chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico San Marcello Jesi chiesa sussidiaria San Giuseppe Parrocchia di San Marcello Papa e Martire Facciata; Ambiente interno nessuno XIV - XX(proprietà carattere generale); 1698 - 1700(individuazione sito carattere generale); 1700 - 1730(provvedimenti vescovili per l'edificazione carattere generale); 1730 - 1754(erezione e dedicazione intero bene); 1754 - 1754(memoria dell'erezione e dedicazione parete sinistra); 1754 - 1835(proprietà intero bene); 1930 - 1934(rifacimento facciata); 1930 - 1934(restauro tetto)
Chiesa di San Giuseppe
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa di San Giuseppe <San Marcello>
Autore (ruolo)
Collamati, Emilio (rifacimento facciata)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze marchigiane (costruzione)
Notizie Storiche
XIV - XX (proprietà carattere generale)
L'ente proprietario era la Confraternita della Morte, già in possesso di una chiesa dedicata a san Rocco che si ergeva fuori dalla cinta muraria, probabilmente nell'area dell'attuale quartiere del Borgo.
Nel 1698 il Vescovo di Jesi mons. Fedeli dovette intervenire nei confronti della Confraternita della Morte per sollecitare interventi urgenti di riparazione della chiesa di san Rocco di loro proprietà. Costruita, infatti nel XVI secolo versava già in uno stato di fatiscenza e decadenza, probabilmente a causa dell'assenza di fondamenta e alle condizioni geologiche del sito; un fronte di collina con tendenze franose.
Si dimostra disponibile a finanziare a sue spese l'intervento il prelato don Gaudenzio Nicolini che propone piuttosto l'erezione ex novo dell'edificio in un sito, più stabile e sicuro, all'interno del paese.
1700 - 1730 (provvedimenti vescovili per l'edificazione carattere generale)
Nel 1700 tuttavia, nonostante don Nicolini avesse iniziato ad accumulare materiale per la nuova costruzione, ancora nulla era stato fatto; il vescovo intimò di dare avvio ai lavori al priore della confraternita, don Pietro Marcelli.
Solo i provvedimenti presi dal Vescovo Fedeli nel 1730 sbloccarono la situazione: dichiarò inagibile la chiesa di san Rocco e incaricò un avvocato di recuperare i crediti per conto della Confraternita della Morte (654 scudi) con cui procedere alla nuova costruzione.
1730 - 1754 (erezione e dedicazione intero bene)
Fu solo grazie alla generosità dell'abate mons. Francesco Maria Marcelli, membro più illustre della potente famiglia Marcelli del luogo, nominato da papa Innocenzo XII Vicario apostolico della città di Penne, Protonotario Apostolico e Vicario Generale Lateranense della Diocesi di Jesi che si poté procedere all'erezione della nuova chiesa della confraternita.
A sue spese fece gettare le fondamenta nel luogo dove un tempo sorgeva il vecchio palazzo della famiglia Marcelli.
L'edificio fu dedicato allo sposo della Vergine, san Giuseppe.
1754 (memoria dell'erezione e dedicazione parete sinistra)
Una lapide all'interno dell'edificio ricorda il benefattore della famiglia Marcelli con questa iscrizione che si spiega al di sotto di un ovale con il ritratto del defunto abate:
D.O.M. | Francisco Abbati Marcellio| sacerdoti optimo| atque Aesinatium Urbis patricio | olim ad Innocentio XII Romano Pontifice | in Vicariatum Apostolicum civitatis Pinnae delegato | protonotario Apostolico | atque honoribus honestato | qui inter coetera pietatis ac liberalitatis suae | exempla templum hoc Deiparte Virginis Sponso| dicatum |proirpoio suo aere a fundamentis | tituolo caritatis erexit | et octavum pera gens Septuagesimum aetat annum | hic unde exrdia Gens eius repetierat | terrena con coelestibus commutavit | XIII Kalendas septembreis A.D. MDCCLIV | soliditas sodalesque de morte noncupati. | Viro de se optime merito | monumentum hoc modestissimum PP .|
1754 - 1835 (proprietà intero bene)
La confraternita rimase a gestione e cura della chiesa fino al 1835 quando venne fusa con la Confraternita del Santissimo Sacramento con sede nella chiesa parrocchiale.
1930 - 1934 (rifacimento facciata)
In occasione dei restauri voluti dal parroco don Raffaele Veneri si provvide al rifacimento della facciata, opera di Emilio Collamati, a cui si deve anche il soffitto a capriate della chiesa extra moenia di Santa Maria del Rosario.
1930 - 1934 (restauro tetto)
L'intervento di restauro mirò in particolare alla riparazione del crollo totale del tetto che metteva in condizioni di assoluta precarietà l'intero complesso.
Descrizione
La chiesa di San Giuseppe si trova all'interno delle mura. Il rifacimento settecentesco non ha conferito sontuosità alla parte esterna ma una sobria linearità. L'interno, ad aula unica, è stato spogliato delle opere che vi erano collocate per ragioni di conservazione. Le pareti interne presentano ancora le decorazioni settecentesche in stucco, seppur deteriorate e le cornici delle pale d'altare laterali.
Facciata
La chiesa presenta una facciata lineare a richiamo classicheggiante tripartita. La prima fascia, dove si trova il portone di ingresso, è incorniciata da due lesene che culminano nella trabeazione che divide la prima dalla seconda parte. Nella fascia centrale è collocata un’apertura in corrispondenza di una finestra e all’apice della facciata il timpano.
Ambiente interno
L’interno, che misura m. 15,95 x 7,25, è costituito da un unico vano, arricchito con lesene e fregi in stile barocco. Tre erano gli altari su cui erano esposte le tele. Nell’altare maggiore si trovava dipinto il Transito di san Giuseppe con la Madonna e Gesù, opera di Giuseppe Bottani. Nei due altari laterali, posti a metà chiesa, erano rappresentate l’Ultima cena di Gesù nella parte destra e San Vincenzo Ferrari che parla alle folle nella parte sinistra. Quest’ultima tela presenta una cornice lignea scolpita e dorata.