chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Cammarata Agrigento chiesa sussidiaria S. Biagio Parrocchia San Nicolò di Bari Impianto Planimetrico; Facciata; Impianto strutturale altare - aggiunta arredo (1980); ambone - aggiunta arredo (1980) XIII - 1219(passaggio di proprietà chiesa); XVI - 1540(fondazione confraternita ); XVII - 1606(Fondazione congregazione sacerdoti ); XVIII - 1750(trasformazione chiesa); XIX - 1832(restauro chiesa); XX - 1916(chiusura chiesa); XX - 1980(crollo copertura ); XXI - 2017(restauro chiesa)
Chiesa di San Biagio
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa di San Biagio <Cammarata>
Altre denominazioni
Chiesa San Biagio S. Biagio
Ambito culturale (ruolo)
maestranze siciliane (costruzione)
Notizie Storiche
XIII - 1219 (passaggio di proprietà chiesa)
Un antico documento, custodito dall'archivio capitolare, attesta che la chiesa di San Biagio a Cammarata venne ceduta nel 1219 da Peregrino, priore di S. Maria di Adriano, al vescovo Ursone (1191-1239) appartenendo, da quel momento in poi, alla giurisdizione della diocesi di Agrigento. Originariamente doveva trattarsi di una succursale che gli stessi monaci possedevano nei vari paesi della provincia. Fu sotto la giurisdizione del vescovo di Agrigento e, probabilmente, in questa epoca o poco dopo che dovettero venire ad abitarvi i Carmelitani che vi restarono sino alla fine del XV secolo o all'inizio del XVI quando passarono a San Giovanni Gemini a richiesta di Margherita Abatellis, contessa di Cammarata.
XVI - 1540 (fondazione confraternita )
Nella visita pastorale del 1540 la chiesa, dove era sorta la confraternita di S. Biagio, risulta dipendente dalla mensa episcopale. In occasione di quella visita sono descritti gli antichi altari, tra cui quello di S. Biagio e quello di S. Giuseppe, ai quali si aggiunse successivamente anche quello della Beata Vergine Maria con vessillo di S. Leonardo.
XVII - 1606 (Fondazione congregazione sacerdoti )
Nel 1589 don Girolamo Zanchi, decano della cattedrale di Agrigento e vicario generale della sede vacante, scrive al frate Vincenzo Gallo dell'ordine dei minori conventuali di S. Francesco e ai rettori e confrati della confraternita, con l'intento di ottenere la licenza per fondare un convento sotto lo stesso titolo, a supporto e ampliamento della chiesa stessa. Il convento non venne mai fondato. Nel 1606 venne fondata invece la congregazione di sacerdoti riformati sotto il titolo di S. Ignazio, denominata congregazione dell'oratorio (ottenendo gli stessi privilegi della congregazione si S. Caterina dell'olivella di Palermo). Durante il seicento la chiesa amplia i suoi altari, comprendendo nell'altare maggiore il crocifisso e a seguire l'altare della Beata Maria Vergine, S. Giuseppe, S. Filippo Neri, S. Maria della Presentazione e S. Barbara.
XVIII - 1750 (trasformazione chiesa)
Durante il vescovado di Lorenzo Gioeni (1730-54) la chiesa risulta sacramentale e agli altari esistenti si aggiunge quello dedicato a S. Antonio Abate. La congregazione in quegli anni non risulta più presente. Nella seconda metà del settecento il vescovo Andrea Lucchesi Palli, poiché la congregazione si era estinta da tempo, con bolla del 25 agosto 1766, utilizzando le rendite della casa dei padri oratoriani, crea il beneficio si S. Filippo Neri in aiuto della parrocchia stessa.
XIX - 1832 (restauro chiesa)
Nel marzo-aprile del 1832 furono compiuti dei restauri nel cappellone, al pavimento, al muro di tramontana e in alcune stanze del convento che ancora esisteva. Durante gli anni del vescovado di Domenico Turano (1872-85) la chiesa risulta sacramentale e coadiuvata alla chiesa Madre del paese.
XX - 1916 (chiusura chiesa)
La chiesa verso il 1916 venne chiusa al culto e fu aperta un decennio dopo da Vincenzo Pollina che la rinnovò e preservò dalla rovina.
