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Quiesa
Massarosa
Lucca
chiesa
parrocchiale
Santi Stefano e Michele
Parrocchia dei Santi Stefano e Michele
Facciata; Pianta; Presbiterio; Impianto strutturale; Coperture; Pavimenti e pavimentazioni; Elementi decorativi; Cappella feriale; Cantoria; Campanile
presbiterio - intervento strutturale (1982); cappella feriale - intervento strutturale (1982)
1025 - 1025(fondazione monastero); 1789 - 1789(cambio diocesi intero bene); 1867 - 1867(posa prima pietra intero bene); 1881 - 1881(apertura al culto intero bene); 1955 - 1955(consacrazione intero bene); 1955 - 1955(decorazioni interno); 1960 - 1969(manutenzione straordinaria copertura); 1982 - 1982(adeuaento liturgico interno)
Chiesa dei Santi Stefano e Michele
Tipologia e qualificazione chiesa parrocchiale
Denominazione Chiesa dei Santi Stefano e Michele <Quiesa, Massarosa>
Ambito culturale (ruolo)
maestranze area lucchese (costruzione)
Notizie Storiche

1025  (fondazione monastero)

Il monastero benedettino di Quiesa fu eretto il 1 ottobre 1025.

1789  (cambio diocesi intero bene)

Il 18 luglio 1789, papa Pio VI con la bolla Humanarum trasferisce dalla Diocesi di Pisa a quella di Lucca la parrocchia di Quiesa.

1867  (posa prima pietra intero bene)

Il 27 ottobre 1867 è stata posta la prima pietra per la costruzione della nuova chiesa.

1881  (apertura al culto intero bene)

Nel 1881 la chiesa fu aperta al culto.

1955  (consacrazione intero bene)

Il 26 settembre 1955 è stata consacrata la chiesa di Santo Stefano e San Michele.

1955  (decorazioni interno)

Nel 1955 sono state eseguite le decorazioni pittoriche interne.

1960 - 1969 (manutenzione straordinaria copertura)

Negli anni Sessanta sono stati realizzati lavori di manutenzione straordinaria alla copertura.

1982  (adeuaento liturgico interno)

Nel 1982 sono stati realizzati i lavori di adeguamento liturgico secondo le indicazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Descrizione

