Non si hanno notizie precise al riguardo della fondazione dell'antica chiesa della Confraternita di S. Bernardino, già esistente nel corso del '500, né tantomeno dell'associazione laica che la costruì, anche se probabilmente questa prese origine direttamente in seguito alla predicazione del santo senese nelle valli del pinerolese. (P. Bolla e G. Pellice, "Bricherasio dalle origini ad oggi", p. 91-92)
XVI (preesistenza intero bene )
Nel '500 la chiesa di San Bernardino servì da chiesa parrocchiale prima della costruzione dell'attuale, ospitando anche il cimitero e la casa del parroco in un appezzamento retrostante. (P. Bolla e G. Pellice, "Bricherasio dalle origini ad oggi", p. 93)
1584 (visita pastorale intero bene)
"Una visita pastorale compiuta nel 1584 dal delegato apostolico cita che la confraternita di San Bernardino possedeva una «ecclesiam simplicem», in cattivo stato". (Caffaro 1906, III, pp. 568 sgg.)
Il delegato Apostolico Angelo Peruzzi descriveva la chiesa abbastanza ampia, scrostata nei muri, non pavimentata né voltata se non nella parte del coro. Vi era un unico altare in laterizi sovrastato da una tela dipinta di mediocre fattura, per cui il Visitatore apostolico ordinava di rinzaffare e imbiancare le pareti. (P. Bolla e G. Pellice, "Bricherasio dalle origini ad oggi", p. 92)
1584 - 1749 (preesistenza intero bene)
Nel 1749 si ha notizia della chiesa di San Bernardino già eretta nel 1584. (Don Giorgio Grietti, 2017, p. 112)
1712 (ristrutturazione intero bene)
Nel 1699 si ha notizia che la confraternita, forte di un'ottantina di elementi, cominciò ad entrare in possesso di beni immobili e di rendite da legati testamentari: saranno molto probabilmente queste nuove entrate che permetteranno, nel maggio del 1712, di appaltare i lavori di costruzione della nuova chiesa. (P. Bolla e G. Pellice, "Bricherasio dalle origini ad oggi", p. 93)
1712 (ricostruzione intero bene )
Per sostituire il vecchio e malconcio edificio venne predisposto per aggiudicare i lavori mediante asta pubblica sulla piazza del paese. Il 3 maggio 1712 infatti Guglielmo Corso riportò per iscritto le istruzioni seconde le quali gli impresari avrebbero dovuto demolire la Chiesa dei Disciplinati e costruirne un'altra nuova secondo il disegno presentato al rettore e che "al miglior et ultimo offerente gli sarà delliberato all'estinto della candela, et ciò alla presenzia dei testimoni". (P. Bolla e G. Pellice, "Bricherasio dalle origini ad oggi", p. 93-94)
1712 (ricostruzione intero bene )
"L'asta per stabilire il costruttore si protrasse fino al 15 e 16 maggio, con l'alternarsi di vari mastromuratori locali e dei paesi vicini, (...) mastro Bernardino Verduno e mastro Andrea Rossi, di Bioggio in Val Lugano, che, grazie alla maggior esperienza in questo tipo di lavori, si aggiudicò l'opera in ribasso per la cifra di 3490 lire ducali. Il mastromuratore luganese portò a termine rapidamente i lavori nel giro di un anno". L'edificio fu progettato dal mastro Giuseppe Galetto di Mongrande, ma residente in Bricherasio. (P. Bolla e G. Pellice, "Bricherasio dalle origini ad oggi", p. 94)
1749 (preessitenza intero bene)
Citata nella vista pastorale del 1749. (ADP Tit.04 00 Cl.05 Ser.05)
XIX - XX (decadenza intero bene)
"Dopo un periodo di grande splendore, forse culminato proprio con l'erezione dell'attuale chiesa, la Confraternita di San Bernardino è andata gradatamente scomparendo, lasciando orfano e abbandonato il tempio che aveva eretto con grande dispendio di energie e amorevole passione." (P. Bolla e G. Pellice, "Bricherasio dalle origini ad oggi", p. 97)
XX (riparazioni intero bene)
"Del bene si è fatto carico il parroco di S. Maria, don Michele Canavosio, che alcuni anni orsono con l'aiuto della popolazione è riuscito almeno a provvedere alle necessità più urgenti della chiesa. E' stato così riparato il tetto, fonte di pericolose infiltrazioni d'acqua". (P. Bolla e G. Pellice, "Bricherasio dalle origini ad oggi", p. 97)
Descrizione
La chiesa di San Diomede, già Confraternita di San Bernardino, è ubicata nel centro storico del comune di Bricherasio. L’edificio è libero su due lati, ovvero il fronte est che prospetta su pubblica via ed il fronte nord anch’esso lambito da una strada. A sud, invece, sorge un edificio storico e, parte del prospetto ovest è occupato da un altro edificio di civile abitazione.
