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Chiesa di Santa Maria
Tipologia e qualificazione
chiesa sussidiaria
Denominazione
Chiesa di Santa Maria <Cargeghe>
Altre denominazioni
S. Maria
Ambito culturale (ruolo)
maestranze sarde (costruzione)
Notizie Storiche
XII (costruzione intero bene)
La chiesetta, una delle più piccole chiese romaniche della Sardegna, sorge in agro di Cargeghe, in una valle alla periferia del paese, circondata da oliveti e frutteti. E’ orientata secondo la tradizione, con l’abside ad est.
Una bolla del papa Alessandro III del 1175 enumera la chiesa di Sanctae Mariae in Contra tra i beni di proprietà dei monaci di Camaldoli, nell’episcopato turritano, dipendente dal monastero della Santa Trinità di Saccargia, mentre una precedente bolla papale del 1154 citava tra le pertinenze dell’abbazia madre una chiesa denominata San Giovanni in Contra, forse preesistente alla chiesa poi dedicata a Santa Maria. I Camaldolesi erano arrivati in Sardegna nel 1105 e dal 1112 vi si erano stabiliti stabilmente, su iniziativa del giudice Costantino I di Torres.
1989 - 2005 (restauro intero bene)
Si ha notizia di interventi di restauro effettuati nel 1989 e tra il 1994 e il 1996, ma al momento non è stato possibile (per inaccessibilità momentanea dell’archivio della Soprintendenza presso il quale dovrebbero essere depositate le pratiche) verificare la documentazione relativa agli interventi effettuati e ci si riserva di effettuare tali necessarie verifiche nelle successive fasi progettuali.
Nel 2005 sono stati effettuati lavori nell’area di pertinenza per la sistemazione e pavimentazione con lastricato in trachite del piazzale e delle vie di accesso, la realizzazione di un muro perimetrale rivestito in pietra e dell’impianto di illuminazione esterno, con faretti incassati nel pavimento e corpi illuminanti segna passo lungo la muratura di recinzione dell’area. Anche l’impianto elettrico e di illuminazione interno sembrerebbe risalente all’ultimo intervento noto.
2021 (restauro intero bene)
L'ultimo intervento di restauro ha interessato le seguenti attività: pulitura del supporto murario e rimozione di depositi superficiali coerenti, incrostazioni, concrezioni, fissativi alterati, macchie solubili, di sostanze sovrammesse di varia natura.
Disinfezione mediante applicazione di biocida; rimozione meccanica di stuccature cemento eseguite durante interventi precedenti con materiali che per composizione possono interagire con la pietra; rimozione di elementi metallici quali perni, grappe, staffe, chiodi, etc.; stuccatura con malta; ristabilimento della coesione del materiale lapideo, consolidamento e trattamento protettivo dello strato superficiale delle murature; revisione generale del manto di copertura, rimozione dei coppi dalle porzioni in cui il manto risulti sconnesso; revisione e adeguamento dell'impianto elettrico all'interno della chiesa.
