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edilizia di culto
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adeguamento liturgico
Firenze
Firenze
chiesa
sussidiaria
S. Pietro a Monticelli
Parrocchia del Santissimo Crocifisso a Monticelli
Pianta; Facciata; Campanile; Interno; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture
nessuno
X - XI(origini carattere generale ); XI - XII(cenni storici carattere generale); 1236 - 1298(cenni storici carattere generale); 1300 - 1330(cenni storici carattere generale); 1308 - XIV(cenni storici sede della Compagnia); 1311 - 1356(cenni storici carattere generale); 1346 - XIV(cenni storici carattere generale); 1364 - XIV(cenni storici carattere generale); 1390 - 1390(cenni storici carattere generale); 1396 - 1396(cenni storici carattere generale); 1426 - 1426(cenni storici Compagnia); 1428 - 1428(cenni storici Compagnia); 1439 - 1440(cenni storici carattere generale); 1462 - XVI(cenni storici carattere generale); 1495 - 1495(cenni storici carattere generale); 1509 - 1509(cenni storici carattere generale); 1511 - 1511(cenni storici carattere generale); 1515 - 1517(cenni storici carattere generale); 1528 - 1528(cenni storici carattere generale); 1529 - 1550(cenni storici carattere generale); 1612 - 1620(cenni storici carattere generale); 1636 - 1640(cenni storici arredi e Compagnia); 1651 - 1652(cenni storici Compagnia); 1660 - 1680(cenni storici carattere generale); 1670 - 1670(cenni storici carattere generale); 1680 - 1688(cenni storici carattere generale); 1682 - 1682(cenni storici carattere generale); 1689 - 1691(cenni storici carattere generale); 1698 - 1705(cenni storici organo); XVIII - XVIII(cenni storici Compagnia); 1714 - 1714(cenni storici altare maggiore e campanile); 1721 - 1721(cenni storici reliquario); 1743 - 1743(cenni storici carattere generale); 1775 - 1778(cenni storici carattere generale); 1785 - 1793(cenni storici carattere generale); 1792 - 1803(cenni storici carattere generale); 1800 - 1800(cenni storici carattere generale); 1804 - 1804(cenni storici carattere generale); 1808 - 1820(cenni storici convento e conservatorio); 1808 - 1847(cenni storici carattere generale); 1851 - 1852(cenni storici campanile); 1857 - 1860(cenni storici sagrestia); 1863 - 1869(cenni storici carattere generale); 1891 - 1892(cenni storici cappella della Madonna delle Grazie ); 1904 - 1904(cenni storici carattere generale); 1927 - 1927(cenni storici carattere generale); 1928 - XX(vicende conservative intero bene); 1996 - 2000(vicende conservative intero bene)
Chiesa di San Pietro a Monticelli
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di San Pietro a Monticelli <Firenze>
Altre denominazioni S. Pietro a Monticelli
Ambito culturale (ruolo)
romanico (impianto)
barocco (rifacimenti secenteschi)
neorinascimentale (rifacimenti del Novecento)
Notizie Storiche

X - XI (origini carattere generale )

Tra i numerosi oratori, chiese, conventi e ospedali sorti lungo l'antica via Pisana, la chiesa di San Pietro è documenta dal 1051. Nata in corrispondenza della seconda pietra miliare della strada romana, già dove esisteva un "pagus", all'incrocio tra la Pisana stessa e uno dei diverticoli che si riconnettono alla Francigena verso sud (quello lambente il colle con il castello dei Lambardi di Soffiano), nel 1051 è tra i molti edifici donati dall'imperatore Enrico III all'abate Teuzo o Teuzzone della potente badia di Sant’Antimo, lungo la Francigena nel Senese, che vi crea un monastero benedetti¬no, cui è annesso anche un "hospitium".

