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restauro
adeguamento liturgico
Acqualoreto
Baschi
Orvieto - Todi
santuario
sussidiario
Madonna della Pasquarella
Parrocchia di Santa Maria Assunta e San Valentino
Impianto strutturale; Struttura; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni
altare - intervento strutturale (1970 ca.); ambone - aggiunta arredo (1970 ca.); confessionale - intervento strutturale (1970 ca.)
XI sec. - XI sec.(costruzione intero bene); 1275 - 1275(notizie carattere generale); 1474 - 1474(appellativo carattere generale); 1574 - 1574(notizie carattere generale); 1592 - 1593(titolo carattere generale); 1726 - 1780(restauro ed ampliamento intero bene); 1892 ca. - 1900 ca.(ampliamento intero bene); 1990 ca. - 1990 ca.(restauro intero bene)
Santuario della Madonna della Pasquarella
Tipologia e qualificazione santuario sussidiario
Denominazione Santuario della Madonna della Pasquarella <Acqualoreto, Baschi>
Altre denominazioni Chiesa di Santa Maria dello Scoglio
Chiesa della Madonna della Pasquarella
Ambito culturale (ruolo)
romanico (costruzione)
Notizie Storiche

XI sec.  (costruzione intero bene)

Le origini non documentate del piccolo tempio sembrerebbero risalire alla fine dell'XI secolo, per opera dei monaci camaldolesi; l'oratorio adiacente la dimora monastica presenta elementi, quali l'abside ed il campaniletto, di chiaro stile romanico.

1275  (notizie carattere generale)

Il primo documento storico attestante l'esistenza del santuario risale al 1275, ed è relativo al pagamento delle decime.

1474  (appellativo carattere generale)

L'appellativo popolare di "Pasquarella" apparve per la prima volta in un manoscritto del 1474, derivato dall'usanza di chiamare così l'Epifania e la domenica successiva alla Pasqua, giorni tradizionali di pellegrinaggio. Precedentemente, ma anche in successivi testi latini, la chiesa veniva designata "Sancta Maria ad scopulos" o "de scopulis", cioè dello scoglio, in relazione alle rocce sulle quali era stata eretta.

1574  (notizie carattere generale)

L'autorità vescovile di Todi, a seguito di ripetute visite pastorali, censurava continue negligenze nella manutenzione dell'edificio. Dopo l'ispezione canonica del 1574, si stabilì "per apostolica autorità" il restauro del tempio, consistente nel ripristino dell'ammattonato, nell'imbiancatura delle pareti, nel decoro dell'altare.

1592 - 1593 (titolo carattere generale)

La chiesa, alla fine dl XVI secolo, era caduta in quasi completa rovina. Come stabilito nella visita pastorale del 1592, l'anno successivo il titolo ed il culto vennero trasferiti alla Pieve di Acqualoreto.

1726 - 1780 (restauro ed ampliamento intero bene)

Nonostante l'abbandono, la presenza spontanea dei fedeli non era venuta meno. Nel 1726 si intervenne con un primo restauro del tempio. Nel 1780 l'impianto fu ampliato, passando da 23 a 33 metri quadrati.

1892 ca. - 1900 ca. (ampliamento intero bene)

Don Giuseppe Bernardi, nominato pievano di Acqualoreto nel 1873, dopo l'incoronazione solenne dell'icona mariana da parte del Vescovo di Todi, Mons. Giulio Boschi, il 28 agosto 1892, diede inizio alla ristrutturazione della chiesa, progettando un impianto a tre navate, con il pavimento più basso del precedente di circa 90 centimetri, portandone la superficie a circa ottanta metri quadrati.

1990 ca.  (restauro intero bene)

L'attuale buono stato di conservazione del santuario è dovuto ai restauri degli anni '90, che hanno interessato anche la sistemazione della zona circostante.
Descrizione

Lungo la Statale 448, tra le gole che fiancheggiano il corso del Tevere tra Baschi e Todi, in un ambiente naturale di grande pregio, tra rocce scoscese ed una fitta vegetazione, troviamo l'eremo della "Pasquarella", dedicato originariamente a Santa Maria dello Scoglio, e, dal XVI secolo, all'immagine della Madonna col Bambino con i Magi adoranti, affrescata nel catino absidale. L'attuale nome del santuario, di cui si ha notizia fin dall'XI secolo, deriva da "piccola Pasqua", o prima Pasqua dell'anno, l'Epifania, celebrata tutt'oggi nel santuario, insieme alla Domenica in Albis e all'ultima di maggio. L'edificio, che costituisce un corpo pressoché unico con la casa parrocchiale, è addossato sul fianco sinistro alla parete rocciosa, ed inevitabilmente prende luce lateralmente solo dal lato opposto, attraverso tre strette monofore. L'impianto è a tre navate, corrispondenti a tre accessi frontali, con un'area antistante piuttosto angusta ed irregolare, sviluppato su tre campate coperte con volte a vela, dipinte nella navata centrale con falsi costoloni di crociere e cielo stellato. Il presbiterio, separato dalle navate con una balaustra in ferro battuto, è sagomato e rialzato di un gradino; l'abside semicircolare è collegata al presbiterio grazie ad un arco trionfale, il cui intradosso è decorato con motivi geometrici classici, con retrostanti semicolonne doriche scanalate. L'interno dell'edificio è intonacato e decorato con motivo a marmorino, mentre le pareti esterne sono murate in pietra a facciavista, col piccolo campanile a vela collocato sul retro del fabbricato; le cornici delle bucature del prospetto principale sono realizzate in blocchi di travertino.
Impianto strutturale
Edificio in muratura continua e pilastri coperto con volte a vela.
Struttura
Strutture verticali: pareti perimetrali in muratura di pietra calcarea e pilastri di separazione tra le navate. Strutture di orizzontamento: navate coperte con volte a vela e sovrastante travi portanti in acciaio.
Coperture
Le navata presentano copertura impostata su volte a vela decorate con finte crociere; la struttura portante è realizzata con travi in acciaio su muricci. Il manto di copertura è in coppi e sottocoppi.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è realizzata in cotto fatto a mano.
Adeguamento liturgico

altare - intervento strutturale (1970 ca.)
Altare in muratura con paliotto decorato.
ambone - aggiunta arredo (1970 ca.)
Ambone costituito da colonna metallica con sovrastante leggio ligneo.
confessionale - intervento strutturale (1970 ca.)
Penitenzieria costituita da cinque confessionali in legno e vetro, murati lungo la parete esterna della navata laterale sinistra.
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