appare già una «ecclesiam prati mollis» nel 1122 e negli anni seguenti (Caffaro 1903, p. 112).
1386 (preesistenze intero bene)
"In una nota del 1386 dell’archivio arcivescovile di Torino si legge che a chiesa è soggetta all’abbazia e alla diocesi di Pinerolo" (Caffaro, 1906, vol. I, p. 55).
1386 (preessitnza intero bene)
La «eccl. s. Mauritii de Pratomollo» nel 1386 paga il cattedratico al vescovo di Torino. (Caffaro 1903, v.6, p. 115)
1518 (visita pastoarale intero bene)
Nel 1518 fu visitata dall'Abate Giovanni di Savoia, ed aveva titolo di chiesa parrocchiale. (Caffaro 1903, v.6, p. 115)
1569 (visita pastoarale altari)
vi erano due altari male ornati gli arredi della chiesa appartenevano tutti alla comunità (Caffaro 1903, v.6, p. 115)
1573 (sinodo abbaziale carattere generale)
D. Sincero di Pramollo depone nel sinodo abbaziale che nella parrocchia sua tutti sono eretici, meno due. (Caffaro 1903, v.6, p. 115)
1592 (passaggio di proprietà intero bene)
in luogo della chiesa cattolica si adatta provvisoriamente un tempio Valdese (Caffaro 1903, v.6, p. 115)
1654 (distruzione intero bene)
crollata fin già dal 1654 (Caffaro 1903, v.6, p. 115)
1661 (committenza intero bene)
Il curato di San Maurizio di Pramollo è invitato al sinodo abbaziale del 1661 dove riceve ordine di restaurare la sua chiesa crollata. La cosa però non ha seguito essendo le rendite della chiesa occupate dai Valdesi. (Caffaro 1903, v.6, p. 115)
1686 (riedificazione intero bene)
il duca Vittorio Amedeo (...) in un luogo ameno e pittoresco dove vuolsi già esistesse la primitiva chiesa sulle alture della Ruà fece erigere una nuova chiesa (Caffaro 1903, v.6, p. 114)
1704 - 1706 (passaggio di proprietà carattere generale)
"Luigi XIV di Francia indusse i protestanti della Valle San Martino ad erigersi in repubblica, sotto il suo protettorato. Il minuscolo stato sopravvisse dal 1704 al 1706" (aa.vv. Le alte Valli di Susa e del Chisone, p.43, 1997)
1737 (progettazione intero bene)
nell'estate del 1737 la nuova chiesa affidata a Vanelli, avrebbe dovuto sorgere vicina al tempio Valdese, troppo secondo i "poveri Cattolici" del luogo. Il problema maggiore consisteva nel fatto che durante le celebrazioni "si sentirebbero le parole medesime del predicatore non senza pericolo di scandalo per i nuovi convertiti" Per risolvere la questione qualcuno suggerì anche "more antiquo" di occupare senza complimenti il tempio e trasformarlo in chiesa e casa parrocchiale, senza tener conto dei "religionari" che avrebbero potuto in seguito predicare presso il cimitero; ma questo non era lo spirto del vicario Danna, e tantomeno rispecchiava la volontà del nuovo Re. (Canavesio 2005 p. 230)
1738 (finanziamento dei lavori intero bene)
il 2 aprile 1738 un regio biglietto di Carlo Emanuele III stabilì nuovi finanziamenti per lire 46'593 destinati alla chiesa e casa parrocchiale di Inverso di Pinasca, a Miradolo (interrotta durante il periodo bellico a favore della chiesa di Luserna San Giovanni), per la casa di Bobbio, chiesa e casa di Pramollo e per la chiesa di Massello. (Canavesio 2005 p.218)
1740 (progettista intero bene)
A partire dal 1740 il principale referente per i cantieri fu Buniva, fu lui a sottoscrivere le istruzioni di completamento ancora da eseguire nelle cappelle di Riclaretto, Salza, Pomeano, Pramollo, Bobbio e inverso di Pinasca.
1741 (progettazione campanile)
La piena fiducia per l'architetto venne confermata con la costruzione della nuova dei campanili di inverso di Pinasca e Pramollo. "costruzione di un campanile in caduno di quelli di Inverso Pinasca e Pramollo ordinata da Sua Maestà con biglietto delli 7 aprile 1741 deliberata al mastro Francesco Moggia con l'obbligo di uniformarsi alli disegni ed istruzioni dell'architetto Buniva senza poter fare attorno a queste fabbriche nessun opera oltre che quelle riportate" (Canavesio 2005 p.228)
1741 (pagameti intero bene)
L'architetto Buniva divenne a partire dal 1740 il principale referente, fu lui a sottoscrivere le istruzioni per i completamenti interni, ancora da eseguire nell'annata 1740, (...) con i primi mesi del 1741 vennero chiusi i pagamenti ai mastri impiegati nelle opere di costruzione. (Canavesio,2005, p228)
1759 (visita pastorale intero bene)
"nel 1759 la parrocchia semplice di pramollo è detta di Regio Patronato casa e chiesa ne sono nuove, vi mancano pero la cinta al cortile e diversi commodi perchè esposte al vento gagliardo" (Caffaro 1903, v.6, p. 114)
1767 (riparazione danni intero bene)
opere del regio patronato, 1767, “guasti alla chiesa di Pramollo” (ADP T. 8 c. 2 s. 1.2)
1852 (posa grate finestre)
opere del regio patronato 1852, Pramollo graticelle alle finestre della chiesa verso ponente L.250 (ADP T.8 c.1 s.1. Faldone 1. 29)
Descrizione
La chiesa si trova nella frazione denominata Ruata del comune di Pramollo. L'edificio è libero su quattro lati; a est confina con il campanile.