XI - XII (cenni storici carattere generale)

Attorno al complesso benedettino si consolida il borghetto lineare di Monticelli, toponimo derivante da "Monticuli": con tale nome, infatti, in origine si indicava l’area elevata, ricoperta da una vegetazione prevalentemente di castagni, fino a lambire l’odierno colle di Monteoliveto; il toponimo era poi passato anche al settore pedecollinare attorno all’incrocio sottostante tra la via per Pisa e quella per Soffiano e a parte della piana immediatamente a settentrione verso l'Arno. La chiesa è a navata unica, absidata, più corta dell'attuale. Il complesso è citato in un diploma di Enrico V del 1106.

1236 - 1298 (cenni storici carattere generale)

Nel 1236 è priore del monastero di S. Pietro il monaco Ugone. Già nel 1264 (quando ne è rettore Guittone di Alberto di Ubaldino Squarciasacchi, canonico del duomo e dei SS. Apostoli nel 1250) e nel 1293 (stile moderno) la chiesa risulta avere la cura delle anime del popolo di Monticelli. Il monastero è ristrutturato nel corso del Duecento, prima dai Benedettini di Sant’Antimo, poi, a partire dal 1298, dai Guglielmiti (un ordine monastico fondato durante l’XI secolo nelle Maremme dal cavaliere aquitano Guglielmo di Malavalle, il cui principale monastero era quello di San Rabano), che Niccolò IV aveva fuso con i Benedettini di S. Antimo nel 1291, dando loro l'abbazia senese e tutte le sue proprietà. La chiesa romanica è lunga circa due terzi rispetto a quella attuale ed esiste una torre campanaria con bifore e copertura piramidale.

1300 - 1330 (cenni storici carattere generale)

Nel primo trentennio del XIV secolo viene realizzato un "Crocifisso" su tavola di scuola giottesca, da taluni attribuito al Maestro del Crocifisso Corsi, affine al Maestro della Santa Cecilia.

1308 - XIV (cenni storici sede della Compagnia)

L'8 maggio 1308 è fondata la Compagnia di San Pietro, i cui confratelli inizialmente si radunano in chiesa. L'"hospitium" del monastero ospita monaci provenienti da S. Antimo e diretti nei loro possessi di Pistoia e di Pisa e vari pellegrini. Il monastero è ristrutturato ulteriormente nel corso del Trecento,

1311 - 1356 (cenni storici carattere generale)

Nel 1311-1328 è priore della chiesa uno Spinello, negli anni 1328-1345 Sozzo di Francescone di Lorenzo de' Tolomei da Siena (quando è abate di S. Antimo Jacopo de' Tolomei), nel 1356 Matteo Spina, già priore a S. Antimo e vicario dell'abate Tolomeo prima del 1333.

1346 - XIV (cenni storici carattere generale)

Il monastero di Monticelli passa alle monache originarie di San Barnaba a Torri in Valdipesa, provenienti dalla vicina Verzaia e qui trasferitesi il 16 marzo 1346 (stile moderno), dopo la decisione del vescovo di Firenze Angelo Acciaiuoli (1298-1357) e dell'abate di S. Antimo, Benedetto Tolomei. Le monache "si sottopongono [...] al detto Ordine di S. Guglielmo" ("cartula offertionis" del 5 marzo 1345 stile fiorentino con la quale l'abate Benedetto di S. Antimo cede il monastero di Monticelli "eiusque resedium et domos" alla badessa Tommasa e alle sue monache). La donazione-permuta fra i due monasteri è impugnata dal rettore di San Pietro, Sozzo di Francesco di Sozzo de' Tolomei (appartenente anch'egli alla famiglia dei Tolomei di Siena), ma poi deve soggiacere ad una sentenza del 18 marzo seguente, che impone però alle monache di dargli 60 fiorini d'oro annui per vent'anni. Negli anni successivi il monastero viene ristrutturato. Il monastero è ampliato senza seguire uno schema unitario

1364 - XIV (cenni storici carattere generale)

