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Piazza di Pandola
Montoro Inferiore
Salerno - Campagna - Acerno
chiesa
parrocchiale
S. Maria di Costantinopoli
Parrocchia di Santi Vito e Stefano
Facciata; Pianta; Elementi decorativi; Coperture; Campanile
presbiterio - intervento strutturale (1999)
1572 - 1572(menzione intero bene); 1602 - 1602(menzione intero bene); 1602 - 1768(ampliamento intero bene); 1625 - 1625(menzione intero bene); 1779 - 1779(menzione altare); XIX - XIX(menzione carattere generale); 1847 - 1847(trasferimento intero bene); 1999 - 1999(riapertura intero bene)
Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli <Piazza di Pandola, Montoro Inferiore>
Altre denominazioni S. Maria di Costantinopoli
Ambito culturale (ruolo)
maestranze campane (costruzione)
Notizie Storiche

1572  (menzione intero bene)

nella chiesa è costituita la confraternita dallo stesso titolo eretta nel 1572

1602  (menzione intero bene)

La chiesa di piazza di Pandola nel 1602 è indicata col titolo di S. Maria di Costantinopoli

1602 - 1768 (ampliamento intero bene)

Nel XVII secolo (1602) e nel XVIII secolo (1768) vi furono lavori d'ampliamento, i quali ultimi portarono la Chiesa al massimo del suo splendore. Tale avvenimento viene riportato nella lapide situata sul portale d'ingresso:"Templum Mariae vir. de Costantinopoli Nomine ac tutela avgvstvm Et divae luciae martiris invictae Patrocinio venerandvm Anno mdlxxvii erectum Patronatus Civivm plateae montisavrei Rvde et aevitate fatiscens Ex eivs templi redditibvs Ipsi ob religionem pietatis Iterato Exaedificandvm exornndvmq Cvravervnt an mdcclxviii Ad mnis lavrentii caserta".

1625  (menzione intero bene)

Nella visita pastorale del 1625 dalla chiesa manca il Santissimo, essendo il tabernacolo "vetustum", prescrivendo al parroco di rinnovarlo nei successivi sei mesi. Il fonte battesimale e il sacrario sono privi di cancello, una situazione che viene tollerata solo perchè è prevista la costruzione della nuova chiesa

1779  (menzione altare)

Il rogito del 16 settembre 1779, stilato dal Notaio Giacomo Moavero, riporta che l'altare maggiore venne realizzato su disegno di Francesco Palumbo, da Gaspare Lambierto, per 800 Ducati pagati da Don Michele d'Agostino, Governatore della Chiesa

XIX  (menzione carattere generale)

Fino agli inizi del'ottocento il piccolo centro di piazza di Pandola apparteneva per metà allo stato di S. Severino, porzione poi aggregata al comune di Montoro nel 1816

1847  (trasferimento intero bene)

Monsignor Paglia nella visita pastorale del giugno 1847 trasferisce la sede della parrocchia di S. Vito oramai decadente, nella Chiesa di S. Maria di Costantinopoli.

1999  (riapertura intero bene)

La chiesa gravemente danneggiata dal sisma del 1980 è stata ricostruita con il contributo dello Stato e dei fedeli e riaperta solennemente al culto nel 1999
Descrizione

L'edificio ha subito nel tempo diversi interventi di restauro e di ampliamento, ma evidenti risultano le preesistenze del periodo barocco. La facciata, a schema basilicale con copertura a capanna, è caratterizzata da un portale barocco recante una lapide in chiave e da un timpano triangolare. L'interno presenta una pianta longitudinale ad unica navata e un'abside semicircolare. Segnaliamo la presenza del settecentesco altare maggiore su cui domina il dipinto della Madonna di Costantinopoli, affreschi, manufatti in marmo, una cantoria in legno dorato, dipinti del XVIII secolo, che ritraggono la Madonna del Rosario con S. Domenico, S. Caterina e S. Biagio, .
Facciata
La facciata, a schema basilicale con copertura a capanna, è caratterizzata da un basamento in pietra, da un portale barocco recante una lapide in chiave, da due finestre di forma curvilinea, da un timpano triangolare con oculo e due paraste laterali che delimitano la facciata.
Pianta
La pianta è costituita da un'unica aula conclusa sul fondo da un'abside semicircolare. Lungo le pareti laterali si aprono tra le arcate delle cappelle con altarini
Elementi decorativi
Una lapide collocata in chiave al portale d'ingresso, testimonia i lavori di restauro di ampliamento svolti nel XII sec. Il testo riporta la dicitura:"templum mariae vir. de costantinopoli nomine ac tutela avgvstvm et divae luciae martiris invictae patrocinio venerandvm anno mdlxxvii erectum patronatus civivm plateae montisavrei rvde et aevitate fatiscens ex eivs templi redditibvs ipsi ob religionem pietatis iterato exaedificandvm exornndvmq cvravervnt an mdcclxviii ad mnis lavrentii caserta. All'interno, sono l'altare maggiore su cui domina il dipinto della Madonna di Costantinopoli, affreschi e manufatti in marmo, una serie di dipinti del XVIII secolo di Giovan Battista De Mari, che ritraggono la Madonna del Rosario con S. Domenico, S. Caterina e S. Biagio, una Cantoria in legno dorato.
Coperture
La copertura esterna è a doppia falda inclinata con manto in leterizio
Campanile
Sul prospetto della facciata principale vi è il campanile che emerge dalla falda della copertura. La struttura è in pietra massello per i cantonali, il cornicione terminale e il fornice, mentre le pareti sono in mattoncini. La copertura è sormontata da una struttura metallica con croce
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1999)
Il presbiterio, delimitato da una balaustra in marmo policromo, è sede dell'altare, ambone e sedia del presidente dell'assemblea. L'altare è costituito da due piedritti in marmo bianco con inserti policromi e una mensa rettangolare anch'essa in marmo. L'ambone è un piedistallo in marmo con inserti policromi in testa la lastra a support del libro sacro. La sedia del presidente è in legno del tipo mobile.
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