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Colliano
Salerno - Campagna - Acerno
chiesa
parrocchiale
Santi Pietro e Paolo
Parrocchia di Santi Pietro e Paolo
Pianta; Coperture; Scale; Pavimenti e pavimentazioni; Impianto strutturale
presbiterio - intervento strutturale (1980)
1222 - 1222(menzione carattere generale); 1566 - 1566(denomizone inteo bene); 1667 - 1721(menzione itero bene); XVIII - XVIII(ricostruzione campanile); 1746/02/27 - 746/02/27(costruzione intero bene); 1889/07/19 - 1889/07/19(ristrutturazione intero bene); 1928 - 1928(crollo volta); 1958 - 1958(restauro intero bene); 1980/11/23 - 1980/11/23(crollo volta); 1980 - 2000(restauro intero bene); 2015 - 2016(menutenzione copertura)
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Pietro e Paolo <Colliano>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze campane (facciata)
Notizie Storiche

1222  (menzione carattere generale)

La Chiesa è citata in un documento del 1222, di accordo intercorso tra il vescovo di Conza Pantaleone ed il “Milite” di Colliano Guglielmo di San Germano, nel quale si attesta che a questa data la chiesa è già esistente, fulcro di quel piccolo agglomerato di case "quod est ante Ecclesiam S. Petri de Colliano", che costituisce il primo nucleo di case abitate.

1566  (denomizone inteo bene)

Il data 18.06.1566 la denominazione della chiesa appare modificata giacché nella Sua Visita odierna il Visitatore incaricato dal Cardinale Alfonso Gesualdo, che era il Vescovo di Muro Lucano Mons. Filesio Cittadini, la dice “Sub Vocabulo sancti Petri In Carcere”

1667 - 1721 (menzione itero bene)

Dalle "Sante visite " del 1676 (P. Caravita), del 1688 (G. Caracciolo) e del 1721 (N. Francesco), si rileva che la chiesa ha già assunto la configurazione interna con la scansione degli altari e delle cappelle laterali che ancor oggi conserva.

XVIII  (ricostruzione campanile)

Con il secolo XVIII che vede, in seguito ai ripetuti eventi sismici dei secoli precedenti, l'autorità ecclesiastica volgere la propria attenzione al restauro o alla ricostruzione del patrimonio immobiliare di sua competenza, il vecchio edificio della chiesa madre di Colliano, il cui campanile," di grave altezza", "essendo tutto aperto e lesionato", ha la "necessità di rifarsi di nuovo", è oggetto di opera di ricostruzione.

1746/02/27 - 746/02/27 (costruzione intero bene)

Il 27 febbraio 1746 viene posta la prima pietra del nuovo edificio che, inserendosi su Corso Urbano dei palazzi ormai definito dagli interventi edilizi settecenteschi, viene progettata seguendo anche i dettami del Concilio di Trento, con un radicale cambiamento di orientamento, in modo da situare l'ingresso principale sul Corso, e cioè a nord, mentre l'area di sedime della vecchia chiesa viene destinata a piazza. I lavori di costruzione proseguono per 23 anni.

1889/07/19  (ristrutturazione intero bene)

Con il passare del tempo il sacro edificio non fu adeguatamente curato e si ebbero conseguenze alquanto spiacevoli. La chiesa forse per mancanza di qualsiasi manutenzione, era in cattive condizioni generali, per cui si resero necessari grandi interventi sotto il controllo dell' arciprete don Giuseppe Masini. Tutto precedette con celerità anche grazie alla magnanima elargizione di fondi da parte della popolazione. Il 19.07.1889, Monsignor Salvatore Nappi, Arcivescovo di Conza e amministratore di Campagna solennemente inaugurò.

1928  (crollo volta)

Nel 1928 la chiesa subisce "il grave danno statico per la caduta della volta maggiore e per provvedere alle" spese occorrenti di oltre trentamila lire" la Curia Vescovile di Campagna, con decreto arcivescovile del 3 settembre 1928,"considerando che già una pubblica sottoscrizione raccoglierà l'obolo dei fedeli", ordina che nella raccolta delle offerte per la celebrazione delle feste religiose che si ricevono dai cittadini di Colliano e specie da coloro che sono in America", limitino al puro necessario le spese per le feste e si versi al Presidente del Comitato dei lavori di riparazione alla Chiesa Madre una percentuale non inferiore al 25%.