Nella seconda metà del Trecento il monastero è oggetto di importanti donazioni, tra le quali quelle di Piero di Giunta di S. Donato in Fronzano del 1364 e di Verdiana di Datuccio di Genovese del 1380. Nel 1373 viene fatto un reliquiario per contenere una reliquia di Sant'Andrea. Le condizioni di indigenza delle monache, che devono di volta in volta aggiungere singole celle per le professe, va lentamente migliorano. Presso il monastero soggiorna S. Caterina da Siena (1347-1380), che vi lascia un "Crocifisso" e rimane in contatto epistolare con le monache (cfr. lettera 149, "all'abbadessa e monache di S. Pietro in Monticelli a Lignaja in Firenze")

1390  (cenni storici carattere generale)

Nel 1390 l'abate di S. Antimo Giovanni di Gano concede alla Compagnia di S. Pietro una casa prospiciente il chiostro della chiesa, già abitata dal confessore delle monache, e "di poter fabbricare un portico a lato a detta Chiesa a mano sinistra per fabbricarvi sotto le sepolture". Tale portico oggi non esiste più.

1396  (cenni storici carattere generale)

Nel 1396 il vicario del vescovo Onofrio Visdomini approva i capitoli della Compagnia di S. Pietro.

1426  (cenni storici Compagnia)

Nel 1426 l'abate di S. Antimo non riconosce i capitoli della Compagnia di S. Pietro approvati dal vescovo di Firenze, in quanto il 'popolo' di Monticelli non dipende da quel vescovato ma direttamente da S. Antimo. Fin da allora la Compagnia di S. Agostino a S. Angelo a Legnaia è sorella e 'rivale' di quella di Monticelli.

1428  (cenni storici Compagnia)

L'oratorio della Compagnia di S. Pietro è riqualificato nel 1428 con pitture di Bicci di Lorenzo (1373-1452). Egli esegue una tavola raffigurante "San Lorenzo" insieme ad alcuni affreschi (oggi scomparsi) che rappresentano il Purgatorio e il Paradiso. La sottostante predella viene realizzata da Stefano d'Antonio, collaboratore di Bicci dal 1426 al 1434. La tavola si trova attualmente alla Galleria dell'Accademia di Firenze.

1439 - 1440 (cenni storici carattere generale)

Nell'ottobre del 1439, in seguito alla richiesta del vescovo di Firenze Amerigo Corsini del 1434, il monastero, con bolla di Eugenio IV, cessa di essere alle dipendenze di S. Antimo e passa a quelle vescovili, essendo arcivescovo Ludovico Scarampi Mezzarota. Allora la badessa Paola del Bambo per ragioni ignote era stata rimossa, ma verrà riabilitata nel 1440, tornado ad esserne badessa. Nello stesso anno l'abate guglielmita di S. Antimo, Paolo, è incarcerato per le sue scelleratezze, determinando l'inizi della fine dell'abbazia, che verrà poi soppressa da Pio II nel 1462.

1462 - XVI (cenni storici carattere generale)

Alla fine del Quattrocento la chiesa, assegnata al piviere di Santa Maria del Fiore e poi sotto il patronato degli Strozzi (che possiedono numerosissimi beni nella zona ed avevano contribuito a 'deghibellinizzare' questo territorio), viene prolungata verso occidente e dotata di un elegante loggiato rinascimentale antistante la facciata e con sovrastante coro per le monache, dopo che queste ultime, già seguenti la regola guglielmita, avevano abbracciato quella cassinese nel 1462. Grazie all'attività delle monache, dedite ai ricami in oro, argento e seta, le finanze del monastero fioriscono sempre più e agli inizi del Cinquecento la struttura conta una settantina di monache.

1495  (cenni storici carattere generale)

Nel 1495 sono presenti nel monastero circa 50 monache, ma la situazione economica non è prospera, essendo diminuita anche la richiesta di filati d'oro e di seta ai quali le monache erano già dedite; pertanto esse chiedono aiuti alla Repubblica fiorentina.

1509  (cenni storici carattere generale)

Il 27 novembre 1509 muore nel monastero di Monticelli Marietta Rucellai, figlia di Giovanni e di Jacopa Strozzi.

