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Castelnuovo di Garfagnana
Lucca
oratorio
sussidiario
Sant'Antonio
Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo apostoli
Pianta; Impianto strutturale; Coperture; Prospetti; Pavimenti interni
presbiterio - intervento strutturale (1990)
1684 - 1684(menzione intero bene); 1791 - 1791(restauro intero bene); 1887 - 1887(restauro intero bene); 1932 - 1932(menzione intero bene)
Oratorio di Sant'Antonio
Tipologia e qualificazione oratorio sussidiario
Denominazione Oratorio di Sant'Antonio <Castelnuovo di Garfagnana>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze area lucchese (impianto)
Notizie Storiche

1684  (menzione intero bene)

L’oratorio di Sant’Antonio appare per la prima volta in un documento ufficiale nella relazione della visita pastorale del 1684 del Vescovo Giulio Spinola in cui a riguardo, si leggono le seguenti parole: “nella detta terra di Castelnuovo nel Borgo sotto questo titolo, che è a capo della piazza et ha la sua facciata verso settentrione (…) v’è davanti una colonna con piede di pietra macigna nel mezzo della strada (…) che ivi è stata piantata per servitio delle processioni et beneditione delle bestie nel giorno di Sant’Antonio Abbate. La chiesa viene governata da una Congregatione a guisa di Compagnia. Solenizza la Festa di Sant’Antonio Abbate, che è il titolo della chiesa, come ancora quella di S. Antonio da Padova”. (1)

1791  (restauro intero bene)

Nel 1791 l’Arcivescovo Filippo Sardi riconsacra l’oratorio in seguito agli ingenti interventi di restauro terminati nello stesso anno di cui però non sono noti i dettagli. (1)

1887  (restauro intero bene)

Nel 1887 l’oratorio è oggetto di lavori di restauro portando l’edificio alla configurazione attuale. (1)

1932  (menzione intero bene)

Nel 1932 l’oratorio viene restaurato a cura di tale Amedeo Domenici e grazie al contributo di alcuni facoltosi abitanti di Castelnuovo così come testimoniato in una lapide appesa in controfacciata.
Descrizione

La prima testimonianza dell’esistenza dell’oratorio di Sant’Antonio è la relazione della visita pastorale del 1684 del Vescovo Giulio Spinola: con ogni probabilità la data di impianto dell'oratorio risale al secolo precedente. In seguito ad un periodo, iniziato nel 1770, in cui il piccolo edificio di culto a pianta rettangolare viene adibito all’accoglienza dei soldati di stanza, nel 1791 viene restaurato e riconsacrato dall’Arcivescovo Filippo Sardi. Tale avvenimento è ricordato da due iscrizioni su lastre di marmo murate lungo le pareti laterali dell’oratorio. La configurazione attuale dell’edificio viene però raggiunta nel 1887 al termine dei lavori di restauro della fabbrica fra cui spunta il rifacimento della facciata secondo i canoni ottocenteschi. Un'iscrizione su una lastra di marmo collocata all’interno della chiesa testimonia di un intervento di restauro dell’oratorio datato 1932 curato da tale Amedeo Domenici e finanziato da castelnovesi facoltosi.
Pianta
L’oratorio presenta pianta rettangolare.
Impianto strutturale
L’impianto strutturale è costituito da muratura continua portante in pietra con copertura lignea a capanna.
Coperture
Il tetto a capanna dell’oratorio presenta manto di copertura in laterizio.
Prospetti
L’unico fronte visibile è il principale in quanto in adiacenza alle pareti laterali dell’oratorio sorgono delle civili abitazioni. La facciata intonacata presenta forma a capanna con il timpano incorniciato da modanature ben aggettanti decorate con volute e rosette. La porta di ingresso in posizione centrale è incorniciata con lastre di pietra serena e sormontata da un timpano curvo. In alto si aprono due finestre rettangolari rifinite nello stesso modo.
Pavimenti interni
La pavimentazione dell’aula è realizzata in graniglia mentre il presbiterio è rivestito in linoleum.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1990)
L’intervento di adeguamento liturgico, con carattere di stabilità, ha visto, prima di tutto, la rimozione delle balaustrate e il rifacimento della pavimentazione del presbiterio in linoleum. Al centro del presbiterio, in prossimità del gradino del presbiterio e direttamente sulla pavimentazione, è stato collocato l’altare della celebrazione in legno. Sulla sinistra, in prossimità dello scalino del presbiterio, poggiato direttamente sulla pavimentazione, un leggio in ferro funge da ambone; mentre addossata alla parete di fondo della scarsella, a destra dell’altare maggiore storico e poggiante direttamente sulla pavimentazione, una poltrona lignea è stata adattata a sede del celebrante. La riserva eucaristica è rimasta quella nel tabernacolo, in marmo, dell’altare maggiore storico.
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