Nell'atto rogato il 7 dicembre 1707 dal notaio Domenico Columba di Francofonte si afferma che la chiesa fu ricostruita dopo il terribile terremoto del 1693. «Nel tempo dell'orrendo terremoto successo nell'anno 1693, per la qual causa caddero e distrutte furono tutte le chiese di Palagonia (...) detta chiesa, (...) sotto il titolo del SS. Crocifisso (...) fu ricostruita e lodevolmente edificata.»
1707 - XVIII (intero bene restauro)
Per iniziativa di don Antonio Blandini la chiesa fu restaurata dal facoltoso Giacomo Blandini (1664-1738) suo parente, che con diversi atti notarili del 7 dicembre 1707, 28 aprile 1717, 21 gennaio 1738, vi costituì anche una cappellania con diritto di patronato per se e per i discendenti.
1719 - XVIII (vescovo Siracusa Asdrubale Termini titolo di suffraganea)
Nel 1719 la chiesetta venne dichiarata sacramentale e suffraganea della matrice di S. Pietro dal Vescovo siracusano Asdrubale Termini con l’obbligo da parte del comune e del parroco di pagare annualmente due onze, per ciascuno, al suo cappellano.
L’abate catanese Vito Amico nell’opera “Lexicon topographicum Siculum” edita a Palermo tra 1757-1760 in merito alla chiesa scriveva: «…..Rimpetto il fonte è la chiesa del SS.mo Crocifisso destinata anche all’amministrazione dei sacramenti alla gente […] .»
1821 - XIX (chiese esistenti in Palagonia descrizione)
In una lettera redatta da don Angelo Vita, che riporta la data del 6 gennaio del 1821, custodita presso gli archivi della Diocesi di Caltagirone, vengono riportati i nomi delle chiese esistenti nella città di Palagonia in quell’anno: la chiesa madre sotto il titolo di San Pietro, Sant’Antonio Abate, Madonna di Trapani, Santa Maria della Grazia, Santissimo Crocifisso, Santa Maria di Belverde (sotto il titolo di San Leonardo), San Nicola di Bari, San Damiano, la cappella di Santa Febronia (detta del Calvario) e la chiesa di Sant’Antonio di Padova con annesso convento dei padri riformati.
1850 - XIX (chiese esistenti in Palagonia descrizione catastale)
Intorno al 1850 a Palagonia veniva redatto il primo catasto urbano, ove comparivano, tutte le chiese allora esistenti, tra le quali la chiesa di Maria SS.ma delle Grazie, oltre a quelle di Sant'Antonio Abate, Sant'Antonino, Belvedere, San Cosimo e Damiano, SS. Crocifisso, San Pietro Apostolo, Santa Maria, Maria SS. di Trapani, San Nicolò, Maria SS.ma di Belverde.
1889 - XIX (Giovanni La Rosa costruzione organo)
L'organo costituito da n. 21 canne, posto nella cantorìa sopra l'ingresso, venne costruito da Giovanni La Rosa di Catania nel 1889.
L'interno, unico vano e due altari, nel 1983-1984 viene restaurato e riccamente ornato di stucchi variopinti per volontà del padre gesuita Carmelo Oliva.
2009 - XXI (organo a canne restauro )
Nel 2009 è stato restaurato l'antico organo a canne.
Descrizione
La Chiesa sorge sulla Piazza Umberto I nella parte centro orientale della città di Palagonia.