1511  (cenni storici carattere generale)

Nel 1511 il Maestro del Tondo Borghese esegue per la Compagnia di S. Pietro una "Circoncisione di Gesù con i Santi Cosma e Damiano", che va a sostituire la precedente tavola di Bicci di Lorenzo. ). È suddivisa in due registri: in quello superiore si trova il sacerdote con il Bambino sopra l'ara, fiancheggiato da Maria e da Giuseppe e da due angeli in alto; in quello inferiore sono i Santi Cosma e Damiano. Nel sottostante basamento tra i due santi e nell'ara superiore sono rappresentati bassorilievi con Dio che crea Eva dalla costola di Adamo e con Adamo ed Eva e Abele e Caino che offrono doni a Dio presso l'altare. Rappresenta, quindi, il vecchio sacrificio 'imperfetto' in conseguenza del peccato e Cristo, olocausto 'perfetto'. Nello stesso anno il pittore dipinge pure la "Madonna in trono con il Bambino tra Santi" per la Compagnia di S. Agostino a Legnaia, in perenne rivalità con la Compagnia di Monticelli.

1515 - 1517 (cenni storici carattere generale)

Nel 1515 è rettore della chiesa Antonio Adimari. Verso il 1517 (secondo marzia Casini) un ignoto maestro (partecipe del repertorio delle botteghe di Giovanni della Robbia e di Benedetto Buglioni, vicino agli artisti che operano a S. Vivaldo attorno al 1515) esegue una "Deposizione" in terracotta policroma, già attribuita fino al Novecento all'evanescente figura secentesca di Giovanni Gonnelli detto il Cieco di Gambassi (1603-1664?)

1528  (cenni storici carattere generale)

Nel 1528 entra nel monastero di Monticelli, a sei anni, Alessandra Lucrezia Romola de' Ricci (S. Caterina dei Ricci), che spesso prega di fronte al Crocifisso giottesco, che da lei prenderà il nome di Crocifisso di S. Caterina o "della Sandrina".

1529 - 1550 (cenni storici carattere generale)

Chiesa e monastero sono ulteriormente ristrutturati dopo i danni subiti durante l'assedio di Firenze del 1529/1530. Nel 1543/1544 è ricostruito il refettorio monastico (con volta a padiglione unghiato e finito di affrescare con un'"Ultima Cena" nel 1547) e nel 1545 viene realizzato il chiostro su colonnine tuscaniche. Altri lavori avvengono nel 1550, quando sono spese per la chiesa oltre 993 lire. Munifici sostenitori del monastero di Monticelli e di quello di Monteoliveto saranno in seguito i patroni Strozzi, proprietari della villa posta sul colle di Monticelli sovrastante il monastero stesso (villa del Boschetto, comprata nel 1554 da Giovan Battista di Lorenzo di Filippo Strozzi, 1505-1571) e dal 1563 (stile moderno) anche di quella poi detta delle Lune a Bellosguardo, acquistata da Camillo di Matteo di Lorenzo Strozzi, compresa la fattoria e il ‘palagetto’ di Monteoliveto. A loro è affidata la difesa del monastero.

1612 - 1620 (cenni storici carattere generale)

Il complesso è nuovamente ristrutturato tra il 1612 ed il 1620, forse con parziali finanziamenti degli Strozzi, ai tempi della badessa Felice Temperani (appartenente ad una famiglia già sostenitrice del monastero nel 1578 con donazioni di Dianora di Alamanno Temperani). Oltre alla cappella terrena delle monache, vengono realizzati un nuovo ambiente per il noviziato uno "scrittojo" e una "stanza per lavoro" (forse adibita ai ricami). Dopo una temporanea interruzione nel 1615, i lavori sono ultimati nel 1620, quando l'arcivescovo Alessandro Marzi Medici (1557-1630) benedice la chiesa e La "sacrestia fuori per i Preti".

1636 - 1640 (cenni storici arredi e Compagnia)

Nel 1636 vengono realizzati "i cori e le sedie della Chiesa terrena". nel 1639/1640 nei capitoli della Compagnia di San Pietro si legge: "ordiniamo e vogliamo [...] che il giorno del Corpus Domini [...] si faccia invitare la Compagnia di Sant'Angelo [a Legnaia] e che la domenica fra l'ottava, essendo invitati da' suddetti, si vada a render la pariglia" (ASF, "Compagnie religiose soppresse da Pietro Leopoldo", Compagnia di San Pietro a Monticelli, filza 456, cc. non numerate).

