chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Mineo Caltagirone chiesa rettoria Maria SS. Odigitria Parrocchia di Santa Maria Maggiore aula; prospetto; coperture altare - aggiunta arredo (1970); ambone - aggiunta arredo (1970) 1649 - XVII(''Regesto dei conventi esistenti in Sicilia'' descrizione convento); 1693 - XVII(chiesa e convento distruzione integrale); 1757 - 1760(“Lexicon topographicum Siculum” citazione chiesa); 1866 - XIX(cessione al Demanio dello Stato alienazione proprietà); 1888 - XIX(costruzione nuovo ospedale civico demolizione convento); 1913 - XX(intero bene restauro ); 1959 - XX(terremoto 1959 danneggiamenti e restauri)
Chiesa di Maria Santissima Odigitria
Tipologia e qualificazione
chiesa rettoria
Denominazione
Chiesa di Maria Santissima Odigitria <Mineo>
Altre denominazioni
Chiesa di Maria Santissima dell'Itria Ex Convento dei Frati Minori Osservanti Chiesa di Maria SS. Odigitria Maria SS. Odigitria
Ambito culturale (ruolo)
maestranze siciliane (costruzione chiesa)
Notizie Storiche
1649 - XVII ("Regesto dei conventi esistenti in Sicilia" descrizione convento)
Secondo il "Regesto dei conventi esistenti in Sicilia", il nuovo convento costruito dal Consiglio Giuratorio della città di Mineo accanto alla preesistente chiesa di Santa Maria dell’Odigitria, nell’anno 1649 risultava abitato dai frati minori osservanti e composto da 6 celle e chiostro, di tre sacerdoti di un chierico e di due laici che vivevano di questua, messe giornaliere ed elemosina.
1693 - XVII (chiesa e convento distruzione integrale)
Gli edifici dei frati minori vennero distrutti dal terremoto dell'11 gennaio del 1693.
L’abate catanese Vito Amico nell’opera “Lexicon topographicum Siculum” edita a Palermo tra 1757-1760, in merito alla chiesa di Santa Maria dell’Odigitria scriveva: «[…] Parimenti i minori osservanti, che stavano dall’anno 1620 nella chiesa di Sant’Antonio Abate ad un trar di pietra dalle mura, e poscia occuparono la chiesa di Santa Maria dell’Odigitria presso la porta del medesimo nome.»
1866 - XIX (cessione al Demanio dello Stato alienazione proprietà)
Nella seconda metà del XIX secolo i frati minori dovettero lasciare la chiesa e il convento, ceduti al demanio dello Stato.
1888 - XIX (costruzione nuovo ospedale civico demolizione convento)
Nel 1888 l'antico convento, precedentemente ceduto al Demanio dello Stato, con le leggi eversive del 1866-1867, fu demolito ed al suo posto fu costruito l'ospedale civico di S. Lorenzo.
1913 - XX (intero bene restauro )
Nel 1913 la chiesa fu oggetto di restauro ad opera del canonico Nolfo.
1959 - XX (terremoto 1959 danneggiamenti e restauri)
La chiesa è stata danneggiata dal terremoto del 23 dicembre del 1959 e in seguito restaurata tra il 1960 e il 1965.
Descrizione
La chiesa di Santa Maria dell’Odigitria è collocata nella parte nord ovest della città di Mineo.
L’edificio presenta una impostazione planimetrica ad aula rettangolare allungata con terminazione absidale semicircolare. All’interno della navata, l’ordine architettonico corinzio ripartisce i prospetti laterali maggiori in tre sezioni, e definisce le trame dell’apparato decorativo in stucchi a rilievo. Il prospetto della chiesa è costituito da una superficie piana ad impianto retto e squadrato, segnata dalla presenza dell’ordine architettonico gigante rimasto privo di una identità stilistica canonica, i cui elementi dal lieve aggetto, sono realizzati in pietra intagliata. La facciata presenta un coronamento costituito dalla imponente trabeazione in pietra, sopra la quale si eleva un campanile, raccordato tramite volute, costituito da tre aperture, di cui quella centrale è costituita da un arco a tutto sesto di maggiore altezza. Il campanile è coronato da un frontone triangolare. Le coperture a falda inclinata sono costituite da un sistema di capriate lignee che hanno il compito di sorreggere i sovrastanti arcarecci in legno, il tavolato ed il manto di copertura in coppi alla siciliana.
