chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Salerno Salerno - Campagna - Acerno chiesa parrocchiale S. Lorenzo Parrocchia di San Lorenzo Martire Facciata; Coperture; Pianta; Elementi decorativi; Pavimenti e pavimentazioni presbiterio - aggiunta arredo (1975 circa); altare - aggiunta arredo (1975 circa); ambone - aggiunta arredo (1975 circa) 976 - 976(costruzione carattere generale); 1060 - 1060(menzione carattere generale); 1295 - 1297(menzione carattere generale); XVI - XVI(restauro interno bene); 1611 - 1617(ricostruzione carattere generale); 1811 - 1866(menzione carattere generale); 1954 - 1970(menzione carattere generale); 1976 - 1994(restauro intero bene)
Chiesa di San Lorenzo
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Lorenzo <Salerno>
Altre denominazioni
Chiesa di San Lorenzo - Convento di San Lorenzo S. Lorenzo
Ambito culturale (ruolo)
maestranze campane (costruzione)
Notizie Storiche
976 (costruzione carattere generale)
Il monastero di S. Lorenzo, di origine bizantina, risale al 976.
1060 (menzione carattere generale)
Nel 1060 Gisulfo II lo dona all’Abbazia di Montecassino ma, nel successivo periodo normanno, inizia la sua decadenza.
1295 - 1297 (menzione carattere generale)
Sotto Bonifacio VIII, con Bolla del 2 agosto 1295, il monastero è ceduto alle Clarisse. Nel 1297 Papa Bonifacio VIII stabilisce che il Monastero sia sottoposto all’Ordine Francescano ed autorizza Giovanna, figlia del gran cancelliere Giovanni da Procida, a trasferirsi dal Convento di S. Spirito insieme ad altre sorelle per introdurvi la regola di S. Chiara.
In questo periodo il monastero conosce un momento di grande splendore e ricchezza. Giovanni da Procida provvede a proprie spese a restaurarlo ed abbellirlo.
XVI (restauro interno bene)
Nella prima metà del 1500 il Principe don Ferrante Sanseverino restaura ed amplia il Monastero, ma nel 1586, a seguito di un decreto di Papa Sisto V che accorpa i monasteri, le clarisse sono costrette ad abbandonare il S. Lorenzo per unirsi nel monastero di S. Michele Arcangelo, alle monache della Pietà e di S. Spirito. Il monastero decade nella struttura, diviene asilo di malviventi ed è depredato degli ornamenti più preziosi.
1611 - 1617 (ricostruzione carattere generale)
Nel 1616 i Padri Riformati, con il consenso della Sacra Congregazione e l’ostilità degli altri ordini religiosi, lo acquistano con l’intenzione di annettervi anche un’infermeria.
Nel 1617 arriva al S. Lorenzo come Frate Guardiano Niccolò da Spinazzola che fino al 1652, anno della sua morte, assicura come “fabbriciere” il coordinamento dei lavori.
Egli si dedica con determinazione all’opera di ricostruzione lunga e laboriosa, riuscendo a superare la rivolta antispagnola, le conseguenti devastazioni di proprietà ecclesiastiche ed il bombardamento della città da parte della flotta francese.
1811 - 1866 (menzione carattere generale)
In seguito alle leggi napoleoniche, il convento è soppresso il 31 maggio 1811. Il 22 dicembre 1813 il Re di Napoli, aderendo alle suppliche dell’arcivescovo Pinto, dispone che la chiesa sia conservata alla pubblica devozione. Il convento continuerà ad esistere fino alla legge del 7 luglio 1866. A seguito della nuova e definitiva soppressione il fabbricato è unito al vicino orfanotrofio provinciale maschile Umberto I, istituito nei locali dell’ex monastero di San Nicola de la Palma, e la chiesa adibita all’assistenza religiosa degli allievi.
1954 - 1970 (menzione carattere generale)
Il 13 giugno 1954 i Frati Minori fanno ritorno nel monastero. Un padre della nuova comunità è incaricato della vicaria curata autonoma istituita nella chiesa conventuale. Il 9 febbraio 1970 la vicaria curata è elevata a parrocchia.
1976 - 1994 (restauro intero bene)
Nel 1976 fu celebrato il millenario del convento e l'anno successivo, una volta sciolto l'Umberto I, la struttura divenne proprietà del Comune di Salerno. Dopo ulteriori danni causati dal terremoto del 1980, il Comune di Salerno effettuò imponenti lavori di restauro e nel 1994 vi istituì l'Archivio Storico Comunale.