Descrizione
La chiesa di Santa Maria di Contra è una delle più piccole chiese romaniche della Sardegna, l’aula mononavata misura appena 3,80 x 8,80 metri, la robusta muratura perimetrale, in conci calcarei perfettamente squadrati è disposta con tessitura regolare. Le sue forme nette e austere sono prive delle archeggiature pensili lungo la linea di gronda. La copertura a due falde con struttura lignea a capriate, il catino absidale, il portale di accesso architravato e con stipiti monolitici, sormontato da arco di scarico a tutto sesto, rialzato ed evidenziato dal tamponamento in sottosquadro, le tre strette monofore che illuminano l’interno, una su ciascuno dei due lati maggiori e una al centro dell’abside. Le tre monofore presentano tuttavia in questo caso elementi già riferibili al gotico, con la doppia strombatura e l’arco sommitale a sesto acuto. Sulle due pareti minori frontali, poco sotto la cuspide di copertura, si aprono due piccole finestre cruciformi. Sulla parete principale sono presenti due mensole in basalto superiormente scanalate su cui poggiava evidentemente la trave lignea di una tettoia o di un portico posto a protezione dell’ingresso. La facciata principale è dominata dal campanile a vela, di mole non trascurabile, specie per l’altezza dei due pilastri, se raffrontato alle dimensioni contenute del prospetto e al volume complessivo. Il campanile è rifinito da una leggera cornice alla sommità e all’imposta dell’arco superiore, è sormontato da una croce in pietra e dotato di una piccola campana, aggiunta di recente. Interessante è il sistema di appoggio della muratura della parete posteriore dell’aula sulla parete dell’abside, risolto con una sorta di archetto pensile a sesto leggermente acuto, poggiato dal lato zoppo su una robusta mensola geometrica. Lungo la linea di gronda delle due falde del tetto e dell’abside è oggi presente una cornice in pietra calcarea leggermente curva, il cui motivo a gola è riproposto nei bordi aggettanti delle lastre in pietra che rivestono la sommità dei due setti murari del prospetto principale e della parete di fondo. Tale motivo che borda tutti i profili della parte sommitale delle murature contrasta con i caratteri stilistici della chiesetta e non appare coerente con i canoni dell’architettura romanica. Si tratta di elementi certamente aggiunti in epoca recente, forse con l’intento di “rifinire” l’aggetto della copertura o lo spessore di un massetto in malta che sembra visibile tra il manto di copertura in coppi e il tavolato ligneo. Le monofore e le aperture cruciformi sono dotate di infissi con vetro, i due vani di accesso sono chiusi da porte in legno a due ante spartite in specchiature.
Il tozzo volume addossato sul lato nord, di pari lunghezza della navata della chiesa, ha falda inclinata di copertura costituita da struttura lignea impostata su una trave poggiata su mensole lignee incastrate nella muratura, con piano di appoggio dei coppi in stuoie di canne, ed è costruito in pietrame minuto irregolare intonacato in modo sommario e rustico a “raso pietra” e tinteggiato a calce, ha una profondità all’interno di 2,38 metri e si apre verso l’esterno con un ampio arco a tutto sesto posto al centro della parete. Al lato dell’arco si trova anche una piccola finestra quadrangolare. All’interno di questa sorta di portico è posizionata una panca in pietra. A differenza della muratura di tale volume, tutto il paramento murario della chiesa, all’interno e all’esterno, è oggi a vista, totalmente privo di intonaco o di altra finitura superficiale. L’interno è spoglio e privo di elementi decorativi, caratterizzato dalla muratura a vista e da sei robuste capriate, di cui due aderenti alla muratura dei due fronti opposti, sui quali occludono le due finestrelle cruciformi. La capriata posta contro la parete della facciata principale poggia parzialmente sulla risega della muratura, formata, su tale parete, dalla diminuzione di spessore del setto murario nel frontone.
Elementi decorativi
Lo spazio interno, così come i prospetti, è privo di decorazioni e improntato al massimo rigore architettonico. Unico elemento in pietra lavorata è una acquasantiera in marmo con forma di conchiglia, parzialmente incassata in una nicchia ovale sul lato nord, in prossimità della porta laterale. Una seconda acquasantiera, costituita da un tozzo pilastrino, forse un elemento strutturale monolitico di recupero, su cui è poggiato un bacile in pietra sbozzato, di forma quadrangolare.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione è costituita da lastra rettangolari in calcare.
Impianto strutturale
Edificio in conci calcarei perfettamente squadrati disposti con tessitura regolare.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (1980-1990)
L'altare è costituito da conci squadrati in tufo sovrapposti e legati con malta per formare un pilastro, su cui poggia il piano orizzontale costituito da una lastra in pietra non rifinita in superficie. Sul lato frontale poggia una grande tavola dipinta, che da alcune fonti risulta essere un paliotto seicentesco.
Purtroppo non si hanno notizie storiche-architettoniche circa la configurazione precedente all'attuale nè alla sua datazione precisa.