chiese italiane censimento chiese edifici di culto edifici sacri beni immobili patrimonio ecclesiastico beni culturali ecclesiastici beni culturali della Chiesa cattolica edilizia di culto restauro adeguamento liturgico Militello in Val di Catania Caltagirone chiesa parrocchiale San Benedetto Parrocchia di San Benedetto aula; prospetto; coperture altare - aggiunta arredo (1990); ambone - aggiunta arredo (1990) 1614 - XVII(intero bene atto di fondazione); 1616 - XVII(intero bene convalida atto di fondazione); 1619 - XVII(posa della prima pietra cerimonia); 1626 - XVII(intero bene avanzamento costruzione); 1632 - XVII(scultore nomina Giovan Battista Baldanza); 1633 - XVII(architetto nomina Francesco Barone); 1638 - 1647(abate Rocco Pirro citazione ); 1646 - XVII(intero bene ultimazione costruzione); 1693 - XVII(terremoto danneggiamenti ); 1724 - XVIII(intero bene ultimazione restauri ); 1726 - XVIII(altare maggiore ultimazione); 1735 - XVIII(coro ligneo costruzione); 1741 - XVIII(dipinto commessa); 1866 - 1867(intero bene cessione); 1915 - 1918(danneggiamenti conversione uso); 1923 - XX(chiesa cessione); 1952 - XX(parrocchia erezione); 1987 - XX(pavimento sostituzione)
Chiesa di San Benedetto
Tipologia e qualificazione
chiesa parrocchiale
Denominazione
Chiesa di San Benedetto <Militello in Val di Catania>
Autore (ruolo)
De Franchis, Valeriano (progetto chiesa)
Scirè, Antonio (interventi di restauro)
Paladini, Filippo (dipinto di San Sebastiano)
Ambito culturale (ruolo)
maestranze siciliane (progetto chiesa)
maestranze siciliane (lavori di restauro)
maestranze siciliane (dipinto di San Sebastiano)
Notizie Storiche
1614 - XVII (intero bene atto di fondazione)
La fondazione del monastero venne sancita a Militello con l’atto stipulato dal notaio Antonio Balbo il 12 marzo del 1614 per volontà del marchese Francesco Branciforte e di Giovanna d’Austria.
1616 - XVII (intero bene convalida atto di fondazione)
Con bolla di Paolo V del 14 febbraio 1616, pervenuta il giorno 8 settembre, venne convalidato l’atto di fondazione del monastero.
1619 - XVII (posa della prima pietra cerimonia)
Il giorno 6 ottobre del 1619 venne celebrata la posa della prima pietra e iniziò la costruzione del grande complesso architettonico progettato probabilmente dall’architetto austriaco benedettino Valeriano De Franchis.
1626 - XVII (intero bene avanzamento costruzione)
Nel 1626 i principi Branciforte affidarono il proseguimento della costruzione agli stessi monaci benedettini gratificandoli di 600 onze annuali.
1632 - XVII (scultore nomina Giovan Battista Baldanza)
Nel 1632 venne nominato a coordinare la costruzione dei grandi edifici dei padri benedettini lo scultore Giovan Battista Baldanza senior. Pochi mesi dopo, per gli esiti poco felici del suo contributo, l’incarico gli venne revocato.
1633 - XVII (architetto nomina Francesco Barone)
Nella primavera del 1633 venne nominato architetto del grande cantiere di San Benedetto, Francesco Barone con l’incarico di eseguire un progetto arrivato da Palermo. L’artista elaborò i disegni esecutivi degli ornati per Francesco Brusca, Mariano e Pietro Interligi, e Giuseppe Zingarella, autore nel 1637 di tutta la decorazione lapidea del prospetto del monastero e della chiesa.