1651 - 1652 (cenni storici Compagnia)

L'oratorio della Compagnia di S. Pietro è restaurato nel 1651/1652 e dotato di un nuovo dossale per l'altare. In un portale è incisa l'iscrizione: "Carlo Tarchi fece". Sono creati, al di sotto delle capriate, una controsoffittatura centinata ed una cupoletta sempre in incannucciato in corrispondenza dell'altare, con la raffigurazione di un "Paradiso con lo Spirito Santo e Angeli musici", ma questi ultimi lavori potrebbero risalire più verosimilmente al Settecento.

1660 - 1680 (cenni storici carattere generale)

La chiesa viene ridisegnata in più riprese ad iniziare dal 1660 (ma potrebbe anche trattarsi di un refuso per 1680).

1670  (cenni storici carattere generale)

Nel 1670 viene solennemente trasferito in chiesa dalle catacombe di Roma il corpo di S. Giovenzio martire, grazie all'intercessione della marchesa Maria Martelli, vedova di Gian Battista Strozzi (m. 1671); lo si celebra il 1° giugno.

1680 - 1688 (cenni storici carattere generale)

Dopo il 1680 viene realizzato l'arcone trionfale di pietra, "che prima era soltanto dipinto" ed è fatto "indorare tutto il Ciborio". Su progetto di Giovan Battista Foggini (1652-1725) è ridisegnata la tribuna absidale, con al centro la "Deposizione", ornata con alcuni stucchi che la letteratura (Biblioteca del Seminario Fiorentino, ms. di G. F. Bartolini, Istoria del Monastero di S. Piero a Monticelli dal 1297 fino al presente anno 1749) attribuisce a "Giovanbattista Cortellini milanese", uno sconosciuto decoratore che in verità sarebbe potuto provenire da Pellizzano in Val di Sole (Trento), ma, più probabilmente dovrebbe trattarsi, invece, di Giovan Battista di Jacopo Corbellini da Lugano (1652 - post 1711), uno stuccatore documentato in Toscana solo dal 1685, ma forse presente a Firenze già nel 1679/1681 nella cappella Corsini al Carmine, che fu spesso collaboratore del Foggini. La commissione è della badessa Eleonora Ridolfi e della sorella Lucrezia Argentina e costa 125 scudi.

1682  (cenni storici carattere generale)

Nel 1682 avviene la visita pastorale da parte dei vicari dell'arcivescovo Francesco Nerli (1636-1708), Alessandro Pucci e Niccolò Castellani. In tale occasione si effettua l'ostensione del Crocifisso detto di S. Caterina da Siena, posto in un tabernacolo nella parete sopra le grate del coro "et a parete exteriori respondenti, ut visum est".

1689 - 1691 (cenni storici carattere generale)

Nel 1689 le monache, "mandando giù una soffitta di Chiesa che era sotto il coro delle Monache e arrivava [...] sopra la porta della Chiesa", ristrutturano il settore iniziale di essa e quindi rifanno gli altari laterali: nel 1691 quello ligneo con l'"Annunciazione" dipinta da Jacopo Ligozzi (1547-1627), ricostruito in pietra e analogo a quello speculare del Nome di Gesù, grazie al lascito di Margherita Ridolfi, e gli altri due ubicati sotto il coro delle monache, con il "Crocifisso" di S. Caterina de' Ricci posto entro un'edicola marmorizzata. In chiesa è anche una tavola esprimente la "SS. Trinità". I lavori dovrebbero essere stati sempre voluti dalla badessa e dalla sorella, la marchesa Lucrezia Argentina, moglie del conte Francesco di Valvason (Valvasone in Friuli).

1698 - 1705 (cenni storici organo)

Nel 1698 è restaurato l'organo, poi ampliato nel 1705.