XX - 1980 (crollo copertura )
La chiesa di S. Biagio venne chiusa in maniera definitiva nel 1980 quando parte del tetto crollò rovinosamente e da allora subì un progressivo degrado.
XXI - 2017 (restauro chiesa)
La chiesa dal 2016 al 2017 è stata sottoposta prima alla messa in sicurezza della struttura e successivamente al restauro dell'intero bene. I restauri hanno portato alla luce splendide decorazioni nella volta e nelle pareti, e sono stati aperti i locali sotterranei prima d’ora inaccessibili.
Descrizione
Probabilmente San Biagio sarà stata una delle tante grange che i monaci possedevano in vari paesi. Dal 1219 essa fu sotto la giurisdizione del vescovo di Agrigento e, probabilmente, in questa epoca o poco dopo dovettero venire ad abitarvi i Carmelitani che vi restarono sino alla fine del XV secolo o all'inizio del XVI quando passarono a San Giovanni Gemini.
La chiesa di San Biagio, a navata unica, venne chiusa in maniera definitiva il 24 dicembre del 1980 quando parte del tetto crollò rovinosamente. Fu evitata una tragedia perché qualche ora prima al suo interno era stato celebrato un matrimonio. Da allora gli agenti atmosferici la danneggiarono maggiormente tanto che rimetterla in sesto ha avuto un costo non indifferente. Tracce dell’antichissima chiesa di San Biagio si hanno a partire dal 1219 cosi come ha citato in alcuni documenti il compianto storico cammaratese don Domenico De Gregorio.
La chiesa all'interno si presenta semplice ad un'unica navata, senza transetto, a capocroce piatto. La due zone, quella dedicata ai fedeli e quella dedicata all'altare, sono delimitate dalla presenza di due paraste ai lati della navata. Le decorazioni presenti sulla volte e sulle pareti sono state portate alla luce durante i restauri del 2017 ed inoltre sono stati aperti i locali sotterranei che fino a quel momento erano inaccessibili. Ai lati della navata sono presenti due cappelle che sfondano i muri perimetrali e fuoriescono da essi. Nella chiesa si conservano i quadri notevoli della Sacra Famiglia e della Natività, di Pietro d'Asaro e una copia di S. Filippo Neri del Reni.
Molto belle sono le statue di S. Biagio, S. Lucia e S. Giuseppe, quest'ultima, che oggi si trova in S. Domenico, forse opera dei Begnasco, proviene dalla chiesa di S. Vito. Nella sacrestia si conserva l'antico bancone in legno. Della chiesa primitiva rimane l'acquasantiera marmorea dell'ingresso con una scultura della Madonna corrosa dal tempo. La facciata, anch'essa semplicissima, si sviluppa su di un unico ordine ed è scandita da due lesene quasi impercettibili ai lati della stessa che sorreggono un timpano dalle forme curve che contiene al suo interno il campanile.
Il campanile è composto da due archi a tutto sesto, che ospitano le due campane, scanditi da tre lesene che sorreggono un timpano triangolare. Al centro della facciata è presente il portone ligneo, ingresso della chiesa, e una finestra ad arco ribassato, infisso sempre il legno.
Impianto Planimetrico
La chiesa di S. Biagio sorge nel centro storico del paese e precisamente si affaccia sullo slargo che si crea tra via matrice e via dei giardini. Si sviluppa lungo l'asse Est-Ovest. La chiesa all'interno si presenta semplice ad un'unica navata, senza transetto, a capocroce piatto.
Facciata
La facciata, anch'essa semplicissima, si sviluppa su di un unico ordine ed è scandita da due lesene quasi impercettibili ai lati della stessa che sorreggono un timpano dalle forme curve che contiene al suo interno il campanile. Il campanile è composto da due archi a tutto sesto, che ospitano le due campane, scanditi da tre lesene che sorreggono un timpano triangolare. Al centro della facciata è presente il portone ligneo, ingresso della chiesa, e una finestra ad arco ribassato, infisso sempre il legno. Il campanile e le cornici della finestra e del portone sono costituiti da mattoni faccia vista e la restante parte del prospetto è rifinita con intonaco bianco sporco.
Impianto strutturale
La struttura è costituita da conci portanti di pietra locale e calcarenite.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (1980)
Altare realizzato in marmo costituito da una lastra che sormonta quattro piccole colonne