Descrizione
La struttura attuale del monastero risale al XVII secolo ed è frutto dell'opera di ristrutturazione operata dai Padri Riformati. La facciata principale della chiesa è caratterizzata da due livelli separati da un cornicione modanato. Al primo livello, di altezza maggiore rispetto al secondo, il portone d'ingresso centrale è incorniciato da un portale in stucco ed è protetto da un 'inferriata a due. Lateralmente due lesene evidenziano la verticalità della facciata sino al cornicione modanato. In asse con il portone una cornice circolare racchiude un'effige sacra rappresentata su piastrelle maiolicate. Al secondo livello vi è una bucatura al centro con arco ribassato e vetri policromi con raffigurazioni di immagini sacre. La copertura è a due falde inclinate. La pianta è rettangolare ed è ad unica navata con volta a botte. Sui lati si aprono sei cappelle riquadrate da lesene. Alla fine della navata, lo spazio sormontato dalla cupola è concluso dal coro in cui si innalza il grande altare in marmi commessi, realizzato nel 1780 da maestri campani. Su di esso è collocata l’ottocentesca statua di sant’Anna con la Vergine bambina, particolarmente venerata dai salernitani, posta su una ricca base di legno intagliato a motivi vegetali e volute. Sulle pareti, tra i pilastri che reggono la cupola, contornate da cornici a stucco, sono collocate due grandi tele: sul lato destro, La Sacra Famiglia con sant’Anna e san Gioacchino, attribuito a Francesco di Maria; a sinistra, la seicentesca Madonna col Bambino in gloria tra san Lorenzo e san Francesco di ignoto. Sugli altari della seconda e della terza cappella di sinistra sono collocate le tele settecentesche raffiguranti San Lorenzo e La Visione di sant’Antonio da Padova. Nella seconda cappella di destra si trova L’Immacolata e nella terza San Francesco che riceve l’indulgenza per i fedeli che visiteranno la Porziuncola, senz’altro l’opera più interessante fra quelle presenti nella chiesa, di Angelo Solimena, la cui sigla appare in basso al centro; la tela è databile fra il 1671 e il 1675. Le arcate della seconda cappella sia di destra che di sinistra sono ornate con esagoni dalle pregevoli cornici a stucco in cui sono affrescate scene della vita di san Francesco: l'incontro fra san Francesco e san Domenico e San Francesco che prega, attribuite ad Angelo Solimena.
Facciata
La facciata principale della chiesa è caratterizzata da due livelli separati da un cornicione modanato. Al primo livello, di altezza maggiore rispetto al secondo, il portone d'ingresso centrale è incorniciato da un portale in stucco ed è protetto da un 'inferriata a due. Lateralmente due lesene evidenziano la verticalità della facciata sino al cornicione modanato. In asse con il portone una cornice circolare racchiude un'effige sacra rappresentata su piastrelle maiolicate. Al secondo livello vi è una bucatura al centro con arco ribassato e vetri policromi con raffigurazioni di immagini sacre.
Coperture
La copertura è a due falde inclinate.
Pianta
La pianta è rettangolare ed è ad unica navata con volta a botte. Sui lati si aprono sei cappelle riquadrate da lesene. Alla fine della navata, lo spazio sormontato dalla cupola è concluso dal coro in cui si innalza il grande altare in marmi commessi, realizzato nel 1780 da maestri campani. Su di esso è collocata l’ottocentesca statua di sant’Anna con la Vergine bambina, particolarmente venerata dai salernitani, posta su una ricca base di legno intagliato a motivi vegetali e volute. Sulle pareti, tra i pilastri che reggono la cupola, contornate da cornici a stucco, sono collocate due grandi tele: sul lato destro, La Sacra Famiglia con sant’Anna e san Gioacchino, attribuito a Francesco di Maria; a sinistra, la seicentesca Madonna col Bambino in gloria tra san Lorenzo e san Francesco di ignoto.
Elementi decorativi
Sugli altari della seconda e della terza cappella di sinistra sono collocate le tele settecentesche raffiguranti San Lorenzo e La Visione di sant’Antonio da Padova. Nella seconda cappella di destra si trova L’Immacolata e nella terza San Francesco che riceve l’indulgenza per i fedeli che visiteranno la Porziuncola, senz’altro l’opera più interessante fra quelle presenti nella chiesa, di Angelo Solimena, la cui sigla appare in basso al centro; la tela è databile fra il 1671 e il 1675. Le arcate della seconda cappella sia di destra che di sinistra sono ornate con esagoni dalle pregevoli cornici a stucco in cui sono affrescate scene della vita di san Francesco: l'incontro fra san Francesco e san Domenico e San Francesco che prega, attribuite ad Angelo
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione all'interno dell'aula liturgica è in marmo con differenziazione del solo corridoio centrale per il quale è stato utilizzato un marmo di cromia diversa
Adeguamento liturgico
presbiterio - aggiunta arredo (1975 circa)
La chiesa è stata adeguata alle indicazioni del Concilio Vaticano II in materia di adeguamento liturgico.
altare - aggiunta arredo (1975 circa)
L'altare, fisso, è costituito da due pilastrini in marmo policromi. La base dei pilastrini è in marmo nero, il fusto è in marmo bianco con inserti in marmo rosso a mò di cornice e al centro in marmo giallo ocra.
ambone - aggiunta arredo (1975 circa)
L'ambone riprende per materiali e per forma l'altare. Esso, infatti, è costituito da un unico piede in marmo decorato come i pilastri dell'altare su cui poggia il leggio retto da elementi in marmo di piccole dimensioni.