XVIII  (cenni storici Compagnia)

L'oratorio della Compagnia di S. Pietro è nuovamente restaurato nel corso del Settecento.

1714  (cenni storici altare maggiore e campanile)

Nel 1714 sono rifatti il ciborio e i gradi dell'altar maggiore con il baldacchino dorato. Nello stesso anno un fulmine danneggia la cuspide e la cella del campanile, che vengono restaurate.

1721  (cenni storici reliquario)

Nel 1721 l'orafo lucchese Paolino Batoni (padre del noto pittore Pompeo) esegue l'urna in argento per contenere una reliquia di S. Frediano.

1743  (cenni storici carattere generale)

Nel 1743 è demolita una piccola costruzione che ostruisce parzialmente la veduta della facciata della chiesa.

1775 - 1778 (cenni storici carattere generale)

Nel 1775 sono soppressi la Compagnia di S. Pietro ed il monastero. La tavola di Bicci di Lorenzo passa all'Accademia. La chiesa è scissa dal monastero e, solennemente riaperta al pubblico il 27 agosto 1786, diviene ente parrocchiale inamovibile nel 1778, di patronato regio. Il 'popolo' di San Piero a Monticelli si dilata anche a nord di via Pisana, fino all'Arno, nella piana alluvionale posta ad occidente di Verzaia, detta Pian di Legnaia.

1785 - 1793 (cenni storici carattere generale)

Nel 1786 il monastero è concesso alle Oblate agostiniane di San Giuseppe in San Frediano (21 monache corali e 18 converse), che, in seguito a regio rescritto granducale del 17 settembre 1786, vi aprono un educandato o "conservatorio", effettuando vari lavori nel monastero. Allora esistono in chiesa la "Deposizione" ed il "Crocifisso" dipinto di S. Caterina de' Ricci; quello a rilievo detto di S. Caterina da Siena era stato invece traslato nel 1785 nel monastero di S. Apollonia. Nel coro interno delle monache si trova la tavola con il "Martirio di Sant'Andrea" di Lorenzo Lippi (1606-1665), dipinta nel 1639 e portatavi dal loro precedente monastero (oggi nella chiesa di S. Agata in via San Gallo).

1792 - 1803 (cenni storici carattere generale)

Nel 1792 è ripristinata la Compagnia di Monticelli. Alle Oblate agostiniane, trasferitesi a S. Agata, subentrano le Domenicane di Sant’Jacopo di Ripoli nel 1794. Ad esse si deve, verosimilmente negli anni seguenti, la committenza delle pitture murali nell’atrio del convento, costituite da eleganti quadrature architettoniche con le "Virtù Cardinali" e sfondati con "Santi e Angeli".

1800  (cenni storici carattere generale)

Nell'anno 1800 ancora si seppellisce "sotto le logge" della chiesa di San Pietro.

1804  (cenni storici carattere generale)

Nel 1804 alle Domenicane subentrano le terziarie di San Francesco di Paola dette le Paolette, provenienti da Borgo Allegri, che acquistano il convento per 4.650 scudi, con l'obbligo di mantenervi il conservatorio.

1808 - 1820 (cenni storici convento e conservatorio)

Nel 1808 è soppresso il convento, ma le suore possono rimanervi per tenere aperto il conservatorio, che attorno al 1810 conta oltre 100 allieve. Il convento è ripristinato nel 1817 e concesso alle Suore Stabilite nella Carità (una congregazione sorta a Firenze nel 1589), che continuano a tenervi il “conservatorio” per fanciulle, intitolato a Gesù Buon Pastore, restaurato dall’architetto Giuseppe Del Rosso (1760-1831).

1808 - 1847 (cenni storici carattere generale)

Nell'Ottocento, al tempo del priore Filippo Menni, la chiesa viene riqualificata con una controsoffittatura centinata in stuoia di canne e con una nuova cantoria con organo. La parrocchia possiede, oltre all'edificio sacro, alla canonica ed alla corte porticata, tre case coloniche e da pigionali, oltre ad alcuni terreni.