Le origini del borgo di Quiesa sono strettamente legate alla fondazione di un monastero benedettino, nel 1025, voluto della contessa Willa, figlia del marchese Ugo e moglie del conte Arduino. Il monastero fu soppresso dal Papa Gregorio XII, il 3 luglio 1408, ed unito al Capitolo della Cattedrale di San Martino di Lucca, nonostante facesse parte della Diocesi di Pisa. Il monastero e la chiesa, che assolveva anche al compito di parrocchiale, erano dedicati a San Michele. Nel territorio di Quiesa esisteva un'altra cappella dedicata a Santo Stefano risalente al secolo XI o XII, il cui titolo verrà trasferito all’attuale chiesa parrocchiale, la cui costruzione fu iniziata nella seconda metà del XIX secolo. La facciata a salienti, con linee di gronda orizzontali, nella parte inferiore è articolata da un impaginato architettonico in stile dorico, dove un frontone triangolare, sorretto da coppie di paraste, crea una composizione ad edicola al centro della facciata, che è suddivisa in tre campate al centro delle quali si aprono i portali d’accesso incorniciati in marmo. Da notare che l’interno delle specchiature nasce intonacato. L’edificio, a pianta rettangolare con l’asse maggiore orientato a nord-est, si articola in tre navate di quattro campate separate da archi impostati su pilastri, uno spazio di crociera, due bracci del transetto e un capocroce; lo spazio è scandito da un apparato plastico che vede impiegate sia paraste che colonne, in stile composito. La navata maggiore e i bracci del transetto sono coperti da volte a botte con unghie, mentre le navate minori sono voltate a crociera, infine lo spazio di crociera è coperto da una cupola emisferica.
Facciata
La facciata a salienti con linee di gronda orizzontali, si compone di un solo piano e un attico corrispondente alla parte superiore della navata centrale. La parte inferiore articolata da un impaginato architettonico in stile dorico, con una trabeazione continua per tutto il fronte, è sorretta alle estremità da pilasti e nella porzione centrale da coppie di paraste, che formano tre campate al centro delle quali si aprono i portali d’accesso incorniciati in marmo. Quelli minori sono conclusi da cimase, mentre quello maggiore è sormontato da un frontone triangolare. Oltre la trabeazione, all’interno dell’attico, è posto un frontone triangolare che con le coppie di paraste creano una composizione ad edicola al centro della facciata coronata dalla statua di San Michele Arcangelo. Gli elementi architettonici, quali paraste, capitelli e cornici, sono in conci di marmo, mentre le superfici delle pareti sono prive dell’intonaco originario.
Pianta
L’edificio ha una forma in pianta rettangolare con l’asse maggiore orientato da nord-est a sud-ovest e l’ingresso in quest’ultima posizione. L’interno si articola in tre navate di quattro campate separate da archi impostati su pilastri, uno spazio di crociera, i due bracci del transetto e un capocroce, questi ultimi tre elementi sono conclusi da absidi.
Presbiterio
Il presbiterio è ospitato nel capocroce e in parte dello spazio di crociera, ed è soprelevato di due gradini dal piano della navata.
Impianto strutturale
Le parti strutturali dell’edificio sono costituite da muratura continua, pilastri, archi, arconi trasversali, catene, volte cupola, e impalcati lignei.
Coperture
Il manto di copertura è in coppi ed embrici di laterizio e in guaine per la cupola.
Pavimenti e pavimentazioni
L’edificio è pavimentato in marmo bianco e grigio disposto a scacchiera.
Elementi decorativi
L’interno dell’edificio è articolato da un apparato architettonico plastico che vede paraste di ordine maggiore, in stile composito, inquadrare gli archi che separano le navate, impostati su paraste in stile dorico le quali articolano le campate delle navate minori. Lo spazio di crociera è introdotto da arconi impostati su colonne addossate al pilastro angolare. La navata maggiore e i bracci del transetto sono coperti da vote a botte con unghie, mentre le navate minori sono voltate a crociera, infine lo spazio di crociera è coperta da una cupola.
Cappella feriale
In un locale compreso tra il capocroce e il braccio sinistro del transetto, negli anni Sessanta del XX secolo, è stata allestita la cappella feriale, il cui ingresso è posto nella parete settentrionale del braccio del transetto. L’ambiente a pianta rettangolare, con l’asse maggiore orientato come la chiesa, è voltato a padiglione, pavimentato in marmo e interamente intonacato e dipinto di bianco.
Cantoria
La cantoria, posta in controfacciata e interamente in muratura, è sorretta da un arco a tre centri impostato su pilasti, il parapetto ha un andamento mistilineo con la porzione centrale convessa in aggetto.
Campanile
Il campanile in muratura intonacata è articolato da un apparato architettonico plastico in malta che lo suddivide in cinque porzioni con cornici marcapiano, i cantonali sono marcati da bugne rustiche, al piano della cella campanaria si aprono coppie di finestre archivoltate. La torre ha una copertura a padiglione con andamento a gola rovescia.
Adeguamento liturgico

presbiterio - intervento strutturale (1982)
L’intervento di adeguamento liturgico, con carattere di stabilità, ha visto la completa riorganizzazione dell’area presbiteriale, con la rimozione delle balaustrate e l’avanzamento del piano del presbiterio verso la navata della chiesa. Al centro di questo nuovo spazio presbiterale, direttamente sulla pavimentazione, è stato collocato l’altare della celebrazione in marmo. Sulla destra, in prossimità dei gradini del presbiterio, a diretto contatto con la pavimentazione, si trova l’ambone in marmo. Sulla predella dell’altare maggiore storico un’antica sedia lignea è utilizzata come sede del celebrante.
cappella feriale - intervento strutturale (1982)
Sul lato corto e opposto all'ingresso della cappella è stato allestito il presbiterio, soprelevato di un gradino dal piano dell’aula e separato da questa con delle balaustrate. Direttamente sulla pavimentazione del presbiterio è stato collocato l’altare della celebrazione in legno. Sulla destra, accostato alla balaustrata, un leggio in legno funge da ambone; mentre sull’angolo destro e a diretto contatto della pavimentazione, un’antica poltrona in legno è usata come sede del celebrante. Collocato sulla parete di fondo, sopra una mensola in arenaria, un tabernacolo in metallo, funge da riserva eucaristica.
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