1958  (restauro intero bene)

Nel 1958 la chiesa è nuovamente oggetto di opera di restauro, come attesta una lapide posta all'interno della chiesa.

1980/11/23  (crollo volta)

Con il sisma del 23.11.80 si verifica un nuovo crollo della volta maggiore, con schiacciamento del pilastro più prossimo al campanile, che crolla, trascinando con sé tutta la copertura della navata.

1980 - 2000 (restauro intero bene)

Il sisma del 1980 squarciandone le pareti determinò un crollo quasi totale del tempio. Questa volta bisognò attendere un ventennio per rivedere la Chiesa Matrice splendida e funzionante. Fu, infatti riaperta al culto con l’intervento Dell’Arcivescovo Metropolita di Salerno Monsignor Gerardo Pierro e con il concorso del popolo in una memorabile cerimonia religiosa e civile, il 15.11.2000.

2015 - 2016 (menutenzione copertura)

Il manto di copertura della chiesa, è stato oggetto di intervento manutentivo, si sono riscontrati diversi elementi lesionati e/o mancanti. Si è provveduto preliminarmente al disfacimento dell'attuale manto di copertura, e conseguente accurata pulizia dell’estradosso delle falde. Successivamente si è realizzato un novo manto di tegole curve in laterizio composte da canali e coppi, allettate allo strato sottostante con malta di calce, e riposizionamento dell’esistente sistema di protezione dai fulmini.
Descrizione

La chiesa, che nel corso degli anni fu continuamente restaurata, sia a causa di eventi sismici, sia per adeguarla ai dettami del Concilio di Trento, presenta dei caratteri principalmente settecenteschi, come la sua pregiata ed originaria facciata. L’accesso principale all’edificio di culto è garantito da una scala in elementi di pietra locale che si estende per l’intera lunghezza della facciata. Il corpo centrale, costituito dall’aula liturgica, è diviso da tre navate coperte da volte a botte, per quella centrale e a vela, per quelle laterali. La copertura dell’intero complesso è affidata ad elementi in ferro a capriate, a due falde per la parte centrale e a quattro falde per la zona presbiterale.
Pianta
La chiesa settecentesca aveva tre navate, con altari sotto laterali, ed una pregevole facciata che ancora oggi si conservano.
Coperture
La navata centrale presenta copertura a due falde inclinate su capriate nascoste posta ad un livello superiore rispetto alle navate laterali anch'esse inclinate su capriate nascoste. Il presbiterio presenta copertura a quattro falde inclinate su capriate nascoste che sovrasta l’intero corpo di fabbrica. Il manto di copertura è composto da tegole curve in laterizio, composte da canali e coppi allettati allo strato sottostante con malta di calce.
Scale
L’accesso principale all’aula liturgica avviene tramite una scala in elementi di pietra locale posta lungo il fronte principale della chiesa
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione dell’intera superficie utile è in lastroni di marmo. Poste in opera a seguito dell’intervento di ristrutturazione totale post-sisma.
Impianto strutturale
Strutture portanti verticali: muratura in pietra intonacata sia all'interno che verso l’esterno, ad eccezione dei cantonali che sono stati ripuliti e lucidati. Strutture di orizzontamento: capriate in ferro con sovrastante manto di copertura.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1980)
L'adeguamento è stato compiuto a seguito del sisma degli anni '80. I poli sono concentrati nell'area del presbiterio storico ben visibile dall'aula liturgica. La mensa è costituita da piano orizzontale di forma rettangolare in marmo sostenuto da n°4 colonne anch'esse in marmo. Il leggio è posto sul lato destro dell’altare, il Santissimo è addossato alla parete sinistra della mensa e la sede è collocate in asse con l’altare. Mentre il leggio e la mensa sono stati realizzati di recente, con materiali lapidei, l’altare del santissimo è stato realizzato per intero con gli elementi di spoglio dell’antico altare in marmo preesistente al sisma del 1980.
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