1851 - 1852 (cenni storici campanile)

Nel 1852 viene eretta una nuova cella campanaria in quanto un fulmine aveva distrutto la precedente nel 1851.

1857 - 1860 (cenni storici sagrestia)

Dopo il 1857 viene ampliata la sagrestia.

1863 - 1869 (cenni storici carattere generale)

Nel 1863 il parroco Giovanni Bini restaura il presbiterio e fa apporre una vetrata entro cornici dotate a protezione della "Deposizione". Nel 1869 viene protetto similmente anche il "Crocifisso" di S. Caterina de' Ricci.

1891 - 1892 (cenni storici cappella della Madonna delle Grazie )

Nel 1891/1892, al tempo del priore Giovanni Evangelista Bini (m. 1894), è aggiunta la cappella neoquattrocentesca dedicata a Maria "Mater Divinae Gratiae", su disegno di Paolo Ricci, da identificarsi con l'architetto e scultore (1835-1892) che seguì i lavori di restauro di S. Maria Primerana a Fiesole negli anni 1888-1890. Sull'altare è posta l'immagine della Madonna, già venerata da suor Maria Domenica Bargagli, detta la Domenichina, "serva di Dio" nata nel 1812 e morta prematuramente nel 1859 in odore di santità dopo 33 anni d'infermità.

1904  (cenni storici carattere generale)

Nel 1904 il vecchio pavimento in mattoni di chiesa è sostituito con una pavimentazione marmorea a scacchiera bianca e grigia.

1927  (cenni storici carattere generale)

Nel 1927, al tempo del parroco Pietro Cinelli, un nuovo e radicale intervento di ‘restauro’ in stile neorinascimentale dell’interno della chiesa, ispirato alle teorie storicistiche del "ripristino in stile", viene progettato e realizzato dall’architetto di Castiglion Fiorentino Severino Crott (1886-1972), accademico delle Arti del Disegno dal 1917, autore, fra gli Anni Venti e Trenta, di numerosissime ristrutturazioni e di svariati progetti di chiese toscane, alcune in forme neomedievali (tra le quali quelle di S. Jacopino, di Sant'Antonio da Padova al Romito e della Beata Vergine Maria Immacolata a Sesto Fiorentino), attivo durante il periodo fascista anche in Sicilia (Siracusa) e a Patrasso. Il Crott era stato presentato dall'architetto francescano, padre Raffaello Franci (1887-1963), originario di S. Giovanni Valdarno e autore di numerose chiese e complessi religiosi, particolarmente nel Pistoiese. Il progetto viene però bocciato dalla Soprintendenza.

1928 - XX (vicende conservative intero bene)

Nel 1928 il Crott elabora un secondo progetto, non più in stile ecletticamente neorinascimentale, ma ispirato al Seicento, progetto che, però, prevede, contraddittoriamente, la distruzione degli interventi fogginiani. Tale progetto viene realizzato: tra l'altro è creato il nuovo soffitto ligneo a lacunari e attorno alla "Deposizione" è costruita una tozza cornice in cemento.

1996 - 2000 (vicende conservative intero bene)

Dopo un lungo periodo di abbandono seguente alla costruzione della nuova chiesa del SS. Crocifisso a Monticelli, l’edificio sacro è restaurato sul finire degli Anni Novanta.
Descrizione