La facciata è intonacata con finiture oggi degradate ed è organizzata secondo due registri dei quali quello inferiore è ornato da lesene alle estremità. Quest’ultime presentano riseghe negli angoli, mentre altre coppie di lesene sono posizionate a lato dell’ingresso, separate dagli altri elementi di decoro tramite alti sfondati rettangolari. Le lesene poggiano su piedistalli che sporgono dall’alta zoccolatura intonacata grigia e continua, terminano poi con capitelli lineari di chiaro rimando all’ordine dorico. Superiormente segue un’alta trabeazione composta da architrave, fregio e dalla cornice aggettante e sagomata. L’ingresso centrale, costituito da un portone in legno rifinito con specchiature a motivi geometrici, è preceduto da una scalinata d’accesso. Inoltre l'ingresso è contornato da un portale che ospita il riquadro in cui è riportata la dicitura D.O.M.
La cimasa è arricchita dalla presenza della croce in mezzeria sormontata da una brocca, dalla cui sommità pendono festoni dai motivi fitomorfi in stucco.
Il registro superiore è composto da salienti laterali, completati da pinnacoli in pietra. Essi confluiscono nelle coppie di lesene che sono il proseguo delle sottostanti e che poggiano su un basamento dalle cornici sagomate. Nella parte superiore si possono notare capitelli di ordine dorico, seguiti dalla trabeazione completa di architrave, fregio e cornice che segna il lungo bordo inferiore del frontone risaltato. Quest'ultimo è completato da pinnacoli dei quali il centrale è completato dall’esile croce metallica. La porzione centrale del registro è caratterizzata da una finestra dagli spigoli raccordati da quarti di cerchio verso l'interno; la vetrata è ripartita mediante un reticolo organizzato su due maglie.
In mezzeria si apre un oculo e nel timpano campeggia un lieve tondo.
I prospetti laterali sono intonacati e la finitura si presenta piuttosto degradata. I fianchi sono caratterizzati da bassi volumi dai quali emerge l’alto tamburo corrispondente all'ambiente poligonale centrale dell’aula. Sulla facciata sud si aprono un oculo e due finestre rettangolari. Il fronte nord presenta tre finestre rettangolari nel volume più basso e altre due, più ampie, nella parte alta.
Aula liturgica
La zona dell’ingresso è coperta da una volta a botte, seguita dalla cupola impostata sul tamburo e che presenta larghi archi ribassati con specchiature color grigio e rosso chiaro. Gli archi convergono nel tondo decorato da un cielo stellato dal quale dipartono raggi dorati. Le cappella laterali sono definite superiormente da corte volte a botte ornate da elaborate specchiature nelle quali si apre il cielo. Esse sono contornate da ammirevoli cornici dipinte a trompe l'oeil e arricchite da composizioni vegetali. Due volte a botte bianche coprono il presbiterio; l’abside, invece, è sormontato da una volta emiciclica con spicchi color grigio e rosso chiaro, separati dagli archi bianchi ribassati, che convergono nella lunetta contenente la colomba dello Spirito Santo. Nello spicchio in mezzeria si innesta l’unghia della finta apertura.
Le pareti perimetrali sono scandite dalle paraste munite di piedistalli che sporgono dalla zoccolatura grigia e continua in intonaco. Esse terminano con capitelli compositi, che precedono la trabeazione continua composta da architrave, fregio ornato da riquadri rosa e dalla cornice aggettante in stucco. I lati minori del tamburo poligonale accolgono aperture centinate che si affacciano sui retrostanti ambienti generati tra il tamburo e il muro esterno ortogonale della chiesa. Altre aperture, accanto alla cantoria, sono in parte chiuse da un trilage metallico e ornate da un’elaborata cornice in stucco in corrispondenza del davanzale. Allo stesso modo sono realizzate le composizioni al di sopra delle chiavi di volta, e quelle che decorano le specchiature sopra gli archi delle cappelle laterali.
Sulla parete di fondo è addossata la bussola lignea di eccellente fattura, sormontata dalla cantoria lignea finemente ornata nel parapetto con composizioni floreali intagliate e dorate.
Presbiterio e altare
La parete absidale accoglie al centro la pala d’altare dedicata a San Bernardino; essa è affiancata da altre due tele, anch’esse racchiuse in importanti cornici dorate.
