chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico San Cesareo Cava de' Tirreni Amalfi - Cava De' Tirreni santuario diocesano Madonna Avvocatella Parrocchia San Cesario Pianta; Cappella rupestre; Facciata; Campanile; Pavimenti e pavimentazioni; Coperture; Elementi decorativi; Impianto strutturale; Sagrato presbiterio - intervento strutturale (1990); presidenza - aggiunta arredo (1990) 1654 - 1703(preesistenze carattere generale); 1704 - 1704(fondazione cappella rupestre); 1706 - 1710(ampliamento intero bene); 1726 - 1734(completamento intero bene); XIX - XIX(culto e restauri intero bene); XX - XX(fatiscenza e danni alluvionali intero bene); 1979 - 1979(giurisdizione intero bene); 1980 - 2000(riapertura e utilizzo intero bene); 1984 - 1987(restauro e sistemazioni esterne intero bene); 2013 - 2013(giurisdizione intero bene)
Santuario della Madonna Avvocatella
Tipologia e qualificazione
santuario diocesano
Denominazione
Santuario della Madonna Avvocatella <San Cesareo, Cava de' Tirreni>
Altre denominazioni
Chiesa dell'Avvocatella Chiesa di Maria SS. Avvocata Chiesa Madonna Avvocatella Santuario Avvocatella Santuario dell'Avvocatella Santuario di Maria Vergine l'Avvocatella
Autore (ruolo)
Caputo, Biase (progetto e costruzione)
Cafaro, Giovan Nicola (altare maggiore)
Cafaro, Alessio (altare maggiore)
Boccaccio, Carlo (programma pittorico)
Ambito culturale (ruolo)
barocco (costruzione)
barocco napoletano (programma decorativo)
rococò (costruzione portali)
Notizie Storiche
1654 - 1703 (preesistenze carattere generale)
Il luogo in cui oggi sorge il santuario, aveva in origine aspetto rupestre, caratterizzato da grotte e anfratti naturali, presso cui si era sviluppato un culto mariano in seguito a fatti prodigiosi avvenuti nel 1654. Il sito venne designato come "grotta della Madonnella" o "della Avvocatella". Nella grotta principale, nel 1702 fu eretta una edicola e nel 1703 un altare. In quel periodo il culto e le frequenze presso il luogo ebbero una grande crescita.
1704 (fondazione cappella rupestre)
Nel 1704, su concessione del vicario capitolare mons. V. Galdieri, ebbero inizio i lavori per trasformare il sito rupestre in una cappella. Sfruttando le pareti rocciose ed integrandole con nuove costruzioni murarie, fu edificato un sacello a pianta ottagonale, coperto dalla roccia naturale e comunicante con ulteriori anfratti rocciosi circostanti. Ad una delle pareti della cappella fu sistemato un altare marmoreo (tutt'ora esistente); furono eretti anche una decorosa facciata ed un campanile, mentre dinanzi alla nuova costruzione fu realizzata una piccola spianata. I lavori vennero diretti dall'architetto Biase Caputo. La consacrazione della nuova cappella fu fatta il 6 settembre 1704, dal vicario episcopale mons. E. Carminati, delegato dal vescovo mons. M. Carmignano. Il luogo fu affidato ai parroci di San Cesario.
1706 - 1710 (ampliamento intero bene)
Nel 1706 sotto la direzione di Biase Caputo, erano in corso i lavori per ampliare l'originaria cappella rupestre, con la costruzione di una nuova navata sul lato sinistro della grotta, sfruttando le pareti di roccia naturale e gli anfratti. Allo scopo, però, fu necessario demolire durissimi speroni di roccia. Con la costruzione della navata, posta in comunicazione con la cappella rupestre, l'edificio assunse l'aspetto di vera e propria chiesa. Nel 1708, la navata fu dotata di un altare maggiore in stucco (opera degli artisti cavesi Giovan Nicolò e Alessio Cafaro) e di pitture parietali (opere di Carlo Boccaccio). Nel 1710 il santuario era completato e vennero eseguiti anche lavori di sistemazione degli esterni e delle strade d'accesso. La costruzione fu sostenuta dal benefattore Bartolomeo Di Ruggiero, ma vi fu anche un grande concorso di donazioni popolari.
