
Interno
L’interno è a tre navate, con la centrale che si apre verso le laterali ed il presbiterio mediante quattro arcate in muratura per ciascun lato, archi che poggiano su pilastri a pianta rettangolare senza il raccordo di capitelli. Il presbiterio, a pianta rettangolare ed introdotto dal grande arco a tutto sesto, è rialzato di un gradino in arenaria e reca al centro la mensa eucaristica in arenaria, poggiante su quattro piedritti recanti sulla fronte semibalaustri scolpiti, sul retro della quale è l’originario altar maggiore in pietra serena, munito di un grado, ove al centro è il tabernacolo frontonato in pietra serena, con sportello in argento lavorato a sbalzo. Al centro della parete tergale è collocato il moderno organo, nelle due nicchie disposte lateralmente all'arcone absidale sono due pitture murali raffiguranti Sani entro una cornice centinata a pieno sesto ed internamente dipinta a trilobatura; le mostre dei portali posti nelle testate delle navate laterali sono in terracotta e recano bassorilievi nelle lunette. Le panche addossate alle pareti delle due cappelle, poste nell'ultima campata delle navatelle laterali, sono in legno tinteggiato di marrone scuro. In corrispondenza degli archi laterali mediani della nave, nelle navatelle laterali sono due altari in arenaria, sopra i quali sono ricchi trittici neogotici in legno dorato e dipinto; quello di destra, realizzato in memoria di Cesira Tafi (1891-1963), reca al di sopra una statua policroma della Madonna entro la nicchia centrale e lateralmente due dipinti su tela con Santi. L'altare di sinistra, fatto in memoria di Attilio Tafi (1922-1936), reca nel trittico superiore, al centro, la statua policroma del Sacro Cuore di Gesù e, di lato, due tele, sempre raffiguranti Santi. In controfacciata la bussola è lignea, sul lato sinistro si trova il raffinato fonte battesimale neorobbiano in ceramica policroma, con la vasca semicircolare su un fusto a colonna modanata e recante sul retro il bassorilievo con "San Giovanni Battista". Sul lato opposto la lapide commemorativa di pare Lodovico Zacchini è in arenaria con un bassorilievo tondo in bronzo. La chiesa prende luce dalla finestra circolare in controfacciata e da otto finestre centinate aperte, quattro per parte, nelle pareti laterali; nel registro superiore della navata centrale, nel cleristorio sono, inoltre, sei finestre circolari strombate, tre per parte. L'altezza massima della navata centrale è m 12,70, la minima m 11,00; l'altezza massima delle navatelle laterali è m 8,10, la minima m 7,30.
Elementi decorativi
Lapide del Novecento in arenaria e bronzo; fonte battesimale neorobbiano del Novecento; due lunette in cotto con bassorilievi novecenteschi; due pitture murali degli Anni Venti.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto, di fattura recente, con mattoni rettangolari disposti a spinapesce ed in orizzontale nelle sezioni sotto le arcate. Gli elementi di colorazione simile all’arenaria che definiscono la fascia centrale sono in gres.
Coperture
La copertura della navata centrale poggia su cinque capriate, con orditura primaria e secondaria lignee e scempiato in cotto. Le navate laterali hanno una copertura a falda unica, con un arcareccio ligneo, travicelli e scempiato in cotto. La copertura del presbiterio e delle due cappelle laterali è piana, con travi ed assito ligneo. Il manto di copertura è in coppi e tegole piane.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1969 (?))
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare realizzato sul finire degli anni ’60. Davanti all’originario altare maggiore ed al centro del presbiterio è stata collocata una mensa eucaristica in arenaria, poggiante su quattro piedritti recanti sul fronte semibalaustri scolpiti, che consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 90 x 270 x 100 (h). Tabernacolo in pietra serena, con sportello in argento lavorato a sbalzo, posto al centro dell’originario altare maggiore. Sede lignea, mobile, posto davanti alla mensa eucaristica, in posizione centrale. Ambone in arenaria, posto sul lato sinistro del presbiterio. Sono in uso due leggii mobili in plexiglass, attualmente collocati davanti alla sede e sul lato destro del presbiterio. Fonte battesimale in ceramica policroma, con vasca semicircolare su fusto a colonna modanata, posto presso la controfacciata, sul lato sinistro.