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Chiesa del Santissimo Salvatore
Tipologia e qualificazione
chiesa rettoria
Denominazione
Chiesa del Santissimo Salvatore <Erice>
Altre denominazioni
Chiesa del SS. Salvatore SS. Salvatore
Ambito culturale (ruolo)
gotico chiaramontano (costruzione)
Notizie Storiche
XIV - XVII (fondazione intero bene)
la Chiesa del SS. Salvatore risale all’inizio del XIV secolo e fu insediata dentro un preesistente palazzo appartenente alla famiglia Chiaramonte di cui oggi restano solo tracce architettoniche esterne.
XVII (ampliamento intero bene)
la chiesa fu interessata da lavori di rifacimento eseguiti durante il XVII sec; riguardarono l'intera struttura interna finalizzata anche all'allargamento dell'ambiente.
XVIII (decorazione intero bene)
nel 1711 la nuova chiesa fu consacrata dal vescovo di Mazara Castelli. Fu poi nel 1794 che Pietro Dell'Orto la adornò di stucchi e rabeschi.
XX (passaggio di proprietà intero bene)
nel 1913 circa i locali furono consegnati al Comune da parte del Fondo per il Culto. Nel 1956 il Comune retrocesse i locali al Fondo per il Culto. A fine anni ’50, la chiesa e il relativo monastero furono ceduti dal F.E.C. all’Ente Chiesa SS. Salvatore, ritornando così alla prima proprietà ecclesiastica.
2014 - 2017 (restauro intero bene)
in seguito ad un progetto di restauro e risanamento conservativo della Chiesa, si stanno per concludere i lavori iniziati a maggio del 2014, grazie ad un contributo dell'8x1000 concesso nel 2013 dalla C.E.I. all'Ente Chiesa del SS. Salvatore.
Descrizione
la Chiesa del SS. Salvatore ad Erice, in provincia di Trapani, fa parte di un complesso monastico benedettino risalente all’inizio del XIV sec; di quel primo periodo restano oggi solo delle tracce architettoniche esterne.
L’edificio è caratterizzato da un aspetto imponente con struttura portante in pietrame a faccia vista. Nel versante nord-est, sul fronte principale è posto l’unico ingresso mediante un portone in legno a due ante al di sopra del quale vi è un’apertura in asse con il portale. Sul prospetto sud-est, prospiciente la via Vittorio Emanuele, sono presenti bucature con archi, bifore e monofore murate di epoca normanna-chiaramontana. Gli altri due fronti sono confinanti con i ruderi del monastero. Sempre sulle stesse facciate interne è possibile notare la presenza di finestre con strutture lapidee risalenti al rifacimento del secolo XVII.
Pianta
al suo interno la chiesa presenta un impianto planimetrico molto semplice, costituito da un’unica navata con piccole cappelle laterali, ricavate nello spessore dei muri. L’ingresso risulta sormontato da una cantoria che un tempo doveva ospitare il coro delle monache.
presbiterio
la zona del presbiterio è rialzata di circa 15 cm rispetto alla navata. Le parti laterali ospitano altre due cappelle con balconata, dalle quali si affacciavano in passato le monache per assistere alle funzioni religiose.
Coperture
la copertura a due falde è composta da capriate, arcarecci e tavolato ligneo; il tutto lasciato a vista nella parte maggiore della navata interna mentre il presbiterio è sormontato da una copertura voltata a botte.
Elementi decorativi
nel 1794 Pietro dell’Orto adornò la chiesa di stucchi e rabeschi. ( Il dell’Orto lavorò ad Erice anche a S. Teresa e a S. Giuliano). Materiali di pregio quali marmo Libeccio, marmi policromi e marmo di Carrara, costituiscono l’intera parte dell’altare che risulta rialzato di qualche gradino rispetto alla navata.
Cappelle
la chiesa presenta sei altari; il primo a destra è dedicato al SS. Crocifisso “spirante”, statua in legno;
il secondo altare presenta una statua in stucco di S. Benedetto di autore ignoto.
L’altare maggiore era sovrastato dalla “vaga custodia” in marmi mischi, poi trasportata in Chiesa Madre su disposizione del prete dove è attualmente allocata. E’ prevista di riportarla nella sua sede originaria.
Il primo altare a sinistra è dedicato a S. Francesco di Paola con una statua in legno a mezzo busto; fu istituito da Giovanni Antonio Palazzolo, Barone di Rocca di Giglio che fu il committente della statua di cui si ignora l’autore, abbellì l’altare e lo fornì di arredi e sacre reliquie. Alla base dell’altare vi era la sepoltura della famiglia e sopra la nicchia del santo, lo stemma nobiliare dei Palazzolo. Sul secondo altare a sinistra si trovava la statua in marmo di Nostra Signora del Soccorso di autore ignoto, opera della metà del secolo XVI. Oggi la statua si trova nell’androne del Museo Comunale e si prevede di riportarla in situ.
Infine, a sinistra dell’altare maggiore, dentro il cappellone, vi è l’altare di Marta e Maria Maddalena, olio su tela attribuito al Carreca, che oggi si trova al Museo Comunale e che attende di essere ricollocata.
Adeguamento liturgico
nessuno
L'adeguamento liturgico sarà previsto al termine dei lavori che stanno attualmente interessando l'area della celebrazione (ricollocazione tabernacolo monumentale, etc.). La stessa necessita infatti di ulteriori interventi, eccedenti quelli eseguiti con il contributo della CEI.