aula
La chiesa presenta una impostazione planimetrica ad aula rettangolare allungata con terminazione absidale semicircolare. All’interno della navata, l’ordine architettonico corinzio ripartisce i prospetti laterali maggiori in tre sezioni, e definisce le trame dell’apparato decorativo in stucchi a rilievo. Le sezioni si fronteggiano simmetricamente lungo i lati maggiori della navata alternando ritmicamente campiture libere ad intonaco e, arcate a tutto sesto con ridondante fastigio in chiave. Le sezioni dove sono presenti le arcate sono leggermente incassate nella muratura e custodiscono altari marmorei, di cui sono le due sezioni prossime al presbiterio conservano quelli originali; le sezioni con campiture libere ad intonaco presentano mensole sopra le quali sono esposti elementi di statuaria.
Un grande arco trionfale a tutto sesto, collega la navata con l’abside, che risulta sopraelevato da un gradino, e nella cui parete di fondo è collocato l’ altare maggiore.
La copertura della navata è realizzata con una volta a botte con due unghie di raccordo ai rispettivi finestroni laterali collocati nel registro superiore dell’ardine architettonico. La volta è costituita da una struttura lignea che sostiene un apparato in canne e gesso rifinito a stucco. Lungo il lato minore della navata opposto all’abside è collocata la cantoria che si erge sopra un sistema di due pilatri e tre arcate a tutto sesto. Il pavimento è realizzato in piastrelle di marmo. Nella chiesa si conservano le tele ad olio che raffigurano lo sposalizio di Maria con S. Giuseppe, in cui si nota anche S. Bonaventura, dei Santi Agrippina, Antonino da Padova e Pasquale Baylon; di S. Francesco con Gesù, Maria e delle Anime purganti; della Madonna del Cardellino, e della Madonna con S. Giuseppe ed i Santi Gioacchino, Anna e Giovanni Battista. Nella chiesa si trovano inoltre le statue di legno di S. Maria degli Angeli e di S. Anna con Maria, restaurata negli anni Novanta dalla Ditta Emma di Enna, entrambe provenienti dalla distrutta chiesa di S. Maria degli Angeli, di S. Giovanni Bosco di Eugenio Obletter da Ortisei del 1969 e di quella di marmo della Madonna del cardellino, scolpita nel 1627 per devozione di Matteo De Mauro Garroni, proveniente dalla chiesa di S. Antonio abate.
Sono ancora degne di nota le tele ad olio della Via Crucis, la più antica della città, di Maria Ausiliatrice, di S. Filomena con cornice di legno dorato, di S. Antonio da Padova, di S. Francesco d'Assisi, di S. Pasquale Baylon, di S. Maria Maddalena e di S. Giovanni Bosco, queste ultime conservate nella sagrestia della chiesa.
prospetto
Il prospetto della chiesa è costituito da una superficie piana ad impianto retto e squadrato, segnata dalla presenza dell’ordine architettonico gigante rimasto privo di una identità stilistica canonica, i cui elementi dal lieve aggetto, sono realizzati in pietra intagliata. La facciata presenta un coronamento costituito dalla imponente trabeazione in pietra, sopra la quale si eleva un campanile, raccordato tramite volute, costituito da tre aperture, di cui quella centrale è costituita da un arco a tutto sesto di maggiore altezza. Il campanile è coronato da un frontone triangolare. Il portale d’ingresso, posto nella parte centrale della facciata è arricchito da elementi lapidei ad intagli disposti secondo uno schema tradizionale dell’architettura religiosa, ad incorniciare con un lieve aggetto l’accesso alla navata; il portale è coronato dal grande finestrone rettangolare che illumina la navata.
coperture
Le coperture a falda inclinata sono costituite da un sistema di capriate lignee che hanno il compito di sorreggere i sovrastanti arcarecci in legno, il tavolato ed il manto di copertura in coppi alla siciliana
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (1970)
L'altare di forma rettangolare è stato realizzato con una struttura portante in profilato metallico con pannellature in formica, esso è posto in posizione assiale.
ambone - aggiunta arredo (1970)
L'ambone ha forma di leggio, ha struttura in legno, esso è posto sul lato destro guardando dall'aula.