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Riccione
Rimini
chiesa
sussidiaria
Betania
Parrocchia di San Lorenzo in Strada
Pianta; Struttura; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni
presbiterio - intervento strutturale (anni 2000)
XX - 1968(costruzione intero bene); 1970 - 1975(costruzione intero bene); 1990 - 2004(rifacimento intero bene)
Chiesa di Betania
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Betania <Riccione>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze romagnole (costruzione)
Notizie Storiche

XX - 1968 (costruzione intero bene)

A circa 3 km da San Lorenzo, quasi al bivio con la strada provinciale che collega Rimini a Coriano, c’era un agglomerato di casupole chiamato “Osteria nuova”. Verso gli anni ’60 la zona è andata man mano popolandosi, spesso grazie all’inserimento di famiglie provenienti dalle Marche e, soprattutto, dalla provincia di Ascoli Piceno. Fu così che, nel 1968, i preti di San Lorenzo sentirono l’esigenza di edificare un luogo di culto, succursale della chiesa parrocchiale. Nel frattempo era stata costruita una scuola elementare, per accogliere i numerosi bambini della zona. Quasi di fronte alla scuola di viale Veneto fu così collocata una struttura prefabbricata, semplice e disadorna, per essere un punto di riferimento religioso. Scegliendo il nome “Betania” per la nuova chiesa si volle sottolineare che nelle nuove famiglie che venivano ad abitare nella zona era lo stesso Gesù che doveva essere accolto.

1970 - 1975 (costruzione intero bene)

Negli anni ’70 la piccola comunità di “Osteria nuova” cresceva di numero. Aumentata la popolazione, si cominciava a pensare ad una struttura più grande e più stabile. La svolta avvenne verso la metà degli anni ‘70 quando don Mario Molari, allora parroco a Mater Admirabilis a Riccione, acquistò e donò alla parrocchia di San Lorenzo un appezzamento di terreno in viale Lodi, Su quel terreno sarebbe stata costruita in seguito non solo l’attuale chiesa “Betania”, ma anche la casa famiglia dei bambini. Verso il 1975 si smontò il prefabbricato dalla vecchia sede in viale Veneto e si rimontò sul terreno donato alla parrocchia, allungandolo di qualche metro.

1990 - 2004 (rifacimento intero bene)

All’inizio degli anni ’90 il prefabbricato venne praticamente raddoppiato, con una nuova struttura in muratura che inglobò la vecchia chiesina. Rispetto alla vecchia struttura, la novità principale era costituita dalla parte in muratura, separata dal vano chiesa da un pannello scorrevole in legno, usata per momenti di festa e per le attività. Nel 2004 si è provveduto ad una generale sistemazione interna della chiesa, con rifacimento di pavimento e presbiterio
Descrizione

L'edificio di culto è stato ricavato all'interno di un prefabbricato, via via ingranditosi al crescere della comunità parrocchiale, che ha il semplice aspetto di una costruzione civile, scatolare, con tetto a capanna. La facciata disadorna si caratterizza per due ingressi, quello a destra più ampio che immette nella navata principale, quello a sinistra, preceduto da due gradini; al di sopra del portale destro si colloca una grondaia, residuo del precedente prefabbricato inglobato nell'attuale. Nelle parete laterali si aprono alcune semplici finestre per l'illuminazione degli interni. Il tetto è a doppia falda. Gli esterni sono intonacati di bianco. Internamente la chiesa si presenta con un'ampia aula e una più piccola adiacente, separate da alcuni pilastri. Il soffitto è piano sostenuto da una serie di piccole travi. Il presbiterio, posto al termine dell'aula maggiore, è sopraelevato di due gradini: centralmente, dietro l'altare, è collocato il tabernacolo. Dalll'aula minore si accede alla sagrestia.
Pianta
rettangolare.
Struttura
semi-prefabbricata in cemento armato.
Coperture
a due falde.
Pavimenti e pavimentazioni
con mattonelle in gres color cotto e marmo Trani nel presbiterio.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (anni 2000)
Altare versus populum, secondo le norme del Concilio Vaticano II, costituito da una mensa in marmo, sorretta da pilastrini a scalare e da un elemento centrale tozzo anch'essi in marmo.
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