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Allerona
Orvieto - Todi
chiesa
sussidiaria
Madonna SS.a del Aqua
Parrocchia di Santa Maria e San Michele Arcangelo
Impianto strutturale; Struttura; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni
altare - aggiunta arredo (1970 ca.); ambone - aggiunta arredo (1970 ca.)
XV sec. - XV sec.(costruzione preesistenza); 1619 - 1619(notizie carattere generale); 1701 - 1723(notizie carattere generale); 1809 - 1809(descrizione intero bene); 1872 - 1872(descrizione intero bene); 1886 - 1886(descrizione intero bene); 1906 - 1908(descrizione intero bene); 1928 - 1928(restauro intero bene); 1941 - 1942(restauro intero bene); 1970 ca. - 1970 ca.(consolidamento campanile); 1995 - 1995(restauro intero bene)
Chiesa della Madonna dell'Acqua
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa della Madonna dell'Acqua <Allerona>
Altre denominazioni Chiesa della Madonna dell' Acqua
Madonna SS.a del Aqua
Ambito culturale (ruolo)
maestranze orvietane (costruzione)
barocco (ricostruzione)
Notizie Storiche

XV sec.  (costruzione preesistenza)

Una ipotesi relativa alla erezione della Chiesa della Madonna dell'Acqua si può trarre da un protocollo notarile del 1502, riferito ad una "Cappella Lerone extra muros"; nell'atto si legge di una cappella sita in "contrada Fontanelle, nella via che porta alla fonte di detto castello", oggetto di grandissima devozione da parte degli abitanti "già da lungo tempo costruita fuori del castello di Lerona". Considerato che lo Statuto del Castello di Allerona, del 1583, riporta in appendice il tracciato dell'acquedotto di Fontalone, sulla cui via si trova appunto la chiesa in questione, l'accostamento non sembra azzardato; questa deduzione attesterebbe l'esistenza della primordiale struttura della Madonna dell'Acqua almeno fin dal secolo XV.

1619  (notizie carattere generale)

La Chiesa della Madonna dell'Acqua viene citata esplicitamente per la prima volta nel Libro 3° di Consigli della Comunità di Allerona, sotto la data del 24 marzo 1619, relativamente alla sua manutenzione.

1701 - 1723 (notizie carattere generale)

Un successivo Libro dei Consigli della Comunità, in una delibera adottata in data 16 gennaio 1701, fa espressamente accenno alla raccolta delle offerte per provvedere ai pagamenti delle opere riguardanti la "fabrica di detta Madonna", quindi per la costruzione, o ricostruzione, della chiesa così come si presenta allo stato attuale. I lavori dovettero procedere molto lentamente, tanto che dalla Delibera del Consiglio della Comunità del 6 maggio 1714 risulta una somma di ventiquattro o venticinque scudi da spendere "in servizio di detta chiesa in modo che si possa ultimare...". Infine gli atti della visita pastorale di Mons. Onofrio Elisei, da poco nominato Vescovo di Orvieto, effettuata il 12 ottobre 1723, rilevarono la chiesa "de novo erecta ex elemosinis recollectis".

1809  (descrizione intero bene)

Gli atti preliminari della visita pastorale del Vescovo Lambruschini, effettuata nel 1809, in riferimento alla Chiesa della Madonna dell'Acqua, confermano tutte le notizie già conosciute, relative alla sua costruzione grazie alle elemosine dei fedeli, alla giacitura fuori dalle mura castellane, alla dedicazione di tre altari.

1872  (descrizione intero bene)

Il Vescovo Antonio Briganti visitò la chiesa il 13 giugno 1872, descrivendola nella forma odierna, con i tre altari ed in mediocre stato di conservazione.

1886  (descrizione intero bene)

Mons. Giuseppe Ingami si trovò ad Allerona, nella "chiesuola" di Santa Maria dell'Acqua il 30 e 31 maggio 1886. Il Vescovo rilevò la chiesa in uno stato migliore delle altre, tuttavia anch'essa bisognosa di restauri, che raccomandò di eseguire, pur consapevole dell'insufficienza dei fondi a disposizione.

1906 - 1908 (descrizione intero bene)

Nel 1906 la Società della Madonna dell'Acqua erogò la somma di cui disponeva per le riparazioni del tetto della chiesa, appena crollato. L'anno successivo il tetto cedette di nuovo ed il 21 settembre 1908, nel corso della visita pastorale, Mons. Salvatore Fratocchi la definì negli atti "squallida e guasta dall'umidità", con "pochi arredi e anche questi in condizioni assai mediocri".

1928  (restauro intero bene)

Il 30 dicembre 1928 fu approvata una spesa per lavori urgenti per il restauro della chiesa per l'importo complessivo di L. 5.200.

1941 - 1942 (restauro intero bene)

Nel 1941 sono documentati ulteriori urgenti restauri, riguardanti in special modo la copertura. A causa dei pochi fondi a disposizione, la Fratellanza optò per una copertura a capriate che potesse dare garanzia di stabilità. I lavori terminarono nel giugno del 1942.

1970 ca.  (consolidamento campanile)

Il campanile a vela in mattoni, collocato sul lato sinistro del corpo principale della chiesa, è stato consolidato intorno agli anni '70.

1995  (restauro intero bene)

A metà dell'ultimo decennio del secolo scorso la chiesa è stata oggetto di un intervento di restauro che ha interessato il rifacimento e la revisione della copertura lignea ed il ripristino dell'interno dell'aula.
Descrizione

La Chiesa della Madonna dell'Acqua, dalla caratteristica forma ottagonale, risultato di un linguaggio architettonico locale, che è ricorso all'uso dei materiali reperibili in loco, pietra e cotto, senza rinunciare ad elementi barocchi, è stata costruita all'inizio del XVIII su una preesistente cappella votiva quattrocentesca, accanto ad una fonte d’acqua ritenuta prodigiosa. Il complesso, ad aula unica ottagonale, coperta a falde sorrette da capriate lignee, presenta un'abside a pianta ovale sormontata da una cupola ribassata. L'ambiente liturgico, intonacato e tinteggiato, con l'altare maggiore in muratura stuccata, in stile barocco, così come i due altari laterali, è caratterizzato dalla presenza di paraste angolari ioniche e sovrastante trabeazione tuscanica. Le superfici esterne appaiono in pietra a facciavista, con cornici in mattoni, come il campanile a vela; in particolare, la parete di facciata presenta, sopra il portale ligneo, un'ampia finestra rettangolare.
Impianto strutturale
Edificio in muratura continua con tetto a falde.
Struttura
Strutture verticali: pareti in muratura di pietra arenaria. Strutture di orizzontamento: capriate e travi lignee.
Coperture
L'edificio presenta copertura impostata su otto falde, doppia centrale e sei spicchi di chiusura, sorrette da due capriate lignee, travi e limette lignee, pianellato laterizio. Il manto di copertura è in coppi e sottocoppi.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è realizzata in cotto fatto a mano.
Adeguamento liturgico

altare - aggiunta arredo (1970 ca.)
Altare costituito da un tavolo ligneo.
ambone - aggiunta arredo (1970 ca.)
Ambone costituito da una colonna lignea con leggio soprastante.
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