1638 - 1647 (abate Rocco Pirro citazione )
L’abate Rocco Pirro (1577-1651) nella propria opera “Sicilia Sacra” del 1638-1647 in merito alla chiesa e al monastero di San Benedetto in Militello scrisse: «[...] Sostituì questo cenobio, l'altro antichissimo di S. Militello dello stesso Ordine, che Manfredo, figlio del Conte Simone della fortezza, costruì nel 1154 a 1500 passi in un luogo chiamato il Pirato [...].››
1646 - XVII (intero bene ultimazione costruzione)
Gli edifici che costituiscono il grande complesso dei padri benedettini tra cui la chiesa ed il convento vennero realizzati con materiali pregiati tra cui il travertino bianco locale di S. Barbara. I lavori comportarono una ingente spesa che superò gli 80/mila scudi e fu terminata, almeno nelle strutture principali, nel 1646, come si legge nella lapide posta sopra la porta principale: “D.O.M. Magno Benedicto Ancio, Austriaci sanguinis ornamento egregio monasticae militiae antesignano inclito aedem hanc aere splendido D.FRANCISCI BRANCIFORTI et D. JOANNAE AUSTRIACAE munificentissime elaboratam D. MARGARITA filia. D. XV Januarj MDCXLVI”.
1693 - XVII (terremoto danneggiamenti )
Il terremoto dell’11 Gennaio 1693 arrecò sensibili danni agli edifici dei padri benedettini: l’ultimo ordine del prospetto della chiesa, ancora incompleto crollò parzialmente, anche il cappellone e le parti sommitali della zona presbiteriale della chiesa crollarono, danneggiando anche il grande quadro ritraente S. Benedetto che impone ai suoi seguaci la Regola, riportata in un libro aperto tenuto da un frate in ginocchio, opera realizzata per 40 onze da G.Battista Baldanza. I lavori di restauro vennero affidati all'architetto locale Antonio Scirè.
1724 - XVIII (intero bene ultimazione restauri )
I restauri degli edifici vennero ultimati qualche anno dopo, la facciata, venne terminata il 21 Marzo del 1724, con una solenne inaugurazione.
1726 - XVIII (altare maggiore ultimazione)
Nel 1726 veniva ultimato l’altare maggiore, capolavoro d’intarsi di marmo policromo.
1735 - XVIII (coro ligneo costruzione)
Nell’abside di forma rettangolare dietro l’altare maggiore, un tempo chiamato ‘cappellone’ giganteggia il prestigioso Coro ligneo del 1735 scolpito in noce, degno dell’importanza dei nostri Monumenti Nazionali
1741 - XVIII (dipinto commessa)
Nel 1741 i padri benedettini commissionarono al più prestigioso pittore romano, il cavaliere Sebastiano Conca, il dipinto della Comunione di San Benedetto.
1866 - 1867 (intero bene cessione)
Nel 1866 la chiesa ed il convento vennero espropriati e ceduti al Comune di Militello. Negli immensi locali del monastero (tutti lastricati con mattonelle ottagonali di creta di Caltagirone) vennero trasferiti, alcuni tra i più importanti enti pubblici, gli uffici comunali, quelli giudiziari della Pretura e della Conciliazione, delle Scuole Elementari maschili, delle Poste e telegrafo, della caserma dei Carabinieri, della Sala Musica, del comando dei Vigili Urbani e in tempi più recenti, la Biblioteca Comunale Angelo Majorana.
1915 - 1918 (danneggiamenti conversione uso)
La chiesa durante la prima guerra mondiale venne utilizzata come granaio L’altare porta i segni dei danneggiamenti causati dall’accatastamento di frumento.
1923 - XX (chiesa cessione)
Nel 1923 le Autorità Municipali, non volendo i fedeli di Militello dell’uso della chiesa, la restituirono al culto. Vennero varate le Delibere Consiliari del 6 Maggio 1923 e del 15 ottobre successivo, approvate dall’Organo Tutorio, con le quali venivano concessi dal Comune, rappresentato dal sindaco avv. Sciannaca a S. E. mons. Damaso Pio De Bono, vescovo di Caltagirone, la chiesa di S. Benedetto, il locale a ponente di essa e l’area edificabile sovrastante alla Sala consiliare, ‘allo scopo di tenere la chiesa aperta al Culto Divino e di adibire il locale da costruire in quell’area edificabile ad un Pio Istituto d’istruzione annettendovi l’attiguo giardinetto per palestra di esercizi ginnici e giuochi fanciulleschi’.