Distrutta dal terremoto del 1693, fu ricostruita nel 1707 e restaurata nel 1715. La chiesa presenta una impostazione planimetrica ad aula rettangolare con terminazione absidale quadrata. La simmetria dell'impianto è interrotta da una cappella posta nel lato sinistro della navata in prossimità dell’ingresso. La copertura della navata è realizzata con una volta a botte. La copertura dell’abside è costituita da una calotta a sesto ribassato su pennacchi. La chiesa è dotata di una facciata definita da una superficie piana ad impianto retto e squadrato segnata in alzato dall’ordine gigante rimasto privo di definizione. Sul lato sinistro del prospetto è collocata, una torre campanaria in pietra. Il campanile, costituito da tre elevazioni, si erge sopra un alto podio rifinito a bugne orizzontali, il cui limite verticale è definito da un cornicione aggettante, sopra il quale si erge la cella costituita da arcate a tutto sesto. Le coperture a falda inclinata sono costituite da un sistema di capriate lignee che hanno il compito di sorreggere i sovrastanti arcarecci in legno, il tavolato ed il manto di copertura in coppi alla siciliana.
aula
La chiesa presenta una impostazione planimetrica ad aula rettangolare con terminazione absidale quadrata. La simmetria dell'impianto è interrotta da una cappella posta nel lato sinistro della navata in prossimità dell’ingresso, in cui è sepolto il benefattore della chiesa Giacomo Blandini (1664-1738), accanto all’altare dedicato all’Addolorata raffigurata da una statua di cera e cartapesta. All’interno della navata, l’ordine architettonico non è presente, a meno di una trabeazione lievemente aggettante che segna l’intero perimetro della navata e di un apparato decorativo in stucchi a rilievo.
Un grande arco trionfale a tutto sesto con fastigio, collega la navata con l’abside, che risulta sopraelevato da due gradini, e nella cui parete di fondo è collocato l’altare maggiore, decorato da una macchinetta scenografica di architettura con colonne libere.
La copertura della navata è realizzata con una volta a botte. La volta è costituita da una struttura lignea che sostiene un apparato in canne e gesso rifinito a stucco. Il pavimento è realizzato in marmo. La copertura dell’abside è costituita da una calotta a sesto ribassato su pennacchi.
Nella chiesa si conserva un crocifisso in carta pesta a grandezza naturale recante la seguente dicitura: «Dum vixit beneficialis Rev. Us Sac. D. Sebastianus Columna e Horatius Caruso fecit anno 1768.»; un fonte battesimale in marmo del '700, una statua in cera e cartapesta dell'Addolorata ed un'acquasantiera composta da pezzi di varie epoche. Nella cantorìa sopra l'ingresso, era posto l'organo a 21 canne costruito da Giovanni La Rosa di Catania nel 1889.
prospetto
La chiesa è dotata di una facciata definita da una superficie piana ad impianto retto e squadrato segnata in alzato dall’ordine gigante rimasto privo di definizione. Gli elementi dell’ordine architettonico circoscrivono campiture ad intonaco che evidenziano gli elementi in pietra come il portale d’accesso all’edificio, in pietra bianca e la finestra circolare centrale. La parte sommitale del prospetto è definita dal profilo a capanna in lieve aggetto realizzato con elementi in pietra, che rivela l’impostazione della retrostante copertura a due falde.
campanile
Sul lato sinistro del prospetto è collocata, una torre campanaria in pietra. Il campanile, costituito da tre elevazioni, si erge sopra un alto podio rifinito a bugne orizzontali, il cui limite verticale è definito da un cornicione aggettante, sopra il quale si erge la cella costituita da arcate a tutto sesto. La copertura è composta da un bulbo sinuoso su base poligonale affiancato da elementi di statuaria.
coperture
Le coperture a falda inclinata sono costituite da un sistema di capriate lignee che hanno il compito di sorreggere i sovrastanti arcarecci in legno, il tavolato ed il manto di copertura in coppi alla siciliana.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (1970)
L'altare è stato realizzato con lastre massello in marmo policromo, la mensa di forma rettangolare poggia su due colonne laterali, esso è posto in posizione assiale.
ambone - aggiunta arredo (1970)
L'ambone a forma di leggio, con piano inclinato sorretto da quattro appoggi, è costituito da una struttura in legno, esso è posto sul lato sinistro guardando dall’aula.