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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Carnaiola
Fabro
Orvieto - Todi
chiesa
sussidiaria
Santi Salvatore e Severo
Parrocchia del Santissimo Cuore di Gesù
Impianto strutturale; Struttura; Pavimenti e pavimentazioni
altare - intervento strutturale (2000); ambone - aggiunta arredo (2000)
XIII sec. - XIV sec.(costruzione intero bene); 1740 - 1740(consacrazione carattere generale); 1816 - 1816(ripristino copertura); 1830 - 1843(descrizione intero bene); 1886 - 1886(restauro intero bene); 1939 - 1942(restauro interno); 1980 ca. - 1980 ca.(ripristino intero bene); 2000 - 2000(restauro intero bene)
Chiesa dei Santi Salvatore e Severo
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa dei Santi Salvatore e Severo <Carnaiola, Fabro>
Altre denominazioni Chiesa del Santissimo Salvatore e San Severo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze orvietane (costruzione)
Notizie Storiche

XIII sec. - XIV sec. (costruzione intero bene)

Uno degli inventari ottocenteschi rinvenuti in archivio, non precisamente datato, dichiara di ignorare la data di erezione della Chiesa dei Santi Salvatore e Severo, specificando però che "ab immemorabile si ha per tradizione essere stata edificata e dotata dalli Sig.ri Filippeschi, allora Padroni di questo feudo", quindi tra il XIII ed il XIV secolo.

1740  (consacrazione carattere generale)

I documenti attribuiscono la consacrazione della chiesa a Mons. Giuseppe Marsciano, Vescovo di Orvieto, il giorno 8 maggio 1740.

1816  (ripristino copertura)

L'inventario dei beni parrocchiali, redatto nel 1830, dichiara che la "Chiesa era soffittata", ma che nel 1816 "cadde il trave maestro di mezzo e rovino metà del tetto, ed il trave maestro dalla parte superiore". La copertura venne quindi ripristinata "a tetto" a spese del pievano.

1830 - 1843 (descrizione intero bene)

Lo stesso manoscritto citato in precedenza fornisce anche una descrizione dell'edificio, "sotto il titolo del SS. Salvatore, e S. Severo", localizzandolo "nella parte superiore del castello, esposta di facciata a mezzogiorno, con piccola Piazza, e strada dritta che conduce al Palazzo Comunale". Un successivo inventario, del 1843, aggiunge che, a quella data, la chiesa era dotata di cinque altari, con "l'Altare maggiore isolato posto in cima della chiesa fatto di stucco, e decentemente ornato con pittura".

1886  (restauro intero bene)

Gli atti della visita pastorale di Mons. Giuseppe Ingami, avvenuta nel 1886, descrivono a chiesa "nella necessità di qualche miglioramento". Il pievano, nell'occasione, presentò al vescovo il progetto di restauro della chiesa, che Mons. Ingami approvò in ogni sua parte, nella speranza che si potessero condurre a termine i lavori nell'arco di due anni.

1939 - 1942 (restauro interno)

Interventi di restauro interno, di riprese dell'intonaco e tinteggiatura, per un importo complessivo di L. 270, sono testimoniati da una serie di documenti redatti tra il 1939 ed il 1942.

1980 ca.  (ripristino intero bene)

Un progetto di ripristino della chiesa parrocchiale di Carnajola, concernente il rifacimento della copertura con solaio in latero-cemento, il consolidamento delle murature e la revisione del sistema di smaltimento, ad opera del Ministero dei Lavori Pubblici, ai sensi della legge 3 aprile 1980 n° 115, per gli edifici di culto danneggiati dagli eventi sismici, è conservato nell'Ufficio Amministrativo Diocesano.

2000  (restauro intero bene)

Le ultime opere documentate sull'edificio risalgono all'anno 2000; le stesse hanno interessato la copertura, rifatta con capriate lignee, la sostituzione della pavimentazione, il restauro della facciata e degli interni, comprendendo anche l'adeguamento liturgico.
Descrizione

Della ex chiesa parrocchiale di Carnaiola, la cui erezione è tradizionalmente attribuita alla volontà dei Filippeschi, famiglia ghibellina orvietana di dantesca memoria, non è del tutto chiaro il titolo: infatti, se i documenti recenti lo attribuiscono ai Santi Salvatore e Severo, alcuni manoscritti rinvenuti in archivio la identificano come Chiesa Parrocchiale del Santissimo Salvatore e San Severo. Collocata dentro la cerchia muraria del vecchio castello, la chiesa è ora dotata di un impianto dal linguaggio sostanzialmente neoclassico, a navata unica controsoffittata in piano, con due cappelle laterali voltate a botte e catino absidale, sollevato di un gradino come le cappelle e allo stesso modo protetto da balaustra in muratura, coperto a semicupola. L'interno dell'edificio è intonacato e tinteggiato, col perimetro scandito da paraste corinzie decorate a marmorino, cantoria sulla parete di controfacciata e altari, il maggiore ed i laterali posti nelle cappelle, in muratura stuccata; l'ordine delle paraste che correggono l'arco trionfale è, diversamente, tuscanico. Il prospetto principale, in mattoni di cotto dipinto e cornici in stucco, è caratterizzato da elementi essenziali: paraste angolari, su basamento, con capitelli corinzi, timpano di coronamento sopra la trabeazione, portale, anch'esso sormontato da timpano, e sovrastante rosone.
Impianto strutturale
Edificio in muratura continua coperto con tetto a doppia falda e sottostante controsoffitto piano.
Struttura
Strutture verticali: pareti in muratura di pietra naturale. Strutture di orizzontamento: capriate e travi lignee.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è realizzata con piastrelle di monocottura industriale.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (2000)
Altare in muratura stuccata e decorata con mensa dello stesso materiale.
ambone - aggiunta arredo (2000)
Ambone costituito da leggio ligneo montato sulla balaustra.
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