La facciata ha un semplice andamento a capanna ed è organizzata su un alto basamento mediante due coppie di lesene binate di cui le più esterne coinvolgono anche il prospetto secondario. Le lesene sono ornate da semplici capitelli che sorreggono una trabeazione avente una cornice pensile che determina la profondità del timpano triangolare. L'ingresso (ora murato) era posto al centro del fronte.
Impianto strutturale
L'edificio ha una pianta rettangolare con un'unica navata che termina con l'abside emiciclica; ha una sezione regolare a capanna.
Le murature, prive di fessure evidenti, sono presumibilmente in pietra mista a laterizi, unita con malta di calce; la struttura è stata rinforzata mediante almeno due catene metalliche, poste in corrispondenza degli arconi.
Coperture
Le coperture sono realizzate in lose sorrette da travature in legno.
Campanile
Il campanile è composto da cinque livelli, con piccole feritoie ai piani inferiori. La parte alta è sottolineata da due fasce che definiscono il piano sottostante le monofore per le campane, una delle quali ospitante l'orologio.
Cenni stilistici
Tra le caratteristiche che denotano la progettazione degli edifici di culto voluti dal Regio Patronato sabaudo in porzioni di territorio nelle quali si doveva compiere il ristabilimento delle fede cattolica tra XVII e XVIII secolo, dopo gli anni delle aspre guerre di religione, vi sono l'estrema essenzialità degli esterni, ed il minimo ricorso agli ornati, anche negli interni. Ciò accadde con particolare evidenza proprio nelle valli Pellice, Chisone e Germanasca, mentre le coeve strutture sorte nella pianura tra Pinerolo e Torino assumono in parte forme più auliche e ricche, sull'onda dei cantieri della capitale e dei principali centri della regione. Tali costruzioni o ricostruzioni, promosse dai sovrani Luigi XIV prima (con l'attività emblematica per il Pragelatese dell'ingegnere del re Desbordes) e Vittorio Amedeo II con Carlo Emanuele III poi, sono tipiche di certo “barocco piemontese”, interpretato da architetti impegnati prevalentemente nelle fortificazioni di un'area che è stata di conteso confine. Le ricerche di Walter Canavesio, edite tra il 1999 ed il 2005, hanno definitamente chiarito come, a partire dagli anni Trenta del XVIII secolo, “iniziò una riflessione organica sui metodi della rioccupazione cattolica delle valli, alla quale contribuirono figure fondamentali […] come il teologo Pietro Manfredo Danna, la nobiltà locale e le strutture burocratiche ed istituzionali fino ai vertici dello Stato”. La normalizzazione dei cantieri degli edifici di culto, riflesso della normalizzazione dell'apparato statale in atto, ebbe tra gli interpreti Antonio Bertola e Michalangelo Garove (prima dell'affermazione di Filippo Juvarra e dei suoi collaboratori), Giacomo Plantery e Vittorio Amedeo Varino de La Marche, Giovanni Maria Vanelli, Pietro Audifredi, Ignazio Bertola, Giuseppe Gerolamo Buniva, tra i numerosi colleghi ed epigoni ancora nell'anonimato (cfr. P. Nesta, Itinerari barocchi, in Tra Dora Riparia e Chisone. Arte Natura Architettura, Torino 1997; W. Canavesio, Le chiese cattoliche nelle valli pinerolesi. L'opera del regio patronato nel Settecento, in Archeologia e arte nel Pinerolese e nelle Valli Valdesi, atti del convegno della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, Pinerolo 1999; S. Damiano, Forniture di arredi per le chiese del Pinerolese: testimonianze documentarie, in Il Settecento religioso nel Pinerolese, atti del convegno per il 250° anno dall'erezione delle Diocesi di Pinerolo, Pinerolo 1999; W. Canavesio, Le chiese cattoliche delle valli pinerolesi nel Settecento, in R. Genre (a cura di), Vicende religiose dell'alta Val Chisone, Roure 2005).
Adeguamento liturgico
nessuno
non rilevabile in quanto non è possibile accedervi.