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Vizzini
Caltagirone
chiesa
rettoria
Sant'Antonio Abate
Parrocchia di San Gregorio Magno
aula; prospetto; coperture
nessuno
1682 - XVII(“Liber Visitationis” Diocesi di Siracusa citazione chiesa); 1693 - XVII(“Liber Visitationis” Diocesi di Siracusa citazione chiesa); 1702 - XVIII(“Liber Visitationis” Diocesi di Siracusa citazione chiesa); 1927 - XX(“Memorie” inedite di Padre Bernardino Oddo citazione chiesa)
Chiesa di Sant'Antonio Abate
Tipologia e qualificazione chiesa rettoria
Denominazione Chiesa di Sant'Antonio Abate <Vizzini>
Altre denominazioni Chiesa di Sant'Antonio Egiziaco
Ambito culturale (ruolo)
maestranze siciliane (costruzione chiesa)
Notizie Storiche

1682 - XVII (“Liber Visitationis” Diocesi di Siracusa citazione chiesa)

Il 3 giugno del 1682 la chiesa di Sant’Antonio fu visitata dal Vescovo della Diocesi di Siracusa Mons. Francesco Fortezza; nel “Liber Visitationis” venne riportata la seguente breve descrizione: «Chiesa nominata S. Antonio Altari: maggiore con immagine relevata, B.M. degli ammalati, S. Paolo eremita, SS. Apostoli Simone e Giuda (immagine).»

1693 - XVII (“Liber Visitationis” Diocesi di Siracusa citazione chiesa)

Il terremoto del 1693 danneggiò gravemente la chiesa che comunque venne citata nel “Liber Visitationis” in cui si annotavano le visite pastorali dei vescovi della Diocesi di Siracusa. Mons. Asdrubale Termini visitò la chiesa il 14 gennaio del 1697, nel registro venne riportata la seguente breve descrizione: «Chiesa di S. Antonio Abbate Altari: S. Simeone, S. Isidoro, S. Paolo primo eremita, S. Antonio abate.»

1702 - XVIII (“Liber Visitationis” Diocesi di Siracusa citazione chiesa)

La chiesa venne nuovamente visitata il giorno 8 dicembre del 1702, nel “Liber Visitationis” della Diocesi di Siracusa venne riportata la seguente breve descrizione al foglio 63: «Chiesa di San Antonio Abbate, Altari: maggiore, SS Simone e Giuda, S. Paolo primo eremita, S. Isidoro Egipto, S. Antonio.»

1927 - XX (“Memorie” inedite di Padre Bernardino Oddo citazione chiesa)

Secondo le “Memorie” inedite di Padre Bernardino Oddo, riportate da G. Santoro nella propria opera “Da Bidi a Vizzini”, pubblicata a Catania nel 1927, l’antica chiesa di S. Antonio ricostruita sulle proprie rovine, era sede di una confraternita e possedeva un quadro di Filippo Paladini, rappresentante il Santo Eremita tentato dai demoni sotto forma di donne impudiche, che fu portato in Spagna alla Corte Reale. «La detta chiesa fu arricchita di un bellissimo quadro all’altare maggiore posto dinanzi alla statua; pittura di quel celebre Paladino, il quale avendone fatto prima di quello che esiste un altro contenente la tentazione del Santo e perché vi era la tentazione di demoni in figure di donne e perché era così al vivo fatto da quel nobile pennello, esposto in chiesa non attirava la devozione dei Bizinesi, motivo ne fu pittarne un altro qual’ è quello che si vede esposto ed il primo fu dato al Re di Spagna nella cui galleria e real palagio si conserva.»
Descrizione

La chiesa di Sant’Antonio Abate è collocata nella parte occidentale della città di Vizzini. L'edificio presenta una impostazione planimetrica ad aula rettangolare. All’interno della navata, l’ordine architettonico ripartisce i prospetti laterali in quattro sezioni in cui si alternano simmetricamente per ogni lato arcate e campiture libere rifinite ad intonaco. La chiesa è dotata di una facciata definita da una superficie piana ad impianto retto e squadrato caratterizzata in alzato dall’ordine gigante dorico. Al prospetto è anteposta una scalinata che raccorda il dislivello con il piano del sagrato. Un finestrone è collocato sopra il portale. La parte sommitale presenta un profilo a capanna, sul cui vertice è collocato un campanile. Le coperture a falda inclinata sono costituite da un sistema di capriate lignee che hanno il compito di sorreggere i sovrastanti arcarecci in legno, il tavolato ed il manto di copertura in coppi alla siciliana.
aula
La chiesa presenta una impostazione planimetrica ad aula rettangolare. All’interno della navata, l’ordine architettonico ripartisce i prospetti laterali in quattro sezioni in cui si alternano simmetricamente per ogni lato arcate e campiture libere rifinite ad intonaco; di cui una, la seconda a destra, è occupata da una nicchia con arco a sesto ribassato. La navata è segnata da un apparato decorativo in stucchi definito dall’ordine architettonico ionico. La zona presbiteriale è sopraelevata da un gradino. La copertura della navata è realizzata con una volta a botte con due unghie. La volta è costituita da una struttura lignea che sostiene un apparato in canne e gesso rifinito a stucco. Il pavimento è realizzato con piastrelle di cemento.
prospetto
La chiesa è dotata di una facciata definita da una superficie piana ad impianto retto e squadrato caratterizzata in alzato dall’ordine gigante dorico. Al prospetto è anteposta una scalinata che raccorda il dislivello con il piano del sagrato. Gli elementi dell’ordine architettonico circoscrivono campiture ad intonaco che evidenziano gli elementi in pietra come il portale d’accesso all’edificio, in pietra. Un finestrone è collocato sopra il portale. La parte sommitale presenta un profilo a capanna, sul cui vertice è collocato un campanile.
coperture
Le coperture a falda inclinata sono costituite da un sistema di capriate lignee che hanno il compito di sorreggere i sovrastanti arcarecci in legno, il tavolato ed il manto di copertura in coppi alla siciliana.
Adeguamento liturgico

nessuno
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