1952 - XX (parrocchia erezione)
La chiesa di San Benedetto venne eretta a parrocchia il giorno 8 dicembre del 1952 dal vescovo della Diocesi di Caltagirone mons. Pietro Capizzi.
1987 - XX (pavimento sostituzione)
Nel 1987 il pavimento originario in maiolica policroma, molto usurato, fu sostituito con una pavimentazione di mattonelle di cemento e graniglia di marmo.
Descrizione
Il monastero di San Benedetto è collocato nella parte centrale della città di Militello in Val di Catania.
Il complesso architettonico costituito da chiesa convento e pertinenze, venne edificato su modello del monastero di San Nicolò l'Arena a Catania. La chiesa presenta un impianto planimetrico a croce latina il cui braccio inferiore è costituito da una grande aula rettangolare in cui si affacciano lungo i lati maggiori tre profonde cappelle per lato. La parte sommitale della croce è costituita da un coro con terminazione absidale rettangolare e da un rilevante transetto; all’incrocio tra le braccia della croce, quattro grandi arcate sorreggono un tamburo coperto da calotta. La navata è coperta da una volta a botte con unghie di raccordo ai finestroni laterali posti lungo il registro superiore dei lati maggiori della navata.
Il prospetto della chiesa è costituito da tre ordini sovrapposti con carattere ascensionale, collegati da volute; la quinta d’affaccio si raccorda sul lato destro con il prospetto del convento. Il registro inferiore, è segnato dalla presenza dell’ordine dorico, il registro superiore, caratterizzato dalla presenza dell’ordine ionico, il terzo registro è costituito da una cella campanaria a tre arcate. Le coperture a falda inclinata sono costituite da un sistema di capriate lignee che hanno il compito di sorreggere i sovrastanti arcarecci in legno, il tavolato ed i coppi alla siciliana.
aula
La chiesa presenta un impianto planimetrico a croce latina il cui braccio inferiore è costituito da una grande aula rettangolare in cui si affacciano lungo i lati maggiori tre profonde cappelle per lato incassate nella muratura. La parte sommitale della croce è costituita da un profondo coro con terminazione absidale rettangolare e da un rilevante transetto; all’incrocio tra le braccia della croce, quattro grandi arcate sorreggono un tamburo coperto da calotta. All’interno della navata, è presente l’ordine architettonico di stile dorico, i prospetti dei lati maggiori sono suddivisi in tre sezioni per lato, ognuna delle quali è delimitata da lesene e contiene un arco a tutto sesto che circoscrive una profonda nicchia; ad ogni sezione è interposta una campitura libera ad intonaco. Le lesene sostengono una trabeazione decisamente in aggetto con architrave tangente alla sommità del sottostante arco a tutto sesto, fregio liscio, e cornicione. La navata è coperta da una volta a botte con unghie di raccordo ai finestroni laterali posti lungo il registro superiore dei lati maggiori della navata.
lato sinistro
Accanto al portale d’ingresso, sul lato sinistro della navata, è collocata una cappella delimitata da una inferriata, contenente il fonte battesimale sovrastato da una pala d’altare, che ritrae S. Sebastiano nel primo martirio. Nella cappella si trova una porticina che introduce in un vano con un scala a chiocciola che consente l’accesso ai registri superiori della facciata. Più avanti, si trova un ingresso secondario che consente l’accesso alla navata dalla Via Umberto, dove è stato sistemato da recente un lavabo in marmo del ‘600, un tempo sito nella sacrestia. Più avanti, si colloca l’altare di S. Benedetto, con pala in cui è ritratto nella sua morte, dopo aver ricevuto la comunione, assistito da tre suoi nipoti chierici con la stessa somiglianza e guardato dall’alto da altri due nipotini deceduti precedentemente, opera di Sebastiano Conca del 1741.
lato destro
Lungo il lato destro della navata è collocato l’altare di Santa Rosalia con il dipinto che raffigura la Santa durante la pestilenza che infuriò a Palermo; accanto è collocata la porticina che consente l’accesso al campanile della chiesa; segue la cappella del Bambino Gesù, la seconda cappella di destra, decorata da affreschi settecenteschi con i Misteri della vita di Gesù e della Vergine, ha un altare a gradienti in legno dorato del primo ventennio del XVIII secolo, in cui si venera un quadretto di Gesù Bambino. Di fianco si trova il monumento funebre del principe fondatore F. Branciforti, morto nel 1622, e delle figlie Caterina e Flavia, del nipote Antonio Colonna e del fratello Vincenzo, abate di Santa Maria di Nuova Luce a Catania.
