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beni culturali della Chiesa cattolica
edilizia di culto
restauro
adeguamento liturgico
Fiumana
Predappio
Forlì - Bertinoro
chiesa
sussidiaria
S.Maria Assunta
Parrocchia di Santa Maria Assunta in Fiumana
Pianta; Struttura; Coperture; Facciata; Prospetti laterali; Prospetto posteriore; Campanile; interni; Pavimenti e pavimentazioni
presbiterio - intervento strutturale (1985 circa); tabernacolo - aggiunta arredo (anni '50 del XX secolo)
1045 - 1045(preesistenze intero bene); 1182 - 1182(passaggio di proprietà intero bene); 1192 - 1192(notizia giuridico-istituzionale intero bene); 1237 - 1237(notizia giurico-istituzionale intero bene); 1488 - 1488(passaggio di proprietà intero bene); 1493 - 1493(notizia giuridico-istituzionale intero bene); 1565 - 1565(restauro intero bene); 1649 - 1649(notizia giuridico-istituzionale intero bene); 1914 - 1914(demolizione parziale intero bene); 1943 - 1949(ricostruzione intero bene)
Chiesa di Santa Maria Assunta
Tipologia e qualificazione chiesa sussidiaria
Denominazione Chiesa di Santa Maria Assunta <Fiumana, Predappio>
Altre denominazioni S.Maria Assunta
Ambito culturale (ruolo)
maestranze romagnole (costruzione)
Notizie Storiche

1045  (preesistenze intero bene)

Una chiesa di Santa Maria in Fiumana (frazione di Predappio), poi Santa Maria Maggiore, conosciuta come Chiesa Vecchia o Chiesa Antica presso la popolazione locale, esisteva da tempo imprecisato sulla stretta lingua di terra formata da una profonda ansa del fiume Rabbi, da cui il nome di” S. Maria in flumine”. Secondo la tradizione, in quest’ansa si sarebbero ritirati degli eremiti, forse fra il IX e il X secolo, adottando in seguito la regola benedettina. Quando Rainerio Raineri, che sarebbe diventato papa con il nome di Pasquale II, si ritirò per circa dieci anni presso la comunità monastica di Fiumana. Nel 1045 viene menzionato per la prima volta il monastero

1182  (passaggio di proprietà intero bene)

Alessandro, vescovo di Forlì, dona il monastero di Fiumana all’abbazia di Vallombrosa

1192  (notizia giuridico-istituzionale intero bene)

Il 27 maggio 1192, papa Celestino III confermò la dipendenza dall’ordine.

1237  (notizia giurico-istituzionale intero bene)

Il 29 maggio 1237 il vescovo di Forlì Enrico, riceve dall’abate di Fiumana la parrocchia di S. Pietro in Arco e in cambio concedeva la pieve di S Lorenzo in Noceto, con le cappelle pertinenti

1488  (passaggio di proprietà intero bene)

Dal XV secolo divenne commenda fino a che non fu unita a San Mercuriale di Forlì nel 1488; da questo momento cessò di essere abbazia e divenne solo parrocchia

1493  (notizia giuridico-istituzionale intero bene)

L’abate di San Mercuriale è contemporaneamente abate di Fiumana.

1565  (restauro intero bene)

Fu restaurata per interesse del vescovo Jaffei

1649  (notizia giuridico-istituzionale intero bene)

I monaci furono richiamati a San Mercuriale e la parrocchia fu investita di un sacerdote secolare.

1914  (demolizione parziale intero bene)

In seguito al terremoto del 1914 l’intero edificio fu lesionato tanto che venne chiuso al culto.

1943 - 1949 (ricostruzione intero bene)

La ricostruzione iniziò nel 1943 con la posa della prima pietra il 28 marzo e l’edificio venne inaugurato il 18 agosto 1949
Descrizione