L’antico altare tridentino, dipinto a marmi marezzati, è realizzato in muratura stuccata; il manufatto è completato dalla mensa abbellita da dorature, dal tabernacolo con soprastante piccolo ciborio e crocifisso. Le mensole ospitano i molteplici candelabri dorati. Una breve gradinata in pietra consente l’accesso al presbiterio. A lato dell’altare sono collocate due porte sormontate da elaborate cimase. Oltrepassati i varchi si accede all’esteso coro ligneo addossato alla parete absidale.
Completano l’arredo liturgico: il seggio, un crocefisso a lato dell’altare e quadri sacri appesi alle pareti dell’aula.
Cappelle laterali
La cappella di sinistra ospita un grande quadro sacro con rappresentato presumibilmente San Bernardino, mentre quella di destra contiene la tela raffigurante la Passione di Cristo.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell’intera chiesa è realizzata mediante lastre quadrate di pietra di Luserna, posate ortogonalmente.
Il presbiterio è sopraelevato di un gradino ed è separato dal resto dell’aula da una balaustra in marmo.
Impianto strutturale
L'edificio è costituito da un unico corpo a pianta rettangolare. Il corpo si allarga in corrispondenza del centro mediante un tamburo costruito sulla geometria di un poligono a otto lati. L’aula termina con l’abside poligonale. La sezione è composta dal volume del tamburo coperto da un tetto a capanna, affiancato da due ambienti più bassi delle cappelle laterali coperte dai rispettivi spioventi.
Le murature sono presumibilmente in laterizio accompagnati da pietre, unite con malta di calce. Non sono presenti catene di rinforzo della struttura.
Coperture
La copertura è realizzata in coppi e sorretta da travature in legno.
Campanile
La torre campanaria, dalla pianta quadrata a sezione rastremata, è collocata in corrispondenza del lato nord. La costruzione è composta da quattro livelli intonacati: alla base vi è uno zoccolo realizzato in lastre di pietra grigia. Esso è seguito dalla porzione ornata a bugnato liscio riportante la data 1906 e un ampio sfondato rettangolare che accoglie una feritoia. Il livello soprastante è rifinito a bugnato liscio angolare che definisce gli sfondati, tra i quali, quello a nord, contiene un oculo. Al di sopra si susseguono due cornici aggettanti e sagomate, separate da una bassa porzione muraria. La torre culmina con il tamburo ottagonale rifinito tramite lesene e cornici, oltre la quale, capeggia la cupoletta rivestita in rame reggente la croce metallica.
Cenni stilistici
Nel territorio pinerolese il ristabilimento del cattolicesimo passa attraverso la ricostruzione di numerosi edifici di culto e delle loro pertinenze tra XVII e XVIII secolo che assumono toni diversi tra la montagna, dove operano i cantieri di regio patronato, e la pianura dove sorgono edifici voluti dalle comunità.
Le strutture di pianura di indubbia matrice barocca assumono forme auliche e ricche, rispetto a quelle volute dal Regio Patronato sabaudo e seguono il trend dei cantieri della capitale e dei principali centri della regione. Le architetture assumono inizialmente (XVII sec ) delle dimensioni contenute e proporzioni meno slanciate con un pronunciato ricorso al decoro plastico curato nei piccoli dettagli, già dal XVIII secolo gli edifici vengono costruiti con dimensioni maggiori ed assumono proporzioni più imponenti e l'ornato plastico viene estremamente semplificato. Stilemi colti ed aggiornati derivati da queste fabbriche verranno spesso declinati in tono minore nei più modesti cantieri delle numerose cappelle campestri, condotti da abili maestranze locali.
Tra i primi spazi di culto frutto di questa corrente culturale che hanno influenzato la ricostruzione della zona di pianura si pone la parrocchiale di San Michele a Buriasco, risalente al 1704, seguita di lì a breve a Bricherasio dall'Assunta e dalla Confraternita di San Bernardino. Anche la località di Cavour sviluppa due prestigiosi cantieri nella prima metà del XVIII secolo: la sede parrocchiale di San Lorenzo e la rinnovata chiesa abbaziale di Santa Maria nel 1728. Di grande interesse per l'area certo sono i cantieri del San Benedetto a Garzigliana, secondo il progetto di Prunotto del 1760-1763, e l'impresa della parrocchiale di San Secondo di Pinerolo, edificata tra il 1773 ed il 1789 e attribuita a Giuseppe Gerolamo Buniva. Vi è poi l'importante serie di cantieri che caratterizza la scena di Pinerolo città: dal San Verano di Abbadia, avviato nel 1709, al San Bernardino riedificato nel 1713, alle chiese di San Rocco e di San Bernardino ultimate negli anni quaranta del Settecento, per giungere al Duomo di San Donato con gli importanti rimaneggiamenti del Fenocchio e del Buniva tra il settimo e l'ottavo decennio del XVIII secolo.