La chiesa di S. Pietro si trova a Monticelli, frazione del Comune di Firenze, in angolo tra via Pisana e via di Soffiano, presso il borgo lineare pedecollinare di Monticelli, immediatamente al di sotto della collina del Boschetto (in antico della colle del Castagno), ultima propaggine dei rilievi di Monteoliveto. Il complesso conventuale che circonda la chiesa è oggi affidato alle Suore Stabilite nella Carità. Sulla destra è il portale di accesso al convento, sulla sinistra l’accesso ai locali oggi utilizzati dalla Caritas (ex Compagnia) preceduti da un portico su tozzi pilastri. La facciata della chiesa è a capanna, preceduta da un sagrato chiusa da una cancellata; la pianta a navata unica.
Pianta
La chiesa ha pianta a navata unica, con asse di sviluppo est/sudest-ovest/nordovest, culminante nel presbiterio rialzato di un gradino con abside semicircolare definita dall’arcone in arenaria. Le dimensioni indicative dell'interno della chiesa sono: lunghezza totale: m 24,00, lunghezza fino all'arco trionfale: m 21,70; larghezza: m 7,90.
Facciata
La facciata, rivolta ad occidente, è a capanna ed è preceduta da un portico voltato a crociera con pilastri laterali, due colonne in arenaria (dai capitelli qualificati da elaborate decorazioni zoomorfe - delfini - e fantastiche, tipiche della seconda metà del Quattrocento) e peducci parietali. Sopra il loggiato si apre l'occhio centrale e al si sopra è il frontone con cornici in arenaria; è rivestita ad intonaco tinteggiato di bianco. Il portale è in arenaria e sormontato da un frontone triangolare; ai lati sono due finestre rettangolari con centina ad arco ribassato. Nella parete laterale destra del portico è una lapide in arenaria.
Campanile
Il campanile è a pianta quadrata, con la canna ancora originale in bozze di pietra a vista fino alla cella esclusa; quest'ultima, ricostruita nell'Ottocento, ad ampi fornici su ogni lato. Il sistema campanario è elettrificato ed in funzione.
Interno
L'interno è ad intonaco tinteggiato in bianco sabbia nel registro superiore e con decori dipinti a finti elementi architettonici (portali e finestre con grate) e con campiture in verde acqua ed in rosa, frutto dell'ultimo restauro, dopo che tali decorazioni erano state scialbate. Alle pareti ed in posizione speculare sono quattro altari, due per parte: quelli in prossimità del presbiterio (con dossali dalle colonne d'ordine corinzio) in arenaria al naturale, i due precedenti in arenaria rivestita a gesso con cromie bianche (basi e capitelli compositi delle colonne dei dossali) e a finto marmo rosso (fusti delle colonne e fregio delle trabeazioni). Al centro dei dossali degli altari, conclusi da frontoni centinati, spezzati e risaltati con al centro l'emblema bernardiniano, nella parete destra sono due nicchie con statue di "Cristo" e della "Madonna"; nella parete opposta sono l’"Annunciazione" del Ligozzi ed il Crocifisso ligneo di scuola giottesca. Le mense sono sorrette da mensoloni a volute. Al centro della parete laterale sinistra si apre la cappella della Madonna, realizzata con linee neorinascimentali nella seconda metà del XIX secolo (paraste corinzie, grande cornicione sul quale s'imposta la volta a botte). Il presbiterio è preceduto da una balaustra in marmo e reca al centro l’originario altar maggiore in marmi policromi, con tre gradi e il tabernacolo frontonato. Nella nicchia absidale, con cornice in cemento del 1928 e di forma rettangolare, è il gruppo in terracotta della "Deposizione". In controfacciata è la cantoria che si estende sopra il portico, con balaustra in pietra; la bussola è lignea. La chiesa prende luce dalla finestra circolare in facciata, dalle due finestre rettangolari ai lati del portale d’ingresso e da due finestre centinate con vetrate policrome nel registro superiore della parete laterale sinistra (quella mediana corrisponde alla cappella laterale della Madonna); altre tre finestre di tipo termale romano si aprono nella parete sinistra della cappella. L'altezza della navata è m 9,40.
Elementi decorativi
Dossali degli altari, terracotta a bassorilievo murata nell'abside.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è moderna in lastre di marmo quadrate e disposte in diagonale; nell'area presbiteriale è in lastre marmoree quadrate sezionate ai vertici con inserti quadrati di minore dimensione in marmo grigio; nelle pedane degli altari laterali è in cotto arrotato a crudo.
Coperture
La navata è coperta con un pregevole soffitto ligneo a cassettoni color legno e con specchiature azzurre, risalente al 1928; capriate, orditura primaria e secondaria lignee; il manto di copertura è in coppi e tegole piane. La cappella della Madonna è coperta con una volta a botte; il loggiato con volte a crociera.
Adeguamento liturgico

nessuno
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