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edilizia di culto
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adeguamento liturgico
Sesto Fiorentino
Firenze
oratorio
sussidiario
S. Jacopo a Ceppeto
Parrocchia di Sant'Andrea a Cercina
Pianta; Facciata e portico; Campanile; Interno; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
presbiterio - aggiunta arredo (1990 (?))
XI - XI(origini carattere generale); 1260 - XV(cenni storici carattere generale); 1561 - 1561(cenni storici carattere generale); 1580 circa - 1615 circa(dipinta “Madonna con il Bambino” Tabernacolo della Madonna); 1650 circa - 1650 circa(costruzione loggiato antistante il tabernacolo tabernacolo/oratorio); XVIII - XIX(secondo ampliamento dell’oratorio intero bene); 1900 - 1906(cenni storici carattere generale); 1970 - 1970(cenni storici carattere generale); 2022 - 2022(vicende conservative coperture)
Oratorio di San Jacopo a Ceppeto
Tipologia e qualificazione oratorio sussidiario
Denominazione Oratorio di San Jacopo a Ceppeto <Sesto Fiorentino>
Altre denominazioni Chiesa di San Jacopo a Ceppeto
S. Jacopo a Ceppeto
Ambito culturale (ruolo)
maestranze toscane (costruzione)
Notizie Storiche

XI  (origini carattere generale)

Presso la località strategica e selvosa di Ceppeto (dal latino cippus, nell’accezione di palo, palificata, bosco d’alberi d’alto fusto, boscaglia, per lo più di querce e lecci) già nell’XI secolo forse vi esiste una “villa” (casale “aperto”, non fortificato) con un luogo di sosta o piccolo ‘spedale’ per pellegrini provenienti da Bologna e dal Mugello, dedicato a S. Giacomo Maggiore (S. Jacopo). Fin da allora dovrebbe essere stato di patronato dei Catellini da Castiglione, signori di Cercina. Non lontano dallo ‘spedaletto’ di S. Jacopo sorge la chiesa di S. Maria (oggi scomparsa), suffraganea della pieve di S. Andrea a Cercina.

1260 - XV (cenni storici carattere generale)

Il ‘popolo’ di Ceppeto è rammentato nel Libro di Montaperti del 1260. S. Jacopo “de Ceppeto” (dove forse risiedono anche alcuni “romiti”) è ricordato anche nelle decime vaticane degli anni 1295-1304. Se ne perdono in seguito le tracce, almeno fin dal Quattrocento, venendo unito il suo ‘popolo’ a quello della chiesa di S. Maria a Starniano (Starnano, Sterliano, Sternano, dal nome etrusco Starnithi, Starna, da cui il latino Sterlius*, Starnius*, “[praedium] Starnianum”), che “risiede in poggio presso quello dell'Uccellatojo, a ponente della strada statale Bolognese” (Emanuele Repetti).

1561  (cenni storici carattere generale)

Secondo Carlo Odoardo Tosi (1858-1935) – insegnante di storia e lettere e poi dipendente del Regio Archivio di Stato di Firenze, collaboratore di Guido Carocci alle riviste “Arte e Storia” e “L'Illustratore fiorentino”, commissario scolastico e consigliere comunale a Sesto Fiorentino tra il 1894 e il 1899 – il 14 luglio 1561 il ‘popolo’ già di S. Jacopo a Ceppeto, precedentemente unito a quello di S. Maria a Starniano, è riunito, insieme a quello di Starniano stesso, alla pieve di S. Andrea a Cercina.

1580 circa - 1615 circa (dipinta “Madonna con il Bambino” Tabernacolo della Madonna)

Alla fine del Cinquecento o agli inizi del Seicento è dipinta o ridipinta, per l’originario tabernacolo o “Maestà” posta nei pressi dell’oramai diruto spedale e oratorio medievali di S. Jacopo, una “Madonna con il Bambino”, aggiungendovi “Due Angeli e la Colomba dello Spirito Santo” nell’imbotte. Ne è autore un anonimo pittore della cerchia di Giovan Battista Naldini (1535-1591) o di Bernardino Poccetti (1548-1612), da taluni identificato con Giovanni Balducci detto il Cosci (1560-post 1631). Il piccolo ‘oratorio’ compare nelle vedute dei Capitani di Parte Guelfa.

1650 circa  (costruzione loggiato antistante il tabernacolo tabernacolo/oratorio)

Di fronte al tabernacolo della precedente Maestà è realizzato o ricostruito, verso la metà del Seicento, un loggiato a capanna, con funzioni di piccolo oratorio; nella parete di fondo, attorno alla Madonna, sono affrescati “Sant’Antonio Abate e San Rocco”, con lo stemma dei Catellini da Castiglione, che ne sono i patroni e riedificatori. Una lapide, ancora esistente e già citata dal Tosi nel 1900, recita: “ORATORIUM HOC DEIPARAE VIRGINIS MARIAE PRAESENTISSIMO IN MISEROS AUXILIO INSIGNE CATELLINI MARCHIONES A CASTILIONE PATRICI FLORENTINI CUSTODES ET DEFENSORES QUOD AB ORIGINE SUA TANTUM JURIS SIT EXTRUXERUNT OMNIQUE CULTU AMPLIAVERUNT” (“I marchesi Catellini da Castiglione, patrizi fiorentini, che fin dalle origini ne detennero il patronato, eressero ed ampliarono con ogni cura e devozione questo oratorio, dedicato alla Vergine Maria Madre di Dio come grande ed efficacissiomo ausilio per i diseredati”).

