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Chiesa della Madonna del Carmelo
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa della Madonna del Carmelo <Soleto>
Altre denominazioni
Chiesa della Madonna del Carmine Cappella della Madonna del Carmelo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze salentine (costruzione)
Notizie Storiche
anni 50 (costruzione intero bene)
la chiesetta della Madonna del Carmine, localizzata all'imbocco della Via per Sternatia, fu demolita per consentire la costruzione delle nuove Scuola Elementari, e riedificata poco distante negli anni Cinquanta del Novecento. Ne furono autori i mastri fabbricatori Cosimo e Antonio Marti, con i quali collaborarono altre maestranze soletane. Della chiesa preesistente si conserva un affresco raffigurante la Vergine col Bambino posizionato presso il nuovo altare.
Descrizione
Sorge a metà strada tra il centro storico e la periferia ovest, a pochi metri dalla Scuola Elementare. Il piccolo edificio volge la facciata a est, e si inserisce all’interno di un lotto densamente edificato compreso tra Largo Osanna, via Montegrappa e via Galileo Galilei. Preceduto da un ampio marciapiede alberato, esso è stretto sui lati da due bassi corpi di fabbrica ad uso residenziale, rispetto ai quali emerge in altezza proponendo orgogliosamente una facciata a salienti la cui ripida ascesa assume un vago aspetto goticheggiante.
Facciata
Pur di gusto classico, la facciata in pietra leccese a faccia vista non manca di originalità, ed è caratterizzata da un solido basamento aggettante, dall’ampio portale a tutto sesto che sembra combinarsi con una serliana, e dal tondo scultoreo che al centro del timpano mostra un altorilievo della Vergine col Bambino. La forte pendenza dei salienti e il progressivo ridursi della larghezza del prospetto articolato in tre settori sovrapposti accentuano lo slancio verticale, ulteriormente rimarcato da una sorta di raggiera incisa che originandosi dall’arco si sviluppa all’intorno. Preceduto da tre gradini e fiancheggiato da due snelle finestre a mo’ di feritoia, il portale è segnato al centro da un timpano con motivo a croce e coronato da una vetrata che svuota la superficie al di sotto dell’arco, riequilibrando così la proporzione tra pieni e vuoti e introducendo una qualificante variazione compositiva.
Pianta
L’unica navata di piccole dimensioni confluisce in una scarsella di ampiezza trasversale leggermente ridotta, coronata da una volta a botte e introdotta da un arco trionfale a tutto sesto poggiante su robusti pilastri tuscanici. Pilastri angolari insistono anche nei quattro angoli dell’aula fungendo da imposta per quattro generose arcate che abbracciano ciascuno dei prospetti suggerendo quasi l’imposta di una volta, in realtà sostituita da un soffitto piano. Le superfici interne e di copertura risultano interamente intonacate e tinteggiate di bianco, con la sola eccezione della scarsella vivacizzata da tinte sui toni del giallo paglierino e del nocciola. Qui spicca il semplice altare a dossale, fiancheggiato da due oblunghe nicchie e ingentilito dalle colonnette tortili binate poste a sostegno della mensa, dalla varietà dei motivi floreali a rilievo e dalla presenza, al centro, del frammento superstite di affresco raffigurante la Vergine col Bambino e proveniente dalla chiesetta originaria.
Pavimenti e pavimentazioni
dinanzi al portale si stende un tappeto di piastrelle bocciardate 22x22 cm in pietra di Galatina, che interrompendo la continuità del marciapiede segnala la dignità del luogo. Varcata la soglia il piano di calpestio si compone di semplici marmette di cemento grigio 40x40 cm con inerti di media pezzatura di colore nero, bianco e rosso mattone. La tessitura ortogonale degli elementi si sviluppa senza soluzione di continuità sino al presbiterio, dove la sola predella d'altare mostra, racchiusa entro un gradino perimetrale in massello di pietra leccese, un piano in cementine 25x25 cm con stilizzati motivi vegetali modulari di colore nero su fondo grigio-beige.