Una chiesa di Santa Maria in Fiumana (frazione di Predappio), poi Santa Maria Maggiore, conosciuta come Chiesa Vecchia o Chiesa Antica presso la popolazione locale, esisteva da tempo imprecisato sulla stretta lingua di terra formata da una profonda ansa del fiume Rabbi, da cui il nome di ”S. Maria in flumine”. Secondo la tradizione, in quest’ansa si sarebbero ritirati degli eremiti, forse fra il IX e il X secolo, adottando in seguito la regola benedettina. Quando Rainerio Raineri, che sarebbe diventato papa con il nome di Pasquale II, si ritirò per circa dieci anni (intorno al 1115) presso la comunità monastica di Fiumana, essa seguiva già la variante della regola adottata nel monastero toscano di Vallombrosa. In seguito la chiesa fu luogo di riferimento per attivissime compagnie di laici (ad esempio quella degli Angeli Custodi, quella del Santissimo Sacramento e quella della Madonna del Carmine, ancora attiva), diventando a tutti gli effetti la chiesa di Fiumana. Nel 1636 venne commissionata allo scultore forlivese Fabrizio Veggiani, la cui firma è stata ritrovata durante il restauro del 2009 sulla base della statua, l'immagine della Madonna successivamente denominata la “Vergine del Colera”. Nel 1914 a seguito di un terremoto si registrò, fra gli altri danni, il crollo del tetto. Nel 1951 venne inaugurata la nuova parrocchia di Santa Maria Assunta, anche se in seguito la chiesa fu usata raramente, fino al restauro che ne ha consentito la riapertura il 29 dicembre del 2002. Molti ritrovamenti avvenuti nel corso del restauro hanno consentito l’individuazione di brani e lacerti, tra cui le tracce di un affresco e il bassorilievo di una piccola croce scolpito su una pietra, che risalgono almeno al secolo XV. Allo stato attuale la chiesa presenta una tipologia ad aula con asse principale orientato da ovest (ingresso) verso est (altare). La facciata, completamente intonacata, si eleva su un alto basamento ed è scandita da due pilastri angolari e da due lesene intermedie. All'interno, il presbiterio rettangolare, sopraelevato di un gradino, ospita sia l'altare rivolto versum populum che, posteriormente, l’antico altare preconciliare. Il campanile, a pianta quadrangolare, si trova all'estremità del fianco sinistro e, seppur fortemente rimaneggiato, conserva una chiara matrice medievale.
Pianta
La chiesa è a semplice aula, di piccole dimensioni. L’asse principale è orientato, secondo la tradizione pre-tridentina, da ovest (ingresso) verso est (altare).
Struttura
La struttura portante della chiesa è stata realizzata utilizzando un insieme di elementi diversi. All’interno della muratura, in pietra informe legata con malta, sono stati infatti inglobati lacerti di più antichi elementi edilizi. La copertura è sorretta da tre capriate alla palladiana.
Coperture
La copertura consta di due falde poggianti su tre capriate, con tre arcarecci per falda più uno di colmo posti a sostegno del soprastante tavolato in laterizio. La copertura esterna è in coppi. Grondaie e pluviali sono in rame.
Facciata
La chiesa, che prospetta su un piccolo giardino pubblico lambito dalle acque del fiume Rabbi, presenta una facciata completamente intonacata che si eleva su un alto basamento e che è scandita da due pilastri angolari e da due lesene intermedie. Al centro spicca il portale, dotato di piccole lesene, di stipite e architrave modanato con cornice superiore aggettante. Sopra il portone un’edicola poggiante su mensole e fiancheggiata da colonnine tuscaniche espone una statuetta policroma della Madonna. Su due lesene più piccole s'imposta di un arco a tutto sesto. Nella parte superiore, sotto il timpano, una cornice inquadra la scritta in caratteri lapidari “DOMBMV.SR.” (“Deo Optimo Maximo et Beata Maria Virgini Sanctorum Regina”). La cornice superiore della campitura centrale è sovrastata da un timpano con piccolo oculo cieco. Le campiture laterali sono concluse da due salienti curvilinei a volute.
Prospetti laterali
Il fianco destro è intonacato e scialbato, privo di zoccolo e bucato da due finestre ad arco ribassato con infissi a tre ante di alluminio tinto di bianco. Nella parte bassa del prospetto è visibile una porta in pietra, murata in passato forse per collocare un altare nella parete interna. A fianco della porta è stata conservata in evidenza una pietra scolpita con un piccola croce. Il fianco sinistro è analogo, ma presenta tre capichiave metallici posti subito sotto la gronda.
Prospetto posteriore
Il prospetto posteriore è occluso da un edificio in aderenza.
Campanile
Il campanile, a pianta quadrangolare, è collocato all'estremità del fianco sinistro e, seppur fortemente rimaneggiato, conserva una chiara matrice medievale. Realizzato in pietra, più grossolana alla base, meglio assestata mano a mano che si sale verso l’alto, presenta alla base una forte rastrematura. Su uno dei fianchi si apre una bassa porta con architrave di legno. Sopra la porta, a mezza altezza, è visibile una piccola finestra rettangolare fiancheggiata da un’antica chiave di consolidamento ormai arrugginita. Altre chiavi consolidano la cella campanaria, una struttura mista di pietra e di mattoni, con un’apertura ad arco per ogni faccia, rinforzata all’interno da un arco di mattoni. Sopra la cornice, un muretto d’attico realizzato con elementi di varia misura, probabilmente di risulta, è serrato fra piloncini angolari della stessa fattura.
interni
L’interno della chiesa sembra rispondere a criteri di generale economicità, come dimostrano le pareti prive di decroazioni, gli infissi coperti con semplici tende, le canaline dell'impianto elettrico e i venticolvettori lasciati a vista, l’arredo eterogeneo. Sulla controfacciata trovano posto, oltre il portoncino centrale, un piccolo confessionale e un’acquasantiera con il fusto a semicolonna e il bacino emiciclico. Sopra l’acquasantiera è stata murata una lapide che ricorda l’avvenuta riapertura della chiesa il 29 dicembre del 2002 e la benedizione del vescovo di allora, monsignor Vincenzo Zarri. Sulla parete sinistra compare una nicchia in pietra, testimonianza della complessità delle stratificazioni avvenute nel corso del tempo. Elemento caratterizzante di questo ambiente è il grande arco ogivale che divide l’aula dal presbiterio. Il presbiterio rettangolare, sopraelevato di un gradino, ospita sia l'altare rivolto versum populum che, posteriormente, l’antico altare. Il primo è sorretto da un prisma decorato da una vistosa croce greca racchiusa in un tondo dorato, mentre il secondo si presenta come un insieme di colonnette che sostengono lateralmente due statue di Santi e al centro, sopra il tabernacolo, la statua della Vergine del Colera, opera seicentesca di Fabrizio Veggiani. Sulla parete sinistra si apre una porta che conduce al campanile.
Pavimenti e pavimentazioni
La pavimentazione interna è realizzata in mattonelle di cotto rustico. Pedata e alzata del presbiterio sono in marmo lucido.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1985 circa)
L’adeguamento liturgico è stato realizzato a metà degli anni Ottanta, quando è stato installato l'altare versus populum ed è stata rimossa la balaustra.
tabernacolo - aggiunta arredo (anni '50 del XX secolo)
Il tabernacolo risale agli anni Cinquanta del secolo scorso.
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