1726 - 1734 (completamento intero bene)
Sono noti ulteriori lavori di completamento o ampliamento svoltisi negli anni 1726-1734, durante un periodo di grande floridezza del santuario.
XIX (culto e restauri intero bene)
E' testimoniata una ininterrotta presenza del culto mariano per tutto l'Ottocento presso il santuario. Non si posseggono, tuttavia, notizie dirette sulla fabbrica, ma si può arguire che furono svolti continui interventi di manutenzione e di restauro.
XX (fatiscenza e danni alluvionali intero bene)
Dagli inizi del Novecento, il santuario conobbe un periodo di declino che aveva portato le sue strutture alla fatiscenza. Nel 1954 intervenne anche l'evento calamitoso di un'alluvione che ridusse l'edificio in condizioni pericolanti e di imminente crollo. Furono eseguiti urgenti lavori per salvare la struttura, ma successivamente essa fu abbandonata e depredata.
1979 (giurisdizione intero bene)
Il santuario, facente parte del territorio della parrocchia San Cesario, passò con essa sotto la giurisdizione della Diocesi della Santissima Trinità di Cava, nel 1979.
1980 - 2000 (riapertura e utilizzo intero bene)
Sotto la nuova giurisdizione diocesana, il santuario fu restaurato e consolidato per essere riaperto al culto l'8 settembre del 1979 e vedere un sempre maggiore incremento di frequenze. Nel terremoto del 1980 rimase indenne, mentre la chiesa parrocchiale di San Cesario subì ingenti danneggiamenti e divenne inagibile. Da allora, e fino al 2000, quando la chiesa di San Cesario fu riaperta, presso il santuario si svolsero anche le funzioni parrocchiali.
1984 - 1987 (restauro e sistemazioni esterne intero bene)
Nel 1984 furono eseguiti lavori generali di restauro presso il santuario, che il 5 agosto dello stesso anno fu consacrato dall'abate mons. M. Marra. Nel 1987 fu realizzata la sistemazione della strada d'accesso e del piazzale.
2013 (giurisdizione intero bene)
Nel 2013, il santuario, insieme alla parrocchia di San Cesario, è passato sotto la giurisdizione della diocesi di Amalfi-Cava de' Tirreni.
Descrizione
Il santuario della Madonna Avvocatella rappresenta un episodio architettonico del tutto singolare, inserito in un ambiente naturale con rocce affioranti e grotte, che sono integrate in alcuni dei suoi ambienti. Il territorio rurale e boscoso, in cui esso sorge, offre notevoli motivi di interesse naturalistico, orografico e geologico; si sviluppa in un'area periferica della frazione San Cesareo in Cava de' Tirreni, poco toccata dall'urbanizzazione ma attraversata da una rete di itinerari escursionistici. Il santuario è costituito da un complesso architettonico in parte rupestre, composto da due principali ambienti sacri (la cappella rupestre e la chiesa) spazialmente fusi tra loro, dalla sacrestia, da ambienti di accoglienza, da sale, servizi, locali vari e da un grande sagrato-terrazza. La chiesa, in cui emerge un'abbondante decorazione barocca, si compone di un vestibolo rupestre ottagonale (rappresentato dalla primitiva cappella) e da un'aula sacra a schema longitudinale, a due navate senza transetto, con abside finale, dove è ospitato il presbiterio. Il sacello ottagonale ha una composizione architettonica radiale, con membrature murarie, in cui si alternano pareti piene e arcate a tutto sesto su pilastri a pianta trapezoidale, con paraste ad angolo ottuso, reggenti capitelli compositi e trabeazione unita alla roccia di copertura. L'ambiente presenta decorazioni variegate. La navata, invece, presenta una partitura regolare fatta di paraste corinzie e arcate a tutto sesto; la trabeazione, alquanto spostata in alto, corre al di sopra di segmenti di paraste (che continuano oltre i capitelli) e sormonta ampi archivolti. La trabeazione presenta aggetti a mo' di pulvini, in corrispondenza delle lesene sottostanti e regge una zoccolatura continua, al di sopra della quale è impostata la volta di copertura caratterizzata da lunette, sottarchi a abbondante decorazione in stucchi e pitture. La navata destra è suddivisa in tre campante, le cui volte a vela corrispondono alle arcate della navata centrale. L'arcata centrale della fiancata sinistra ospita l'organo e la cantoria. La facciata del santuario è costituita dalla parete sinistra dell'edificio, a sviluppo disomogeneo, in cui emergono due portali in pietra lavorata, in stile rococò. L'illuminazione naturale interna, che proviene dalle poche aperture, è molto bassa.