XVIII - XIX (secondo ampliamento dell’oratorio intero bene)

In epoca imprecisata, forse tra Settecento ed Ottocento, l’oratorio viene ulteriormente ampliato, per consentire di dire più agevolmente la messa al coperto (ipoteticamente reimpiegando alcuni vecchi conci della precedente costruzione medievale di S. Maria, andata distrutta), e vi è aggiunto il loggiato antistante attuale: “vi sono in esso tabernacolo due finestre ferrate con sua ferratura”, tuttora esistenti, “[…] ed è di devozione antichissima”. Parrebbe che a ridosso del vecchio tabernacolo sia addossato allora un dossale frontonato d’altare, come sembra evincersi dall’attuale silhouette presente nella parete, che ha resecato i vecchi affreschi secenteschi. Nel 1847 l’oratorio di S. Jacopo appartiene al pievano pro tempore di S. Andrea a Cercina.

1900 - 1906 (cenni storici carattere generale)

Nel 1900 “da ogni lato dell’oratorio [di S. Jacopo] è terreno nudo e senza vegetazione, se ne toglie qualche sterile filaccio d’erba; da ogni parte sassi e solitudine” (Carlo Odoardo Tosi). Nel 1906 l’oratorio di S. Jacopo risulta essere officiato, come ci testimonia il Carocci.

1970  (cenni storici carattere generale)

Nel 1970 l’oratorio risulta sempre dipendere direttamente dalla pieve di S. Andrea a Cercina, allora e dal 1966 essendo parroco don Umberto Di Tante (n. 1930).

2022  (vicende conservative coperture)

Attualmente il tetto a leggio del portico antistante la facciata è puntellato con tubi metallici e reca un assito ligneo a protezione, in attesa di un restauro alla copertura.
Descrizione

La chiesetta di S. Jacopo si trova a Ceppeto (555,30 m s.l.m.), frazione del Comune di Sesto Fiorentino, nell’antico piviere di S. Andrea a Cercina. È ubicata “sul fianco orientale di monte Girello fra l’Uccellatojo di Pratolino e Monte Morello, mezzo miglio a grecale di Castiglioni di Cercina” (Emanuele Repetti), lungo lo spartiacque che divide le valli del Terzolle e della Calza. Sorge isolata entro un contesto montano. I prospetti esterni dell’edificio recano a vista i conci in alberese e presentano solo rari lacerti di un vecchio intonaco; verso tergo, sul lato destro, è il piccolo campanile a vela. La facciata è capanna, la pianta ad aula.
Pianta
La chiesa ha pianta ad aula orientata a nord. Due porte, posti di lato all’altare, conducono alla sagrestia, ubicata a tergo. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 10,30; larghezza totale: m 7,90.
Facciata e portico
La facciata è a capanna, con un occhio centrale e con una croce metallica su un alto calvario in arenaria, posta sul colmo. È preceduta da un portico, che poggia su due pilastri in conci di pietra a pianta quadrata. Addossato alla facciata è inoltre un muretto a guisa di “seggetta” o panca da via, il portale è architravato ed ha la mostra in arenaria, come le due finestre rettangolari, provviste di grata, poste ai lati. Il portone è ligneo, con specchiature rettangolari nelle ante.
Campanile
Il piccolo e rustico campanile è a vela, con una singola campana, azionata a corda.
Interno
L’interno è a pianta rettangolare, con una singola aula. Nel presbiterio si trova l’altare con la mensa in arenaria su due balaustri e due semibalaustri a piramide rovescia, sotto cui è l’iscrizione di ricostruzione effettuata dai Catellini da Castiglione; l’edicola che funge da dossale è decorata con le pitture murali tardocinquecentesche (“Madonna con il Bambino, Angeli e la Colomba dello Spirito” nella nicchia centinata) e secentesche (“Sant’Antonio Abate e San Rocco”, con un tendaggio rosso e lo stemma dei Catellini da Castiglione: “di rosso, a tre cani rampanti d'argento, 2.1, i due affrontati; con il capo d'argento”). Di lato sono i due portali architravati che immettono nella sagrestia. I rivestimenti interni sono ad intonaco tinteggiato in bianco. In controfacciata l’acquasantiera è in arenaria. La chiesa prende luce da due strette monofore aperte nelle pareti laterali e dall’occhio posto in controfacciata. L'altezza massima della navata è m 5,00, la minima m 3,80.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è in cotto, con mattoni disposti a spina, e in lastre in arenaria di forma irregolare. Il portico antistante è pavimentato con lastre d’arenaria.
Coperture
La copertura dell’aula poggia su due capriate, con orditura primaria e secondaria lignee e scempiato in cotto. Il tetto è a capanna, con coppi e tegole piane. Il portico presenta una copertura a leggio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (1990 (?))
Adeguamento alle esigenze liturgiche della riforma conciliare completato nel corso degli anni ’90 senza il ricorso ad opere di carattere strutturale. Al centro del presbiterio è stata collocata una mensa eucaristica lignea che consente la celebrazione rivolta verso i fedeli; dimensioni indicative cm 77 x 127 x 95 (h). Sede lignea, mobile, attualmente collocata presso la parete sinistra del presbiterio. Un leggio in metallo, mobile, è posto presso la mensa eucaristica, sul lato sinistro.
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