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Carpignano Salentino
Otranto
chiesa
sussidiaria
Madonna della Grotta
Parrocchia dell'Assunzione di Maria Vergine
Pianta; Illuminazione naturale; Facciata; Preesistenze; Pavimenti e pavimentazioni; campanile
presbiterio - aggiunta arredo (anni Settanta)
1568 - 1568(preesistenze nucleo centrale); 1570 - 1591(costruzione intero bene); 1608 - 1608(evento storico intero bene); 1670 - 1670(modifica nucleo centrale); 2000 - 2000(opere impiantistiche intero bene)
Santuario della Madonna della Grotta
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Santuario della Madonna della Grotta <Carpignano Salentino>
Altre denominazioni Santuario di Maria Santissima della Grotta
Chiesa di Maria Santissima della Grotta
Ambito culturale (ruolo)
maestranze salentine (costruzione)
Notizie Storiche

1568  (preesistenze nucleo centrale)

la tradizione narra che il 3 luglio 1568, all'interno di una grotta di origine bizantina, fu ritrovata una raffigurazione della Vergine Maria. La piccola chiesa rupestre era dedicata al Battista (S. Giovanni Cacorzo), e l'icona ritrovata si rivelò subito operatrice di miracoli. Promettendo la sua protezione, la Vergine chiese che in quel sito si costruisse una chiesa con altare collegata alla cripta, e in breve tempo offerte e donazioni si moltiplicarono al punto da motivare la nomina di un amministratore che ne avesse cura (il chierico napoletano Annibale di Capua) occupandosi del progetto e del cantiere. Tra i donatori più generosi è ricordato il barone Giovanni Camillo Personè

1570 - 1591 (costruzione intero bene)

nel luglio 1570 il cantiere era già attivo, e i lavori si protrassero verosimilmente per un ventennio. All'esterno e all'interno dell'edificio sono infatti riportate le seguenti date: 1575 (fregio del prospetto principale), 1579 (portale ovest), 1585 (portale maggiore), 1590 e 1591 (lapidi esposte sulle pareti della navata). La chiesa fu costruita unitamente a un ampio fabbricato contiguo dotato di cantine collegate alla cripta sottostante, e ultimate le operazioni di cantiere fu eretta un'abbazia con abati di nomina pontificia, il primo dei quali fu lo stesso Annibale di Capua poi Arcivescovo di Napoli.

1608  (evento storico intero bene)

la visita pastorale di Mons. Lucio De Morra descrive una chiesa in buone condizioni e ricchissima di beni. Gli altari all'interno erano dedicati al Crocefisso, allo Spirito Santo, a S. Maria della Misericordia, a S. Maria de Guadalupe, ai SS. Pietro e Paolo, alla Madonna di Costantinopoli e alla Madonna delle Grazie.

1670  (modifica nucleo centrale)

la visita pastorale del 26 aprile 1670 descrive, per la prima volta, la presenza del coro per il clero alle spalle dell'altare maggiore, e delle nicchie con affreschi ai lati degli ingressi laterali: preso la porta est S. Orsola e compagne e Santa Giustina; presso la porta ovest S. Caterina e le Sante Apollonia e Irene. A proposito della grotta sono menzionate dieci colonne poste a sostegno della volta: ben otto in più rispetto alle due rilevate nella visita del 1608.

2000  (opere impiantistiche intero bene)

nell'anno finanziario 2000 l'edificio ha beneficiato dei fondi dell'8 per mille erogati dalla CEI per l'installazione di impianti di sicurezza (pratica CEI n. B/0710/2000).
Descrizione

sorge a nord-est dell'abitato lungo la strada che collega Carpignano al vicino comune di Borgagne, e si configura come volume a tutto tondo dalla riconoscibile forma a croce latina, orientata secondo la direzione sud-est nord-ovest e caratterizzata da robuste paraste che rimarcano gli spigoli e ritmano i prospetti. L'edificio insiste su un'area recintata confinante a nord e a est con il cimitero comunale, è fronteggiato da un sagrato trapezoidale punteggiato di alberi di palma, e lungo la parete nord-est del coro si connette con il corpo di fabbrica a sviluppo longitudinale contenente la sacrestia, i servizi e vari ambienti oggi destinati all'ospitalità, con i quali condivide un'ampia corte adorna di varie specie vegetali. Di grande interesse il prospetto su strada di tale fabbricato, caratterizzato da eleganti finestre trabeate con capitelli corinzi e dai profondi sguinci di finestre a bocca di lupo che denunciano la significativa presenza degli spazi ipogei.
Pianta
l'unica navata è caratterizzata dalla presenza di corposi pilastri tuscanici addossati che individuano due campate, entro le quali si inseriscono nicchie binate contenenti edicole con tele a tema mariano. Nicchie con altari e icone di santi si distribuiscono anche lungo le pareti dei transetti, ciascuno dei quali dotato di autonomo accesso dall'esterno e di pregevole portale cinquecentesco per l'ingresso alla cripta sottostante. Al di sopra dei capitelli ariose volte si arricchiscono di stemmi, apparati plastici e corredo pittorico con prevalenza dei colori azzurro e paglierino, mentre sulle pareti laterali decori a smalto color marrone, grigio, bianco e oro definiscono finti rivestimenti lapidei, specchiature, cornici e croci di dedicazione. Alle spalle dell'antico altare maggiore si inserisce la cappella del coro, dove i decori pittorici parietali fingono membrature architettoniche e la volta si fa più complessa e raffinata. Qui due portali simmetrici danno accesso ai vani di pertinenza adibiti a sacrestia, servizi e accoglienza.
Illuminazione naturale
la navata è illuminata dal variopinto oculo di facciata con motivo a rosone e da quattro snelle finestre a griglia nelle quali i colori giallo intenso e azzurro disegnano una semplice croce. Due oculi e quattro finestre simmetriche si posizionano nei transetti, mentre il cappellone retrostante l'altare è illuminato da tre finestre volte a sud est (due)e a sud ovest (una).
Facciata
la facciata è stretta tra due robuste paraste su basamento sormontate da una trabeazione non particolarmente elaborata. Lungo l'asse centrale si radunano il raffinato rosone scolpito, il portale con originali coppie di colonne corinzie, lunetta e stemma nobiliare e il podio a sei gradini che nobilita l'intera composizione.
Preesistenze
al di sotto dello spazio liturgico si dispone la grotta con la venerata e miracolosa immagine della Vergine col Bambino. Inserita entro un piccolo ma elaborato altare a dossale, l'icona è protetta da una cancellata artistica e preceduta da un sistema di pilastri e colonne che nel sostenere la volta rocciosa rimarcano il valore simbolico della soglia.
Pavimenti e pavimentazioni
il pavimento della navata è foderato da un manto di graniglia formato 20x20 cm, sul quale stilizzati decori modulari di colore nero disegnano tre virtuali "tappeti" che evidenziano i bracci della croce. Graniglia di colore nero e grigio riveste anche il pavimento del coro e del presbiterio, dove i gradini sono messi in risalto da un bordo di colore rosaceo.
campanile
il campanile, in forma di piccola vela con doppio fornice e due campane, insiste sul braccio destro del transetto.
Adeguamento liturgico

presbiterio - aggiunta arredo (anni Settanta)
l'edificio è stato sottoposto a un sommario adeguamento liturgico realizzato introducendo pedane, altare, leggio e provvisorie sedie lignee entro il recinto definito dalla balaustra lapidea connessa all'antico altare maggiore.
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