Pianta
La pianta della chiesa si compone di due ambienti: una cappella rupestre (che corrisponde alla primitiva costruzione) e la chiesa vera e propria. L'ambiente della cappella rupestre è unito alla chiesa, al fondo della navata cntrale, e funge da sorta di vestibolo (o atrio interno). La chiesa ha pianta longitudinale, a due navate, senza transetto e con abside centrale. L'accesso è duplice: quello principale avviene attraverso la cappella rupestre, l'altro avviene direttamente nella navata, dal suo lato sinistro. La navata centrale è scandita da tre arcate su pilastri quadrati lungo ciascuna parete; le arcate della parete sinistra sono cieche (corrispondono al prospetto della fiancata), quelle di destra si aprono sulla navata laterale. Quest'ultima, ricavata a ridosso della parete rocciosa della grotta, è suddivisa in tre campate, senza abside e senza ingresso autonomo; corrisponde solamente allo sviluppo longitudinale della navata principale. L'abside, presente al termine della navata e da questa separato mediante i piedritti dell'arco trionfale, è alquanto profonda e ospita il presbiterio e l'altare preconciliare. Dall'abside si passa alla sacrestia e ad altri ambienti.
Cappella rupestre
La primitiva cappella rupestre costituisce una sorta di atrio o vestibolo della chiesa. Si tratta di un ambiente semiautonomo ma collegato direttamente alla navata centrale della chiesa. Esso è composto da una singolare struttura architettonica ricavata in roccia. Ha pianta ottagonale; la muratura d'elevazione si accosta superiormente alla roccia che funge da copertura; le otto pareti sono in parte chiuse ed in parte aperte da arcate verso spazi naturali retrostanti (anfratti rocciosi), dove sono collocate edicole (tra cui quella che diede origine al santuario) e cappelline votive. Una delle arcate è occupata dal portale principale ed un'altra rappresenta il varco di collegamento tra la cappella rupestre e la navata della chiesa. Ad una della pareti chiuse, di fronte al portale principale, è accostato il primitivo altare in muratura, stucco e marmo. L'ambiente nell'insieme costituisce uno spazio di rara suggestione.
Facciata
La facciata della chiesa è rappresentata da una parete composita che corre lungo l'imbocco della grotta, al di sotto della quale sono ricavati gli spazi sacri del santuario: la cappella rupestre (vestibolo) e la chiesa. Tale facciata non ha sviluppo lineare ma ha conclusione superiore orizzontale (con modanature e gronda); sulla destra si unisce alla parete rocciosa affiorante; sulla sinistra accoglie un piccolo avancorpo ed è delimitata dalla parete trasversale di altri ambienti del santuario, conclusa superiormente dalla vela campanaria. Lungo lo sviluppo di tale facciata si aprono innanzitutto i due portali di gusto rococò, tra loro molto simili, composti da cornici in pietra lavica lavorata a motivi fantasiosi, con pinnacoli e volute ed edicola superiore con inserto ceramico. Al di sopra del portale principale, la parete muraria accenna ad un profilo a capanna. Sulla parte destra della facciata si apre una grande arcata libera, che lascia in vista la roccia retrostante e ulteriori elementi murari. Sono presenti altre aperture di forma varia. La superficie è trattata ad intonaco civile colo ocra, con alcune cornici e squarci in bianco.