Nella terza cappella si trova l’altare di S. Geltrude, abatessa benedettina, incoronata da Gesù.
Alle estremità del transetto si trovano due altari, disposti uno per lato, ascrivibili alla prima metà del XVIII secolo: a destra l’altare Madonna del Rosaio con la statua in legno policromo della Madonna del Rosario (della Vittoria), dei primi del ’600. Si racconta che fu commissionata da Donna Giovanna d’Austria in segno di ringraziamento verso la Vergine per la vittoria riportata contro i turchi a Lepanto (1571) dal padre don Giovanni d’Austria. Il lato a sinistra custodisce l’altare, un tempo dedicato al SS. Crocifisso; oggi accoglie il simulacro di S. Benedetto abate.
L’intradosso della calotta è decorato con un affresco realizzato dal pittore catanese Sebastiano Monaco che raffigura la Gloria di San Benedetto. Il presbiterio venne ricostruito dopo il terremoto del 1693 ed ultimato nel 1725 su progetto dell’architetto locale Antonino Sciré. Dietro l’altare maggiore a marmi mischi del sec. XVII è un imponente coro ligneo del 1730-1734, che raffigura le Storie della vita di S. Benedetto con i Santi Mauro e Placido, i Misteri Dolorosi e Gaudiosi e i quattro Evangelisti. Sovrasta il coro un Crocifisso ligneo seicentesco.
prospetto
Il prospetto della chiesa è costituito da tre registri sovrapposti con carattere ascensionale, raccordati da volute; la quinta d’affaccio si allinea sul lato destro con il prospetto del convento. Uno scalone precede la facciata. Il registro inferiore, è segnato dalla presenza dell’ordine dorico, che si rivela con elementi lapidei decisamente in aggetto, come le lesene che sostengono l’imponente trabeazione con fregio a triglifi e metope figurate. Il portale centrale realizzato in pietra ad intagli riporta all’interno del frontone spezzato una lapide che ne ricorda i sovvenzionatori e la data di ultimazione “D.O.M. Magno Benedicto Ancio, Austriaci sanguinis ornamento egregio monasticae militiae antesignano inclito aedem hanc aere splendido D.FRANCISCI BRANCIFORTI et D. JOANNAE AUSTRIACAE munificentissime elaboratam D. MARGARITA filia. D. XV Januarj MDCXLVI”.
Il registro superiore, caratterizzato dalla presenza dell’ordine ionico, si raccorda al sottostante con volute sormontate da puntali; al centro si colloca il finestrone, decorato da larghe bugne con decoro a graticcio, ai cui lati sono disposte simmetricamente due nicchie. Il terzo registro è costituito da una cella campanaria a tre arcate.
I primi due ordini della quinta d’affaccio della chiesa sopravvissero al sisma del 1693, il terzo ordine crollò e venne ricostruito, dall’architetto Antonino Sciré nella prima metà del Settecento, ed ultimato nel 1725.
coperture
Le coperture a falda inclinata sono costituite da un sistema di capriate lignee che hanno il compito di sorreggere i sovrastanti arcarecci in legno, il tavolato ed i coppi alla siciliana.
Adeguamento liturgico
altare - aggiunta arredo (1990)
L'altare in pannelli di legno in noce nazionale, ha forma rettangolare, esso è decorato da una iscrizione dorata centrale, esso è posto in posizione assiale.
ambone - aggiunta arredo (1990)
L'ambone in pannelli di legno in noce nazionale, ha forma rettangolare, esso è posto in posizione sul lato sinistro guardando dall'aula.