Campanile
Il campanile è costituito da una vela trasversale, eretta nella parte terminale sinistra della facciata, in alto. Si compone di tre monofore e copertura orizzontale. E' l'elemento più elevato del complesso architettonico.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione della cappella rupestre e della navata centrale è composta da piastrelle in ceramica smaltata a colori vivaci; nella navata e nel presbiterio dominano motivi geometrici modulari, nella cappella rupestre sono presenti soggetti naturalistici e fitomorfici. In questi si inseriscono fasce laterali a diversi motivi. La pavimentazione della navata laterale è in cotto moderno.
Coperture
La copertura della cappella rupestre è data dalla roccia naturale lasciata in vista e integrata parzialmente con opere murarie. La copertura della navata centrale è determinata da una sola volta a botte lunettata, quella dell'abside è costituita da una catino a cupola. La copertura della navata laterale si compone di volte a vela sulle varie campate.
Elementi decorativi
La decorazione degli interni è caratterizzata innanzitutto da un forte cromatismo dato (oro e giallo chiaro delle superfici e colori vivaci della pavimentazione). La veste barocca che ricopre le superfici è costituita da stucchi ornamentali che formano cornici varie, incassi, campi sagomati, elementi scultorei e decori fantasiosi. Particolarmente rilevanti sono le parti pittoriche e gli affreschi, che ricoprono interamente la volta a botte, gli archivolti della navata e il catino absidale. Le volte a vela della navata destra sono decorate con modanature e cornici geometriche in stucco bianco.
Impianto strutturale
Il sistema costruttivo della chiesa è di tipo tradizionale e si avvale di elementi rocciosi naturali esistenti integrati a strutture murarie continue. La struttura della cappella rupestre è fatta di membrature murarie, in parte autoportanti, in parte sorreggenti gli archi di collegamento, mentre la copertura è costituita dalla roccia naturale. Le strutture d'elevazione della chiesa, invece, si compongono di muratura continua e di pilastri, in funzione portante, con orizzontamenti archivoltati di varia tipologia. Il tetto ha struttura in cemento armato con integrazioni in legno.
Sagrato
Il sagrato è costituito da una grande spianata a pianta irregolare che si sviluppa lungo la facciata della chiesa. E' raggiungibile da una rampa carrabile ed è interamente recintato da inferriate lungo i bordi liberi. E' sopraelevato rispetto alla strada ed ha aspetto di ampia terrazza chiusa, circondata da aree verdi e scorci panoramici.
Adeguamento liturgico
presbiterio - intervento strutturale (1990)
L'adeguamento liturgico è stato realizzato nel 1990, senza importanti alterazioni strutturali. I due gradini all'ingresso del presbiterio sono stati lasciati. L'altare settecentesco in muratura è stato conservato in sito originario. Ampliando il primo gradino del precedente altare si è realizzata una nuova predella, su cui è stato collocato il nuovo altare marmoreo fisso, mentre la predella precedente, lasciata inalterata, si è venuta a trovare come podio retrostante il nuovo altare. Sulla linea anteriore del presbiterio, al livello del secondo gradino, sono stati collocati l'ambone (a sinistra) e una sorta di piccola balaustra (a destra); entrambi sono composti da assemblaggio di elementi in scagliola dipinta e marmo recuperati da precedenti strutture. Accanto alla balaustra è sistemato un antico fonte battesimale. Il nuovo altare, invece, è un'opera di composizione marmorea, con due piedritti formati da elementi scultorei di recupero (raffiguranti angeli affrontati e volute), integrati con altri elementi marmorei, connessioni in calcestruzzo e mensa in marmo a spessore. L'intervento non dispone di permessi.
presidenza - aggiunta arredo (1990)
La sede presidenziale è costituita da una sedia movibile, in legno tappezzato, in stile barocco, collocata a livello della nuova predella e accostato al precedente altare, a sinistra.